IL DIAVOLO VIENE MENZIONATO
NEL NUOVO TESTAMENTO
PER CIRCA 300 VOLTE ( Catechesi di Satana Padre
Pellegrino Ernetti pag. 23-31 ) |
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Abbiamo fatto
alcune riflessioni sul demònio nel Vecchio Testamento, soprattutto sulla sua
serpentina opera, che ha provato l'umanità già dai nostri progenitori. Vediamo
ora: Nel Nuovo Testamento il suo comportamento Nel libro dell'Apocalisse leggiamo: "Il
grande drago, cioè il serpente antico, che si chiama diavolo e Satana, ed è
seduttore del mondo" (12,9). Ecco come ci viene presentato il diavolo
dall'Apostolo dell'amore, l'amore, S. Giovanni Evangelista, continuando la
dottrina della demonologia veterotestamentaria, ampliandola sotto tutti gli
aspetti, ma soprattutto asserendo chiaramente che "Gesù, il figlio di Dio,
è venuto proprio per distruggere le opere del diavolo" (I Jo. 3,8). Ecco lo scopo e il perché dell'incarnazione
e, quindi, della venuta di Gesù sulla terra: "distruggere le opere del
diavolo" ; scopo, del resto, confermato dallo stesso Satana quando
Gesù, mentre insegnava nella sinagoga, fu apostrofato dallo spirito maligno che
possedeva e tormentava un uomo, gridando: "Che vuoi da noi Gesù di
Nazaret? Sei forse venuto a rovinarci? Io so chi sei: tu sei il Santo mandato
da Dio" (Mc. 1,24). Nel Nuovo Testamento
la dottrina sul demònio va riferita all'opera della salvezza di Cristo; è in
Cristo che il demònio prova il vero sfondo di valutazione; è nella opera
liberatrice di Cristo che va inquadrata l'opera del demònio. L'universo e tutta
la storia dell'umanità ha il suo valore se viene riferita all' opera
soteriologica del Cristo, che è opera di trionfo contro Satana. Gesù è venuto sulla terra per vincere Satana
e sostituire il suo regno con il proprio regno messianico, di salvezza, che è
regno di "santità, giustizia, amore e pace". Tutta la vita del Cristo rivela questa opera e
questa lotta, dall'inizio della sua vita pubblica sino alla sua risurrezione. Egli inizia la
missione di salvezza permettendo di essere tentato da Satana, per insegnare non
solo che ne è il vincitore, ma anche per dimostrare e insegnare a noi come
lottare e vincere contro Satana (Mt. 4,1-11; Mc. 1,13; Le. 4,1-13). Nella
divina preghiera del "Padre nostro", ci fa chiedere al Padre di
"liberarci da ogni tentazione e prova contro il maligno" (Mt. 6,13);
mentre nel discorso della montagna ci avvisa ad essere sempre all'erta contro
questo nemico (Mt. 5,37), perché egli è l'ostacolo numero uno contro ogni
genere di vita apostolica (Mt. 13,9 e 39; Le. 8,12); inoltre allorché parla del
"primato" apostolico ricorda la vigilanza per non farsi sopraffare
dal maligno, che non prevarrà (Mt. 16,19). E per tutta la vita troviamo
l'incontro- scontro tra Gesù e Satana sino nell'orto degli Olivi al Getzemani,
quando abbina i suoi aggressori a Satana: "Questa è l'ora vostra; è l'ora
del potere delle tenebre" (Le. 22,53). Ma il trionfo di Cristo si eleva
completo e assoluto proprio quando Satana credeva di riportare la sua vittoria
sul Salvatore (Le. 22,53). Cacciando i demoni,
Cristo prova che "è giunto per voi il regno di Dio" (Mt. 12,28), e la
potenza, apparentemente irriducibile di Satana, è stata spezzata e infranta
(Me. 3,27; Le. 10,18), a tal punto che lo stesso Satana riconosce in Gesù il
vero Messia (Me. 1,24 e 34; Le. 4,34). L'opera salvifica di Cristo contro
Satana, viene conferita agli apostoli con potere particolare, perché anch'essi
lottino incessantemente contro il nemico, affinché desista dal molestare i suoi
fedeli, che saranno battezzati e quindi consacrati nel nome della SS. Trinità
(Mi. 10,1; Me. 6,12-13; Me. 7,22; 9,38-39): infatti il diavolo continuerà
sempre, per permissione divina, a molestare i seguaci di Cristo; ma non
prevarrà mai, perché essi vivranno nella fede certa della vittoria finale del
Cristo, seguendo l'insegnamento del primo papa S. Pietro: "Fratelli,
siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente
va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede" ( Nel Nuovo Testamento per circa
300 volte viene menzionato il diavolo. Ma ci dobbiamo soffermare soprattutto su
cinque episodi particolari, strettamente evangelici. 1)
In S. Marco leggiamo che Gesù a Cafarnao, mentre il giorno di sabato insegnava
nella sinagoga, tutti si «stupivano del suo insegnamento; infatti, insegnava
loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. E subito, c'era nella
loro sinagoga un uomo con uno spirito (di un demònio) immondo, che gridò (a
gran voce) dicendo: "Che c'è fra noi e te, Gesù Nazareno? Sei venuto per
farci perire? So chi tu sei, il Santo di Dio!" E Gesù lo minacciò dicendo:
"Fa' silenzio ed esci da costui!" E lo spirito (demònio),
contorcendolo e gridando a gran voce (gettandolo nel mezzo) uscì da lui. E
tutti restarono stupiti, tanto che si chiedevano tra loro dicendo: "Che è
questo? Un insegnamento nuovo, poiché comanda con autorità e forza anche agli
spiriti immondi, e gli ubbidiscono, ed escono"» (Me. 1,21-27; Le.
4,31-37). 2)
L'indemoniato di Gadara è riferito da tutti e tre gli evangelisti (Matteo,
Marco, Luca). Citiamo il racconto di Marco: "E vennero (Gesù e gli
apostoli) all'altra riva del mare, nella regione dei Geraseni. Ed essendo
uscito dalla barca, subito gli venne incontro dai sepolcri un uomo con uno
spirito immondo (che aveva dei demoni), il quale aveva la sua dimora nei
sepolcri, e nessuno poteva legarlo, neppure con una catena, perché più volte lo
si era legato con ceppi e catene, ed erano state spezzate da lui le catene ed
infranti i ceppi, e nessuno poteva domarlo. E sempre, giorno e notte, era nei sepolcri
e sui monti, gridando e percuotendosi con pietre (nessuno poteva passare per
quella via). Vedendo Gesù da lontano (mandando un grido) corse e gli si prostrò
dinanzi, e gridando a gran voce disse: "Che c'è fra me e te, Gesù, Figlio
di Dio Altissimo? Ti scongiuro per Iddio, non tormentarmi!" Infatti Gesù
gli diceva: "Esci dall'uomo, spirito immondo!" E gli domandò:
"Qual'è il tuo nome?" E gli rispose: "Il mio nome è Legione,
poiché siamo in molti". E lo supplicava molto che non li mandasse fuori
dalla regione (nell'abisso). Ora, c'era là,
presso il monte, una grande mandria di porci che pascolava. E i dèmoni lo
supplicarono dicendo: "Se ci scacci, mandaci nei porci, affinché entriamo
in essi". E disse loro: "Andate". Gli spiriti
immondi, usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò dal dirupo nel
mare e si soffocò; erano circa duemila che annegavano nel mare. E quelli che li
pascolavano fuggirono e riferirono la cosa nella città e nelle campagne; e
vennero a vedere cosa era accaduto. E vengono da Gesù e scorgono l'indemoniato,
che aveva avuto la legione, seduto, vestito e sano di mente, ai piedi di Gesù,
e furono presi dal timore. E quelli che avevano visto, raccontarono loro come
era accaduto questo all'indemoniato e il fatto dei porci. E cominciarono a
supplicarlo di andarsene dal loro territorio, poiché erano presi da gran
timore. E mentre Egli
montava nella barca, l'indemoniato lo supplicava di - poter restare con lui. E
non glielo lasciò, ma Gesù gli disse: "Va' a casa tua dai tuoi e riferisci
loro tutto ciò che il Signore ha fatto per te, e che ha avuto pietà per
te". E quegli se ne andò e cominciò a proclamare nella Decapoli tutto ciò
che Gesù aveva fatto per lui; e tutti restavano meravigliati" (Mc.
5,1-20). 3)
La figlia della donna cananea: "Gesù, uscito di là, si ritirò nel
territorio di Tiro e Sidone. Ed entrato in una casa, voleva che nessuno lo sapesse; e non poté
restare nascosto. Ed ecco una donna cananea, uscita da quel territorio,
gridava, gettatasi ai suoi piedi: "Abbi pietà di me Signore, figlio di
Davide: mia figlia è crudelmente tormentata da un demònio!" La donna era
greca, di origine sirofenicia. Ma Gesù non le rispose una parola. E,
avvicinatisi i suoi discepoli, lo pregavano dicendo: "Licenziala, poiché
grida dietro a noi". Ma Egli rispondendo
disse: "Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa
d'Israele". Ma quella, venuta a
Lui, gli si prostrava dinanzi, dicendo: "Signore, aiutami!" Ma Egli,
rispondendo, disse: "Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai
cagnolini". Ma ella disse: "Sì, Signore; perché anche i cagnolini
mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro signori". Allora Gesù
rispondendo, le disse: "O donna, la tua fede è grande; va', il demònio è
uscito da tua figlia". E, andata a casa, trovò che la bambina era stesa
sul letto e che il demònio era uscito" (Mt. 15,21-28; Mc. 7,2430). 4)
II fanciullo indemoniato: "E quando arrivarono presso i discepoli, videro
una gran folla intorno ad essi e degli scribi che discutevano con loro. E
subito tutta la folla, come videro Gesù, furono tutti stupiti e, accorrendo, lo
salutavano. E Gesù domandò loro: "Di che cosa discutete con loro?" E
uno della folla gli rispose: "Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha
uno spirito muto. E dovunque si impossessa di lui, lo getta a terra,
all'improvviso grida, lo contorce con schiuma, digrigna i denti e diventa
rigido. E ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo e non sono stati capaci. Ora, Egli
rispondendo loro, disse: "O generazione incredula e perversa! Fino a
quando sarò tra voi? Fino a quando vi sopporterò? Portatelo da me. E glielo
portarono e lo spirito, vedendolo, subito si contorse e, caduto per terra, si
ravvoltolava, schiumando. Ed egli domandò a suo padre: "Quanto tempo è
che gli accade questo?" Egli rispose: "Dall'infanzia; e spesso l'ha
gettato anche nel fuoco e nell'acqua per farlo perire. Ma se puoi qualcosa,
aiutaci e abbi compassione di noi". Ma Gesù gli disse: "Se puoi?
Tutto è possibile a chi crede!" Subito, gridando, il padre del bambino
diceva: "Credo! Aiuta la mia incredulità!" Ma Gesù, vedendo che
accorreva insieme una folla, minacciò lo spirito immondo dicendogli:
"Spirito muto e sordo, te lo ordino lo, esci da lui e non entrare più in
lui!" E uscì da lui, gridando e contorcendolo molto; e divenne come morto,
così che molti dicevano: "È morto". Ma Gesù, presa la sua mano, lo
fece alzare, e si levò, e lo rese a suo padre guarito. Ed essendo egli
entrato in una casa, i suoi discepoli gli domandavano in disparte: "Perché
noi non abbiamo potuto scacciarlo?" Ma Gesù disse loro: "A causa
della vostra poca fede; perché in verità vi dico se avrete fede come un
granello di senapa, direte a questo monte: "Spostati da qui a là e si
sposterà, e niente per voi sarà impossibile". Ma questa specie di
dèmoni non esce se non con la preghiera e il digiuno" (Mt. 17,14-21; Mc.
9,14-29). 5)
Gesù e Beelzebul: "Allora gli fu presentato un indemoniato cieco e muto; e
lo guarì, così che il muto poté parlare e vedere. E tutte le folle erano prese
da stupore e dicevano: "Che non sia costui il figlio di David?" Ma i farisei,
udendo ciò, dissero: "Costui non scaccia i dèmoni se non per mezzo di
Beelzebul, capo dei dèmoni". Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse
loro: "Come può Satana scacciare Satana? Ogni regno diviso contro se
stesso, viene devastato; e ogni città o casa divisa contro se stessa, non
sussisterà. E se Satana scaccia Satana, è diviso contro se stesso, come dunque
sussisterà il suo regno? Poiché dite che scaccio i dèmoni per mezzo di Beelzebul.
E se io scaccio i dèmoni per mezzo di Beelzebul, i vostri figli per mezzo di
chi li scacciano? Per questo essi saranno vostri giudici. Ma se io scaccio i
dèmoni con lo spirito di Dio, è arrivato per voi il regno di Dio... Chi non è
con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde" (Mt.
12,22-30). È noto poi il caso
di Maria Maddalena, "dalla quale Gesù aveva scacciato sette dèmoni". Abbiamo citato
alcuni episodi evangelici della lotta tra Cristo vincitore e Satana sconfitto.
I fatti sono evidenti, anche se ancora oggi esistono dei pseudo-teologi (o
meglio teologastri!), i quali pensano che Cristo si sia ingannato e sbagliato!
Il problema demoniaco, in, altre parole, sarebbe (secondo loro) un fenomeno o
di psichiatria: dunque di psicopatici, isterici, schizofrenici; oppure di
parapsicologia: fatti di psicocinesi, di ipnotismo, di teleipnosi ecc. Così
pensano coloro che scrivono su Famiglia Cristiana (vedi i nn. 39, p.15; 45,
p.17; 49, p.14; a.s. 1988). Costoro, oltre che avere le idee confuse
sull'esistenza del demònio in se stesso, e oltre ad asserire perentoriamente
che "per grazia del Signore morto e risorto, non viviamo più nell'era
demoniaca, ma nell'era della redenzione", si appellano a fenomeni
scientifici di psichiatria e di parapsicologia, contraddicendosi ripetutamente,
perché affermano anche che "non spetta alla scienza dirimere la questione
della demonologia; spetta però alla scienza offrire criteri di analisi, per
evitare di confondere la possessione diabolica con quella psicologica"
(nn. 39 e 49). Ma dunque: da una
parte non dovrebbe esistere il demònio e"l'era demoniaca", e neppure
la possessione diabolica; dall'altra parte la scienza non deve entrare nella
"questione della demonologia", e dall'altra parte ancora, proprio la
scienza dovrebbe dirimere la differenza esistente tra "possessione
diabolica con quella psicologica". Che logicità di pensiero e di
ragionamento è mai questo? Chi ha dato loro il titolo e la laurea in
teologia? Forse le scuole odierne di demitizzazione, o forse le sètte
diaboliche e di magia nera, alle quali forse fanno parte? Costoro vivono
nella teoria che sostiene l'errore di Cristo, per cui Egli si sarebbe
ingannato, credendo indemoniate quelle persone che invece sarebbero state
affette da semplici disturbi di ordine psichiatrico o parapsicologico. Ma in
tal caso, come conciliare un Gesù ingannato con la sua divinità, quale verità
di fede? Inoltre è assurdo anche il pensare, in tema di possessione diabolica,
l'altra teoria dell'adattamento di Gesù ai pregiudizi del suo tempo e quindi
lasciarli nel loro errore, chiamando indemoniati e operando contro Satana, ove
invece, in realtà, sarebbero stati dei semplici malati mentali. In tal caso,
Gesù "via, verità e vita", colui che è venuto a portare sulla terra la
luce contro le tenebre e la verità contro la menzogna, di fatto non avrebbe
operato e confermato altro che le superstizioni del popolo giudaico, cosa
contro la sua Incarnazione, che aveva per scopo di "rendere testimonianza
alla verità" (Jo. 18, 37); Egli "venuto proprio per distruggere le
opere del diavolo!" (1 Jo. 3,8). Occorre e necessita
pregare molto per certi teologi (o meglio che tali si credono!): pare infatti
essere loro dei veri collaboratori del demònio. E "un uomo che ignora il
demònio, se fossi Dio, non me ne fiderei e lo manderei all'inferno per
fargliene fare la conoscenza" (L Montanelli, Corriere della Sera, 4
ottobre 1949). Tali teologastri
dovrebbero meditare di più la "Parola di Dio". Infatti gli
Evangelisti distinguono assai bene gli ammalati veri e propri, distinti dagli
indemoniati, e dai malati e insieme indemoniati: (cfr. Mt. 8,16; 10,1,8; Mc.
1,34; 6,13; 16,17-18; Act. 8,7-8; 19,12 ecc.). Infine è necessario sottolineare che Gesù ha
dato ai suoi discepoli la potestà di cacciare i dèmoni, assolutamente distinta
da quella di guarire i malati. Bastino alcune precise citazioni: "Gesù chiamò i
suoi dodici discepoli e diede loro il potere di scacciare gli spiriti maligni,
di guarire tutte le malattie e tutte le sofferenze" (Mt. 10,1); "Guarite i
malati, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, scacciate i dèmoni" (Mt.
10,8); "Gesù guarì
molti di loro che soffrivano di malattie diverse e scacciò molti dèmoni"
(Mc. 1,34); "Scacciavano
molti dèmoni e guarivano molti malati ungendoli con olio" (Mc. 6,13). Mettendo da parte,
pertanto, i teologastri moderni, rimaniamo fedelmente attaccati ai Santi
Evangeli e alla sicura interpretazione del Magistero Vivente della Chiesa
Cattolica, nostra Madre. |
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