ATLANTIDE
Le
origini
A
parlare è Crizia, parente del filosofo Platone, il quale racconta che un secolo
prima, nel 590 a.C., il legislatore Solone si era fermato nella capitale
amministrativa dell' Egitto, Sais. Qui aveva cercato di impressionare i
Sacerdoti di Iside illustrando le antiche tradizioni greche, ma uno di loro
aveva sorriso, affermando che quello greco era un popolo fanciullo nei confronti
di un altro su cui gli Egizi possedevano molta documentazione scritta. Secondo
il sacerdote egiziano, una civiltà evoluta era esistita per secoli su
"un'isola più grande della Libia e dell Asia messe insieme" l'isola
era stata distrutta novemila anni prima da un immane cataclisma insieme a tutti
i suoi abitanti.
Le
parole di Crizia sono riportate nei "Dialoghi" Timeo e Crizia, scritti
da Platone attorno al 340 a.C.. Ecco come il filosofo greco descrive l'isola,
sempre per bocca del sacerdote egiziano. "Dal mare, verso il mezzo
dell'intera isola, c'era una pianura; la più bella e la più fertile di tutte
le pianure, e rispetto al centro sorgeva una montagna non molto alta
(...)."
La
descrizione continua a lungo, inframmezzata da commenti sulla genealogia degli
abitanti di Atlantide: ne emerge l'identikit di un territorio rettangolare di
540 x 360 chilometri, circondato su tre lati da montagne che lo proteggono dai
venti freddi, e aperto a sud sul mare. La pianura è irrigata artificialmente da
un complesso sistema di canali perpendicolari tra loro, che la dividono in
seicento quadrati di terra chiamati klerossu
in cui si trovano floridi insediamenti agricoli. La città principale,
Atlantide, sorge sulla costa meridionale; è circondata da una cerchia di mura
la cui circonferenza misura settantun chilometri; la città vera e propria,
protetta da altre cerchie d'acqua e di terra, ha un diametro di circa cinque
chilometri.
In
altre parole Atlantide misura quasi otto volte la Sicilia; se non proprio un
continente, è pur sempre un'isola di grandezza non disprezzabile. Crizia
descrive la fertilità delle sue terre popolate, tra l'altro, da elefanti giacché
anche per quell' animale, il più grosso e il più vorace di tutti, c'era
abbondante pastura .
Gli
Atlantidei, non paghi di dominare sulle loro isole, hanno fondato colonie nella
terraferma di fronte (l'America?), in Egitto, in Libia e in Etruria. Ma non sono
riusciti a sconfiggere l'impero di Atene, fondato nel 9600 a.C. dalla Dea
Minerva e organizzato secondo gli stessi criteri che Platone aveva esposto nella
sua opera La Repubblica. Dopo molti anni di guerra, un grande terremoto e
un'inondazione devastano Atene, inghiottono il suo esercito e fanno sprofondare
anche Atlantide nelle acque dell'oceano. Una giusta punizione, in quanto, con il
trascorrere dei secoli, gli Atlantidei si sono corrotti:
"Quando
l'elemento divino, mescolato con la natura mortale, si estinse in loro, il
carattere umano prevalse, allora degenerarono, e mentre a quelli che erano in
grado di vedere apparvero turpi, agli occhi di quelli che sono inetti a scorgere
qual genere di vita conferisca davvero la felicità, apparvero bellissimi, gonfi
come erano di avidità e potenza. E Zeus, il dio degli dei, intuito che questa
stirpe degenerava miserabilmente, volle impartir loro un castigo affinché
diventassero più saggi. Convocò gli dei tutti, e, convocatili, disse..."
Cosa
disse Giove, possiamo solo intuirlo: infatti con queste parole si conclude il
Crizia. Ma il vecchio sacerdote l'ha già spiegato in precedenza:
"Più
tardi, avvenuti dei terremoti e dei cataclismi straordinari, tutta la vostra
stirpe guerriera (cioè gli Ateniesi) sprofondò sotto terra, e similmente
l'isola di Atlantide s'inabissò in mare e scomparve".
Di
quanto ha raccontato, afferma Crizia, l'Egitto è l'unico paese che possiede
molta documentazione scritta, perchè, contrariamente alle terre vicine, non fu
coinvolto dalla catastrofe; e a questo proposito si scusa con i lettori per aver
imposto nomi greci ai sovrani di Atlantide. Nei loro annali, infatti, gli
Egiziani avevano tradotti i nomi nella propria lingua, secondo il costume
dell'epoca; successivamente Solone li aveva a sua volta reinterpretati in greco,
e così glieli aveva riferiti. "Quando dunque udrete dei nomi simili a
quelli nostri, non meravigliatevene, giacché ne conoscete il motivo" &
nbsp.
Da
Platone a Colombo
Per
di più l'esistenza di un continente distrutto novemila anni prima non
coincideva con la data della creazione del mondo secondo la Genesi, calcolata
nel 3760 a.C.
Ma,
nel 1492, Cristoforo Colombo scoprì che, al di là dell'Atlantico, esisteva
davvero una terra: e il filosofo inglese Francis Bacon suggerì che avrebbe
potuto trattarsi del continente descritto nel Crizia. Molte opinioni
cominciarono a modificarsi, tanto che nel XVI e XVII secolo Guillaume Postel,
John Dee, Sanson, Robert de Vangoudy e molti altri cartografi chiamarono le
Americhe con il nome di Atlantide.
Dopo
la Conquista, si scoprì pure che un antica leggenda degli indigeni del Messico,
trascritta nel Codice Aubin , iniziava con queste parole: "Gli Uexotzincas,
i Xochimilacas, i Cuitlahuacas, i Matlatzincas, i Malincalas abbandonarono
Aztlan e vagarono senza meta". Aztlan era un'isola dell'Atlantico, e le
antiche tribù avevano dovuto lasciarla perché stava sprofondando nell'oceano.
Dall'isola i superstiti avevano preso il nome: si facevano infatti chiamare
Aztechi, ovvero "Abitanti di Aztlan". Per la cronaca, in Messico
questa teoria non è relegata nei volumi fantastici: viene insegnata a scuola un
po' come da noi la storia di Romolo e Remo; al Museo di Antropologia di Città
del Messico sono esposti molti antichi disegni che descrivono la migrazione.
Il
ritorno di Atlantide
Nel
1815, Joseph Smith, contadino quindicenne di Manchester, nella Contea di Ontario
a New York, ebbe un primo incontro con un angelo di nome Moroni che gli promise
rivelazioni straordinarie. Molti anni dopo l'angelo gli mostrò il nascondiglio
di alcune preziose tavole scritte in una lingua sconosciuta, che Smith,
illuminato dall'ispirazione divina, si mise diligentemente a tradurre.
Nel
1830 uscì Il libro di Mormon, vera e propria bibbia della setta dei Mormoni,
che descrive una distruzione con caratteristiche del tutto atlantidee (anche se
l' Atlantide non vi è citata) avvenuta subito dopo la crocefissione di Cristo.
"Nel
trentaquattresimo anno, nel primo mese, nel quarto giorno, sorse un grande
uragano, tal che non se ne era mai visto uno simile sulla terra; e vi fu pure
una grande e orribile tempesta, e un orribile tuono che scosse la terra intera
come se stesse per fendersi (...). E molte città grandi e importanti si
inabissarono, altre furono in preda alle fiamme, parecchie furono scosse finché
gli edifici crollarono, e gli abitanti furono uccisi e i luoghi ridotti in
desolazione (...) Così la superficie di tutta la terra fu deformata, e scese
una fitta oscurità su tutto il paese, e per l'oscurità non poterono accendere
alcuna luce, né candele né fiaccole"
eccetera, eccetera. I superstiti, il popolo di Nefi, si erano rifugiati
in tempo "nel paese di Abbondanza", dove avevano costruito templi e
città, tra cui quello di Palenque e una grande fortezza identificata
succesivamente con Machu Picchu.
Trentadue
anni più tardi un eccentrico studioso francese, l'abate Charles-Etienne
Brasseur, scoprì la "prova definitiva" del collegamento tra
Mediterraneo, Atlantide e Centro America. Le sue teorie furono immediatamente
screditate, ma ispirarono la prima opera veramente popolare sull'argomento:
Atlantis, the Antediluvian World ("Atlantide, il mondo antidiluviano")
dell'americano Ignatius Donnelly (1882). Secondo Donnelly, Atlantide era il
biblico Paradiso Terrestre, e là si erano sviluppate le prime civiltà. I suoi
abitanti si erano sparpagliati in America, Europa e Asia; i suoi re e le sue
regine erano divenuti gli Dèi delle antiche religioni. Poi, circa tredicimila
anni fa, l'intero continente era stato sommerso da un cataclisma di origine
vulcanica. A sostegno della sua tesi, Donnelly adduceva le analogie culturali
descritte sopra, e qualche prova geologica a dire il vero non troppo
convincente. Dall'altra parte dell' oceano Augustus Le Plongeon, medico francese
contemporaneo di Donnelly, che per primo aveva scavato tra le rovine Maya nello
Yucatan, riprese indipendentemente la tematica di The Antediluvian World in
Sacred Mysteries among the Mayas and Quiches 11,500 Years Ago; their Relation to
the Sacred Mysteries of Egypt, Greece, Caldea and India ("Misteri sacri dei
Maya e dei Quiché 11500 anni fa; loro relazione con i Misteri Sacri degli
Egizi, dei Greci, dei Caldei e degli Indiani").
A
parte la smisurata lunghezza del titolo, il suo libro ottenne un grande
successo, e contribuì in larga misura alla diffusione al rilancio del mito.
I
predatori della città perduta
Storica
del greco Diodoro Siculo (90-20 a.C.), il quale aveva affermato che "un
tempo, nelle parti occidentali della Libia, ai confini del mondo abitato, viveva
una razza governata dalle donne (...) La regina di queste donne guerriere
chiamate Amazzoni, Myrina, radunò un esercito di trentamila fanti e tremila
cavalieri, penetrò nella terra degli Atlantoi e conquistò la città di Kerne".
Niente,
dunque, a che vedere con la tradizione platonica; tuttavia i francesi
possedevano molte colonie in Nord Africa, e una possibile collocazione di
Atlantide in quel territorio solleticava, evidentemente, il loro nazionalismo.
Si
spiegano così le numerose spedizioni susseguitesi alla ricerca della città
perduta nel massiccio dell'Ahaggar.
Altre
Atlantidi sono state collocate in luoghi spesso ancor più fantasiosi: in
Inghilterra al largo delle coste della Cornovaglia ove sarebbe sprofondata la
mitica città di Lyonesse, in Brasile, Nord America, Ceylon, Mongolia, Sud
Africa, Malta, Palestina, Prussia Orientale, Creta, Santorini.
Quest'ultima
collocazione, sostenuta dall'archeologo greco Spiridon Marinatos, insieme con
l'irlandese J. V. Luce, e descritta nel volume The End of Atlantis: New light on
an Old Legend ("La fine di Atlantide"), accontenta parecchi studiosi
tradizionali. La civiltà di Akrotiri, nell'isola greca di Santorini, fu
effettivamente distrutta nel 1400 a.C. da un'eruzione vulcanica. Per un
espediente narrativo, Platone l'avrebbe trasportata al di là delle colonne
d'Ercole, l'avrebbe ingrandita a livello di continente e avrebbe ambientato
l'episodio in un epoca assai precedente.
Secondo
l'italiano Flavio Barbero, Atlantide si sarebbe trovata in Antartide. In tempi
remoti il clima di quel territorio era temperato, e una civiltà vi ci si
sarebbe potuta tranquillamente sviluppare; poi le glaciazioni l'avrebbero
completamente distrutta (l'ipotesi é esposta nel volume Una civiltà sotto il
ghiacci, 1974). Un altra recente teoria identifica Atlantide con Tartesso,
prosperosa città-stato di origine fenicia costruita su un'isola alle foci del
Guadalquivir. Nel quinto secolo a. C. la città venne completamente distrutta,
probabilmente da un attacco cartaginese, lasciando sicuramente dietro di sé la
leggenda di una grande civiltà scomparsa all' improvviso. Intorno al 1920
l’archeologo tedesco Adolf Schulten ne identificò la posizione: sarebbe sorta
nei pressi di Cadice, l' antica Gades, e, in effetti, Platone parla nel suo
racconto di un re chiamato Gadiro. Tartesso presenta qualche analogia con la
città descritta dal filosofo greco: era irrigata da canali, era fertile e ricca
di minerali, e sopratutto andò distrutta in brevissimo tempo.
Sempre
a Cadice è ambientata una singolare truffa. Nel 1973 la sensitiva Maxine Asher
riuscì a convincere il rettorato dell'università di Pepperdine (California) a
finanziare una spedizione sottomarina in Spagna, dove forti vibrazioni psichiche
le avevano segnalato la presenza di una città sommersa.
Parecchi
studenti e professori sborsarono dai duemila ai duemilaquattrocento dollari, e
la Asher partì effettivamente per Cadice, da dove diramò un falso comunicato
stampa che confermava il ritrovamento. Ricercata dalle autorità spagnole - si
era eclissata con il denaro raccolto - fu arrestata in Irlanda, mentre stava
organizzando un'identica messinscena.
Se
anche voi intendete partire alla ricerca di Atlantide, prendete contatto con l'Atlantis
Research Group (F.G.Lanham Federal Building, 819 Taylor Street, Box 17364, Ft.
Worth, TX 76102-0364, USA): i suoi affiliati vi sapranno dare preziose
indicazioni.
L'Atlantide
esoterica
Blavatsky,
fondatrice di un gruppo esoterico chiamato "Società Teosofica",
confermò entusiasticamente la teoria, che lei già conosceva per averla letta
(insieme alla "vera" storia della fine di Atlantide) nelle misteriose
"Stanze di Dzyan", un antico libro scritto in una lingua sconosciuta
che racchiudeva la storia dimenticata dell'uomo. Secondo la Blavatsky, ad
Atlantide e a Lemuria abitava la terza di sei razze che avrebbero popolato la
terra in tempi remoti; i suoi rappresentanti erano poco meno che Dèi, dotati di
straordinarie conoscenze esoteriche poi tramandatesi solo entro una
ristrettissima cerchia di iniziati. La Teosofia popolarizzò così una nuova
concezione di Atlantide: il continente divenne d'improvviso l'inizio del sapere
e della civiltà (Gerardo D'Amato, 1924); addirittura la fonte primigenia della
civilizzazione. Alcuni "Grandiiniziati" sopravvissuti alla sua
distruzione - tra cui il Mago Merlino dei miti di Re Artù - avrebbero trasmesso
ai loro discendenti segrete conoscenze esoteriche; come gli alieni per i fautori
dell'"ipotesi extraterrestre", essi sarebbero i responsabili di molte
delle costruzioni, oggetti e fenomeni inesplicabili di cui si occupa questa
"Enciclopedia".
Nel
1935 il medium americano Edgar Cayce affermò in stato di trance che Atlantide
era stata distrutta a causa del cattivo uso di oscure forze da parte di malvagi
sacerdoti, e predisse che alcune parti del continente perduto sarebbero riemerse
entro pochi anni a Bimini, al largo della costa della Florida. In effetti,
proprio in questa località e proprio alla data prevista, nel 1969, l'archeologo
subacqueo Manson Valentine rinvenne alcune costruzioni sommerse (le tracce di
una larga strada e un tempio) la cui origine è tutt'ora in discussione. Secondo
l'"ipotesi extraterrestre", Atlantide e Mu sarebbero invece state basi
di alieni, distruttesi a causa di un cattivo uso dell'energia nucleare.
Il
cataclisma
Un
cataclisma di tale portata potrebbe arrecare conseguenze di vari ordini. La
scomparsa di un continente modificherebbe innanzitutto le correnti oceaniche,
mutando in modo radicale le situazioni climatiche, creando nuove glaciazioni e
nuove zone desertiche. L'onda d'urto e la susseguente marea distruggerebbero
gran parte delle città portuali e molte città dell'interno; l'immensa e
rapidissima compressione causata dall'impatto con un gigantesco asteroide
provocherebbe una radioattività pari a quella di numerose bombe H. La polvere
sollevata da una simile esplosione oscurerebbe il sole per anni, provocando
terrori ancestrali (e, tra l'altro, ulteriori conseguenze sul clima e i
raccolti). Se Atlantide fosse stata davvero la dominatrice di altre civiltà,
inoltre, la sua scomparsa avrebbe suscitato lotte e sconvolgimenti.
Insomma,
se Atlantide fosse stata distrutta in un giorno e una notte, come Platone
asserisce, la Terra avrebbe conosciuto necessariamente un'era di barbarie, e una
nuova civilizzazione non avrebbe potuto evolversi prima di cinque-seimila anni.
Il tempo sufficiente per cancellare e trasformare in leggenda ogni traccia di un
remoto passato.
Prove
e controprove
Cronologia
Atlantidea
Tra
4.500.000 e 900.000 anni fa: l'Homo sapiens nasce ad
Atlantide.(Teosofia)."A 7 gradi di latitudine Nord e a 5 gradi di
Longitudine Ovest, nella località ove ora si trova la costa Ashanti, compaiono
gli Atlantidei, primi rappresentanti della Quinta Razza Madre"
(W. Scott Eliott, The Story of Atlantis & Lost Lemuria, 1896). Si
sono evoluti lentamente a partire dalle razze Lemuriane; hanno perso il loro
colore azzurro e sono diventati prima rossi, poi viola e infine del nostro
attuale colore rosato. I primi Atlantidei si chiamano Rmohal ; sono dotati di
poteri ESP e di una struttura sociale piuttosto grossolana; daranno origine
all'Uomo cosiddetto "di Cro Magnon" che genererà la razza Lappone e
Australiana. Nel giro di due milioni di anni i Rmohal
emigrano verso un vastissimo
territorio: Atlantide; non si tratta dell'"isola Più grande della Libia e
dell'Asia messe insieme" descritta
da Atlantide, ma di un supercontinente che comprende le due Americhe, Irlanda,
Scozia, parte dell'Inghilterra e, dal Brasile, raggiunge la Costa d'Oro. Dopo
aver sconfitto gli ultimi superstiti della catastrofe Lemuriana che vi si erano
insediati, gli Atlantidei si differenziano in vari ceppi, tra cui i popoli che i
moderni antropologi hanno battezzato Tlavatli (Cinesi e Aztechi, "Violenti,
indisciplinati, brutali e crudeli" ), Toltechi e Turanici (i futuri Caldei,
"Sotto
parecchi aspetti, gente poco simpatica" ).
900.000
anni fa: la fondazione di Tiahuanaco. (Dottrina del Ghiaccio Cosmico) .
La
terza delle varie lune che - secondo la "Dottrina del Ghiaccio
Cosmico" del visionario pseudo-scienziato tedesco Hans Horbiger - avrebbero
ruotato in tempi remoti intorno alla Terra per poi precipitare disastrosamente
sulla sua superficie, si avvicina alla Terra, facendo salire il livello delle
acque. Gli uomini e i giganti, loro re, salgono quindi sulle cime più
alte, e fondano la civiltà marittima mondiale di Atlantide. Presso il lago
Titicaca, nell'attuale Bolivia, i giganti edificano il complesso di Tiahuanaco;
la loro forza colossale permette loro di realizzare un' opera impossibile per i
comuni esseri umani. (Hans Horbiger, Glazial Kosmologie, 1913).
"Dai
lineamenti dei volti dei giganti giunge ai nostri occhi e al nostro cuore
un'espressione di sovrana bontà e di sovrana saggezza; un'armonia di tutto
l'essere spira dal colosso, le cui mani ed il cui corpo, nobilmente stilizzati,
posano in un equilibrio che ha un valore morale"
(Anthony Bellamy, Moons, Myths and Man, 1931).
I
Toltechi, la Seconda Sottorazza atlantidea, con i loro due metri e mezzo di
altezza non sono da meno dei Giganti; ad Atlantide edificano un immenso
complesso, "La città delle porte d'oro", che sorge"presso la
costa orientale, a circa quindici gradi a nord dell'Equatore, sulle pendici di
una collina alta circa centocinquanta metri sulla pianura; sulla sommità della
collina erano il palazzo e i giardini dell'imperatore, in mezzo ai quali
sgorgava un getto d'acqua che forniva il palazzo e le fontane e quindi scendeva
in quattro direzioni, e poi perveniva, per mezzo di cascate, a un canale
circolare che circondava il giardino". (Arthur E. Powell, The Solar System,
1923).
Secondo
l'esploratore Percy Fawcett i Toltechi, che possedevano un potere per invertire
la forza attrattiva della gravità in una forza repulsiva, cosicchè il
sollevamento di grosse pietre a grandi altezze era cosa facilissima, avevano
fondato anche Tiahuanaco (700.000 anni fa) e una città chiamata Zeta, perduta
nella giungla amazonica del Mato Grosso.
Il
Tolteco diventa la lingua ufficiale del vastissimo impero atlantideo (circa
sessanta milioni di abitanti, sui due miliardi che popolano la Terra); la
tecnologia raggiunge un alto sviluppo. "Per spostarsi, usavano delle
aeronavi con una capacità da due a otto posti costruite dapprima in legno, e
poi con una lega metallica leggera, che brillava al buio come se fosse stata
dipinta con una vernice luminosa. Durante le battaglie le astronavi spargevano
gas tossici. Nei primi tempi erano mosse dal
Vril, la Forza personale; quindi esso fu sostituito con un'energia
generata con un procedimento sconosciuto che agiva con l'intermediario di una
macchina. Per far salire l'astronave - che poteva raggiungere le cento miglia
all'ora - si proiettava la forza in basso, attraverso le aperture dei tubi sul
retro dell'apparecchio" (Arthur
E. Powell, Op.Cit.)
600.000
anni fa: la prima distruzione di Atlantide (Teosofia e altri). Dopo centomila
anni dalla fondazione, la "Città dalle porte d'oro" degenera. I
seguaci della Magia Nera, tra cui l'Imperatore, diventano sempre più numerosi;
"la brutalità e la ferocia aumentano, e la natura animale si avvicina alla
sua espressione più degradata". (W. Scott Eliott, Op. Cit. ).
Un
primo, grande cataclisma, forse scatenato dallo sconsiderato uso dei poteri
occulti, colpisce Atlantide; la "Città dalle porte d'Oro" viene
distrutta, l’Imperatore Nero e la sua dinastia periscono. L'attuale continente
americano si separa dal resto dell'Atlantide; la Gran Bretagna si unisce in una
grande isola con la Scandinavia e la Francia Settentrionale. L'avvertimento
viene preso a cuore, e per un lungo periodo la stregoneria è meno diffusa.
150.000
anni fa: seconda distruzione di Atlantide (Dottrina del Ghiaccio Cosmico). Anche
per la "Dottrina del Ghiaccio Cosmico" è tempo di grandi catastrofi;
la terza Luna si abbatte sulla Terra causando la sua distruzione di Atlantide,
"e gli uomini primitivi la identificano con il Diavolo".
Le
acque "si abbassano bruscamente per il calo della forza di gravità"
(?) e le grandi città Atlantidee rimangono isolate sulle vette di
inaccessibili montagne. I giganti che governavano da milioni di anni perdono il
loro popolo: gli uomini ritornano allo stato primitivo. (A. Bellamy, Op. Cit. ).
Tra
150.000 e 75.000 anni fa: civiltà corrotta (Teosofia). Sull'Isola di Ruta, ad
Atlantide, viene ricostruita la "Città delle Porte d'oro"; vi
prospera una civiltà potente ma troppo sontuosa. Gli imperatori si abbandonano
alle pratiche di magia nera, e solo una piccola minoranza di Maghi bianchi cerca
di tenere a freno i malvagi occultisti. Lo stregone Oduarpa, associato al
"Culto di Pan", fonda "La Grotta Nera" in opposizione alla
"Grotta Bianca" iniziatica; orribili esperimenti di biogenetica creano
un esercito di mostri, ibridi a metà tra l'uomo e gli animali. Ma, nelle
profondità dell'Himalaya, i saggi di Agharti vigilano...
75.025
a.C.: terza distruzione di Atlantide (Teosofia). Il "Re del Mondo"
Vaivaswata muove contro gli Atlantidei corrotti con un grande esercito, a bordo
delle astronavi chiamate Vimana; i mostri di Pan e Oduarpa vengono sconfitti;
lepotentissime armi del "Re Del Mondo" distruggono quasi totalmente il
continente corrotto. Daitiya è completamente sommersa; di Ruta si salva solo
una piccola parte, Poseidonia, ovvero l'Atlantide descritta da Platone. Non è
escluso che queste antichissime guerre celesti siano in qualche modo legate a
quanto accadde (accadrà?) intorno al 2000 a.C. a Mohenjo-Daro.
10.000
a.C.: la distruzione finale (Ipotesi Extraterrestre). Gli spaziali giunti dal
pianeta Suerta, atterrati in tempi remoti in qualche angolo del Brasile e
considerati divinità dalla tribù degli Ugha-Mongulala, decidono nell anno
10.048 a.C. di abbandonare la Terra. "Stava per incominciare un'epoca
terribile, dopo che le splendenti navi dorate dei primi signori si furono spente
nel cielo, come stelle...". E, in effetti, qualcosa di terribile accade
davvero: "Che cosa avvenne sulla Terra? Chi la fece tremare tutta? Chi fece
danzare le stelle? Chi fece scaturire l'acqua dalle rocce? Il freddo era atroce,
e un vento gelido spazzava la Terra. Scoppiò una calura terribile, e al suo
alito gli uomini bruciavano. E uomini e animali fuggivano, in preda al panico.
Tentavano di arrampicarsi sugli alberi, e gli alberi li scaraventavano lontano.
Quello che era in basso si capovolse e si ritrovò in alto. Quello che era in
alto precipitò sprofondando negli abissi..." . (Karl Brugger, Akakor,
1976).
L'immensa
quantità di ghiaccio accumulatasi sull'Artide durante l'ultima glaciazione
scivola nell'Oceano scatenando un maremoto gigantesco, divenuto nella tradizione
il Diluvio Universale. La tecnologia dei Nefilim
(un'altra stirpe di spaziali che si è insediata in Mesopotamia) ha
previsto la catastrofe; l'ordine è di abbandonare la Terra e i suoi abitanti al
loro destino. Ma, contravvenendo alle disposizioni, i Nefilim
(evidentemente più umanitari dei colleghi spaziali venuti da Suerta)
ospitano alcuni esemplari dei terrestri della stirpe di Ziusudra (Noè) nelle
loro arche ; questi ultimi ripopoleranno il pianeta. Conclusa la missione, i
Nefilim lasciano la Terra (Zakarias
Setchin, The 12th Planet).
La
trappola sistemata da un gruppo di spaziali inseguiti da un'armata nemica
finalmente scatta: i cattivi distruggono il "Quinto pianeta" (un corpo
celeste in orbita tra Marte e Giove) che si disintegra formando la cintura degli
asteroidi; poi ritornano alla loro galassia. La distruzione del quinto pianeta
crea notevoli scompensi gravitazionali in tutto il sistema solare. L'asse
terrestre si sposta di alcuni gradi, provocando lo scioglimento dei ghiacci
polari e l’inondazione nota come Diluvio Universale. Gli spaziali esiliati
sulla terra si salvano nelle loro gallerie; quando ne escono vengono considerati
Dei dagli sparuti gruppi di superstiti. Operazioni di biogenetica compiute sui
terrestri affrettano la loro evoluzione (è la Genesi biblica); ma "gli Dèi
erano irascibili e impazienti; erano rapidi a punire e a spazzar via i ribelli o
coloro che non si adattavano alle loro leggi biologiche", cosicché gli
uomini cominciarono a temerli e a costruire, con titanici sforzi, rifugi per
evitare la loro ira (le varie cattedrali sotterranee e le opere fortificate la
cui funzione non è ancora stata identificata dagli archeologi) (Erich Von
Daeniken, Opere varie).
(Platone,
Teosofia). Poseidonia, l'Atlantide descritta da Platone – ultimo relitto del
gigantesco impero teosofico - è ormai completamente corrotta. In un giorno e
una notte, nell'anno 9564 a.C. gli Dèi la sprofondano nell'Oceano con tutti i
suoi abitanti. La catastrofe si ripercuote a livello mondiale; le opere
edificate dai Greci - dominatori del Mediterraneo grazie alla recente vittoria -
sono completamente spazzate via dagli elementi; il Mare del Gobi si solleva e
diventa l'attuale deserto; uguale sorte tocca alla pianura del Sahara.
(Otto
Muck). Un gigantesco meteorite proveniente dalla Zona degli Asteroidi si abbatte
nell'Atlantico, generando una mostruosa onda di marea che distrugge la civiltà
di Atlantide. È il 5 giugno del 8498 a.C. (Otto Muck, I Segreti di Atlantide,
1976).
(Dottrina
del Ghiaccio Cosmico). Dopo essere rimasta priva di satelliti per 138.000 anni,
la Terra attira la sua quarta Luna, quella attuale. Il fenomeno cosmico scatena
una gigantesca marea che, in una sola notte, distrugge ormai-sapete-cosa. I
possenti giganti scompaiono; nasce la ben più modesta civiltà giudeo-cristiana
(Hans Horbiger, Op. Cit. ).
10.000
a.C.: Il ritorno degli Atlantidei (The Cosmic Doctrine). Alcuni Grandi Iniziati
Atlantidei, tra cui il Mago Merlino, sopravvissuto alla distruzione della città
di Lyonesse (un insediamento realmente sprofondato al largo della Cornovaglia, e
da molti ritenuto una delle città di Atlantide), fondano il centro magico di
Avalon, ove ripristinano gli antichi culti esoterici del Continente Perduto,
scegliendosi dei discepoli come Artù che portino avanti la Tradizione. Gli
Atlantidei si mescolano con i Celti, e si diffondono per tutta l'Europa, ove
elevano megaliti a simboleggiare il culto del Sole (Dion Fortune, Avalon of the
Heart, 1936).
ATLANTIDE
Disse
: " in Atlantide quando la terra si frantumo', divento' quella che fu'
chiamata la terra dei maya e che ora e' lo Yucatan. A parlare era Edgar Cayce
"il profeta dormiente".