I Chipaya, un popolo forse dimenticato

 

 

 

Sull’altipiano Andino, d’improvviso i nostri fuoristrada si fermarono nel fango.

Una luna gigantesca ci osservava. Impressionante la sua bellezza, stupenda nella sua pienezza. Era proprio lì, davanti a noi, sul nostro orizzonte, come una figura mitologica sfuggita all’antichità per farsi scoprire... Tanto luminosa da indicarci le piccole case di un villaggio lontano, quasi un fantasma.

In quell’aria fredda una musica cercava di attirare la nostra attenzione, come se c’invitasse…era una festa, dunque vi era qualcuno!

Eravamo nel territorio del pueblo Chipaya, a quattromila metri d’altitudine, dove raramente passavano le jeep dei medici, figurarsi quelle dei turisti!

La festa durava almeno da alcuni giorni, dato che erano tutti ubriachi di chicha, la bevanda alcolica prodotta artigianalmente.

Dopo averci dato il benvenuto, brindando con quella bevanda fermentata (come pizzicava la lingua!) in qualche modo riuscimmo a capirci.

Gentilmente ci accolsero in una delle loro case costruite con ruvidi blocchi di paglia e fango: chissà quanto freddo avremmo ancora patito quella notte! Invece il dolce caldo fra quelle rudimentali pareti era davvero piacevole. L’odore muschioso di terra era confortante, come se la Pacha Mama (la Madre Terra) ci avesse accolto fra le sue braccia…

La stanchezza ebbe il sopravvento e tentando di chiudere le assi di legno che fungevano da porta, salutammo con ottimismo quell’incredibile luna.

L’indomani avremmo trovato il modo di guadare il fiume: all’alba, dopo la gelata notturna, avremmo potuto riprendere il nostro viaggio guidando sulla superficie ghiacciata.

 

Conservo ancora un poncho dei Chipaya, oggetto di scambio in quella serata con chissà cosa (un sacco a pelo?). Questo indumento è una testimonianza. Mi racconta la malinconica tristezza di quel popolo, forse in via d’estinzione, come un fiore ormai appassito e rassegnato alla sua fine…

Una tristezza dal sapore amaro, percepibile fra quelle popolazioni andine che forse non hanno mai avuto delle speranze di vita migliore, forse perché non hanno osato desiderarle…

 

 

VERSIONE “POETICA”

 

Sull’altipiano Andino

Una gigantesca Luna

Interrompe il nostro cammino.

Ci guarda così da vicino

Come non ne ho memoria alcuna.

È lì, davanti a te, al tuo stesso livello

Mai spettacolo fu più bello!

Stupenda, piena e luminosa

Avvolge ogni cosa.

Così ci ha reso omaggio

Il popolo dimenticato di quel villaggio.

 

 

Un breve viaggio in Bolivia. Vissi per più di un anno a Kami (La Paz) intorno al 1990.

Rita Dorigo 19/11/06