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Quattro Passi Fra I Ricordi

 

        Benvenuto! Spogliati della logica ed entra vestito soltanto dell’istinto. Lascia sulla soglia la razionalità ed avanza guidato dal cuore. Entra e non temere!

Prendi la mia mano e seguimi. Di me ti puoi fidare! Questo è un tempio consacrato all’amore. Non portare con te faretre piene di perché, te ne prego! Ogni freccia scagliata dentro queste sacre mura è un’offesa alla divinità alla quale esse sono dedicate.

Senti come echeggiano i nostri passi sul freddo marmo? Paiono i battiti di un cuore… Rannicchiato in un angolo, il silenzio piange sommessamente. La tua presenza lo turba... Come? Non riesci ad udirlo? Non riesci a vederlo?

 (Di quali meraviglie potresti empire le tue orecchie se solo sapessi ascoltare! E di quali prodigi i tuoi occhi potrebbero deliziarsi se solo sapessi guardare!) Se seguissi con lo sguardo le delicate linee che si intrecciano, si rincorrono, curvano o si increspano sul pavimento, già capiresti dove ti trovi (c’è il mio volto dipinto sul marmo!), ma i tuoi occhi non fanno che spostarsi irrequieti dalle colonne all’altare.

La tua mano abbandona la mia e sfiora l’elsa della spada. Sei spaventato. Perché? Non hai nulla da temere qui! Non esiste al mondo luogo più puro e sicuro di questo!

D’improvviso i tuoi occhi scorgono le nicchie disposte a semicerchio intorno all’altare. Ognuna è occupata da una statua talmente perfetta da parere reale. Ti avvicini a quella raffigurante una ragazza dai dolcissimi occhi screziati di verde. Dove l’hai già vista? Non riesci a ricordarlo. Il suo volto è imprigionato in un sorriso capace di far sbocciare gigli sulla pietra. Sei certo di conoscerla, ma la tua mente si rifiuta di collaborare. Allunghi istintivamente la mano verso di lei e la tocchi: è calda! E’ viva! Come è possibile? (E’ lei scolpita nell’attimo più bello, quello in cui mi inonda d’amore col solo sguardo!) Di scatto ti giri verso di me. Cerchi una risposta. Trovi invece il mio indice puntato verso un’altra nicchia. C’è una statua raffigurante un uomo. E’ seduto e tiene le mani incrociate dietro la testa. Il suo capo è lievemente inclinato all’indietro. Ride e nei suoi occhi paiono essersi accese mille stelle.

“Sono io!” esclami sospeso fra incredulità, timore e compiacimento. Di nuovo torni ad incrociare il mio sguardo. Questa volta trovi la risposta alla tua domanda. Ora sai chi sono. Mi avvicino, mi soffermo un istante ad osservare la tua anima (che vive come la dama del lago nelle profondità dei tuoi occhi grigioverdi!) e, affettuosamente, ti cingo in un abbraccio. “E’ questa l’immagine più bella che ho di te.” Sussurro prima di posare le mie labbra sulla tua guancia. Sorridi confuso e lievemente arrossisci. Timido abbassi lo sguardo e mi stringi a te. Ora sai dove ti trovi: sei nel mio cuore.