State attenti, siamo a casa del diavolo

 

Gli esperti di esoterismo dicono che Villa Manzoni è un luogo maledetto, una delle nove porte dell’inferno. Potete anche non crederci, ma forse qui si sono verificate apparizioni spaventose.

Poi è arrivata l’ambasciata del Kazakistan…

 

SALVATORE TIGANI

All'incrocio dei mondi Ci sono luoghi sulla Terra dove il confine tra realtà e sogno è molto sottile. Sono posti che per alcune peculiari caratteristiche sembrano attrarre e catalizzare forze e potenze extraterrene, il più delle volte non proprio amichevoli. Foreste infestate, case stregate, montagne maledette: ve ne sono centinaia in tutto il mondo ed hanno alle spalle storie secolari mai verificate né smentite. Sono il luoghi del demonio e delle sue molte, agghiaccianti incarnazioni. Sulla collina che sovrasta la valle del fosso di Acquatraversa, nell'abbraccio protettivo di Cassia e Cassia Vecchia, tra i ruderi della sontuosa residenza dell'antico imperatore Lucio Vero e, con precisione, al quinto miglio della via Clodia, sorge uno di questi posti: Villa Manzoni. Del luogo maledetto ha tutte le proprietà e la sua storia si dipana attraverso ottant'anni di lavori, scavi archeologici, ritrovamenti e restauri, cessioni,

vendite e soprattutto episodi paranormali. Per alcuni studiosi di scienze occulte, al civico 405 della via Cassia abiterebbe addirittura Satana in carne e fiamme:

Villa Manzoni, secondo gli esperti di esoterismo, è una delle Nove Porte degli Inferi, i portali usati dai colonnelli del Nemico e dalle anime dannate per raggiungere il mondo dei vivi. Teorie a parte, ciò che a parole può sembrare banale superstizione diviene crudo econcreto terrore se vissuto in prima persona: sono in pochi i “coraggiosi” che hanno messo piede nella Villa e per lo più si è trattato di operai e tecnici, ispettori e giardinieri del Comune di Roma. Le incursioni, tuttavia, sono state operate durante gli orari di lavoro, e dunque alla luce del giorno. Pochissimi impavidi hanno tentato l'accesso durante la notte, quando l'ombra è ovunque e l'ora è nessuna, e ne hanno riportato testimonianze confuse ma terrificanti .

 

 

Nella villa costruita dagli eredi di Alessandro Manzoni infatti si consumerebbero eventi conosciuti ai più solo attraverso il filtro dell'industria culturale: poltergeist (manifestazioni violente e rumorose), apparizioni, illusioni e distorsioni della prospettiva, cantilene e sferragliare di catene provenienti dall'interno dei muri, scritte col sanguee fantasmi, soprattutto spiriti sospesi a metà tra i due mondi. Ed è per questo che il posto è divenuto, sin dall'abbandono da parte dei legittimi proprietari, meta e punto di ritrovo per i satanisti della Capitale: è qui che si sono svolte le più spaventose messe nere degli ultimi tempi, con i più truculenti sacrifici che le sette sataniche sono solite consumare in onore del Maestro.

Gatti sgozzati, cani sviscerati e impalati ai cancelli per dare il benvenuto ai Signori della notte, scritte profetiche vergate col sangue e danze, fumo, preghiere blasfeme, invocazione degli spiriti maligni:ogni Passaggio ha bisogno del suo Custode, ogni Spirito della sua Chiamata, ogni Padrone dei suoi Servi. Si dice che persino la polizia, durante le retate, abbia preferito circondare la zona ed attendere la fine dei sabba e l'uscita dei membri per il fermo, poiché la fama di Villa Manzoni è più potente di qualsiasi arma o divisa. In molti inoltre hanno provato a fare delle ricerche in merito alla natura soprannaturale del luogo, ma la decadenza e la pericolosità degli ambienti (buche nel pavimento, strutture portanti prossime al crollo e vegetazione selvaggia proliferata praticamente ovunque) oltre che veri e propri episodi di lapidazione (sassi scagliati contro gli ospiti indesiderati dai piani superiori e inaccessibili della villa), hanno impedito ogni tipo di verifica. Per le autorità, i lavori di ristrutturazione e recupero sono stati interrotti più e più volte dal 2003 a oggi per motivi burocratici ed a causa di importanti ritrovamenti archeologici nell'area. Gli abitanti del posto e chi negli anni ha varcato quel cancello, tuttavia, sono di tutt'altro parere.

Orrori e fantasmi:

ecco il racconto di un testimone

 

Fu una prova di coraggio con gli amici, 10 anni fa più o meno” racconta Giuseppe Francone, 25 anni, architetto, che ci racconta la sua incursione notturna a Villa Manzoni. “Le entrate erano tutte sigillate – dice – e l'unico modo per accedere era strisciare attraverso un buco sotto il livello del suolo. Lo spettacolo, appena entrati, ci tolse il fiato: decorazioni neobarocche, finestre in peperino e geometrie

irregolari, pareti asimmetriche, prospettive sballate: una meravigliosa mescolanza di stili, tipica del Brasini (l’architetto, anche lui ‘maledetto’, che progettò la villa)”.Lo stupore però durò poco: appena varcata la soglia il gruppo di amici lesse sul soffitto la scritta “L'occhio vi guarda”, in un inchiostro rosso che avrebbe potuto essere sangue. E subito dopo: “Udimmo prima degli scricchiolii, poi come un ululato sommesso, una specie di pianto di bambino. Infine delle vere e proprie urla!

Ci voltammo per scappare e un mio amico inciampò su qualcosa che ci sembrò un teschio umano ma che forse erano solo le ossa di un cane. “Insomma – continua il nostro testimone – scappammo via terrorizzati, graffiandoci negli sterpi e facendoci male mentre ci spintonavamo per ripassare di nuovo attraverso il buco”. Un'avventura da dimenticare insomma? “Un avventura, sicuramente – con - ferma Giuseppe Francone –ma tutta da ricordare!”

 

La vera storia di Villa Manzoni

Oggi è un'ambasciata,ma fino a poco tempo fa era la dimora dei Conti Manzoni (nipoti del celebre scrittore). Costruita negli anni venti dall'architetto Armando Brasini sorge sulle rovine di una antica villa romana mentre la serra è stata ricavata davanti a una collinetta i cui sotterranei, si dice, si colleghino alla necropoli di Veio, da cui, appunto, arriverebbero i fantasmi. La fama di luogo maledetto, Villa Manzoni la deve alle testimonianze dei visitatori, alla morte di due operai impegnati in un lavoro di recupero e al suicidio (per impiccagione) di un frate dell'adiacente istituto “Bona Crux”. Ma i gusti del Brasini, scelto personalmente dal Conte Gaetano Manzoni, hanno contribuito alla fama oscura della villa: infatti, anche Brasini fu considerato un personaggio “maledetto”. Fu infatti mal considerato dalla critica per la sua architettura megalomane. Tra le sue opere il Ponte Flaminio, l'Ingresso Monumentale del Giardino Zoologico, Villa Brasini e molti altri edifici e monumenti romani.

Dal 2003 la Villa ha subito diversi restauri e, dopo tribolate vicissitudini burocratiche, è oggi la sede dell'ambasciata del Kazakistan, i cui diplomatici si insedieranno a breve dopo i controlli ufficiali.Tra i quali, si sospetta o si auspica, uno potrebbe avere carattere paranormale, visto che, secondo alcuni, i fantasmi di Villa Manzoni non avrebbero ancora abbandonato la loro antica dimora.

 

VILLA MANZONI OGGI

( immagini di Google Maps )

 

 

Storia

Al civico n. 471 posto all’ottavo chilometro della via Cassia si trova l’ingresso ad un parco di 9 ettari dove è situato un complesso monumentale della proprietà dell’Ambasciata della Repubblica del Kazakhstan. Sulla collina che domina la valle del fosso di Acquatraversa ed é costeggiata dalla via Cassia e da via Cassia Vecchia, in epoca romana l’imperatore Lucio Vero (che regnò dal 7 marzo 161 al marzo 169 d.C.) ha fatto costruire la propria villa, poi magnificata nelle fonti antiche dal suo biografo Giulio Capitolino nella Historia Augusta: la sontuosa residenza, che fu teatro delle sregolatezze di questo imperatore, era ubicata al V° miglio della via Clodia, il cui tracciato seguiva il fosso dell’Acquatraversa sulla sua sponda sinistra.

Il complesso doveva disporsi scenograficamente su terrazze: possono suggerirne l’effetto alcuni disegni del 1547 di Antoine Morillon (Morillonio), conservati a Eton College presso Windsor. Il primo studio del monumento di epoca romana, con raccolta della bibliografia precedente, é stato un breve articolo di Giuseppe Lugli sempre del 1923: i resti a quell’epoca ancora visibili erano un muro di sostruzione con prospetto a nicchioni verso la via Clodia, una cisterna a due navate, una cisterna adiacente a cunicoli ed una vasca, oltre ad alcune masse murarie di volte crollate nell’angolo nord-orientale. A dicembre di quello stesso anno é stata presentata la domanda di rilascio di licenza edilizia per un progetto di villa residenziale redatto dall’Arch. Armando Brasini cui si era rivolto il committente, il Conte Gaetano Manzoni, nipote di Alessandro Manzoni, l’autore dei “Promessi Sposi”. Armando Brasini (1879 – 1965) è stato un architetto italiano tra i più noti del periodo fascista. Lo sterro per le fondamenta è iniziato nel 1924, quando Gaetano Manzoni era stato nel frattempo nominato Ambasciatore a Mosca (il primo presso il Governo Sovietico). I lavori di Villa Manzoni sono stati ultimati nel 1925 secondo il progetto di Armando Brasini. La costruzione appare ancora oggi come un tipico esempio di villa suburbana di stampo accademico: c’é un portico, una altana, una sobria decorazione di stile barocco con le finestre in peperino su muri intonacati. All’interno di questo schema il Brasini non ha rinunciato a sorprendere ed inventare: secondo il professore di restauro Giovanni Carbonara nell’architettura di Villa Manzoni si può osservare un solido modo di costruire che é veramente romano, antico e rinascimentale al tempo stesso. Qui tuttavia il suo modo di progettare, secondo un’architettura “narrativa”, fatta di corpi diversi giustapposti, moltiplica e rende complessa la geometria dell’edificio ed aumenta smisuratamente le parti esposte all’aggressione degli agenti atmosferici: villa Manzoni presenta infatti caratteri architettonici singolari ed interessanti, fra cui ad esempio alcuni speroni murari inclinati, come nel Colosseo, e la grande “altana” volutamente sproporzionata e grezza. Forte é la memoria dell’architettura del passato e dei suoi resti materiali, intesi come stimoli poetici, quanto a forme irregolari, superfici e colori: ciò é evidente proprio in quelle parti della villa che sono state giudicate dalla critica mai completate e che invece secondo Giovanni Carbonara rappresentano per l’appunto porzioni di “non finito”, influenzate dal ricordo dei ruderi romani.

 Al suo interno la villa era riccamente decorata: essa presentava stucchi e pitture a tempera firmate da Lionello Grazi, poi marmi, ceramiche e ricchi pavimenti di legno: fino a diversi anni fa esistevano ancora interessanti elementi ceramici nei bagni. La struttura muraria dell’edificio é in scapoli di tufo con ricorsi di mattoni: questa tecnica risale all’antichità, ma é comune dal Rinascimento a tutto l’Ottocento. Il paramento é in mattoncini molto sottili, allettati con pochissima malta. La villa era ed è tuttora circondata da un parco che presenta un boschetto di pini romani ad ombrello e di cipressi, che in planimetria hanno l’aspetto di un cuore con la punta rivolta verso sud. Sul lato occidentale della villa era stata ricavata la serra davanti ad una collinetta che presenta alla sua base l’entrata di una galleria dal cui interno si diramano tutta una serie di ulteriori cunicoli.

Negli anni ‘30 la famiglia Manzoni commissionò all’Arch. Clemente Busiri Vici un progetto di sistemazione del giardino della villa: il progetto non fu mai realizzato a causa della guerra. Qualche anno dopo la costruzione della villa, il Conte Manzoni ha chiesto un’altra licenza per l’allargamento di alcuni ambienti di servizio. Essendo poi stato nominato dal 1927 ambasciatore a Parigi, Gaetano Manzoni ha cominciato a risiedere nella villa soltanto nel 1933, quando fu messo a riposo e nominato Conte e Senatore dall’allora Re Vittorio Emanuele III°. Il Conte Manzoni ha vissuto solo quattro anni nella sua villa di Roma ed é morto in Svizzera nel 1937, senza lasciare eredi. Il 24 giugno 1940 a Villa Manzoni fu firmato l’armistizio tra Francia e Italia, dopo l’invasione di Parigi.

FONTE da Roma Week del 14 - 18 Ottobre 2008 http://www.romaweek.it/ E http://www.embkaz.it/index.php?option=com_content&view=article&id=54&Itemid=66

 

 

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