Il
vischio è una pianta aerea che non ha radici e per vivere
necessita di un albero al quale attaccarsi. Anticamente il vischio
era considerato una pianta sacra. I Druidi usavano il vischio
nei sacrifici ai loro dei mentre i Celti ritenevano che avesse
miracolosi poteri di guarigione; infatti, nella lingua celtica
vischio significa “panacea”. Esso non solo cura le
malattie, ma può anche rendere inoffensivi i veleni, tenere
al sicuro dagli incantesimi, proteggere la casa dai fantasmi.
Oltre a tutti questi poteri si riteneva anche che portasse buona
fortuna a chiunque lo avesse.
Dalla Scandinavia arriva una bella leggenda sul vischio.
La storia racconta che il vischio era la pianta sacra di Frigga,
dea dell’amore, moglie di Odino e madre di Balder, il dio
del sole. Balder era un giovane forte e buono e per questo era
amato da tutti. Frigga aveva anche un altro figlio, Loki, il dio
del male, che era molto geloso e invidioso dell’amore che
il popolo aveva per suo fratello e per questo motivo lo voleva
morto. Una notte Balder sognò che sarebbe stato ucciso.
Quando Frigga seppe del sogno di morte del figlio si spaventò
moltissimo e per evitare che divenisse realtà andò
dall’Aria, dal Fuoco, dall’Acqua, dalla Terra e da
tutti gli animali e le piante chiedendo la promessa che nulla
di male sarebbe capitato a suo figlio. Balder ora era al sicuro,
non gli sarebbe potuto accadere nulla di male né sulla
terra né sotto terra. Ma Loki sapeva che c’era una
pianta alla quale Frigga aveva dimenticato di rivolgersi. Questa
pianta non viveva né sulla terra né sotto terra,
ma su un albero di quercia. Era il vischio. Così Loki fece
una freccia di vischio e la diede a Hoder, il cieco dio dell’inverno,
che la tirò colpendo Balder che morì. Il cielo si
oscurò e tutte le cose sulla terra e in cielo piansero
per la morte del dio. Per tre giorni tutti gli elementi cercarono
di riportare Balder in vita, ma invano. Frigga disperata per la
morte di Balder iniziò a piangere sul suo corpo. Le lacrime
che la dea versò a contatto con il vischio si trasformarono
nelle bianche perle del vischio e per la contentezza di aver riavuto
suo figlio, Frigga baciò chiunque passasse sotto l’albero
su cui cresceva il vischio.
Da quel giorno, la dea fece sì che non potesse capitare
nulla di male a chiunque stia sotto il vischio, solo un bacio.
Non c’è nulla di più naturale che trasportare
lo spirito di questa antica leggenda nel cristianesimo considerando
il vischio il simbolo dell’Amore che conquista la Morte.
Nel diciottesimo secolo non si credeva più che il vischio
avesse miracolosi poteri di guarigione ma si riteneva comunque
che avesse un certo significato magico e fu chiamato la pianta
dei baci.
A Natale se una ragazza si trova sotto il vischio, vivacemente
abbellito con nastri e rami di abete non può rifiutarsi
di essere baciata. Se la ragazza non viene baciata vuol dire che
non si sposerà durante l’anno nuovo.
Ancora oggi a Natale si usa appendere il vischio sulle porte delle
case come auspicio di tanta fortuna.
ma non è l'unica storia tramandata sul vischio... molte
altre leggende ne narrano il significato..
eccone un altra:
C'era una volta, in un paese tra i monti, un vecchio mercante.
L'uomo viveva solo, non si era mai sposato e non aveva più
nessun amico.
Il vecchio mercante si girava e rigirava, senza poter prendere
sonno.
Uscì di casa e vide gente che andava da tutte le parti
verso lo stesso luogo.
Qualche mano si tese verso di lui. Qualche voce si levò:
- Fratello, - gli gridarono - non vieni? Fratello, a lui fratello?
Lui non aveva fratelli. Era un mercante e per lui non c'erano
che clienti: chi comprava e chi vendeva. Per tutta la vita era
stato avido e avaro e non gli importava chi fossero i suoi clienti
e che cosa facessero. Ma dove andavano? Si mosse un po' curioso.
Si unì a un gruppo di vecchi e di fanciulli. Fratello!
Oh, certo, sarebbe stato anche bello avere tanti fratelli!
Ma il suo cuore gli sussurrava che non poteva essere loro fratello.
Quante volte li aveva ingannati? Piangeva miseria per vender più
caro.
E speculava sul bisogno dei poveri. E mai la sua mano si apriva
per donare.
No, lui non poteva essere fratello di quella povera gente che
aveva sempre sfruttata, ingannata, tradita. Eppure tutti gli camminavano
a fianco. Ed era giunto, con loro, davanti alla Grotta di Betlemme.
Ora li vedeva entrare e nessuno era a mani vuote, anche i poveri
avevano qualcosa. E lui non aveva niente, lui che era ricco.
Arrivò alla grotta insieme con gli altri; s'inginocchio
insieme agli altri.
- Signore, - esclamò - ho trattato male i miei fratelli.
Perdonami.
E cominciò a piangere. Appoggiato a un albero, davanti
alla grotta, il mercante continuò a piangere, e il suo
cuore cambiò.
Alla prima luce dell'alba quelle lacrime splendettero come perle,
in mezzo a due foglioline. Era nato il vischio.