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Un fiocco di neve

 

Questo non è un racconto.

Questo è in realtà un mio pensiero più coraggioso degli altri.

Come un impavido fiocco di neve

si è allontanato dai fratelli ed ha scelto di danzare per proprio conto.

Ondeggia sulle note di una melodia

che non tutti sanno percepire.

Appena nato,

già non mi appartiene più,

ma sono ugualmente felice.

Ha scelto di donare la sua breve esistenza

a qualcuno che amo.

 

Ha scelto di danzare per te.

 

        Oh, no!

     Ecco che ricomincia...

          Ed ecco che di nuovo mi gira la testa (o è il mondo a girare?).

          Giuro che se non la pianta di suonare, sfondo la porta e le inchiodo le mani al pianoforte! Dico io, è mai possibile che quella non abbia nient’altro da fare?

         “Basta, per Dio! Non ne posso più!” urlo sforzando la mia già delicata gola.

         Non serve a nulla gridare, lo so, ma almeno mi sfogo. So anche che non giova alla mia salute, ma alla fin dei conti non m'importa più di tanto. Fino a quando continuerò a vivere in mezzo alla neve, non guarirò di sicuro. Dico io, cosa ho fatto di male per meritarmi una tale punizione? Sono anni che quella mi costringe ad ascoltare quel suo stramaledetto lago dei cigni! Deve essere piuttosto limitata se non riesce ad imparare nient’altro!

          All’inizio, devo ammetterlo, mi piaceva ascoltarla. Me ne stavo ore sulla gelida panchina, con lo sguardo fisso sulla neve e tutti i sensi solleticati dalla sua musica. Mi divertivo ad immaginarla seduta di fronte ad un pianoforte a coda talmente lucido da permetterle di specchiarvisi. Ogni giorno speravo che si affacciasse alla finestra. Dico io, mi sarebbe bastato vederla una sola volta! Non poteva che essere bellissima una creatura che sapeva produrre una melodia tanto dolce! Mi sarei innamorato di lei, l’avrei corteggiata e, probabilmente, l’avrei sposata. Avrei persino imparato a suonare per compiacerla. Lavoravo troppo di fantasia. Fortunatamente, vivere in mezzo alla neve ha congelato il mio cuore prima che fosse troppo tardi! Sono anni che abitiamo uno accanto all’altro, in un luogo addormentato sotto un manto lattescente e completamente isolato dal resto del mondo, e mai mi è capitato di incontrarla! Non è mai uscita in cortile e l’unica prova della sua esistenza sono le note che zampillano dalla finestra. Magra consolazione per chi, per tanti anni, non ha fatto che litigare con la solitudine!

- Sospiro -

          “Piantala, stupida!” grido rivolgendo il pugno verso la finestra da cui proviene la musica. 

          I capogiri non mi abbandonano (o è la terra stessa a vorticare sotto i miei piedi?).

          Seduto sulla panchina, alzo gli occhi al cielo. Sorrido soddisfatto, ma sul mio volto l’espressione non muta. Anche i miei lineamenti sono congelati, come tutto, qui, del resto. Tra poco nevicherà, ne sono certo.  Capita ogni volta che lei inizia a suonare.

          Ripensando alla mia vita, mi rendo conto che non  è stata altro che un susseguirsi di note, capogiri e neve. 

-         Sospiro –

          Se fossi giovane mi alzerei da questa fredda panchina e sfonderei sul serio quella porta. Salirei al piano superiore e la costringerei a smettere di suonare. La implorerei poi di  parlarmi per il solo gusto di sentire una voce diversa dalla mia. Le chiederei di raccontarmi i suoi sogni sì da farmi ricordare cosa siano in realtà. I miei, appesantiti dal ghiaccio, sono precipitati e marciti nella neve da chissà quanto tempo! Riuscirei a convincerla ad amarmi sì da sciogliere quel blocco di ghiaccio che ho al posto del cuore?

-         Vecchio idiota! –

          Ma chi voglio ingannare, dico io,  con queste fantasie? Non sono mai stato giovane e mai lo sarò!

-         Sospiro –

          Se fossi vecchio, veramente vecchio, mi lascerei morire su questa panchina. Sarei talmente bianco che la natura non si accorgerebbe della mia umanità e, scambiandomi per un insolito mucchio di neve, giocherebbe con me fino a tramutarmi in una miriade di fiocchi di neve. Non riesco ad immaginare una morte migliore per chi ha trascorso una vita seduto su una panchina ad osservare fiocchi di neve!

-    Sospiro –

Non sarò mai tanto vecchio! Chi voglio ingannare?

- Sospiro –

          E non potrò mai morire!

          Qui le cose non cambiano. E’ come se il tempo ed il destino fossero congelati.

          E’ sempre stato così e sempre lo sarà. Siamo bloccati tra un battito di ciglia e quello successivo...

-    Sospiro –

          Di nuovo quella sensazione che il mondo si capovolga. Abbandono i miei pensieri cupi. Tra poco nevicherà di nuovo e non esiste nulla di più bello. Voglio godermi l’unico spettacolo concessomi.

          La neve si solleva dal suolo e torna verso il cielo. Tre, due, uno..... Eccole, centinaia, migliaia di gocce di neve! Mi sono sempre chiesto dove finiscano le lacrime mai spese ed ora, osservando quei delicati fiocchi, la risposta mi pare così ovvia.

          Non riesco a distogliere lo sguardo da quei minuscoli angeli. E’ quasi ipnotica la loro danza!

          Tra poco la melodia si interromperà, per l’ennesima volta, e la neve tornerà a riposare. Io me ne starò qui, sulla mia panchina, in attesa che nevichi di nuovo. Quella sicuramente ricomincerà a suonare il lago dei cigni costringendomi ad imprecare. Qui le cose non cambiano mai!

          Me ne starò sulla mia panchina ed aspetterò, ignaro che tutto il mio mondo non è altro che una piccola sfera di plastica trasparente disposta su un delizioso carillon.

          Aspetterò che nevichi, ignaro che nevicherà solo quando qualcuno capovolgerà di nuovo la sfera.

          Aspetterò che lei ricominci a suonare, ignaro del fatto che non abita nessuno in quella deliziosa casetta.

          Aspetterò evitando di chiedermi come mai abbia trascorso la mia vita seduto su una panchina in mezzo ad un deserto di neve.

            Aspetterò e, prima o poi, dico io, nevicherà di nuovo