Iniziamo ad esplorare lo stagno vecchio: raccogliamo così durante
il nostro giro materiali ed osservazioni.
Definiamo lo stagno come un ambiente acquatico dove l'acqua non è
corrente ma tendenzialmente ferma, non esistono fiumi o torrenti che
entrano ed escono.
Al pomeriggio è più facile, in questa stagione, vedere
animali, come le tartarughe che escono al sole, le libellule, ed altri
insetti.
Al pomerriggio lo stagno dà molta soddisfazione.
Osserviamo principalmente quali elementi compongono uno stagno e questo
in particolare, sia nelle sue componenti biotiche che in quelle non
viventi.
Notiamo anche gli evidenti segni della presenza umana, sia rispetto
alla fruizione, sia rispetto alla nascita e manutenzione dello stagno.
Concludiamo con un momento di elaborazione e ricostruiamo il nostro
ambiente sul cartellone portato dalla classe che rappresenta uno stagno
ancora vuoto.
Dove mancano le figure di animali o piante che non hanno preparato a
scuola utilizziamo materiali raccolti dallo stagno.
Rimandiamo un approfondimento dei meccanismi e delle relazioni che
si instaurano all'interno di un ecosistema e tra gli ecosistemi alla
seconda uscita che avverrà in primavera.
Ci rimane a questo punto ancora un po' di tempo per fare una veloce
e rapida visita allo stagno nuovo: questo per raccogliere uno stimolo
a ragionare sul concetto di ecosistema giovane ed ecosistema maturo
- la tendenza alla complessità.
Riva dello stagno nuovo: argilla, erba, alghe, lemna.