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Intervista all’Inverno

 

Sapendo che mai e poi mai si sarebbe lasciato intervistare spontaneamente, sono uscita di casa ed ho atteso che passasse accanto al mio giardino. Non appena l’Inverno si fosse avvicinato al mio cortile, l’avrei fermato e tempestato di domande. Speravo ardentemente che si degnasse di rispondere almeno a qualcuno dei miei quesiti... Devo ammettere che il mio piano faceva acqua da tutte le parti, comunque la fortuna aiuta gli audaci, così eccovi qua il resoconto di quello che l’Inverno ha lasciato trapelare di sé. Prima di tutto voglio descrivervi la sua forma umana. E’ un uomo sulla quarantina, alto e dal fisico atletico. Ha cortissimi capelli biondo platino che fanno risaltare ulteriormente il pallore quasi spettrale del suo viso dai lineamenti decisi. Ciò che maggiormente mi ha colpito, però,  sono i suoi occhi grigi. Se gli occhi sono lo specchio dell’anima, allora l’Inverno deve esserne privo. Il suo sguardo è gelido, tanto che un brivido mi ha attraversato la schiena quando i suoi occhi hanno incontrato i miei.

-Chi sei? - gli ho domandato dopo essermi presentata e dopo avergli spiegato le mie intenzioni.

- Sono l’Inverno! - ha risposto con voce fredda e tagliente. - Sono il signore dei ghiacci e delle nevi, sovrano dei brividi e del freddo. Il sole non è che una pallida sfera nelle mie mani, mentre il vento si tramuta in una lamina tagliente ad un mio gesto. -

Dopo aver deglutito nervosamente, gli ho chiesto:

- Credi che l’Inverno abbia qualche debolezza? -

Lui ha riso e la sua risata ha prodotto lo stesso suono del ghiaccio che si frantuma sotto i piedi.

- La vanità. - ha risposto avvicinandosi. - Non trovi forse che la mia bellezza sia leggendaria? Il desiderio di osservare il mio viso è tale che non posso resistere alla tentazione di tramutare i laghi in specchi di ghiaccio sì da potermi ammirare in qualsiasi momento! -

Non posso dargli torto e non potreste neppure voi se l’aveste visto. E’ bello quanto un paese ammantato di neve, affascinante quanto i ghiaccioli che si formano dove stilla l’acqua sui quali poi vanno a posarsi timidi raggi di sole.

- C’è qualcos’altro che ami oltre te stesso? - Sapevo che questa era una domanda azzardata, ma si vede che quello era il mio giorno fortunato!

- Amare? L’Inverno non sa amare, non può amare! I sentimenti intrisi di calore non appartengono al mio regno! - ha detto con una punta di rabbia nella voce.

- Comunque, se con “amare” intendevi “apprezzare”, allora sì. Adoro un unico colore, il bianco, e prediligo un unico suono, quello del silenzio. Ricopro il mondo di brina, neve e ghiaccio. Non c’è nulla di più affascinante di una ragnatela ghiacciata! Non credi che rammenti uno dei vostri sofisticati gioielli? E’ splendido ammirare i riverberi che quella sfera impaurita che voi chiamate sole accende sulla neve fresca...-

Si è fermato per un istante, perso in chissà quali pensieri, poi ha ripreso:

- Scoloro le pellicce di taluni animali sì che anch’essi possano sentirsi parte integrante del mio regno. Infine, avvolgo tutto in un silenzio magico. Non è forse meraviglioso quando i fiocchi di neve oscillano in cielo come spose ballerine e l’unico rumore distinguibile è quello del battito del cuore di colui che sta osservando lo spettacolo? Si può imparare molto anche dal silenzio, ma pare che voi uomini l’abbiate scordato. -

Mentre stavo ancora riportando sul bloc-notes le sue ultime parole, ha esclamato:

- Ora devo proprio andare. Sono appena arrivato e mi attende un lungo lavoro...-

Detto questo è scomparso. Mi sono stretta nel giubbotto e con in mente l’immagine di un fuoco scoppiettante, sono rientrata di corsa in casa prima di buscarmi un bel raffreddore...