UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA

CORSO DI PERFEZIONAMENTO IN TEORIE E TECNICHE DI GRUPPO

  SEMINARIO DI DRAMMATIZZAZIONE

LABORATORIO DI PSICODRAMMA

Bologna 12, 13, 14 ottobre 2000

    Prof. Giuseppe Sivelli

 

 

ALCUNE NOTIZIE SULLA VITA DI JACOB L. MORENO

Nato a Bucarest nel maggio del 1889 da genitori ebrei, all’età di cinque anni si trasferisce con la famiglia a Vienna e da qui, qualche anno dopo, in Germania da dove, insieme alla famiglia, ritorna di nuovo a Vienna.

 

Qui inizia gli studi classici e dimostra una spiccata propensione per il teatro.

 

Dopo il Liceo si iscrive alla Facoltà di Filosofia, ma l’interesse per i problemi umani e per coloro che soffrono gli fanno scoprire la sua vocazione di terapeuta, per cui abbandona la Filosofia per la Medicina.

 

Laureatosi, si specializza in Psichiatria. Proprio in questo periodo elabora i concetti fondamentali di “incontro”, “spontaneità” e “creatività”.

 

Nel 1925 si trasferisce negli Stati uniti dove inizia il programma aperto di Psicodramma”.

 

Nel 1936 a Beacon apre una clinica e costruisce il primo teatro di Psicodramma del quale definisce la versione classica.

Si dedica nel frattempo anche all’attività di docente presso Università americane.

 

Dopo una prima esperienza matrimoniale finita con un divorzio, sposa Zerka Toeman alla quale resta affettuosamente legato fino alta sua morte nel maggio del 1974.

 

SPONTANEITA’. CREATIVITA’ ED ELEMENTI

 

FONDAMENTALI DELLO PSICODRAMMA

 

 

 

L’uomo secondo Moreno è in grado di liberarsi dai condizionamenti che lo attanagliano se viene messo nella condizione di poter liberare la sua spontaneità, perché questa permette alla creatività, presente potenzialmente in ogni uomo, di attuarsi.

 

La spontaneità è energia che sorge dal di dentro e opera nel “qui ed ora”. Sua caratteristica è che non si tratta di energia conservabile perché essa si consuma, infatti, se non si consumasse non potrebbe lasciare il posto a nuova energia:

 

E’ la spontaneità che permette alluomo di rispondere adeguatamente e non in modo stereotipato alle situazioni: che via via deve affrontare, siano queste nuove o già note. Senza la spontaneità, la creatività, che secondo Moreno è la più alta espressione dell’intelligenza umana, non potrebbe rivelarsi. Per questo la creatività non si realizza in assenza della spontaneità. Si potrebbe affermare che spontaneità e creatività sono intimamente fuse fra di loro anche se la prima si riferisce, proprio perché energia, alla preparazione dell’atto, la seconda all’atto che si attua.

E’ grazie allo psicodramma che l’individuo viene a trovarsi, nella situazione più idonea a liberare la suo spontaneità. Gli elementi fondamentali dello Psicodramma sono tre:

1) Interpretazione attraverso l’azione

2) Centralità del protagonista rispetto al gruppo

3) Prevalenza dei rapporti di “tele” anziché transferali

 

 

Interpretazione attraverso l’azione

 

 

 

Nello Psicodramma i contenuti mentali vanno sempre tradotti in rappresentazione scenica che coinvolge l’intera personalità del protagonista. L’attività verbale assume quindi un suo preciso significato proprio perché inserita nell’azione.

Il protagonista dialoga con se stesso o con altri nel “qui ed ora”.

Compito del terapeuta sarà quello di stimolare il protagonista a scandagliare le situazioni più significative del problema affrontato.

 

Centralità del protagonista rispetto al gruppo

 

Il direttore “intenziona” il gruppo proponendogli un “fare comune”, creando un ambiente sicuro nel quale sia possibile a qualcuno di proporsi come protagonista. Ciò è possibile perché chi si propone sente di poter contare sull’appoggio e sulla comprensione dell’intero gruppo.

Bisogna però sottolineare che la centralità del protagonista non nega vantaggi terapeutici agli altri membri del gruppo in quanto partecipando attivamente come “Io ausiliari”, per esempio, ed essendo coinvolti da quanto sta accadendo sulla scena, finiscono per ottenere anch’essi un “effetto maturante”.

 

Prevalenza dei rapporti di tele anziché transferali

 

Lo Psicodramma privilegia i rapporti umani, quindi l’attività di riscaldamento ha proprio la funzione di creare un’atmosfera di tele positivo, di comunicazione emotiva reciproca, di sensibilità che finiscono con lo stabilire una profonda comprensione fra i diversi membri del gruppo e dei membri col direttore.

 

Anche il transfert è tuttavia presente quando il protagonista investe gli “Io ausiliari” di tutti i suoi fantasmi.

 

Le sedute di Psicodramma

 

Le sedute di Psicodramma sono costituite da tre parti: 1) Riscaldamento 2) Rappresentazione 3) Partecipazione dell’uditorio.

 

RISCALDAMENTO

Scopo precipuo del riscaldamento è quello di “mettere in circolazione” negli individui “energie” che poi dovranno essere “agite” perché Psicodramma vuoi dire azione, far le cose con l’azione. Naturalmente il riscaldamento permette a ciascuno il raggiungimento di uno stato di maggiore spontaneità e di sviluppare “contatti emotivi” con gli altri membri del gruppo.

 

Esistono vari tipi di riscaldamento:

a)     psicomotorio o corporeo;

b)    psicodrammatico;

c)     sociale (intervista a coppie).

 

 

REGOLE TECNICHE DELLO PSICODRAMMA

 

 

 

Tecnica fondamentale è l’inversione di ruolo che permette di mettersi nei panni degli altri per cui un “genitore” può investirsi del ruolo del “figlio” o viceversa.

Il funzionamento di qualsiasi Società presuppone la presenza di modelli in grado di dirigere e regolare l’interazione fra individui e fra gruppi. Le posizioni polari dei modelli sono note con il termine di “status”, che non è altro che la posizione all’interno di un dato modello. Quindi ogni individuo, nella sua vita, finisce con l’occupare molti status con la conseguenza che l’insieme di tutti gli status che egli occupa indicano lo status di quell’individuo.

 

Uno status comporta teoricamente diritti e doveri che possono esprimersi e concretizzarsi solo attraverso gli individui.

 

Il “ruolo” non è altro che l’aspetto dinamico di uno status.

 

Nello Psicodramma il soggetto ha la possibilità, come raramente gli accade nella realtà, di sperimentare il ruolo nella sua dinamicità e non solo quello che deriva dal suo status, bensì anche quello ricoperto e vissuto da chi gli vive accanto:

 

E’ così che i suoi orizzonti si allargano, che spesso crollano i suoi schemi mentali preconcetti, e questo soprattutto perché si rende conto che se è vero che nella vita quotidiana gli altri gli tolgono qualcosa, è altrettanto vero che anche lui toglie qualcosa agli altri. Insomma il soggetto finisce col porre le basi per il superamento di quei comportamenti stereotipi che portano all’immobilismo, alla paura del diverso e al timore di perdere la propria identità.

 

Atomo culturale: permette l’analisi dei ruoli ricoperti, ad esempio quello di padre, di impiegato, di sindacalista, ecc.

 

Atomo sociale: si tratta dell’analisi che il Protagonista fa della propria posizione all’interno del gruppo-lavoro del quale fa parte, della famiglia, ecc.

 

Soliloquio: permette al Protagonista di esprimere nella massima libertà sentimenti, impressioni, parole, senza che necessariamente Siano strutturati secondo le normali regole logiche, perché egli riproduce i pensieri nel loro stato originalà così come vengono alla mente. Il soliloquio permette inoltre l’auto-presentazione del Protagonista, nonché la presentazione, secondo il suo modo di vedere e percepire, di qualsiasi altra persona.

 

Tecnica del doppio: grazie ad un membro del gruppo che rappresenta Il Protagonista è possibile stimolare quest’ultimo a scendere in se stesso e portare alla luce sentimenti e sensazioni che da solo, per timidezza, senso di colpa o paura non riuscirebbe ad esprimere.

 

Tecnica  del  doppio  multiplo: il Protagonista viene contemporaneamente rappresentato dai membri del gruppo com’era, com’è e come sarà.

 

Autorealizzazione: grazie ad essa è possibile al paziente rappresentare, anche con l’aiuto degli altri membri del gruppo, il suo progetto di vita.

 

Tecnica del ruolo invertito: se sono presenti nel gruppo contemporaneamente padre e figlia, per esempio, quest’ultima rappresenta il padre e questi la figlia. In caso contrario sarà un membro del gruppo che rappresenta il ruolo della paziente, mentre quest’ultima interpreta quella del padre.

 

Tecnica dello specchio: un membro del gruppo riproduce ogni modo di dire, di fare, di essere del Protagonista, soprattutto quando questi incontra difficoltà a causa di emozioni troppo intense che lo sopraffanno.

 

Presentazione del sogno: il Protagonista non racconta, ma recita un sogno.

 

Tecnica della proiezione nel futuro: consente al paziente di rappresentarsi così come oggi pensa che egli sarà nel futuro.

 

Shock psicodrammatico: il Protagonista recita, agendo sulla scena, un’esperienza drammatica vissuta nella realtà, esperienza che continua ancora a far sentire il suo influsso nell’animo del paziente.

 

Improvvisazione:         il direttore obbliga il Protagonista a recitare e agire una situazione

 

Concretizzazione: grazie ad essa è possibile dare una forma concreta a ciò che concreto non è.

 

Contatto corporeo: si tratta di una forma estremamente efficace di comunicazione in grado, a volte, di esprimere molto di più e più sinceramente della parola ciò che si pensa e si sente. Un abbraccio, ad esempio, può dire molto di più di un “ti capisco

 

Collaborazione dell’uditorio: è esso che fornisce i “doppi” e gli “Io ausiliari” indispensabili allo svolgimento dell’azione.

 

Partecipazione dell’uditorio: al termine della seduta ogni membro esprime aspetti del proprio vissuto associati in qualche modo ai contenuti rappresentati sulla scena. Ciò permette al Protagonista di non sentirsi in una situazione di isolamento psicologico e inoltre di rinsaldare la coesione fra i membri del gruppo.

 

 

 

Bibliografia per chi vuole approfondire

 

Jacob L.Moreno - Il teatro della spontaneità- Nuova & Guaraldi- FI

 

Jacob L. Moreno - Principi di sociometria, psicoterapia di gruppo e sociodramma

ETAS LIBRI - MI

 

Boria - Tele manuale di psicodramma classico - Franco Angeli - MI

Luigi notti - Forma e azione - Franco Angeli - MI

 

Beppe Sivelli - Colore e psicodramma - psicodramma 85 - AIPSIM - MI

 

Beppe Sivelli - Fra abitudini e spontaneità - psicodramma 95 - AIPSIM 95MI

 

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