Per gli antichi il pino era un albero "strano", bizzarro.
Addirittura il pino sacro moriva e resuscitava, sacrificava sè
stesso, simbolo di morte.
D'altra parte questa pianta prosper praticamente su tutti i suoli,
accontentandosi anche solo di sassi e poca terra.
Il pino sacro era soprattutto il pino da pinoli, dedicato al dio
Attis.
Pianta sacrificale, veniva sottoposta, in occasione delle feste al
dio Attis, alla "resinatura a morte" ovvero all'incisione
di una piaga nel tronco e alla conseguente raccolta della resina.
Morte e capacità di resistere a condizioni estreme: caratteristiche
che resero quest'albero, magico, caro al mago Merlino, che soleva
arrampicarsi su di esso.
Albero quindi un po' "pazzo"!
San Martino, uno dei primi evangelizzatori dei Galli, dovette "confrontarsi"
con un pino per poter essere ascoltato da quelle popolazioni.