VINCENT E LA CESTA MAGICA

 

C’era una volta Vincent, un bambino che giocava spesso coi colori, dipingendo ogni superficie che trovava: i sassi, i pezzetti di legno, le conchiglie, i cocci di vetro, il polistirolo, tutto quello che gli portava la marea. Infatti lui viveva a ridosso del mare, in una piccola grotta.

 

Era capitato lì per caso quando, da piccino, naufragò a bordo di una cesta tutta foderata di foglie di banano.

Quella cesta era ancora lì e la guardava spesso.

 

Grò, la Fata delle Grotte, ogni giorno andava a trovarlo per insegnargli a leggere, a scrivere ed a far di conto. Anche Ondo, il Mago che veniva dal mare, gli portava sempre dei pesci e pranzavano tutti insieme in allegria.

 

Col passare del tempo, Vincent era sempre più incuriosito dal contenuto della cesta che lo aveva portato sin lì.

S’intravedevano degli strani oggetti che non aveva osato toccare: Grò ed Ondo gli avevano detto che erano magici ed un giorno l’avrebbe scoperto lui stesso.

 

Quel giorno arrivò. Uno di quegli oggetti iniziò a luccicare. Il suo cuore cominciò a battere forte ed era un po’ spaventato, ma la curiosità era tale che lo prese deciso fra le sue manine. Emanava una luce con tanti colori che diventavano sempre più forti, quasi accecanti...poi si formò un fascio di luce a forma di arco, come fosse stato un ponte e Vincent, d’istinto, ci salì sopra ed iniziò a percorrerlo.

 

Da lassù cominciò a vedere il mondo sottostante, a lui sconosciuto: tutto grigio e nero, le macerie, il fumo, la cenere…un mondo distrutto dalle guerre, come aveva appreso studiando la storia degli uomini. Insomma, una desolazione!

 

Ma il sentiero luminoso lo portava sempre più in alto, sino a toccare le nuvole ovattate e poi giù, come se fosse iniziata la discesa…giù, sino ad una grande pozza d’acqua nella quale altri bambini come lui giocavano e ridevano felici.

Quello era il mondo chiamato Della Pace: ci si arrivava seguendo i colori dell’arcobaleno.

 

E Vincent visse felice e contento insieme a tutti quei bambini, in quel mondo che gli adulti non avevano ancora distrutto.

 

 

Rita Dorigo. Esercizio su Fiaba. 08/12/06