Gita al Lago del Turano

 

 
 

Ovvero: Ferragosto sul lago, 15 Agosto 2002

 
I Viaggi

Itinerario di circa km. 150 al confine tra Lazio e Abruzzo

Ci stavo rimuginando su dall'inizio della settimana... "Domani e' Ferragosto, che ne dici di un'uscita in scooter?" questa la domanda rivolta alla Zav; "per me va bene, basta che non piova!". La decisione e' presa, ora bisogna trovare la destinazione per la gitarella: "il mare? no, tutti i romani saranno lì, però... che ne dici di un lago?", mi guarda un  po' dubbiosa..."Quello di Bracciano?" fa lei, ma io: "no, troppo conosciuto e frequentato". Guardiamo insieme la cartina alla ricerca di zone azzurre... e scopriamo che a poche decine di km. da casa esiste un laghetto artificiale nato dalla costruzione di una diga sul fiume Turano…  "Ok. allora domattina partiamo per un picnic al lago del Turano!". 

Come previsto, con almeno un'ora di ritardo sulla ipotetica tabella di marcia stilata ;), alle 10.45 della mattina il MoTorello e' pronto, con il necessario per il picnic nel bauletto. La giornata e' colorata da un cielo azzurro, con un sole radioso e le poche nuvole presenti non sono sicuramente minacciose.

Appena partiti, ci dirigiamo verso Tivoli, percorrendo i pochi km. che ci separano dalla cittadina con molta circospezione: il traffico lungo la statale e' oltremodo intenso, causando rallentamenti e code. Fortunatamente c'e' un'aria di festa e gli sguardi delle persone nelle auto non sono quelli usuali (arrabbiati/abbattuti) delle giornate di lavoro. Gli ultimi tornanti prima di Tivoli sono percorsi quasi a passo d'uomo e noi ne approfittiamo per gettare uno sguardo al panorama dominato da Roma distesa sui colli... abbastanza impressionante. Raggiungiamo il punto panoramico della piazza... se vi capita fermatevi a godere del bel panorama che si gode da qui. Tagliamo la cittadina seguendo le indicazioni per Avezzano , ponendo attenzione ad imboccare la strada giusta sulla rotonda che si trova all'uscita di Tivoli (tutto a destra e poi, alla successiva biforcazione, prendere quella di sinistra).

La strada, fin qui stretta e chiusa tra case e muri, con l'asfalto abbastanza rovinato, si allarga lasciando spazio per i sorpassi, "chiamando" il pilota ad aprire il gas. Bisogna porre comunque molta attenzione perché le zone abitate si susseguono ancora per qualche km.; fortunatamente la assidua presenza delle forze dell'ordine mitiga la gran parte delle velleità corsaiole.
Lascio scorrere via le auto dietro di noi e ci godiamo la passeggiata. Lunghi rettilinei si alternano a curve dolci e abbastanza regolari; gli alberi al lato della strada creano giochi di ombre e frescura permettendoci di godere del paesaggio.

Dopo una quindicina di km. incontriamo Vicovaro un paese che oggi si ritrova a cavallo dell'autostrada Roma-L'Aquila, ma che merita un bel picnic lungo la chiusa del fiume Aniene lì nei pressi. La particolarità e’ nel piccolo monastero a picco sul fiume, vicino alla chiusa, dove una serie di gallerie che sbucano nel vuoto ad una altezza di parecchi metri dal fiume crea un effetto particolare (non e’ raro vedere qualche monaco affacciarsi da lì).

Proseguiamo lungo la Tiburtina; da qui fino ad Arsoli non si incontrano centri abitati di grande rilievo, ma e' la strada a farla da padrone... curve larghe, lunghi rettilinei in salita leggera... ma attenzione a non lasciarsi sorprendere dall'unica curva a gomito posta proprio a meta' strada! Appena puo', lo sguardo indugia sulle colline sempre piu' alte. Poche decine di km - e qualche curva un po' piu' stretta proprio vicino al paese -  ci consentono di raggiungere Arsoli, famoso punto di ritrovo per tutti i motociclisti della zona. Un caffe' al bar sul tornantino all'ingresso del paese e' d'obbligo, come pure una foto per il centro storico incastonato tra i monti.

Una gita a parte meriterebbe la strada che da Arsoli si insinua risalendo il versante nord della valle dell'Aniene, passando per Cervara di Roma fino a Subiaco e gli Altipiani di Arcinazzo, ma sara' per la prossima volta!

Percorriamo la strada in salita lasciandoci alle spalle il paese: in poche curve ci ritroviamo in ambiente desolato e scabro, solo la visione del nastro d'asfalto dell'autostrada -posto piu' alto- rovina l'incantesimo. Chiacchierando con la Zav i chilometri scorrono piu' velocemente di quanto non dica il tachimetro e ben presto siamo in prossimita' di Carsoli.

Nelle vicinanze del casello autostradale lasciamo la Tiburtina e seguiamo le indicazioni per Turania ed il lago del Turano, percorrendo la strada provinciale. Parecchie auto uscite dall'autostrada seguono il nostro stesso percorso e questo, insieme alla presenza di un infido brecciolino rende la carreggiata pericolosa. Fortunatamente non tutti ci seguono e ben presto cominciamo a salire lentamente accompagnati solo dal rumore del mono Yamaha.

Ai lati della strada si alternano larghi prati e boschi di castagni, in qualche tratto si vede il fiume Turano: e' proprio lungo le sue rive che gran parte dei festaioli si ferma ad accendere dei fuochi per la braciolata il ferragosto!

Proseguiamo lungo la valle, con la strada che comincia ad inerpicarsi, circondati da boschetti. La strada non e’ “difficile”, ma qualche curva non proprio aperta ci consiglia l’andatura tranquilla. Pochi chilometri e il lago si apre alla nostra vista: un ponte ci “invita” ad attraversarlo ed anche l’orario e’ quello giusto per la sosta.

  Dopo qualche foto, decidiamo di scendere a piedi sulla riva. La sosta del pranzo e’ davvero piacevole: stesi sulla riva con la pancia piena ci godiamo il sole della bella giornata e la vista di Castel di Tora. Il tempo passa e la voglia di avventurarci alla scoperta del lago ci spinge a muoverci.

Puntiamo su Castel di Tora, che domina poco piu’ in alto.  La strada diventa un ponte che sembra tagliare in due il lago. Da qui mi rendo co nto che la forma del lago, irregolare e allungata, lascia credere in una piccolissima pozza, mentre la parte piu’ larga e’ davanti ai miei occhi a smentirmi.

Attraversato il ponte, delle strette curve ci permettono di arrivare a Colle di Tora, paese che divide con Castel di Tora il possesso del lago, allungandosi su una lingua di terra come a fendere l’acqua.

Il traffico e’ cosi’ rado qui sulla provinciale, da permettere a dei ragazzidi giocare a calcio nel bel mezzo della carreggiata… :) Questo ci spinge ad avventurarci ancora sulla strada verso la chiusa, trascurando il giro del lago sulla costa opposta. La strada diventa tutta curve, ma il divertimento non e’ il massimo per la presenza di brecciolino proprio nel mezzo della carreggiata che rende complicata anche la manovra piu’ semplice. 

Intorno a noi il bosco con la sua ombra ci rinfresca: la provinciale prosegue fino alla SS4 Salaria, ma  arrivati sulla diga decidiamo di fare dietro front. Ritorniamo lentamente per la strada dell’andata, sfruttando il dislivello naturale,chiacchierando e godendoci il panorama. Un ultimo saluto al lago e poi via seguendo il fiume.

Lasciamo la provinciale per inerpicarci fino a Vivaro Romano paesetto di duecento abitanti abbarbicato a circa 750 metri, con l’asfalto nuovo di zecca che mi consente qualche “pieghetta”, subito bloccata dalla Zav… ;)
Sfioriamo il paese e puntiamo su Vallinfreda seguendo il costone da cui si puo’ vedere tutta la vallata. Bella la strada, piena di curve - ma attenzione a qualcuna che ha il raggio non costante - soprattutto in vicinanza del paese. Questo e’ veramente grazioso e somiglia molto ad un paesetto d’alta montagna incastonato com’e’ nella costa boscosa e ricco di aiuole fiorite, un po’ in contrasto con il resto del paesaggio.

Seguendo il nastro d’asfalto “tagliamo” letteralmente in due il paesino e proseguiamo alla volta di Riofreddo. Non si puo’ certo dire che manchino le curve! Qualche rettilineo “incastrato” nella sella tra i monti permette di gustarsi la vista di alcune vacche al pascolo :) Attraversiamo il borgo proseguendo nella nostra discesa verso la statale, su cui confluiamo dopo pochi chilometri.

Ormai la nostra gita volge alla fine: Arsoli, Vicovaro,  Tivoli, il traffico… Quando spengo il motore nel box di casa, il rumore continua a ronzarmi nelle orecchie… come il ricordo della bella giornata passata tra i monti cosi’ vicini eppure gia’ cosi’ lontani.

 

Pino aka ThePool