Il colore dell'amore... anelito di libertà
"il mio capolavoro notturno" di Manuela Figlia
I suoi capelli
sembravano accarezzare la sabbia perdersi e confondersi con essa.. sembrava un
angelo
era nuda ma non c'era malizia in lei distesa abbandonata in un sonno immenso da
non ricordare più neanche quando fosse incominciato.
Era lì sembrava fosse rimasta mille anni non c'era nulla accanto a lei che
potesse raccontarla solo nelle mano destra sembrava portare
a sé al suo petto un'immagine sbiadita dal tempo credo..non si vedeva
nulla..tutto consumato..i colori non c'erano più..era l'unica cosa che parlava
di lei sgargiante sirena venuta dal nulla.
Quell'uomo sembrava descrivere questa scena come se il suo tempo si fosse
fermato lì guardandola..o come se il suo tempo non fosse mai esistito..come se
la sola vista..la sola presenza di quella creatura diafana
surreale minuta candida l'avesse risvegliato alla vita. Lui continuava a
fissarla..era così diversa..non riusciva a comprendere cosa..non era per la
stranezza della scena..né i perché si trovasse lì distesa..era solo diversa.
Un soffio di vento fece oscillare la sua tela..appena iniziata..che fini per
capovolgersi..fu allora che sentì di essersi perso..poggiò i colori ed i
pennelli sulla sua borsa..rialzò la tela..ci soffiò sopra per
mandar via la polvere, per farla tornare ad essere immacolata.
Lorenzo era un pittore..oddio non mangiava certo grazie ai suoi quadri
assolutamente..aveva un lavoro modesto una di quelle occupazioni modeste e
noiose..era un ragazzo cresciuto troppo in fretta..la sua vita era vuota ..piena
ma vuota..
la pittura era per lui l'unico tesoro che gli consentisse di volare di sentirsi
libero..
Le sue relazioni..Lorenzo era stato con tante donne..certo non un numero assurdo
ma poteva vantare le sue storie..tante ma inconsistenti..in realtà non c'era
nulla di consistente nella vita di Lorenzo oltre ai suoi disegni..ai suoi
quadri..
Quando dipingeva la sua mente spaziava..faceva l'amore con i colori..sembrava il
creatore dell'universo..un universo tutto suo..nasceva e moriva tutto finalmente
per sua volontà..e almeno non era costretto a subire le decisioni degli altri..
la tela sembrava quasi assumesse ogni volta forme nuove..e Lorenzo si inventava
e si plasmava ogni volta ad ogni nuovo sogno.
La notte prima forse per il caldo o forse perché era giusto si trovasse lì..forse
tutto questo aveva un senso..era partito per la casa al mare..era una piccola
casa sulla spiaggia..Lorenzo si rifugiava lì ogni volta ogni volta che voleva
vivere..
Nessuna donna l'aveva portata lì..per carità..quello era il suo mondo..perché
farci entrare qualcuno?
A Lui bastava fingere di amare i suoi soggetti..certo per dipingere non gli
bastavano mica i paesaggi..era amante delle donne..ottimo soggetto..da portare
ovunque ma non nell'antro della sua anima..quella piccola casetta in riva al
mare..
piccola scarna di mobili..non scarna..Lorenzo non la definiva scarna ma
essenziale..
Arrivato..all'alba decise di creare..il sole si stava svegliando..dio che
pace..quella vista solo lui e quella immensità blu..lui e le sue tele..lui e
quel cielo chiaro..la cosa più chiara che avesse visto nella vita..che ci fosse
stata nella sua vita.
Nessuna nuvola..neanche un punto grigio..si sgranchì allungandosi..si mise
quasi in posizione da corsa..e viaaaaaaaaaaa
..ritornava bambino ma era mai riuscito davvero ad essere un bambino?Lorenzo
questo non lo sapeva..essere un bambino voleva dire forse essere libero..ma
libero dove?
Con la sua borsa morbida..corse a piedi nudi..senza accorgersi di quella
creatura rannicchiata si era seduto...e si era sistemato..era quasi un rito il
suo..cominciare..
e poi..e poi lei all'improvviso..
Le si era avvicinato con curiosità..quasi maldestramente..ora sì che era un
bambino..un bambino curioso..stava vivendo era curioso di qualcosa ma non era
una curiosità seria..una semplice voglia di sapere o di vedere..
si chinò..senza avvicinarsi troppo riuscì a scorgere solo due cose...che
sembravano vestirla..
un bracciale non grosso per carità ma si riusciva comunque a leggere quello che
c'era scritto..sicuramente doveva essere il suo nome..o forse quello di sua
madre..o chissà quello di sua figlia..scomparsa..
Lorenzo sarebbe sicuramente riuscito anche come scrittore..fervida
immaginazione..
e poi c'era una catenina..con una piccola croce...
croce..mmmmhh ma cos'erano queste cose..
Insomma non poteva mica stare a fare congetture e contestazioni su cosa
rappresentasse e non rappresentasse il Cristo in quel momento..
va bene ma qualcosa..ma cosa..doveva fare..ma come?
Era una donna insomma ne aveva dipinte a bizzeffe!!!
Provò a scuoterla dolcemente imbarazzato..le poggiò una mano sulla sua
schiena..dio come era bella..
il suo volto..pareva immacolato..la pelle era così morbida..dorata se avesse
dovuta rappresentarla con un colore probabilmente non esisteva..lui non sapeva
darle un colore..Lorenzo che aveva raffigurato alberi nuvole..donne di ogni
genere..passanti..l'universo stesso sembrava così piccolo innanzi a lei.
Si mosse e lo guardò..con quegli occhi disarmanti..scaltri e fragili di una
donna forte e vulnerabile..sofferente..assente..attrice..aristocratica..antica
la sua assenza..
Non sembrava per nulla turbata davanti a lui della sua nudità...libera negli
sguardi..
il tempo era fermo..nessuno osava parlare..Lorenzo cominciò a levarsi la sua
maglia...e come se fosse l'unica cosa da poter fare visto che non fuoriusciva
alcuna parola gliela diede..
lei la prese e assentì al suo gesto con uno sguardo malizioso questa volta...e
la indossò.
Sfacciatamente allungò il suo braccio minuto e disse piacere Virginia.
Lorenzo rimase sbigottito..e scoppiò a ridere..Virginia lo seguì...e la sua
risata sembrò contagiare il cielo intero che si faceva sempre più azzurro e
limpido alla luce del sole.
Lorenzo evitò di farle domande prese la sua tela sotto braccio..la sua borsa..e
l'aiutò a tirarsi su..
Virginia si incamminò con lui..non si era mai fidata di nessuno..ma questa
volta aveva bisogno di farlo.
Entrarono nella tana solitaria di Lorenzo..gli occhi curiosi di
Virginia..parlavano da soli..la semplicità la disarmava..mentre lui preparava
il caffè..lei cominciò ad odorare i suoi quadri...
Lorenzo scherzando le chiese di quale pianeta fosse...
lei nervosamente disse solo.."Del tuo"!!!
Si sedettero comodamente sul tavolo e cominciarono a mangiare..cominciando a
raccontarsi.
Virginia era figlia di un noto industriale..ma lo dice facendo una strana
smorfia di fastidio..sembra perdere in quell'istante la sua semplicità e
travestire la sua immagine dell'origine altezzosa e nobile che la oscurava..sì perché
da sempre le aveva oscurato i suoi giorni..la sua anima..la sua
immaginazione..la solitudine in cui si rifugiava in alcuni momenti erano le
uniche parti vere di lei che le restavano.
Da tre anni lavorava come antiquaria..perciò aveva odorato le sue
tele...immaginando di portare quei profumi al suo spirito così da immergersi
nel mondo di Lorenzo.Il suo lavoro era la vita..le pareva la sua bombola
d'ossigeno.
Curiosa cominciò a riempire Lorenzo di domande sulla storia di tutte le tele
che c'erano deposte nella stanza..bugiarda..era bugiarda..e scaltra perché la
conosceva..Virginia aveva l'abilità di comprendere prima che le persone
parlassero..era abituata a cogliere ogni più piccola sfaccettatura del
viso..delle persone che le si palesavano davanti..ogni sbavatura di colore..
ogni chiaroscuro in quei quadri aveva impresso un sentimento..un'emozione di
Lorenzo.
Si era rifugiata sulla spiaggia la notte prima in cerca di qualcosa o forse solo
per respirare la libertà dell'universo..il suo primo istinto era stato quello
di spogliarsi e come una Venere alla sua fonte..guardata dalle stelle dalla luna
e dall'oscurità del cielo aveva dissetato nel mare la sua sete infinita del
soffio vitale della libertà anelata.
Le sembrò di essere tornata bambina..giocava nelle onde..e poi ritornava
donna..godendo del contatto dell'acqua all'urto con la sua pelle...si sfinì fra
le onde fra giochi e carezze si sedette sulla sabbia..e prese la birra che aveva
poggiato accanto ai vestiti...poi non si ricordava più nulla..nulla se non che
prima di addormentarsi aveva stretto a sé la foto di sua madre sbiadita dal
tempo.
Virginia era orfana di madre sua madre era deceduta in un incidente così le
avevano sempre detto lei si ricordava solo che era la donna più bella e felice
del creato quando era con lei quando erano sole..ma la vita aristocratica
l'aveva piegata al destino delle apparenze..ai giochi di ruolo e di potere che
ne facevano parte e tutto ad un tratto non la vide più...l'ultima immagine che
aveva di lei..tratteneva le lacrime. Solo col tempo scoprì che questa donna era
finita nel giro delle accompagnatrici e che ci era rimasta secca ma tutto era un
segreto impronunciabile..una macchia per l'intera famiglia. Virginia era figlia
unica aveva visto passare sotto i suoi occhi le donne più vanitose e subdole di
suo padre. Suo padre decideva tutto ogni suo respiro da quando lei aveva 7 anni.
La sua infanzia venne solo circondata dei giochi più sontuosi..degli insegnanti
più famosi..l'arte l'amore era l'unica forma di amore e di passione che avesse
conosciuto col tempo.
Aveva letto l'amore dei romanzi..bugie d'altri tempi..e gli intrighi delle
famiglie d'alta borghesia.
Aveva visto l'amore dei film ed imparato il sesso da uomini più grandi.
Tutti bramavano Virginia e tutti lei derideva...sciocchi..era in grado di
mangiarseli nelle parole.
Nei suoi abiti leggiadri..e nelle sue gambe..e nei suoi profumi orientali di cui
si copriva.
Lorenzo la guardava e nonostante la durezza delle sue parole vedeva in Lei
dolcezza..ingenuità..luce la luce di una vita bloccata.
Virginia guardò l'orologio sulla parete ..dio era quasi sera..chissà quanto
erano stati a parlare..chiese a Lorenzo di accompagnarla a casa per vestirsi in
maniera completa..a quest'ora le domestiche erano già via..visto che il padre
era fuori per lavoro. Uscirono e Virginia si accorse che oltre al mare che si
era portato via abiti e chiavi del motorino...qualcuno aveva fatto fuori anche
quest'ultimo.
Presero la macchina di Lorenzo..arrivarono fuori la villa di Virginia..pareva un
palazzo..anzi era proprio uno dei palazzi più antichi della città...
Virginia fulminea scattò fuori..ma prima posò un bacio sulla guancia di
Lorenzo e gli chiese di aspettarla...
Lorenzo aveva perso completamente la cognizione del tempo...era completamente
stregato..lui comandato dal fascino inusuale di una donna..diversa..in
tutto..bella bella come mai.. i suoi capelli rame erano sottili piogge di
rubini..le sue labbra piccole e carnose..erano cibo esotico sconosciuto...da
mordere..assaggiare..fare proprie..ed i suoi occhi neri come la pece grandi e
profondi come se ivi contenessero il segreto più oscuro e grande della
vita..ecco era completamente rimbecillito..
si diede un'occhiata allo specchio sembrava un pulcino spennato con quei
riccioli da pianista impazzito...
Virginia arrivò e scattò in macchina..e disse ora ti porto io segui solo le
mie indicazioni..arrivarono al negozio di lei in verità era un vero e proprio
casale....sì era tutto suo..era il suo mondo...monili e preziosi..busti e
mobili sontuosi di ogni epoca e stile...era orgogliosa di tutto ciò..poteva
raccontargli ogni minuzia e lo fece..ma mai neanche per un secondo Lorenzo ne fu
annoiato..e gli sembrò di viaggiare..in tutta l'Europa..e finirono anche
oltre..incantava ogni parola ed ogni oggetto che stava lì...
e poi camminando ancora..mobili che richiamavano arti decorative barocche e
ottocentesche, arazzi di manifattura fiorentina ,un trionfo di colori e in mezzo
ad un grande salone con travi di legno malridotte c'era un letto neogotico
ancora intatto...con lenzuola di seta...sbiadite, ma vissute...colorate di rosso
..scarlatto...
Lorenzo comprese era quello il colore di Virginia
violento..incalzante..irruente..tempestoso...forte..uno spasmo..in ogni sua
forma..ed in ogni suo aspetto...un delirio sontuoso nonostante la minuzia di
quella donna..
..più la guardava..più incrociava i suoi occhi più le pareva fosse nato solo
per quella donna..Virginia continuava a sorridere..parlare..raccontare..erano
ovunque sembrava avessero viaggiato insieme nei secoli..e nelle dimore più
nobili...per ritornare in quella stanza ed essere poveri uomini o forse ricchi
ma soltanto bramosi di un'urgente passione..quella di appartenersi senza
limiti...una passione febbrile..un istinto che sapeva di calda oscurità
illuminata di luci meravigliose eclettiche..all'improvviso Virginia smise di
parlare..com'era serio in volto Lorenzo e lei perché tremava?..perché mentre
lui le veniva incontro lei perdeva il controllo del suo corpo e si perdeva..non
comandava più nulla..tutto era in mano ai suoi gesti..ai suoi passi..e cos'era
quel sussulto che le mordeva il cuore?...Lorenzo le sfiorò i capelli...la prese
per mano e la condusse verso quel letto magico incantato..chissà quali amanti
avevano goduto l'atroce dolore del piacere..quante donne e quanti uomini avevano
urlato come animali...si sedettero sul letto continuando a fissarsi..esisteva
l'attimo non più né il prima né il dopo..non c'era alcun tempo..l'amore ha
mille sfumature e l'anima vive miliardi di vite lei era come era ,lui come la
sua natura..e la voglia di possedersi come acqua sorgiva scorreva nelle loro
vene..nessuna domanda solo il desiderio di rendere l'uno felice l'altra e
viceversa..Lui l'accarezza e lei ricambia.. Virginia potrebbe trascorrere così
l'intera vita sua....le mani di Lorenzo sembrano da sui vestiti penetrarle
nell'anima..misteriosa la sua bocca appariva a lui come una conchiglia in cui
canta il mare..l'odore di Lorenzo che le sfiora il viso sembra colorato..sembra
che Virginia lo conoscesse da sempre un odore presente da quando era nato
presente in ogni casa dipinta da lui in ogni albero fissato nelle tele che aveva
visto. Lorenzo le toglie la maglia e quella gonna leggera che le copriva le
gambe...e riprende a sfiorarla..la sua pelle è al tatto il drappo più
pregiato..è il petalo di un fiore misterioso..le accarezza le labbra e comincia
a baciarla..sono una sola bocca..un mondo sconosciuto..Virginia comincia a
tremare..avverte un calore fra le gambe un fuoco ardente che la imbarazza e non
riesce a domare...sa che lui se ne accorgerà..Virginia..lascia andare le sue
mani sotto il pullover di lui...dio com'è bello..comincia a
svestirlo..lentamente sono nudi l'uno di fronte all'altra...Le dita di Lorenzo
si muovono in circolo intorno al suo senso come un animale in agguato..ed i suoi
seni diventati turgidi sembrano due chiodi che bucano i sogni di lui..un brivido
graffia violentemente la schiena di Virginia..
Virginia si inginocchia ai piedi del letto...e comincia a baciare l'interno
delle gambe di Lorenzo lasciando scorrere la sua lingua dai piedi fin su..fino
al suo sesso..riempiendo la sua bocca come una donna affamata errante da troppo
tempo..bramosa solo di assaggiarne lo stillare del piacere..di dissetarsi alla
fonte estrema della lussuria..e si lascia seguire dai movimenti indicati dalle
mani di lui che si perdono fra le estremità morbide della sua nuca in quei
capelli che sembravano essere diventati selvaggi..diavoli neri.. come lei come
la sua bramosia..Virginia sente crescere il frutto oscuro nella sua bocca e
giammai riesce ad esaudire ancora la sua fame e guarda soddisfatta i mutamenti
del viso di lui le sue smorfie e ciò la appaga e rende più immenso il suo
languore..avrebbe esaudito qualunque sua fantasia e qualunque desiderio sul suo
modo di possederla..e Lorenzo mentre Virginia si nutre della voglia di lui fino
a farlo impazzire.. le massaggia i seni emblema della donna..e stringe i suoi
capezzoli quasi a voler aprire quei due boccioli..le alza il capo e comincia a
baciarla..fino a far smarrire le linee delle sue labbra fino a farle gonfiare..
erano rosse..scarlatte nessuna rosa avrebbe eguagliato quella figura..roventi e
peccaminose più del fuoco stesso ..la fa distendere sul letto e comincia a
viaggiare con le sue mani e la la sua lingua dentro e fuori di lei..non
esistevano confini lo sconosciuto sembrava aprirsi alla luce..Le sue grandi
labbra avevano sostituito la bocca nei baci..e Lorenzo sazia ora la sua sete
godendo del miele più prezioso che possa illustrare la frenesia ed il piacere
di una donna..e poi torna su a colarlo nella bocca di Virginia quasi
centellinando quel sapore estremo..le mani e la lingua di Lorenzo continuano a
percorrerla come solo una donna con un'altra donna sa fare..fino a farle
supplicare di essere presa veementemente...il corpo di lei fremeva incandescente
e la sua lingua sembra essere diventata più tagliente della lama di una spada
antica...aprirla...farla rinascere..plasmarla..reinventarla questo era l'unico
desiderio di Lorenzo..la fa chinare a bocconi sul letto e la penetra dolcemente
..senza alcuna ansietà..il piacere è illustre quando innalza lento le sue
vibrazioni..E mentre del suo sesso la riempie.. le sue mani massaggiavano prima
i seni di lei e poi si portano sulle sue natiche morbide come il velluto sode
come la pesca non ancora maturata e continuava a toccarla ovunque lui sapeva
essere donna e Virginia nella vita sapeva essere uomo..ed era l'immagine di due
frammenti impazziti nell'universo che completavano l'essenza unica dell'essere
umano...e più entra dentro di lei più sembrano colmare di loro l'intero
universo..l'orgasmo non era una fine ma diviene l'inizio di un incontro fra
anime.. di una conoscenza vera pura anche nell'istinto più animalesco..I loro
gemiti..le loro urla..fiato contro fiato..sembra essere un unico coro...nessuna
musa avrebbe ispirato ad un musicista una tale sinfonia..e mentre il pene di
Lorenzo premeva il sesso di lei..le sue mani le rendevano compenso sul suo
essere donna..Virginia ebbe un primo..e poi un secondo ed un terzo orgasmo e le
mani di lui continuano a titillarla..diventano entrambi fonti..e poi monti e poi
alberi..e poi stelle..e poi il cielo infinito un unica cosa senza più percepire
dove finisce l'uno e comincia l'altra..e le loro urla riempiono il mondo senza
vergogna alcuna e lei lascia che le sue unghie si conficchino nella sua carne
fino a quando anche lui esplode stremato nelle membra di lei..e nuovamente
orgasmo questa volta insieme nessuno avrebbe osato e saputo descrivere
altrimenti il paradiso e quei colori..e quell'unione era diventata sacra senza
nome e senza tempo senza dighe...
Trascorsero due mesi da quella lunga...e predestinata notte.
Non si erano più sentiti, più cercati ma soltanto per il volere di Virginia
che non aveva mai avuto il coraggio di comporre quel numero scritto a penna...su
quel piccolo foglio che Lorenzo aveva lasciato sul cuscino di "quel
letto".
I ricordi di quella notte facevano compagnia a Virginia, la riempivano come chi
rinasceva a nuova vira dopo essere stata imprigionata lungo tempo..o forse
secoli eterni.. ma non soltanto loro....
Aspettava un bimbo, un figlio da Lorenzo, quell'uomo con il quale aveva vinto la
paura verso se stessa, ...verso l'Amore....quell'uomo che le inflisse la
condanna del piacere, quel massimo appagamento interiore, una delle tante
impronte che conducono nel sentiero...dell'innamoramento, colui che le aveva
concesso il "delirio" con quel sorriso da donatore dell'Amore
Dopo mille ripensamenti...esitazioni Virginia era decisa a rivelare la verità a
Lorenzo..
Il calore di questo figlio scioglieva ogni riserbo, ogni incertezza e timore...e
questa severa solitudine fatta di tante paure, doveva terminare.
Non poteva fuggire dall'Amore, non poteva nascondersi per tutta la vita.....e
ora c'era anche questo figlio ......che più di ogni altra cosa, le fece capire
cosa abitava dentro il suo cuore....
Prese con audacia il telefono e compose quel numero......
Rispose una voce esitante, palpitante "Pronto"
"pronto potrei parlare con ..Lorenzo?"
"Scusi chi è.......?"
"Sono Virginia...un'amica...."
"Lorenzo non è più qui.....è morto..ha avuto un incidente......mi scusi
arrivederci"....
"Come non c'è più...come è morto....pronto.....pronto......."
Virginia non respirava più, pensava ad uno scherzo....ad un brutto sogno, era
attonita..non percepiva alcun rumore attorno a lei se non l'eco di quelle parole
crudeli.....di quella frase che aveva disprezzato...le "Sue speranze..le
sue Certezze...."
Quella voce che non aveva aggiunto altro....quelle parole furono come un
verdetto completo della più assurda durezza.
Prese furiosamente la borsa......e chiamò un taxi.....per andare a casa di
Lorenzo, non poteva essere vera quella orribile notizia..sicuramente si trattava
di un bruttissimo scherzo...vittima di una eventuale beffa...
Chi era colei che aveva risposto a telefono?...perché le aveva detto quella
cosa?
Era soffocata dalla oscurità di quei terribili attimi, ripensava a "quella
completa unione"..le veniva da urlare....piangere da esternare quella
angoscia e disperazione, proteggeva ansiosamente il suo bimbo coprendo con le
mani il suo ventre..
Cosa stava succedendo?
Giunse davanti al portone di quel palazzo.
Entrò di corsa con passo precipitoso..in quel momento ascoltava soltanto il
forte battito del suo cuore, che sembrava come un fiore
spinoso.....furibondo...veemente..
Arrivò davanti la porta ..una forza sincera, sovrannaturale la stava
trascinando, si sentiva "dominata" ..invasa da "puri
brividi".
Una donna anziana con un aspetto soffocato dalla più infinita tenerezza, aprì
la porta...
Virginia con fatica respirò e disse "Signora ...sono Virginia...ho
telefonato poco fa"....
"Perché è venuta qui....? le ho detto quello che è accaduto...cosa
vuole?"
"No Lorenzo non può essere morto......"..strepitò Virginia.....
Un'altra donna uscì da una stanza, una giovane donna che con uno sguardo
triste, pieno di timore e insicurezza si avvicinò a Virginia.
"Sono la sorella di Lorenzo...so tutto di te....lui mi ha parlato di
voi..ma purtroppo devo confermare...la drammatica notizia....lui è morto....
Virginia si accasciò a terra ..perse i sensi.
Si ritrovò distesa in un letto dentro una stanza che aveva le luci
soffuse...dalle pareti rosse, un odore forte di incenso...un'atmosfera...acuta
di malinconia...ma anche di pace indefinibile...e sfuggente..che aveva solo la
voglia di trattenere il più possibile con sé..
Bastarono pochi minuti per ricordare dove si trovava.....per ricordare
"tutto" e per poter prendere tra le mani la triste consapevolezza che
Lorenzo era morto investito da un'auto...mentre stava scattando delle foto...due
giorni dopo "quella notte".
Gridò in lacrime che aspettava un bimbo da lui, dall'uomo che si era resa conto
di Amare, che quella notte le aveva cambiato la vita...che le aveva offerto la
vera essenzialità di due anime che si erano cercate...ritrovate....e che
avevano raggiunto l'armonia della miracolosa fusione dei Veri Amanti.....
Chiese di essere lasciata sola in quella stanza dove lei riusciva sentire quel
battito di cuore...quella voce.....l'eco di quella risata che l'aveva riempita
di tutta l'allegria e la felicità e il calore che mai aveva ricevuto.....il
suono di quelle parole straripanti di forte desiderio, passione..e di
impulsi.....
Prese una foto di Lorenzo....l'accarezzò..l'avvicino al suo cuore....mentre si
dirigeva verso quel pianoforte....dove c'era lo spartito....di una canzone che
lui aveva iniziato a comporre......
Si sentiva vinta ..sconfitta.....ma....in quel momento sembrava sentire....il
battito del cuore..del suo bimbo, di quella creatura...che era...il
"proseguimento" di quell'Amore.....di quel sentimento..che mai nessuno
più poteva farle vivere, farle respirare....farle indossare.
Doveva dimenticare se stessa....e spingere da parte tutto quel dolore.....la sua
nuova veste doveva essere inoffensiva....verso "quella nuova vita...."
e la prepotenza della sofferenza non avrebbe avuto la sua rivincita......
Prese...una rosa rossa...scarlatta..viva e infuocata come la vita che quel
dolore stringeva forte a sé.....che aveva con sé....e la mise....sul
letto...accanto a quella fotografia...e disse ad alta voce "Lorenzo ...da
questo momento...ti avrò ancora di più accanto a me.....lo so che mi stai
ascoltando e so che questo nostro figlio....lo hai già conosciuto.......per la
prima volta in vita..mia posso finalmente librarmi in volo....posso toccare con
gioia quello da cui sono sempre fuggita...l'Amore....e posso finalmente.....far
parlare la mia anima.......Ti Amo....e ti Amerò per sempre.....Esisterai sempre
in me....fino a quando non ci rincontreremo........di nuovo e allora lì non ci
perderemo mai più."
Fuggì via da quella stanza.....scappò da quella casa.....e iniziò a
sorridere...per quella Vita..nuova che pulsava....dentro di lei...........
Aveva disputato una partita.....molto ardua....lei era stata
vinta...dall'Amore....era stata vinta dalla fatalità....la fuga non era valsa a
nulla in tutti quegli anni, la passione che aveva sempre apprezzato l'aveva
intrappolata...ma l'aveva fatta rinascere per sempre...e non ci sarebbero stati
più fantasmi....né più ombre pronte ad innalzarsi......non esistevano più
dimore irrespirabili dentro di lei.
- Fine -
Tutti
i diritti riservati. Qualsiasi utilizzo di tutto o parte del brano deve essere
preventivamente autorizzato dall'autrice "Manuela Figlia"