Ci dirigiamo, avvolti dalla nebbia, allo stagno vecchio, dove mi presento
ed organizziamo l'attività.
I ragazzi illustrano il lavoro realizzato a scuola, cartellone e disegni,
su come immaginano sia questo tipo di ambiente acquatico.
Iniziamo così la nostra esplorazione.
Dobbiamo raccogliere tutte le osservazioni possibili per cercare di
definire le relazioni ed i processi naturali esistenti all'interno di
un ecosistema.
Inoltre cercare di mettere in luce l'influenza dell'uomo su questo ambiente
e viceversa.
![](grafica/zanelli1d5.jpg)
Concluso questo momento di osservazione misuriamo la temperatura dell'acqua
e dell'aria e il grado di acidità (pH) alle ore 10.30 a livello
della spiaggetta:
- temperatura
dell'aria - 4°C
- temperatura
dell'acqua - 8 °C
- pH 7
Facciamo merenda e ci spostiamo allo stagno nuovo correndo su e giu
per i prati della montagnetta, esercizio fisico indispensabile a scaldare
un po' i ragazzi.
Raggiunto questo nuovo ambiente lavoriamo sulle differenze, evidenti
già da una prima occhiata, con l'ambiente precedentemente esplorato.
![](grafica/zanelli1d4.jpg)
- La mancanza di alberi, cespugli, canne ed altra vegetazione sulle
rive
- la maggiore quantità di alghe
- la maggiore quantità di luce che raggiunge lo specchio d'acqua
ed anche il fondo
- i colori diversi e le dimensioni.
Analizziamo successivamente i particolari, scoprendo un mondo all'interno
delle alghe stesse: molluschi (Phisa), larve di libellula, insetti vari,
semi, ed altro ancora.
Riconosciamo l'argilla sul fondo, componente del terrreno impermeabile
e quindi fondamentale per la creazione di uno stagno.
![](grafica/zanelli1d3.jpg)
Anche in questo caso misuriamo la temperatura dell'acqua che alle ore
11.15 è di 8.5 °C.
Per il pH invece ci muoviamo in maniera diversa - lo misuriamo in diversi
punti dello stagno, in zone dove vi è una forte presenza di alghe
color verde chiaro ed in zone dove le alghe sono in uno stato di decomposizione
ed otteniamo:
- nel primo caso 7.5
- nel secondo caso 8.5
Può darsi che ciò sia dovuto a fenomeni di decomposizione
proteica in atto; ma quello che rafforza questo tipo di risultato è
che gli ambienti sono tra loro diversi e che i diversi elementi presenti
e, di conseguenza, le diverse possibili relazioni che tra essi si instaurano
determinano situazioni diverse, situazioni che variano nel tempo.
![](grafica/zanelli1d1.jpg)
Concludiamo l'uscita con un momento di elaborazione, aiutati dalla
ricostruzione sul cartellone dello stagno, che ci porta a definire un
ecosistema, il concetto di equilibrio dinamico e di complessità:
complessità che si basa sulla grado di diversità presente
più che sul numero di individui magari tutti uguali.
![](grafica/zanelli1d2.jpg)
Rimandiamo in classe il lavoro di immaginare una possibile trasformazione
di questi ambienti modificando le condizioni date.
Ci incamminiamo infreddoliti al pulman.