In una mattina nebbiosa ci incamminiamo verso il bosco davanti
alla Cascina del Parco.
Giunti al suo limitare lasciamo l'altra classe e ci inoltriamo al suo
interno, dove, poco avanti, ci fermiamo e ci organizziamo per l'attività.
Partiamo dal lavoro dei ragazzi fatto in classe:
- disegni dal vero di alberi del giardino della scuola, dei giardini
di casa o da foto recuperate
- schede di rilevamento per le piante
- domande raggruppate per tema (funghi, animali, piante) relativamente
al bosco e al Parco Nord
Mi raccontano inoltre di avere fatto un'uscita anni prima al Parco delle
Groane, e questo è servito da spunto per il lavoro realizzato
a scuola.
Decidiamo così di dividerci in quattro gruppi e di compiere
una prima esplorazione del bosco cercando di notare le differenze tra
questo e quello visto alle Groane.
Oltre a ciò dobbiamo anche tentare di capire come funziona un
bosco in senso generale, che ci permetta di capire anche il perchè
di alcune caratteristiche degli ambienti del Parco Nord.
Mentre esploriamo seguiamo il sentiero
di Greta e Anselmo che ci porta poco alla volta sempre più
all'interno del bosco.
Giunti all'albero n° 48 (Ontano
napoletano) ci fermiamo ed elaboriamo le osservazioni fatte.
I ragazzi sviluppano un interessante discussione e notano correttamente
le differenze fondamentali con le Groane: il tipo di terreno meno argilloso,
la disposizione regolare di alcuni alberi, l'assenza di alberi molto
vecchi.
Questo ci porta a capire l'artificialità del Parco Nord.
Affrontiamo inoltre il concetto di ecosistema, le reti alimentari che
si instaurano, i cicli naturali, la biodiversità, che ci permette
di comprendere le logiche di riforestazione urbana adottate dal Parco
Nord.
A questo punto i ragazzi mi rivolgono alcune domande di quelle preparate
in classe a cui rispondo, e colgo una di queste in particolare per iniziare
un secondo momento della nostra attività: cioè il momento
della scheda di rilevamento e dell'albero del mese (acero).
La domanda è: da cosa dipende la forma degli alberi?
Utilizziamo la nostra scheda per descrivere quindi quattro aceri, uno
per gruppo di lavoro.
- In che zona del Parco è posta?
- al sole
- all'ombra
- in una zona umida
- in una zona secca
- E' una pianta erbacea?
- E' una pianta arborea?
- Che dimensioni ha il fusto?
- Presenta un fusto sotteraneo?
- Il fusto è erbaceo o legnoso?
- Rispetto al terreno è ...
- diritto
- strisciante
- volubile
- Come sono i rami?
- Come sono le sue radici?
- La pianta ha fiori e/o frutti?
- Come sono le foglie?
- la foglia ha la forma di ...
- il margine è ...
|
|
Insieme poi rivediamo il lavoro ed affrontiamo le caratteristiche specifiche
dell'acero ma anche come è fatto un albero in senso lato, e come
vivono questi tipi di organismi.
Non ci dimentichiamo, comunque di cercare di rispondere alla domanda
sulla forma.
E' di una bambina l'intuizione che la forma dipende in parte dall'ambiente,
ma il fatto che riconosciamo che sono tutti aceri anche se un po diversi
tra loro ci indica che esiste anche qualcosa che caratterizza la forma
che va al di là dell'ambiente stesso.
Infatti la diversità che osserviamo è dovuta in parte
all'ambiente dove vive la pianta, quantità di luce, quantità
di nutrienti disponibili, quantità di acqua, ecc. ma anche alle
informazioni scritte in ogni organismo, cioè nel DNA.
La diversità che osserviamo quindi all'interno della stessa
specie è uguale a: varianza genotipica + varianza ambientale.
Scegliamo come ultimo momento della nostra uscita la ricerca della
Stanza della conoscenza
che corrisponde alla zona intorno all'albero n° 48, abbastanza ricco
di giovani aceri, ma anche di diverse altre specie vegetali.
Con le insegnanti decidiamo che il lavoro in classe proseguirà
sul concetto di biodiversità per l'ambito scientifico, e il rapporto
acero - uomo per l'ambito umanistico.
Lascio la classe che finalmente può cercare uno spazio idoneo
per un pic-nic.