Guidonia - Porto S. Giorgio(AP)

 

 
 

Ovvero: la Salaria e poi l'Adriatica,  Luglio 2002

 
I viaggi 

Collefiorito di Guidonia (Rm) - Porto S. Giorgio (AP)

Partenza da Collefiorito ore 7,45: mattinata splendida, soleggiata con un'aria fresca molto piacevole. Ho appena effettuato un tagliandino per il mio Leonardo 250, in previsione del raduno e ho intenzione di prendere il viaggio come una gita turistica anche se sono fiducioso di arrivare in tempo per pranzare con i miei bambini (due bellissimi gemelli). Gli unici accessori montati sullo scooter sono il parabrezza piccolo e il bauletto MAXIA.

L'abbigliamento che indosso è quello di tutti i giorni: giacca multistagione della TucanoUrbano senza l'imbottitura in Pile, guanti leggeri, jeans e scarponcini da moto, casco apribile. Ho stipato il bauletto con la borsa dei vestiti di ricambio e passato nel sottosella tutto il necessario per le emergenze (spero di non averne bisogno!).

Il viaggio consiste nell'attraversare l'appennino seguendo la statale 4 Salaria da Roma attraverso Rieti fino ad Ascoli Piceno, per poi seguire la statale 16 Adriatica verso nord fino a Porto S. Giorgio, ridente cittadina marchigiana distesa sul mare Adriatico.

Guidonia è, per chi non lo sapesse, inserita tra la statale tiburtina e la Nomentana e poiché non conosco molto bene la strada per raggiungere la Salaria da Guidonia, decido di tornare indietro sulla tiburtina fino al raccordo Anulare. Percorro i primi chilometri fino alla Tiburtina con molta circospezione per far scaldare bene motore e gomme. Sulla statale c'è il solito traffico, anche se più scorrevole del solito visto che è Sabato ed io cerco di evitare il piu' possibile i fumi di scarico di tutti i camion che procedono lentamente davanti a me. Arrivato al Grande Raccordo Anulare, imbocco la rampa un po' troppo velocemente e mi rendo conto che il freno anteriore, a cui ho sostituito le pastiglie, è un po' "spugnoso".

Lunga tirata sul GRA fino allo svincolo della Salaria, che imbocco di buon passo. Lasciando Roma la strada è larga e piana, ma comincia, dopo qualche km., a stringersi e salire. Comincio a prendere confidenza con il percorso; è piacevole affrontare le curve e i sorpassi con il Leo: entra in piega come voglio ma senza "buttarsi giu'" e mi rendo conto ben presto che non c'è auto che mi sorpassi, ma anzi, col fatto che c'è sempre qualche veicolo lento, mi lascio dietro un bel po' di auto. Tengo d'occhio l'indicatore della temperatura, ma è stabile a poco meno della linea mezzana.

Ore 10,00 circa: prima sosta, a Passo Corese, giusto per fare il pieno di verde. Se avessi un po' di tempo in piu' a disposizione, vorrei proprio visitare l'Abbazia di Farfa a pochissimi km. da qui, ma sara' per la prossima volta. Riparto subito, ansioso di raggiungere Rieti. La strada diventa più larga, ma la salita è comunque piacevole, il traffico è scarso, mi è facile superare le auto più lente grazie alla buona ripresa del Leo e poi difficilmente nel sorpasso invado la corsia opposta. Le curve incontrate sono a raggio ampio e non mettono in difficoltà nella guida, ho il tempo di godermi il panorama.

Poco prima di Rieti la strada si restringe e diventa alberata: il traffico è un po' più intenso e devo fare più attenzione nei sorpassi, in alcuni punti sono quasi fermo a causa di lavori. Poco prima di entrare in città imbocco lo svincolo per Ascoli: tiro forte nel primo tratto a più corsie, sapendo come sarà la strada più avanti. Dopo pochi km., infatti la strada si restringe e comincia a curvare; su un'altura si vede lo splendido borgo di Cittaducale. In successione abbastanza rapida incontro le Terme di Cotilia -famosa stazione termale- e Canetra. L'asfalto e' nuovo ed ancora in buono stato, e' da evitare solo il lato estremo della strada, molto pericoloso a causa di un infido brecciolino.

Capisco di essere entrato nel tratto appenninico della Salaria: le curve cominciano a farsi sempre più strette e la guida più impegnativa, ma decido di rallentare per godermi i diversi colori della valle. 

Dopo poco, passo Borgo Velino,  paese che deve il nome al fiume omonimo. Proprio dalle valli formate da questo fiume e poi  dal Tronto si snoda la vecchia statale Salaria. Devo dire che negli anni la strada ha perso parte del suo fascino, con la creazione di alcune gallerie che tagliano le montagne "raddrizzando" il percorso storico, ancora visibile ed in alcuni tratti ancora percorribile.

Questo tratto dell'itinerario è magnifico, con nell'aria ancora la nebbiolina che sale dal fiume, il verde dei boschi e il sole che batte ormai alto: in alcuni punti mi raggiungono folate d'aria più fresca. Tutto passa d'un fiato e il succedersi delle curve mi fa' trascurare il panorama: è veramente gustoso portare il Leo... certo la vecchia strada era molto piu' interessante per uno scooterista, piena com'era di curve strettissime, ma meglio cosi', non ho alcuna voglia di infrangermi contro qualche macchina che invade la corsia!

La cosa che mi sorprende è di non aver incontrato molte moto o scooter, ma la cosa che mi infastidisce è che nessuno risponde al saluto!

Incontro un paio di lunghi ed un po' noiosi rettilinei in salita, ho il tempo di capire che presto comincerò a scendere verso il mare. Raggiungo senza accorgermene il punto piu' alto dell'itinerario a 1010 metri sul livello del mare. Dopo pochissimi km., vedo le indicazioni per Amatrice ed il bel laghetto di Campotosto, meta di tantissimi mototuristi romani.

Una lunga e dolce discesa mi conduce fino ad Arquata del Tronto: mi fermo nell'area di sosta vicino al bivio per la Forca Canapine, bella strada panoramica che inerpicandosi per il Monte Ventosola fino ai 1541 metri, porta a Norcia attraverso la Forca di S. Croce (813m.).

Verso Acquasanta Terme il traffico si fa più intenso facendomi salutare l'appennino.  Guardo l'orologio: sono in leggero ritardo, decido quindi di accelerare un po'. Raggiungere la città di Ascoli e' questione di pochi minuti; evito di entrare nel traffico cittadino inboccando lo svincolo per S.Benedetto del Tronto. Si tratta di un raccordo autostradale abbastanza bruttino, ma che mi permette di giungere rapidamente fino al mare.

Arrivato vicino S. Benedetto, decido di non imboccare l'autostrada verso Bologna, ma mi propongo di raggiungere Porto S.Giorgio tramite la statale 16 Adriatica. Mai decisione fu più sbagliata! 35 Km. percorsi in più di un'ora, tra semafori e traffico dei vari paesetti costieri. Eppure alcuni dei paesi costieri meriterebbero una sosta, come Grottammare o Cupra, ma il caldo, in mezzo al traffico, comincia a farsi sentire e decido di proseguire. Quando finalmente arrivo a destinazione la sensazione è di liberazione.

Peccato perché, a mente "fredda", il viaggio è stato proprio bello, tanto da convincermi a scrivere queste righe: spero che mi scusiate, ma sono un dilettante!

Pino aka ThePool