…la
notte era appena iniziata e l’uomo era esausto sul bordo del fiume…
guardava
il luccichio delle stelle riflesse nell’acqua gelida… era triste!
poche
persone camminavano sul lungo fiume, per lo più erano le prime coppiette che
cercavano un posto nascosto dove farsi le coccole…
lui
era lì, cappotto abbottonato, barba incolta, occhi gonfi di lacrime che
volevano uscire…
sospiri
dopo sospiri si sedette su una panchina… solo!
in
lontananza le campane rintoccavano le ore
aveva
perso la cognizione del tempo… erano giorni che non guardava il calendario…
le
giornate passavano piatte… tutte uguali… tutte… tutte…
il
cielo iniziava ad accendersi di mille luci sempre più brillanti
amava
le stelle, le costellazioni… sognava con loro…
d’improvviso
una stella cadente ed una mano che gli sfiora la spalla…
lo
sguardo che era preso verso il cielo si spostò… si girò di scatto…
per
un istante infinito non proferì parola… doveva capire… doveva fare passare
l’emozione del momento… doveva… doveva…
“ciao
tenebroso…” aveva esordito la giovane amica d’un tempo passato
“…
uhm… ciao…” aveva risposto timidamente spiazzato
si
alzò e, da cavaliere, baciò la mano a quell’inaspettata visione
lei
sorrise quasi imbarazzata dal gesto
lui,
per la prima volta dopo tempi lontani, era tornato a sorridere…
passarono
la notte su quella panchina a guardarsi negli occhi, mano nella mano, a
parlare… parlare… parlare…
quante
parole si dissero…
il
campanile rintoccava ogni ora, sempre più rintocchi… sempre meno rintocchi…
il
tempo stava passando… le ore stavano diventando più veloci…
l’alba
si avvicinava e loro… loro si sarebbero dovuti salutare per rivedersi un
giorno…
si
alzarono… si sorrisero…
“allora
ci sentiamo tenebroso…” disse lei…
“sarebbe
bello…” rispose lui…
un sorriso… un bacio… si voltaron di spalle e……
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