LE COSE BELLE DELLA VITA
Innamorarsi.
Ridere
così forte che ti fanno male le mascelle.
Una
doccia calda.
Nessuno in coda
davanti a te alle casse del supermercato.
Uno
sguardo speciale.
Ricevere
posta.
Osare.
Elevarsi oltre i
confini del tempo e dello spazio con la propria anima.
Fare
un giro in macchina in una stradina bellissima.
Accendere
la radio proprio quando stanno trasmettendo la tua canzone preferita.
Restare
sdraiato a letto ad ascoltare la pioggia.
Il
profumo degli asciugamani caldi stesi al sole.
Trovare
la maglia che cercavi in saldo a metà prezzo.
Un
vasetto di Nutella.
Una
telefonata a qualcuno lontano.
Una
bella chiacchierata.
La
spiaggia.
Trovare
un biglietto da 50 €
nella giacca dello scorso inverno (e realizzare che se li avessi trovati un anno
fa non li avresti potuti spendere)
Ridere
di te stesso.
Le
telefonate di mezzanotte che durano ore.
Correre
sotto gli acquazzoni estivi.
Ridere
senza ragione.
Avere
qualcuno che ti dice che sei bellissima.
Gli amici.
Ascoltare
accidentalmente qualcuno dire qualcosa di carino su di
te.
Svegliarti
nel cuore della notte e realizzare che hai ancora qualche ora per dormire.
Avere
qualcuno che gioca coi tuoi capelli.
Fare
un bel sogno.
Una
cioccolata calda.
I
viaggi in macchina con gli amici.
Salire
su un'altalena.
Incartare
i regali sotto l'albero di Natale mangiando biscotti e bevendo un bicchiere di
latte.
Incrociare
lo sguardo di uno sconosciuto carino.
Vincere
una sfida veramente competitiva.
Fare
una torta di mele.
Tenerti
per mano con qualcuno a cui vuoi bene.
Incontrare
per strada un vecchio amico e scoprire che alcune cose buone (o cattive) non
cambiano mai.
Guardare
l'alba.
Alzarti
dal letto al mattino e ringraziare Dio per questo.
Credo
che gli amici siano angeli silenziosi che aiutano a rimetterci in piedi quando
le nostre ali non si ricordano più di come si fa a volare. (Tenebre)
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L’Amicizia
Se dovessi morire prima di me, chiedi a San Pietro, se puoi portare con te un amico.
Se vivrai cento anni, voglio vivere un giorno di meno, così non dovrò mai vivere senza di te.
La vera amicizia è come la salute, non sappiamo apprezzarla finché non la perdiamo.
Il
vero amico é colui, che
arriva,
quando gli altri se ne vanno.
Mio padre diceva sempre: “Se hai al momento della morte cinque veri amici, allora hai avuto una vita fantastica”
Se tutti i miei amici si buttassero dal ponte
io
non mi butterei… starei
sotto per poterli prendere.
Il
vero amico tienilo con entrambi le mani.
Io
mi appoggerò a te,
tu ti appoggerai a me, e saremo OK.
L’amicizia è un pensiero in due cuori.
Non
camminare davanti a me
– potrei non seguirti.
Non
camminare dietro di me
– potrei non saperti guidare.
Cammina
al mio fianco - E sii mio amico!
Tutti
sentono quello che dici.
Gli
Amici ascoltano, ciò
che racconti.
I
migliori amici sentono anche, ciò
che non dici.
L’amico
è qualcuno, che
conosce la canzone del tuo cuore e può cantartela anche quando hai dimenticato
le parole.
Nella
vita scegliamo strade diverse,
Gli
amici sono esempio, di
come Dio si prende cura di noi.
Sconosciuto è qualcuno, che aspetta, di diventare amico.
PRECETTO
CINESE
IL DENARO
può comprare una casa ma non un focolare;
può comprare un letto ma non il sonno;
può comprare un orologio ma non il tempo;
può comprare un libro ma non la conoscenza;
può comprare una posizione ma non il rispetto;
può
pagare il dottore ma non la salute;
può comprare l'anima ma non la vita;
può comprare il sesso ma non l'amore.
SILLA
In
un villaggio della Spagna, la figlia di un uomo chiese al sacerdote di recarsi a
casa sua per un momento di preghiera con suo padre che era molto malato. Quando il sacerdote arrivò nella povera casa, trovò l’uomo nel suo letto con il capo sollevato da due
cuscini.C’era
una sedia (in spagnolo “silla”)
a lato del letto, e il sacerdote pensò che fosse stata messa lì per la sua
visita.
-
Suppongo che mi stesse aspettando - gli disse.
-
No, chi è lei? - disse l’uomo malato.
- Sono il sacerdote che sua figlia ha chiamato perché pregasse con lei; quando sono entrato ho notato la sedia vuota a lato del suo letto, e ho pensato che fosse stata messa qui per me. -
-
Ah, la Sedia. - disse l’altro. E poi: - Le dispiace chiudere la porta?
-
Il sacerdote, sorpreso, chiuse la porta.L’uomo malato gli disse: - Questo non l’ho mai detto a nessuno, però ho trascorso tutta la mia vita senza sapere come pregare. Quando andavo in chiesa ascoltavo sempre quanto mi veniva detto circa la necessità della preghiera, come si deve pregare ed i benefici che porta...
...però tutte queste cose, non so perché, mi entravano da un orecchio e mi uscivano dall’altro.
Insomma, non avevo idea di come fare. Infine, molto tempo fa smisi completamente di pregare.
Ho continuato così fino a circa quattro anni fa, poi un giorno ne parlai con il mio migliore amico e lui mi disse:
- Giuseppe, la preghiera è semplicemente avere una conversazione con Gesù. Ti suggerisco di fare così:
Siedi su una sedia e colloca un’altra sedia vuota davanti a te, quindi con fede guarda Gesù seduto davanti a te.
Quindi parlagli ed ascoltalo allo stesso modo in cui lo stai facendo con me ora. -
Ho provato una volta, poi altre volte, e mi è piaciuto talmente che da allora lo faccio almeno un paio d’ore al giorno.
Presto sempre molta attenzione a non farmi vedere da mia figlia... altrimenti mi internerebbe subito in un manicomio. -
Il sacerdote a questo racconto provò una grande emozione e disse a Giuseppe che ciò che faceva era molto buono, e lo consigliò di non smettere mai.
Quindi
pregò con lui, gli impartì la benedizione e tornò alla chiesa.
Due giorni dopo, la figlia di Giuseppe lo chiamò per dirgli che suo padre era morto.
Il sacerdote le chiese:
- È morto in pace? -
- Sì. Quando lei uscì di casa, alle due del pomeriggio, mi chiamò.
Andai da lui e lo vidi nel suo letto.
Mi disse che mi amava molto e mi dette un bacio. Uscii per delle commissioni, e quando ritornai un’ora dopo lo trovai morto.
C’è però qualcosa di strano: poco prima di morire deve essersi alzato e avvicinato alla sedia che era accanto al letto, infatti l’ho ritrovato con la testa appoggiata su di essa.
Lei cosa ne pensa?-
Il
sacerdote, profondamente commosso, si asciugò le lacrime dell’emozione e
rispose:
-
Magari
tutti noi potessimo andarcene in questo modo! -
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A te...... cui
voglio bene
Storiella
Jerry
era il tipo di persona che si ama e si odia.
Era sempre di buon
umore ed aveva sempre qualcosa di positivo da dire.
Quando qualcuno
gli domandava come stava, rispondeva: "Se stessi
meglio,scoppierei!".
Era un manager
unico, con un gruppo di camerieri che lo seguivano ogni volta che prendeva
la gestione di un nuovo ristorante.
Il motivo per cui
i camerieri lo seguivano era che Jerry aveva un grande atteggiamento
positivo.
Era un motivatore
naturale, se un dipendente aveva la luna storta, Jerry era lì a
spiegargli come guardare al lato positivo della situazione.
Trovavo il suo
stile molto strano e quindi un giorno gli dissi: "Adesso basta!
Spiegami come fai ad essere sempre così positivo, qualunque cosa
succeda!"
Lui mi rispose:
"Vedi, io sono così, quando mi sveglio la mattina mi dico - Oggi hai una
scelta da fare: puoi decidere di essere di buono o cattivo umore - e
scelgo di essere di buon umore. Tutti i giorni mi capita qualcosa di spiacevole,
posso fare la vittima oppure imparare qualcosa dai problemi, io scelgo di
imparare.
Ogni giorno
qualcuno viene da me a lamentarsi, io posso scegliere di subire
passivamente le sue lamentele o di trovare il lato positivo della cosa.
Beh, io scelgo sempre il lato positivo della vita.”
"Si,
va beh" - dissi io - "ma non è sempre così facile!"
"Si
invece" - disse Jerry - "la vita è tutta fatta di scelte. A
parte le necessità più o meno fisiologiche, in ogni situazione c'è una
scelta da fare. Sei tu a scegliere come reagire in tutte le situazioni,
a
decidere come la gente può influire sul tuo umore. Sei tu che scegli se
essere di buon umore o di cattivo umore, e quindi in definitiva come
vivere la tua vita".
Per molto tempo
dopo quell'incontro, ripensai a quello che Jerry aveva detto, poi un giorno
lasciai il business della ristorazione e mi dedicai ad un'altra attività in
proprio; mi persi di vista con Jerry ma spesso ripensai a lui quando mi trovavo
nella situazione di scegliere nella vita invece che subirla.
Diversi anni dopo,
venni a sapere che Jerry aveva commesso un errore imperdonabile per un
gestore di ristorante: aveva lasciato la porta posteriore del ristorante
aperta una mattina, ed era stato
attaccato
da tre rapinatori armati; mentre cercava di aprire la cassaforte, le sue
mani sudate e tremanti dalla paura non riuscivano a trovare la
combinazione ed i rapinatori, presi dal panico, gli avevano sparato ferendolo
gravemente.
Fortunatamente
Jerry era stato soccorso rapidamente e portato immediatamente al pronto
soccorso.
Dopo 18 ore
d'intervento chirurgico ed alcune settimane di osservazione, Jerry era stato
dimesso dall'ospedale con frammenti di pallottole ancora nel suo corpo.
Incontrai Jerry
circa sei mesi dopo l'incidente, quando gli chiesi come andava mi disse:
"Se stessi meglio, scoppierei - Vuoi dare un'occhiata alle
cicatrici?".
Declinai
l'invito, ma gli chiesi che cosa gli era passato per la testa durante la
terribile esperienza.
"La
prima cosa che pensai fu che avrei dovuto chiudere la porta posteriore del
ristorante" - mi disse Jerry - "poi, quando ero già stato
colpito e mi trovavo per terra, mi ricordai che avevo due scelte: potevo
scegliere di vivere o di morire".
"Ma non avevi
paura? Non sei svenuto?"
Jerry continuò:
"Gli infermieri furono bravissimi. Continuavano a dirmi che andava
tutto bene. Ma fu quando mi portarono sulla barella in sala operatoria e
vidi le espressioni sulle facce dei dottori e degli assistenti, che mi
spaventai veramente, potevo leggere nei loro occhi "Quest'uomo è già
morto!"...dovevo assolutamente fare qualcosa".
"E cos'hai
fatto?" gli domandai.
"C'era questa
infermiera veramente grassa che continuava a farmi domande, e mi chiese se ero
allergico a qualche cosa..."
"Sì..."
- io risposi "....a quel punto tutti dottori e le assistenti si
fermarono ad aspettare che finissi la mia risposta... Io presi un respiro
profondo e con tutte le mie forze gli gridai “Sono allergico alle
pallottole!” Mentre ancora ridevano aggiunsi “Sto scegliendo di vivere.
Operatemi come se fossi un vivo, non come fossi già morto!”.
Jerry è
sopravvissuto grazie alle capacità dei chirurghi, ma anche grazie al suo
atteggiamento positivo.
Ho
imparato da lui che tutti i giorni abbiamo la scelta di vivere pienamente.
Un atteggiamento
positivo, alla fine, vale più di tutto il resto.
Voi avete due
scelte adesso:
.........
continua.........