Albero sacro per la mitologia germanica, il suo nome antico - Embla
- rappresenta il nome della prima donna vissuta (il primo uomo si
chiamava Askr, che designa il frassino cosmico).
Quindi una pianta "femminile".
Per Greci e Romani l'olmo era l'albero di Oneiros, figlio della notte
e dio dei sogni: quindi albero del sonno, del sogno e, in ultima analisi,
della morte.
Come conseguenza di ciò l'olmo aveva potere oracolare, ovvero
con facoltà di predire eventi importanti.
L'olmo era considerato anche l'albero della giustizia in Francia;
sotto le fronde di quest'albero i giudici ricevevano ispirazione per
le loro sentenze.
Esisteva allora un modo di dire "aspettare sotto l'olmo"
legata a questo potere "giudicante", per cui in questo modo
si voleva sottolineare la non volontà di incontrarsi, vista
la natura giudiziaria della convocazione.
La corteccia dell'olmo veniva molto usata nell'antichità come
medicamento sulle ferite e sulle piaghe.
Dalle galle presenti sulle foglie si ricavava "l'acqua di olmo"
e il "balsamo di olmo" per varie malattie della pelle.