Il castagno,
noto da tempo antichissimo, ha areale che comprende le regioni dell'Europa sudorientale,
fino all'Asia Minore. E stato ampiamente diffuso dall'uomo con la coltivazione, occupando
attualmente zone piú estese rispetto alle originarie. Entra nella composizione di boschi
misti o talvolta puri, è frequente nei pascoli alberati e nelle brughiere. Predilige
suoli acidi e condizioni climatiche senza eccessi. La specie ha accrescimento piuttosto
rapido, è molto longeva e ha spiccata proprietà pollonifera. Dei castagno sono
usati il legno e i frutti. Attualmente il consumo di questi ultimi è diminuito rispetto
al passato, quando costituiva un alimento importante per larghi strati di popolazione. Le
castagne vengono consumate fresche o dopo essiccazione; in quest'ultimo caso si possono
ridurre in farina per preparare dolci. Il castagno è governato a ceduo o a
fustaia, e, a seconda dei casi, se ne ricava legname di dimensioni e usi diversi. Il legno
ha colore bruno, è elastico, resistente, mediamente duro, ma non sempre di buona
qualità, per la tendenza a fendersi. A seconda degli assortimenti, s' impiega per
paleria, travi da tetto(da ricordare che non è soggetto a tarlatura per l' elevata
presenza di tannino), tavolame, botti, mobili rustici e meno legna da ardere(tende a
scoppiettare). I fiori sono graditi alle api, che da essi producono un miele aromatico e
pregiato. Nel suo areale il castagno è attualmente minacciato da due funghi
parassiti: il ficomicete Phytophtora cambivora, e dall ' ascomicete Endothia
parasítica, agente del cancro della corteccia, diffuso negli ultimi decenni. Per
risolvere i problemi parassitari dei castagno sono state introdotte due specie orientali: Castanea
crenata (castagno giapponese) e il Castanea mollissima (castagno cinese) che si
dimostrano piú esigenti del castagno europeo, risentendo di climi freddi e gelate tardive
e tollerando male l'aridità. |