Il grande poeta che è in te

 

"Puoi?"

Puoi tutto quello che vuoi,

ma sempre un limite incontrerai,

dove forse non sarai piu’ tu a decidere,

se proseguire o dove o esser fatta tornar indietro.

Ognuno dentro se stesso ha un proprio limite,

oltre il quale gli altri non possono andare.

Fuori limiti a non finire colmano le nostre vite,

ma per uno scopo a cui nessuno può ribellarsi,

per il rispetto e la libertà reciproca.

Liberi sempre di darci dei limiti,

che sappiamo varcare,

solo oltrepassando quei confini,

che ognuno conosce in se stesso.

E questi confini possiamo aprirli,

con la fiducia e la confidenza,

con l’amicizia,

e nel darsi in tutto come ci sentiamo di essere.

31/03/1992

Tutti i diritti riservati. I testi sono coperti dal diritto di autore.

 

"Solitudine."

Perché si vuole non perché si diventa soli.

Vuoto che ti riempie e non puoi svuotare.

Cerchi dagli altri qualcosa che mai potrai trovare.

L’impertinenza ti annienta per farti rimanere di nuovo da solo.

E tutto finisce e ricomincia con te stesso.

Sempre da solo…

Il giudizio che diamo di noi davanti ad uno specchio,

conta meno del giudizio che diamo di noi agli occhi degli altri,

e cioè: Ipocrisia.

17/09/1991

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"Realmente nulla divide,

le persone coerenti,

ma a volte i pensieri,

i problemi,

la paura di farsi vedere,

di parlare,

di scambiare opinioni,

può portare a distaccarci dagli altri,

senza che questi capiscano,

il perché,

sia capitato un tale fatto…

Solo tu lo sai,

tu che rimani da solo,

perché effettivamente,

è stata,

una tua,

scelta."

23/08/1991

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"La vecchia presenza, apparentemente scomparsa, era solo assopita."

Vi guardo senza vedervi.

Vi ascolto senza sentirvi.

Non trovo piu’ il senso d’identificarvi in me.

Non provo piu’ sentimenti di amicizia e amore.

Uso le vostre presenze.

E la vostra disponibilità ad accettarmi.

Per non rimanere sempre da solo.

Uso la mia non presenza.

E la mia non disponibilità ad accettarvi.

Per rimanere in me sempre da solo.

Insieme a voi.

04/08/1991

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"Mia."

Perché piangi?

Mia figlia ha qualcosa,

e io le rivolgo una frase formale,

mi guarda irritata… continua a piangere.

Rinchiusa nei suoi pensieri,

che non vuole o non sa rivelarmi,

e io non so andarle incontro,

perché mi lascia distante dai suoi pensieri.

Non so come avvicinarla,

perché ambedue abbiamo timore di aprirci troppo,

e così non essere piu’ formalmente madre e figlia.

Quante cose vorrei dirti.

Quante volte ho pianto e non ti ho detto niente,

anche se ne avevo voglia.

Tu figlia così vicina,

ma anche così lontana,

come lo sono anche io in tali circostanze con te.

Perché non mi capisci?

Mia madre rende tutto semplicistico,

quando sento qualcosa che mi fa male dentro.

Mi guarda con piacere…solo quando non piango.

Ho paura di essere derisa per i miei problemi di adolescente,

e quindi è anche per questo che tengo un diario,

perché solo scrivendo posso,

ridimensionare i problemi,

e risolverli.

Però mi piacerebbe poterti dire,

avvicinarmi a te come cogli amici,

a cui voglio molto bene.

Non che non te ne voglio,

ma tu sei mia madre.

Quante cose vorremmo dirci.

Ma se non ci apriamo potremmo essere,

altro che formali l’una verso l’altra.

Tu Madre e io Figlia,

due persone così vicine,

ma anche così lontane…

08/06/1991

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