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Itinerario di circa km. 150 al confine tra Lazio e Abruzzo
Ci stavo rimuginando su dall'inizio della settimana...
"Domani e' Ferragosto, che ne dici di un'uscita in scooter?" questa la
domanda rivolta alla Zav; "per me va bene, basta che non piova!". La
decisione e' presa, ora bisogna trovare la destinazione per la gitarella:
"il mare? no, tutti i romani saranno lì, però... che ne dici di un lago?",
mi guarda un po' dubbiosa..."Quello di
Bracciano?" fa lei, ma io: "no, troppo conosciuto e frequentato".
Guardiamo insieme la cartina alla ricerca di zone azzurre... e scopriamo
che a poche decine di km. da casa esiste un laghetto artificiale nato
dalla costruzione di una diga sul fiume Turano… "Ok. allora
domattina partiamo per un picnic al lago del Turano!".
Come previsto, con almeno
un'ora di ritardo sulla ipotetica tabella di marcia stilata ;), alle 10.45
della mattina il MoTorello e' pronto, con il necessario per il picnic nel
bauletto. La giornata e' colorata da un cielo azzurro, con un sole radioso
e le poche nuvole presenti non sono sicuramente minacciose.
Appena partiti, ci dirigiamo verso
Tivoli, percorrendo i pochi km. che ci separano dalla
cittadina con molta circospezione: il traffico lungo la statale e'
oltremodo intenso, causando rallentamenti e code. Fortunatamente c'e'
un'aria di festa e gli sguardi delle persone nelle auto non sono quelli
usuali (arrabbiati/abbattuti) delle giornate di lavoro. Gli ultimi
tornanti prima di Tivoli sono percorsi quasi a passo d'uomo e noi ne
approfittiamo per gettare uno sguardo al panorama dominato da
Roma distesa sui colli...
abbastanza impressionante. Raggiungiamo il punto panoramico della piazza... se vi
capita fermatevi a godere del bel panorama che si gode da qui. Tagliamo la
cittadina seguendo le indicazioni per Avezzano
, ponendo attenzione ad imboccare la strada giusta sulla rotonda che
si trova all'uscita di Tivoli (tutto a destra e poi, alla successiva
biforcazione, prendere quella di sinistra).
La strada, fin qui stretta e chiusa tra
case e muri, con l'asfalto abbastanza rovinato, si allarga lasciando
spazio per i sorpassi, "chiamando" il pilota ad aprire il gas. Bisogna
porre comunque molta attenzione perché le zone abitate si susseguono
ancora per qualche km.; fortunatamente la assidua presenza delle forze
dell'ordine mitiga la gran parte delle velleità corsaiole. Lascio scorrere via le auto dietro di noi e ci godiamo
la passeggiata. Lunghi rettilinei si alternano a curve dolci e abbastanza
regolari; gli alberi al lato della strada creano giochi di ombre e
frescura permettendoci di godere del paesaggio.
Dopo una quindicina di km. incontriamo
Vicovaro un paese che oggi si ritrova a cavallo
dell'autostrada Roma-L'Aquila, ma che merita un bel picnic lungo la chiusa
del fiume Aniene lì nei pressi. La particolarità e’ nel
piccolo monastero a picco sul fiume, vicino alla chiusa, dove una serie di
gallerie che sbucano nel vuoto ad una altezza di parecchi metri dal fiume
crea un effetto particolare (non e’ raro vedere qualche monaco affacciarsi
da lì).
Proseguiamo lungo la Tiburtina; da qui fino ad
Arsoli non si incontrano centri abitati di grande
rilievo, ma e' la strada a farla da padrone... curve larghe, lunghi
rettilinei in salita leggera... ma attenzione a non lasciarsi sorprendere
dall'unica curva a gomito posta proprio a meta' strada! Appena puo', lo
sguardo indugia sulle colline sempre piu' alte. Poche decine di km - e
qualche curva un po' piu' stretta proprio vicino al paese - ci
consentono di raggiungere Arsoli, famoso punto di ritrovo per tutti i
motociclisti della zona. Un caffe' al bar sul tornantino all'ingresso del
paese e' d'obbligo, come pure una foto per il centro storico incastonato
tra i monti.
Una gita a parte meriterebbe
la strada che da Arsoli si insinua risalendo il versante
nord della valle dell'Aniene, passando per Cervara di
Roma fino a Subiaco e gli Altipiani di
Arcinazzo, ma sara' per la prossima volta!
Percorriamo la strada in
salita lasciandoci alle spalle il paese: in poche curve ci ritroviamo in
ambiente desolato e scabro, solo la visione del nastro d'asfalto
dell'autostrada -posto piu' alto- rovina l'incantesimo. Chiacchierando con
la Zav i chilometri scorrono piu' velocemente di quanto non dica il
tachimetro e ben presto siamo in prossimita' di Carsoli.
Nelle vicinanze del casello
autostradale lasciamo la Tiburtina e seguiamo le indicazioni per
Turania ed il lago del Turano, percorrendo la strada
provincia le. Parecchie auto
uscite dall'autostrada seguono
il nostro stesso percorso e questo, insieme alla presenza di un infido brecciolino
rende la carreggiata pericolosa. Fortunatamente non tutti ci seguono e ben presto cominciamo a
salire lentamente accompagnati solo dal rumore del mono Yamaha.
Ai lati della strada si
alternano larghi prati e boschi di castagni, in qualche tratto si vede il
fiume Turano: e' proprio lungo le sue rive che gran parte dei festaioli si
ferma ad accendere dei fuochi per la braciolata il ferragosto!
Proseguiamo lungo la valle, con la strada che comincia ad
inerpicarsi, circondati da boschetti. La strada non e’ “difficile”, ma
qualche curva non proprio aperta ci consiglia l’andatura tranquilla. Pochi
chilometri e il lago si apre alla nostra vista: un ponte ci “invita” ad
attraversarlo ed anche l’orario e’ quello giusto per la sosta.
Dopo qualche foto, decidiamo di scendere a
piedi sulla riva. La sosta del pranzo e’ davvero piacevole: stesi sulla
riva con la pancia piena ci godiamo il sole della bella giornata e la
vista di Castel di Tora. Il
tempo passa e la voglia di avventurarci alla scoperta del lago ci spinge
a muoverci.
Puntiamo su
Castel di Tora, che domina poco piu’ in alto. La strada diventa un
ponte che sembra tagliare in due il lago. Da qui mi rendo co nto che la forma
del lago, irregolare e allungata, lascia credere in una piccolissima pozza, mentre la
parte piu’ larga e’ davanti ai miei occhi a smentirmi.
Attraversato il ponte, delle strette curve ci permettono di
arrivare a Colle di Tora, paese che divide con Castel di
Tora il possesso del lago, allungandosi su una lingua di terra come a
fendere l’acqua.
Il traffico e’ cosi’ rado qui sulla provinciale, da
permettere a dei ragazzidi giocare a calcio nel bel mezzo della
carreggiata… :) Questo ci spinge ad avventurarci ancora
sulla
strada verso la chiusa, trascurando il giro del lago sulla costa opposta.
La strada diventa tutta curve, ma il divertimento non e’ il massimo per la
presenza di brecciolino proprio nel mezzo della carreggiata che rende
complicata anche la manovra piu’ semplice.
Intorno a noi il bosco con la sua ombra ci rinfresca:
la provinciale prosegue fino alla SS4 Salaria, ma arrivati sulla
diga decidiamo di fare dietro front. Ritorniamo lentamente per la strada
dell’andata, sfruttando il dislivello naturale,chiacchierando e godendoci il panorama. Un ultimo saluto al lago e poi via seguendo il fiume.
Lasciamo la provinciale per
inerpicarci fino a Vivaro Romano paesetto di duecento
abitanti abbarbicato a circa 750 metri, con l’asfalto nuovo di zecca che
mi consente qualche “pieghetta”, subito bloccata dalla Zav…
;) Sfioriamo il paese e puntiamo su Vallinfreda
seguendo il costone da cui si puo’ vedere tutta la vallata. Bella la
strada, piena di curve - ma attenzione a qualcuna che ha il raggio non
costante - soprattutto in vicinanza del paese. Questo e’ veramente
grazioso e somiglia molto ad un paesetto d’alta montagna incastonato
com’e’ nella costa boscosa e ricco di aiuole fiorite, un po’ in contrasto
con il resto del paesaggio.
Seguendo il nastro d’asfalto
“tagliamo” letteralmente in due il paesino e proseguiamo alla volta di
Riofreddo. Non si puo’ certo dire che manchino le curve!
Qualche rettilineo “incastrato” nella sella tra i monti permette di
gustarsi la vista di alcune vacche al pascolo :) Attraversiamo il borgo proseguendo nella nostra discesa verso la
statale, su cui confluiamo dopo pochi chilometri.
Ormai la nostra gita volge
alla fine: Arsoli, Vicovaro, Tivoli, il traffico… Quando spengo il
motore nel box di casa, il rumore continua a ronzarmi nelle orecchie… come
il ricordo della bella giornata passata tra i monti cosi’ vicini eppure
gia’ cosi’ lontani.
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