Il Carpino
bianco in Italia è diffuso ovunque. In passato, insieme alla Farnia,
costituiva le vaste foreste che coprivano la pianura padana e proprio dalla lingua delle
popolazioni celtiche che la popolavano pare che derivi il suo nome. Vegeta bene in terreni
argillosi e calcarei ricchi di humus e profondi, ma si adatta anche su substrati più
poveri. Specie eliofila, in montagna entra nella costituzione di boschi decidui sui
versanti esposti al sole, si adatta comunque a esposizioni a mezz'ombra. Ha elevata
attitudine pollonifera ed è impiegata come specie di interesse forestale; oggi è
comunque molto apprezzata e rivalutata anche come essenza ornamentale e di interesse
paesaggistico per la sua rusticità e adattabilità. Per quest'ultimo scopo viene
particolarmente apprezzata, per la resistenza agli interventi cesori e per la chioma fitta
che la rende particolarmente adatta alla costituzione di siepi. Tra le varietà impiegate
a scopo ornamentale, citiamo: il C. Pyramidalis dotato di una regolare forma conica
con chioma ramificata fin dalla base di notevole effetto estetico, indicato anche per
piccoli spazi. Da ricordare inoltre la Carpinella (Carpinus Orientalis), pianta
generalmente a portamento arbustivo e più contenuto rispetto al Carpino bianco,
con foglie a lamina quasi lanceolata o ellittica ad apice acuminato e margine doppiamente
dentellato. Le brattee fiorali sono grandi (10-13 x 12-17 centimetri) e lanceolate. E' una
specie originaria dell'Europa meridionale ed orientale e di alcune regioni asiatiche. Il
legno chiaro del Carpino bianco, molto pesante e compatto utilizzato come
combustibile e in passato per la costruzione di utensili ed attrezzature, soprattutto
agricole per le doti di robustezza e resistenza all'usura. |