Misteri

 

Il Mistero del quadrato del SATOR
di Andrea Romanazzi

 

Si definiscono palindrome, quelle parole o frasi che possono essere lette senza variare anche da destra verso sinistra.Un verso palindromo, è, per esempio, quello inventato da Virgilio:

"in girum imus et consumimur igni", la cui soluzione sono le falene o le torce.

Uno dei più famosi palindromi è quello del Sator. In questa sede non vorremo occuparci del suo significato, al quale comunque accenneremo, ma della sua origine.

 

 

 

 

S

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A

 

 

 

 

 

 

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A

S

 

 

 

 

Da sempre ad esso sono stati associati strani poteri. In un primo tempo si credeva una invenzione medievale, ma nel 1868, tra le rovine di Cirencester (l’antica Corinium romana) si rinvenne un quadrato databile III secolo.

Si pensò allora , che fosse una croce dissimulata, cioè un modo degli antiche cristiani per venerare la croce, e, inoltre, anagrammando le lettere viene

 

 

 

 

 

 

 

 

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O

 

 

 

 

 

 

 

 

Ove, a e o finali simboleggerebbero le lettere alfa e omega principio e fine di tutte le cose. Inoltre la stessa parola Tenet nel quadrato sembra formare una specie di croce greca.

Il problema traduttivo sta nella parola AREPO, che in realtà non ha un vero significato, una delle traduzioni può essere la seguente: il seminatore Arepone tiene in opera le ruote oppure il seminatore possiede le opere.

Tutto sembra filare fino a quando non fu ritrovata a Pompei, durante una campagna scavi, una raffigurazione del famoso quadrato, e da allora il quadrato fu chiamato latercolo pompeiano.

L’ipotesi del culto cristiano veniva, quindi, a cadere, e soprattutto venivano a cadere i significati di alfa e omega, lettere entrate solo in seguito nella simbologia cristiana.

Altri luoghi in cui si trova il quadrato sono:

Siena, Sermoneta, in Francia a S. Lorenzo a Rochemaure, nei castelli di Chinon e di Jarnac, in Spagna a San Giacomo di Compostela, …..

La maggior parte di queste località è stata, comunque, sede templare, come spiega Bianca Capone. In generale, essi non erano i creatori di tal simbolo, ma lo usavano per contrassegnare particolari posti, o per indicare alcune informazioni nascoste. Tal simbolo è presente anche su alcuni trattati magici come la Clavicola di Salomone che dice in merito del quadrato: "il suo dominio sarà dall’uno all’altro mare e dalle acque fino ai confini del mondo".

Proprio da questa frase partiremo e dalle relazioni templari in questo nostro documento. E infatti proprio sull’altra riva dell’oceano, nel Perù vi è un altro quadrato

 

 

 

 

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C

I

M

 

 

 

 

E anche qui vi è una parola misteriosa, senza significato, essa è UTUSI, comunque la traduzione sarebbe: "un pedicello che mangia l’UTUSI che si dimena e’ felicità".

Inoltre la lingua quechua in cui è stato scritto è una lingua orale, il quadrato sarebbe quindi stato composto, tramandato e compreso a mente.

 

Effettuiamo, ora, un elenco dei luoghi ove, almeno in Italia, è stato ritrovato il sator. Partendo dall’Italia settentrionale troviamo Pescarolo, in provincia dei Cremona. Qui il sator è rappresentato nella chiesa di S. Giovanni Decollato. In questa chiesa, come vedremo in molte altre, i Templari hanno lasciato il loro segno, infatti sul portale della chiesa è rappresentata una croce templare.

Ancora il Sator lo ritroviamo a Verona, nel cortile di palazzo Benciolini ma molto importante è la sua presenza nel Duomo i S. Maria assunta a Siena, qui la presenza dei Templari è fortemente attestata, in Siena la sede templare era la chiesa di San Pietro alla magione, la città stessa ha come stemma la scacchiera a caselle nere-bianche. La scacchiera, rappresenta la sapienzialità di un luogo, il nero e il bianco rappresentano i principi opposti e complementari, lo stesso concetto espresso dallo Yin Yang taoista. Tale scacchiera, che i templari chiamavano Beauceant, era spesso riportata nei loro edifici.

Ancora il Sator lo ritroviamo a Fabriano, nella chiesa S. Maria in plebis flexiae, e anche qui la presenza dei templari sembra ormai accertata da alcuni toponimi della zona che fanno riferimento alla parola "spina", e nella chiesa templare di San Andrea in primicilio ad Urbino.

A Frosinone, nella certosa di Trisulti , troviamo un altro Sator, in questo caso, però , il luogo non è legato ai templari, ma bensì ai Cistercensi e non staremo in questa sede a spiegare i forti rapporti tra i due ordini.

E ancora la scritta palindroma la ritroviamo a Ostia antica, Sermoneta, Capestrano, San felice del Molise…Pompei…

Ebbene questo simbolo quadratico rappresenterebbe il "marchio" che indica i luoghi delle correnti terrestri che definiremmo "di Osiride" o del sole…possiamo così definire una differenziazione tra le correnti terrestri per ora abbiamo visto il triangolo, legato ad Iside, al culto della vergine nera e del tredicesimo segno, la luna.Abbiamo poi, visto come questo culto sia strettamente legato al sole, e, nella cultura egizia, a Osiride, abbiamo così la corrente tellurica "ad quadratum".

Ma Una conferma del fatto che il Sator è uno strumento-segno del culto tellurico lo ritroviamo nel:

IL MITO DI SATURNO E L’ETA’ DELL’ORO e relazione con il Sator

Secondo la tradizione greca il dio Saturno era stato spodestato da giove e giunse in Italia.Il mito narra che saturno, noto il fatto che un suo figlio lo avrebbe spodestato iniziò a cibarsi dei suoi successori, ma a questa strage sfuggì appunto giove, che adulto spodestò il padre.Il mito narra che Saturno, nell’intento di mangiarsi il figlio, con l’inganno va a cibarsi di una roccia.Il mito potrebbe esser letto come il culto politeista fagocita e "uccide" il culto monoteista del dio Saturno. La nutrice di Giove fu la dea Amaltea, Con Amaltea ci troviamo in presenza di una antica dea-madre-capra, il cui corno, detto CORNUCOPIA, rappresentava l’abbondanza.La stessa Amaltea e le sue sorelle esprimevano anche una antica trinità lunare.Insomma ad Amaltea si riconducono i segni di una antica divinità matriarcale connessa alla nascita, alla nutrizione, alla possessione e alla morte. Non a caso amaltea era stata la nutrice di Giove,ossia esisteva prima del "padre degli dei" a simboleggiare un antico potere femminile spodestato da quello maschile."

Ma torniamo a Saturno, ,spodestato da Giove arriva in Italia, e in particolare nel lazio, il cui sovrano era Giano, re delle genti italiche.La stessa Italia fu chiamata Saturnia…et nomen posuit Saturnia tellus

Anche lo stesso nome del Lazio potrebbe provenire dalla leggenda di Saturno,infatti potrebbe provenire etimologicamente da LATERE, cioè "nascondere".

Il nome del dio Saturno, a sua volta , sembra essere in tempi arcaici Sateurnus, che i romani interpretavano da Satus, l’azione del seminare e, del resto, saturno era una divinità Arborea (vedi dossier culto delle foreste) oppure poteva provenire da Satur , cioè fertile. A questo punto è facile trovare una radice e una assonanza con il SATOR!!!

Questo studio etimologico su saturno ci permette , dunque, di avvallare la nostra tesi sul sator, cioè che il famoso quadrato magico non è altro che un simbolo magico legato al culto Tellurico.