IL
CULTO DEL SERPENTE
di Andrea Romanazzi
IL
RITO DEI
SERPARI IN
A COCULLO
Per introdurre il “culto
del serpente” dobbiamo prima definire la figura di Asclepio o
Esculapio. Il culto di Asclepio è originario
della Grecia, presente prima ad Egina
e poi ad Epidauro. Asclepio era
chiamato anche ‘iathros’, il medico , ed era
spesso rappresentato con un bastone
fra le mani al quale era attorcigliato
un serpente , simbolo del Dio
guaritore e ancora oggi simbolo che ritroviamo comunemente sulle insegne delle
“farmacie”.
Il perche’ del serpente e’ facilmente intuibile, esso rappresenta le forze ctonie e
sotterranee che si sprigionano dal ventre della terra e che hanno il potere di
guarire . Cosi’ il serpente ,
diventa animale sacro e simbolo legato
alla medicina. A Babilonia, per esempio , sono
stati rinvenuti degli ex-voto con simboli di serpenti offerti in memoria di
avvenute guarigioni. Questi luoghi di culto non erano tuttavia scelti a caso ma
si ergevano in zone di particolare valenza ambientale dove fonti purissime
d’acqua sgorgavano naturalmente dalle rocce, o in prossimità di fonti termali
e terapeutiche, luoghi, insomma, fortemente legati alla natura e al potere della
terra. Nei templi dedicati alla divinita’ , i
malati usavano dormire ai piedi della statua del dio dopo esser stati
sottoposti a cerimoniali molto suggestivi e impressionanti. Il
malato, cosi’, durante la notte, riceveva la “visita” della divinita’
che gli avrebbe suggerito i rimedi per debellare la malattia.
La consuetudine voleva
, poi, che fossero recati
ex-voto per le guarigioni avvenute .
L’uso di dormire presso i templi
resistette tanto a lungo che ancora in epoca bizantina, in piena cristianità ,
ci troviamo sovente di fronte al costume di dormire presso le chiese per
ottenere delle guarigioni.
Ma torniamo ad Esculapio
, infatti dalla Grecia il culto si trasferisce anche in Italia, e in particolare
a Roma in particolare sull’isola tiberina.. Questo luogo fu appunto dedicato
alla divinita’ quando il serpente consacrato al
dio e portato nella citta’
da Epidauro , per debellare
la peste del 293 a.C., saltando dalla nave che lo trasportava avrebbe ridisceso
il Tevere fino all'isola scomparendo poi nel luogo dove fu costruito il nuovo
tempio, inaugurato nel 289 a.C.
Attorno al tempio, come ad
Epidauro, dovevano sorgere dei portici destinati al ricovero dei fedeli e dei
malati, ed è certamente singolare che l'isola abbia continuato ad essere
luogo di cura e sede di un ospedale attraverso il Medioevo fino ai nostri
giorni.
Il perche’
fosse stato scelto proprio questo luogo e’ “spiegato” dalla seguente
leggenda…
L'INTRODUZIONE DEL CULTO DI ESCULAPIO A ROMA (Ovidio, Metamorphoseis,
XV 626-744)
Quando nel 293 a.C. Roma
venne investita da un'epidemia che non si riusciva a debellare, si interrogarono
i Libri Sibillini per sapere come si potesse eliminare questo flagello. La
risposta fu che si doveva trasportare il dio Esculapio
dal suo più importante santuario, sito ad Epidauro. Mentre si svolgeva la
trattativa con i sacerdoti locali , ecco apparire il dio stesso in forma di
gigantesco serpente, il quale salì spontaneamente sulla nave dei romani. Questi
ultimi allora si misero in rotta per il ritorno e, giunsero alle foci del Tevere
. Arrivarono cosi’ in citta’ e fu allora che il
serpente si arrampicò sull'albero
maestro e , guardandosi attorno , scivolò giù dalla nave, prendendo terra
sull'isola Tiberina, dove gli venne eretto un tempio.
Questo è il racconto leggendario che spiega perché il santuario di Esculapio
sia stato fondato sull'isola Tiberina.
Ma Esculapio
non e’ l’unica divinita’ guaritrice legata al
Serpente, anzi sembrerebbe che egli avesse acquisito le sue caratteristiche da
altre divinita’ molto piu’
antiche , troviamo , infatti ,
analogie con alcune divinita’ sumere.
Qui la divinita’ che aveva rapporti con la
medicina era la dea Gula , menzionata in moltissimi
incantesimi , essa aveva il potere
di guarire un ammalato con il tocco della mano e di poter resuscitare i morti.
Era spesso rappresentata con sembianze umane e con un cane accovacciato ai suoi
piedi. Ebbene anche Asclepio, era spesso rappresentato con un cane, animale a
lui sacro.
Inoltre anche nei rituali sumeri
importanza fondamentale aveva il “sonno-incubatore”
, l’ oniromanzia! I sacerdoti della Dea
praticavano nei loro templi “ l’incubazione” , cioe’
una serie di tecniche che facevano
cadere il paziente in un sonno rivelatore , nel quale , appunto , la divinita’
suggeriva la cura al male. Pratica molto simile la ritroviamo, poi, anche in
Egitto. Strabone , per esempio, narra che
l’incubazione era praticata nei
templi dedicati a Serapide, nome greco del dio Wser-Hap.
Ma forse la divinita’ piu’
importante legata alla guarigione e alla resurrezione e’ Iside, la dea dalle
tante mammelle. La leggenda vuole che il marito Osiride fosse stato ucciso dal
perfido fratello Seth, la divina moglie , cosi’ ,
per poterlo resuscitare dovette escogitare uno stratagemma. Chiese a “Ra” ,
“Colui di cui nn si conosce il nome” di donarle il potere della guarigione,
ma il “vero” dio gliela nego’. Una delle caratteristiche di Iside era
quella di controllare i serpenti. Ebbene, di nascosto fece mordere il Dio dal piu’
velenoso di essi , e , in cambio dell’ antidoto, si fece rivelare il suo vero
nome che nessuno conosce e con questo ebbe il potere della resurrezione e
guarigione. In questa leggenda emergono fortemente diverse informazioni.
All’inizio la dea della medicina egizia nn era Iside , ma Sechmet,
solo successivamente , grazie all’aiuto del “serpente” la dea acquista il
potere della guarigione. Il serpente diventa , cosi’, figura animale
fondamentale nell’atto della guarigione , guarigione che si ha attraverso il
“verbo”, il nome di “colui di cui nn si conosce il nome”.
Successivamente il principio isideo si inteccia
con quello osirideo e maschile. Il primo
era basato sulle fasi lunari, e sulla conoscenza di 14 fasci di nervi, il
secondo era basato sulle fasi solari e sulla conoscenza di altre 14 fasci di
nervi. Il numero 14 nn e’ casuale e , come vedremo in seguito, lo ritroviamo
anche in tradizioni molto lontane dall’Egitto e tuttora presenti.
Da queste tradizioni,
cosi’, nasce la figura di Esculapio, uomo, come
Osiride , gia’ che il culto femminile stava pian
piano scomparendo, e signore della guarigione e del serpente, antico simbolo isideo.
Tornando ai tempi di oggi
, il ricordo Esculapio e del serpente non e’ stato
dimenticato.
Infatti ancora
tracce della divinita’ e di antichissimi
culti le troviamo a Cocullo , paesino dell’
Abruzzo .La leggenda vuole che , mentre la nave con i serpenti di Esculapio
viaggiava per Roma, uno di questi cadde in mare per arrivare, proprio in questo
paesino, ove ancora oggi si venera il
“culto” del serpente.
Un’altra leggenda del
luogo afferma che , appunto , in quella zona , le popolazioni locali venerassero
la dea Angizia ,
dominatrice dei serpenti. Successivamente , con opere di sincretismo che
abbiamo piu’ volte osservato, la chiesa
trasformo’ il rito pagano , troppo radicato tra la gente per esser soppresso ,
in un rito legato a San Domenico , il “santo delle serpi".
San Domenico in
Processione (FOTO 1)
Cosi’ , in primavera i
paesani di Cocullo battono la campagna in cerca dei
“cervoni” , ma anche di
colubri, bisce e
serpi nere. Il primo giovedì di Maggio , dunque , si celebra la festa di
S. Domenico patrono del paese; durante la quale la statua del Santo viene
portata in processione coperta di ori votivi e serpi vive, una ventina di
rettili che si attorcigliano al collo, mentre la processione prosegue per le
strette vie del paese. Prima della processione i fedeli partecipano alla messa,
tirano con le mani o i denti la catena di una campanella nella Chiesa per
proteggersi dal mal di denti. Infatti la leggenda vuole che quando San Domenico ando’
via da Cocullo i fedeli gli chiesero un dono che li
continuasse a proteggere dai serpenti e il Santo
dono’ loro un suo molare , ancora conservato nella chiesa del paese.
Processione di Cocullo (FOTO 2)
Ma la tradizione dei “serpari” la troviamo anche
a Foggia .Anche qui , infatti vi e’ una festa dedicata a San Domenico ove si
perpetua un rito simile a quello di Cocullo. Qui ,
pero’, i nuovi serpari devono, prima di poter
catturare i serpenti , subire un rito piuttosto particolare , che termina con
l’inserire un braccio in un buco pieno di serpenti , mentre il “maestro”
insegna loro 14 parole magiche. Ecco , cosi’, che ritroviamo il numero
14, lo stesso numero sacro ad Iside ed Osiride, come accennato in precedenza!!
Un “serparo” (FOTO 3)
San Domenico , comunque
, nn e’ l’unico santo legato al
culto del Serpente. Un altro esempio e Santa Caterina da Bologna. La leggenda ,
infatti vuole che il diavolo , per osteggiare Caterina ,
scatenasse contro il convento
della Santa un branco di serpi. Ma grazie alle preghiere la santa riusci’
a richiamare quelle bestie che abbandonarono il monastero e si scagliarono
contro di lei che trasformo’ il
suo stesso corpo in “prigione per
i serpenti” , e per questo sacrificio la santa e’ ancora venerata.
Ancora una volta , dunque , si narra di un Santo che governa e
comanda il serpente, proprio come San Domenico e , andando piu’
lontano, come con Iside!
Ancora una volta possiam dire che i miti
e culti egiziani, se non piu’ antichi , son
ancora tra noi!!!