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Si
parla spesso del problema satanismo, con tutte le sue attuali
vicende che ricoprono le news straordinarie dei nostri Tg Italiani
e esteri.
Il
satanismo in europa è molto più calmo rispetto a quello più
avanzato in america, dove Lukas un ragazzo vittima del satanismo
e grazie ad un sacerdote CATTOLICO ne è uscito fuori, ci
racconta tutta la storia di eventi scandalosi al solo sentirne
parlare... messe nere, sacrifici di animali, e come si diceva
prima, leggero in europa, ma in america avanzato, dove si arriva
a sacrificare sull'altare a satana, una persona al giorno (
una messa nera al giorno ) ....
Dove
Michela un altra ragazza sfuggita da queste sette diaboliche,
guidate spiritualmente dal vecchio serpente antico lucifero, satana, Caino, Giuda iscariota.... ecc...
nemici di DioPadre,
ci racconta che la pedofilia è tutta una copertura del satanismo,
per poter poi sacrificare sull'altare bambini che vanno da 1
anno fino a 12 anni, sguartati vivi e a sangue freddo.... per
non parlare delle orgie per precedono il sacrificio finale,
appunto, con lo sguartamento vero e proprio di un essere umano.
Tutto
questo E' VERO e molto pesante da accettare, non stiamo parlano
di fantascienza, di favole, di Harry Potter, che qualche Catto-deficente
perferisce abbordare I propri figli con letture esoteriche-eretiche-diaboliche.....
Chi
meglio di due personalità, come Michela e Lukas, due personalità
distinte ma con un passatto della stessa radice, dove
sono entrati a far parte per diversi anni, di queste sette-diaboliche-segrete...
Dove
l'uno e l'altra hanno acquisito grazie a riti sacrificali, dei
poteri PRETERNATURALI, dove demoni, PURI SPIRITI MALIGNI agivano tramite
I loro corpi...
Ecco
risolto il problema di quelle personalità diaboliche di molti secoli
fa, le cosidette STREGHE che attualmente esistono, sono state
messe al rogo.
Sono
figli delle tenebre, come diceva Rolando Lucchetta, hanno poche
speranze di cambiare direzione, perchè sono persone che vengono
concepiti già con l'invocazione dell'esercito di lucifero e
company, demoni incarnati ( anche se all'apparenza non sembrano
).... personalità dove nel male possono fare di tutto per chi
non è protetto spiritualmente nello scudo della FEDE DI DIO,
come spiegava San Paolo Apostolo di Gesù-Dio.
Molti
secoli fa, si combattevano le CROCIATE per evitare delle situazioni
epocali come la nostra, ormai infangata dallo spirito immondo,
come gli apostoli di Gesù, ci avvertivano profeticamente che
verrà un tempo, che sarà uno dei più terribili....
L'apparenza
ci fa vedere che siamo super tecnologici, super avanzati, super
progressisti... ma al giorno d'oggi ci sono più problemi, catastrofi
e malattie, che ai tempi di un MEDIO-EVO, molto attaccato da
ATEISTI convinti di un epoca di una Chiesa Oscurantista... TUTTA
MENZOGNA...
Come
lo è sempre stato lui, il menzogniere per eccezzione, sà fare
solo questo, anche se purtroppo molto bene... astuto nell'inganno,
riesce ancora oggi ad attirare per distruggere... e appunto
gli ex adepti di queste sette sataniche ne sono un esempio.....
esempio che con il loro coraggio, hanno impugnato una penna
e hanno scritto, ciò che hanno vissuto, come un segnale, un
emergenza a tornare immediatamente nelle vere TASCHE DI DIO
PADRE della SANTISSIMA TRINITA' che incorpora MARIA SANTISSMA,
dove fondarono la CHIESA SANTA APOSTOLICA ROMANA.....
Questa
pagina si aggiornerà con il tempo, inserendo alcuni passi del
libro- estimonianza di ex satanisti tra Michela e Lukas, dove
si consiglia di acquistare I libri integrali.....
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete
capaci di portarne il peso.
Quando però verrà lo Spirito di
verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera,
perché non parlerà da sé, ma
dirà tutto ciò che avrà udito
e vi annunzierà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve
l'annunzierà.
Tutto quello che il Padre possiede è mio;
per
questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà.
dal
vangelo san Giovanni 16, 12-14
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LUKAS
Quattro
anni all'iinferno
Lukas
si sente forte, furbo e invincibile.
Finchè,
a soli 15 anni, resta conivolto in una delle più
pericolose sette sataniche.
La
sua prima lezione: chi scappa deve morire.
(
CAPITOLO 7 DELLA PAGINA 60 )
Anche Peter notò che
spesso mi sentivo giù, e tentò di strapparmi alla depressione raccontandomi di
una grande festa che si sarebbe tenuta in luglio. Si celebra ogni anno al
solstizio d'estate, uno dei giorni più solenni per i seguaci di Satana. «
Interi gruppi della nostra setta affluiscono qui da ogni parte della Germania,
e si celebra un'orgia durante la quale puoi avere tutte le donne che vuoi »,
esclamò con entusiasmo.
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Io lo trovavo piuttosto
disgustoso. Per quanto riguarda le ragazze, sono sempre stato schizzinoso.
Anche se le mie partner non significavano nulla per me (nel satanismo non
esiste amore, ma solo odio), non volevo dividerle con altri. Il solo pensiero
che durante la stessa sera già uno o più uomini avessero posseduto una donna mi
dava la nausea. E come avrei potuto aggiungermi alla lista?
Non c'era nulla che si
potesse avere solo per sé: non restava nulla, neanche il minimo pensiero, la
minima idiosincrasia, che sfuggisse agli occhi degli altri, dunque per quale
motivo il sesso avrebbe dovuto essere libero, o piacevole? E Peter concluse appunto
in questo senso: « Non fare storie, vecchio mio. Dovrai farlo anche tu, che ti
piaccia o no ».Non sapevo cos'altro
sarebbe successo in quell'occasione, quindi misi alle strette Peter per saperne
di più; ero ancora curioso. Alla fine Peter si lasciò andare a raccontarmi
qualche particolare di quella festa segreta. Doveva svolgersi in un grande
cimitero, e il culmine della cerimonia sarebbe stato un grande sacrificio solenne.
Inoltre noi che eravamo dei novellini potevamo andare incontro a un paio di
piacevoli sorprese. Di che cosa poteva trattarsi? Fino a quel momento fra i
satanisti non avevo mai sperimentato una « sorpresa piacevole »; mi aspettavo
piuttosto qualcosa di pauroso, tenuto conto dello schema che ormai conoscevo
bene. « Riuscirò a sopravvivere? »
« È chiaro. Non è un caso
se sei diventato satanista », ribatté lui in tono impertinente.
Naturale. Che cosa mi
aspettavo? Per quale motivo continuavo sempre a fare domande e mi sentivo così
insicuro e speranzoso? In fondo al cuore avrei tanto voluto ricevere una
risposta buona, amichevole, rasserenante, qualcosa di bello di cui potessi
davvero gioire di cuore. Ed ecco affiorare di nuovo quel desiderio insaziabile
di calore e protezione. Quello che più desideravo era vivere in un mondo in cui
non esistessero i satanisti, in cui non ci fosse altro che la vita quotidiana:
lavorare, mangiare, dormire. E una ragazza affettuosa da abbracciare, con la
quale stare insieme, sorridere ed essere felici. Invece quello restava solo un
sogno, un desiderio. Mi struggevo per questo, e al tempo stesso detestavo quel
sogno, perché sapevo che per Lukas, per un seguace di Satana, non si sarebbe
mai potuto avverare.
Quando venne a prendermi
la sera del 7 luglio, per andare alla festa, Peter era tutto caricato,
eccitatissimo al pensiero dei piaceri che pregustava. Poteva andare laggiù a
cuor leggero; in fondo, non era più un neofita, non aveva più bisogno di
lambiccarsi il cervello come me, in previsione di sorprese sgradevoli. Io,
invece, avevo la gola serrata dalla paura dell'ignoto. Riuscirò a sopravvivere
a questa notte? Era come se quella domanda mi fosse rimasta impigliata nel
cervello, bloccandone il meccanismo e dominando tutti i miei pensieri.
Una volta raggiunto il
cimitero, non riuscii a credere ai miei occhi. La luce dei falò avvolgeva il
macabro paesaggio in un alone rossastro, che ricordava l'atmosfera suggestiva
dei campi scout. Le sagome delle croci e le ombre imponenti delle lapidi
oscillavano al riverbero tremolante del fuoco. Sullo sfondo, immerse nell'ombra,
danzavano centinaia di piccole luci fioche. Quando ci avvicinammo, riuscii a
distinguere una tomba aperta, circondata da innumerevoli candele nere. Le
fiammelle isolate si fondevano tra loro, formando un unico cerchio di luce
guizzante, a circa una spanna dal terreno. Quasi come un'aureola, pensai. La
lapide della tomba era ricoperta da un
telo nero, sul quale spiccava una croce satanica in legno bianco, grande e
imponente.
Un po' alla volta, i
sentieri fra le tombe si affollarono di figure spettrali, e ben presto cominciò
a regnare una vivace animazione. Peter mi aveva preannunciato che a quella
festa sarebbero affluiti confratelli provenienti da tutta la Germania, ma non avevo
previsto un numero così alto di partecipanti, e soprattutto ignoravo che a
quell'adunanza tutta particolare fossero invitati solo i discepoli, i sacerdoti
e i loro assistenti; non avrei mai immaginato che fossero tanti. Comunque non
avevo ancora visto nessun sacerdote. C'erano però molte donne, tantissime
donne attraenti.
Per la prima volta mi resi
conto, sia pure in modo parziale, di quanto fosse forte la nostra
organizzazione nella sola Germania. In quel cimitero erano riuniti all'incirca
duecentocinquanta incappucciati, e poi c'erano le donne. Portavano tutte una
mantella fluttuante di velluto nero, lunga fino ai piedi, che in realtà non
era altro che un gran telo di stoffa, stretto con un cordone e annodato al
collo, sotto il quale erano nude. E nessuna di loro si prendeva la briga di
tenere uniti i lembi del mantello, che si apriva a ogni movimento. Anzi,
lasciavano intravedere con civetteria i seni sodi, le gambe flessuose e la
pelle delicata, tutta ricoperta di simboli satanici tracciati col sangue. In
quella oscurità, le carni bianche saltavano agli occhi. Eccitante? In altre
condizioni forse sì.
Ancor oggi mi riesce
difficile capire come mai una festa del genere, non certo discreta, e oltre
tutto visibile da lontano per via dei fuochi, potesse svolgersi in un
camposanto senza che la polizia intervenisse. Ho il sospetto che il custode
del cimitero fosse stato corrotto. In fondo un'assemblea di quelle proporzioni
richiedeva una certa preparazione. Si erano persino premurati di trasportare
fin lì la lastra dell'altare, pesante almeno una tonnellata, e l'avevano
piazzata sopra la tomba aperta, con tanto di catene.
L'arrivo dei sacerdoti,
riuniti in un gruppo compatto, fu il segnale per l'inizio dei festeggiamenti.
C'erano anche degli americani, che si distinguevano dai sacerdoti tedeschi
grazie a un pentacolo dipinto sulla tonaca. Peter mi indicò il mio posto in
mezzo agli altri neofiti. Tutto era organizzato con sorprendente precisione: i
sacerdoti formavano un semicerchio davanti alla tomba e noi discepoli chiudevamo il
circolo, schierati dalla parte opposta. In prima fila c'erano i discepoli di
rango superiore, mentre io ero nella quinta e ultima fila. Le donne erano
scomparse.
I sacerdoti ci
tormentarono per tre ore, o almeno per me fu una tortura: interminabili
preghiere, lodi e insegnamenti. Non ce la facevo più a stare in piedi. Poi
finalmente fu condotto al centro del cerchio un caprone. Sollevato, mi lasciai
cadere in ginocchio insieme a tutti gli altri. Fino a quel momento non avevo
mai assistito al sacrificio di un caprone; questo, insieme allo stambecco, è
l'animale preferito da Satana, che spesso assume la sua forma. II sangue del
sacrificio di quella bestia, quindi, ci avrebbe conferito forti poteri magici.
« Vedete l'anima pura, l'anima
innocente », intonò il coro dei sacerdoti, «vedete cosa ci ha donato. Lodate
Satana! »
A quel punto uno dei
sacerdoti si fece avanti per compiere il rito sacrificale. Mentre estraeva il
cuore dell'animale, rivolse ancora una volta la parola a noi discepoli. «
Bevendo questo sangue, sentirete Satana in voi. La forza che questo animale vi
darà è simile al potere di Satana. Questo sangue è il puro spirito del male, e
ucciderà lo spirito del bene in voi. Esaltate Satana! Che viva in noi, e noi
viviamo in lui! »
Passò molto tempo prima
che i numerosi calici destinati ai vari gruppi fossero riempiti col sangue del
caprone, e ancora di più prima che arrivasse il mio turno nella fila. Bevvi un
sorso, passando oltre il calice. Poi, tutto teso, mi raccolsi in me stesso, in
attesa di questa particolare ondata di forza, di una qualche modificazione in
me; invece non sentii nulla. Proprio nulla.
Annoiato, passai a seguire
il punto successivo del programma: un discorso. Ora toccava a un sacerdote
americano farsi avanti. Tenne una vibrante arringa per esaltare la crescente
potenza di Satana, che si estendeva su tutto il mondo; mi sembrava di sentire
un uomo politico che tiene un discorso elettorale. Esaltò la collaborazione
internazionale fra i gruppi della nostra organizzazione, che avevano un solo
scopo: il dominio mondiale della nostra « comunità oscura ». Riferì con
entusiasmo di influenti personalità della vita pubblica, della politica e
dell'economia che avevano aderito alla nostra ideologia. Fece persino i loro
nomi, ma io non ne conoscevo nessuno. In ogni caso rimasi impressionato: dunque
davanti a me si schiudeva un futuro radioso... se fossi riuscito a diventare
sacerdote. E a quello scopo decisi di mettermi al lavoro con ímpegno ancora
maggiore.
Le parole dell'oratore mi
scorrevano addosso, mentre l'aria tiepída della notte mi portava alle narici
l'odore putrido della tomba aperta. Se solo non fossi dovuto restare ancora
immobile! Per quanto tempo ancora sarebbe durata quella cerimonia e, soprattutto,
quali tormenti mi aspettavano ancora? Non potevo fare a meno di tornare col
pensiero a quelle « piacevoli sorprese » annunciate da Peter. Forse con quelle
parole aveva alluso anche alle donne, ed erano loro la sorpresa per noi. Quelle
che avevo visto fino a quel momento erano davvero belle. Eppure, nonostante il
loro fascino, che risultava così evidente, io non provavo un trasporto
sfrenato per il sesso anonimo. E poi, come si sarebbe dovuto svolgere? Avrei
dovuto farlo davanti agli occhi di tutti i presenti? Ci sarei riuscito? E in
caso contrario? Un movimento fra i discepoli mi strappò alle mie riflessioni:
la conferenza era terminata.
I sacerdoti avevano preso
posto sulla sinistra e sulla destra della tomba. Si fece avanti uno dei
sacerdoti tedeschi, che non portava il pentacolo sulla tonaca. Si fermò di
fronte a noi con le braccia aperte, come se aspettasse qualcosa. Due « demoni
del signore » (altro nome col quale venivano designati gli assistenti del
sacerdote) condussero verso l'altare una giovane donna avvolta in un mantello
nero. Il sacerdote l'accolse a braccia tese, togliendole la veste per scoprire
il suo corpo, nudo e perfetto. Non aveva simboli dipinti sulla pelle.
Con estrema lentezza, la
ragazza si girò verso noi discepoli. I capelli lunghi e biondi le ricadevano
sui seni opulenti, arrivando a sfiorare l'ombelico. Soltanto il viso grazioso
mi stupì: era così privo di vita da sembrare impietrito. Come in trance, si
stese supina sull'altare del sacrificio, e sentii subito sferragliare le
catene. Provai una sensazione sgradevole; i due « demoni » strinsero gli
anelli di ferro intorno ai polsi e alle caviglie delicate della ragazza. Il suono
dei ferri che si chiudevano con uno scatto si propagò, sonoro e minaccioso,
nella notte estiva. Clac, clac... clac... clac. Era incredibile, eppure
sembrava che lei facesse tutto questo di sua spontanea volontà. Dalle sue
labbra non sfuggi neanche un suono, e lei non fece alcun tentativo visibile di
difendersi. Il suo atteggiamento era placido e composto, il respiro regolare e
superficiale. Una schiava volontaria di Satana? Oppure era imbottita di droga?
Non lo avrei mai saputo.
La testa mi girava in modo
vertiginoso. Non potevano certo... ucciderla? No, non si sarebbero azzardati.
Sentii un gran caldo, e mi accorsi che sul dorso delle mani mi spuntavano
goccioline di sudore. Questo non posso sopportarlo! « Ora me ne vado », mi
sfuggì di bocca. Il tizio vicino a me sussurrò: « Se lo fai, ti uccidono ».
Questo mi trattenne. La paura per la mia vita era più forte dell'impulso di
fuggire.
Restai. Continuai a
guardare. La pelle della ragazza risplendeva candida al chiaro di luna, ma non
rimase intatta a lungo, perché il sacerdote utilizzò sul suo corpo il sangue
del caprone che era rimasto. Lentamente, anzi, con delicatezza, le disegnò dei
pentacoli sui capezzoli e la croce dei satanisti sulla fronte. Poi fece un
passo indietro per ammirare il suo capolavoro. La ragazza era immobile.
Attanagliato dalla tensione, dimenticai di respirare.
Tutt'a un tratto, il
sacerdote lanciò un grido animalesco e si lanciò sulla ragazza inerte. Con
entrambe le mani afferrò la tonaca, sollevandola e scoprendo con impazienza il
pene eretto, prima di penetrare in lei con impeto bestiale. Io tirai un respiro
di sollievo; la paura di essere testimone di un assassinio era infondata.
Inoltre anche Peter mi aveva parlato di un'orgia, di sesso senza amore. Per
quanto potevo vedere, era tutto « regolare ». La ragazza sapeva di certo a che
cosa andava incontro, mi dissi per tranquillizzarmi. Il sacerdote si dimenava
con la furia di una bestia sul corpo inerte sotto di lui. Erano passati appena
un paio di secondi, quando venne dentro di lei, con un grido di trionfo. Poi
fu la volta degli altri.
Uno dopo l'altro, la
possedettero tutti i sacerdoti, venti in tutto. La giovane donna rimase
immobile, incatenata all'altare. Fissava inebetita il cielo notturno, come se
tutto quello che accadeva non la riguardasse, come se non fosse il suo corpo
quello che veniva stuprato, usato e profanato. Ma per quale motivo dovevamo
assistere? Forse sarebbe dovuto essere uno spettacolo eccitante? Io lo trovavo
nauseante, e mi vergognavo.
Alla fine, anche l'ultimo
sacerdote raggiunse l'orgasmo dentro di lei, ma la fine era lontana.
Il primo
degli incappucciati si avvicinò di nuovo alla ragazza, disponendosi dalla
parte opposta dell'altare, rivolto verso di noi. La ragazza era sempre distesa
sulla pietra fredda e nuda dell'altare, del tutto apatica. Il sacerdote era
alle sue spalle, cosicché lei non poteva vederlo. Allargò di nuovo le braccia e
la sua voce risuonò euforica e rude quando esclamò con voce tonante:
« Porta
con te questa nostra forza nel regno delle tenebre, a Satana, nostro signore!
» Poi, sollevando di scatto il braccio, le conficcò fra le costole, con
violenza inaudita, un pugnale ricurvo che aveva tenuto nascosto. Per poco il
cuore non mi si fermò di colpo: assalito dalle vertigini, sentii il sangue
affluirmi alla testa. Cercai scampo puntando lo sguardo sui sassi sotto i miei
piedi. Era tutto così tranquillo: nessun grido, nessun suono, neanche un
alito. Poco più avanti, nella mia fila, uno di noi era caduto a terra, esanime.
Era questa, dunque, la
sorpresa annunciata! Senza dubbio era riuscita. Ma io non volli più guardare.
Non potevo. Basta. Finito. Irrigidito dall'orrore, tenni lo sguardo fisso sul
terreno davanti a me, visto che in qualche punto dovevo pur guardare. Quella
era una mancanza grave. Durante la messa lo sguardo del satanista dev'essere
rivolto unicamente al sacerdote. Era nostro dovere guardare, per temprare il
nostro cuore. I riti erano l'addestramento destinato a quello scopo. Chi
distoglie lo sguardo è un debole, un vigliacco schifoso, che mette in dubbio
gli insegnamenti di Satana. Inoltre volevano evitare che osservassimo altri
componenti del gruppo, perché prima o poi si riconosce qualcuno. Anche un breve
istante di distrazione viene punito con severità; eppure, sebbene avessi già
sperimentato abbastanza spesso simili punizioni, non riuscii a riportare lo
sguardo sull'altare. Soltanto grazie a un disumano sforzo di volontà riuscivo
ancora a reggermi in piedi. Le gambe mi tremavano, nel mio corpo si alternavano
ondate di freddo e di caldo, avevo la bocca arida e mi sentivo un groppo in
gola che minacciava di soffocarmi.
Lo sconosciuto mi venne di
nuovo in aiuto. « Il tuo sacerdote guarda continuamente da questa parte »,
bisbigliò. Controvoglia,alzai la testa. L'altare era vuoto, e solo la lastra
imbrattata di sangue ricordava ancora l'omicidio che era stato appena
compiuto. ' Era stata un'uccisione rituale, un atto sacro, cercai di convincermi.
Ma dentro di me risuonava incalzante il grido: omicidio! Omicidio!E’ stato un
omicidio!
L'alba si levò grigia e
stanca sui cespugli e sugli alberi tutt'intorno a noi. A quel punto
ricomparvero le donne. Dapprima si unirono ai sacerdoti, che, dal canto loro,
si gettarono avidamente sulle ragazze. Io cercai di ritrovare l'autocontrollo.
E ora dovevo anche avere rapporti con una donna? Mi sentivo svuotato e sfinito.
Forse sarei riuscito a tagliare la corda inosservato, in mezzo a quello spaventoso
pandemonio di uomini e donne che si accoppiavano.
Mi guardai attorno,
furtivamente, e lo sguardo mi cadde su un paio di occhi accesi e penetranti:
era il mio sacerdote, che mi teneva d'occhio. Mi fissava intensamente, con
aspettativa, come un animale selvaggio sul punto di spiccare un balzo. Mi
avrebbe annientato senza pietà, se non avessi fatto quello che si aspettava da
me. Come un coniglio ipnotizzato reagii al suo tacito ordine, restando fermo e
guardandomi intorno, incerto.
E all'improvviso sentii
una voce limpida che diceva: « Loda Satana e prendi la forza! » Quando mi
voltai, lo sguardo mi cadde su un bel seno piccolo. Non guardai il viso della
ragazza, e oggi non so più se fosse bionda o scura, alta o piccola di statura.
Non volevo saperlo. Una donna qualsiasi, senza nome, senza sentimento, tutta
dedita a Satana. Le mie braccia si mossero da sé, scivolando sotto la sua veste
semiaperta. Aveva il corpo freddo, freddo come il ghiaccio. La trascinai a
terra, sollevando la tunica, slacciandomi i pantaloni e mettendomi all'opera.
Finii in fretta. La piccola avrebbe voluto continuare, ma io mi sottrassi alle
sue insistenze; avevo fatto il mio dovere, e ora non vedevo l'ora di andarmene.
Stordito, con le gambe di
piombo, mi trascinai verso la macchina di Peter. Quale demonio si era
impadronito di me? Il mio sesso aveva fatto tutto da solo. Quando la piccola mi
si era fermata davanti, si era inturgidito all'improvviso, premendo contro i
jeans diventati troppo stretti. Era desiderio allo stato puro, brama animalesca.
Invaso da un impulso incontrollabile di trovare sfogo, mi ero gettato su di lei
come una bestia, ma ora che la mia ragione funzionava di nuovo, mi sentivo
scosso.
Non so se fossero passati
cinque minuti o un'ora, quando Peter tornò finalmente alla sua auto. Ero
sfinito. ll mondo per me era andato a rotoli; non c'era più nulla che avesse
senso. Ma com'era possibile? Omicidio! Stupro! Mi riusciva impossibile
formulare un pensiero compiuto. Me ne stavo appoggiato alla macchina come un
sacco vuoto, lo sguardo fisso davanti a me, senza in realtà vedere niente.
Peter era così allegro ed
eccitato che mi accompagnò in macchina fino all'ingresso dell'istituto. I suoi
discorsi pieni di allusioni pesanti e le sue confidenze mi davano terribilmente
sui nervi. Chiusi ostentatamente gli occhi, cosicché le sue chiacchiere rimbalzavano
contro il muro che avevo innalzato intorno a me col pensiero. Una volta
rientrato in istituto, mi strappai di dosso i vestiti, ficcandomi sotto la
doccia. L'acqua bollente mi rianimò, rimettendo in moto il cervello, e la
memoria. Sarebbe stato molto meglio se fossi andato a letto subito, perché mi
tornarono alla mente le immagini di quella notte.
Con la fantasia rivedevo
il viso stupendo della donna assassinata, rendendomi conto per la prima volta
di quanto fosse inerme. Poi mi compariva davanti la testa incappucciata del
sacerdote... E rivivevo di nuovo il silenzio che aveva avvolto tutta la scena. Era
così inconcepibile, così crudele, così disumano! Quelle immagini sconvolgenti
minacciavano di farmi andare fuori di testa. L'acqua calda mi scrosciava
addosso, e non mi rimase altro che battere i pugni contro le pareti del bagno,
in preda alla collera impotente e alla frustrazione. Se Peter fosse stato lì,
lo avrei strangolato con le mie stesse mani.
« Odio lui, odio il
sacerdote, odio tutta questa gente pervertita! » Era troppo tardi: avevo
assistito a un omicidio senza fare niente per impedirlo. E se fossi andato
dalla polizia? Probabilmente mi avrebbero dichiarato malato di mente e
rimandato a casa, oppure rinchiuso in manicomio. Non avevo alcuna prova, non
sapevo chi fosse la ragazza, non sapevo che cosa avessero fatto dei suoi resti.
Dovetti vomitare. Rimasi con lo sguardo fisso, mentre il getto della doccia lavava
tutto, portando via con sé ogni residuo, così come probabilmente era stato
anche per lei. Ne sapevo abbastanza sui metodi usati dalla setta per liberarsi
dei resti mortali...
A un certo punto i miei
compagni di istituto cominciarono a tempestare la porta di colpi, e allora
capii che era giorno fatto. Finalmente potevo andare a lavorare e respingere
dalla mente quella terribile esperienza, spegnere i pensieri come si fa con un
televisore e lasciarmi fagocitare dal mio ambiente così normale.
Avrei trascorso una
giornata del tutto ordinaria.
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MICHELA
FUGGITA
DA SATANA
La
mia lotta per scappare dall'inferno
A1 culmine di una carriera professionale coronata
di successo e ricchezza, la ricerca di nuove esperienze porta Michela a
incontrare un gruppo esoterico, che le promette emozioni e felicità.
Dall'esoterismo all'ingresso in una setta satanica il passo è breve. È l'inizio
di un'esperienza sconvolgente, che la porta - ammette lei - a fare di tutto,
tranne l'omicidio: messe nere, riti di iniziazione, sacrifici a Satana si
susseguono in un vortice di pratiche
diaboliche in cui, costantemente sotto
l'effetto di stupefacenti, il contatto con la realtà si perde a poco a poco.
Saliti a uno a uno i gradini della gerarchia interna alla setta, si trova
infine incaricata di eliminare la fondatrice dell'Associazione "Nuovi
Orizzonti". |
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È a quel punto che capisce che non può andare oltre e,
aggrappandosi alle ultime forze della volontà, decide di fuggire, trovando
riparo proprio in una comunità di accoglienza di "Nuovi Orizzonti".
Sconvolgenti sono le testimonianze di questo periodo: dal parlare lingue sconosciute
al trovarsi in possesso di una forza sovrumana, dal non sentire alcun dolore
fisico fino al camminare su pareti e soffitti. Tutti segni della presenza
diabolica che la possiede. Fino a quando, dopo un intenso periodo di
accompagnamento psicologico-spirituale e di esorcismi viene finalmente liberata
dal maligno. A condizione di mantenere l'anonimato per non essere identificata
- il nome fittizio di Michela è un omaggio a San Michele Arcangelo - ha
accettato di raccontare tutta la sua storia. Affinché nessuno possa rivivere
la sua terribile esperienza. Perché Satana esiste e lei lo ha incontrato.
I RITUALI
SU I BAMBINI
(
pagina 116 )
Ho lasciato consapevolmente per ultimi i ricordi che mi
fanno più male. Non posso però evitare di raccontarli qui, perché sono
convinta che sia necessario rendere tutti consapevoli di quello che veramente
sono e fanno le sette sataniche.
Il peggio succedeva quando era la vigilia delle feste
dedicate agli angeli e ai bambini: i tre arcangeli Michele, Gabriele e
Raffaele (29 settembre), gli angeli custodi (2 ottobre), il Natale (25
dicembre), i santi innocenti (28 dicembre), l'Epifania (6 gennaio), la presentazione
del neonato Gesù al tempio (2 febbraio, la cosiddetta Candelora). In
particolare queste ultime tre circostanze vedevano in primo piano i rituali sui
bambini, che per me sono stati i più drammatici in assoluto.
A volte, durante la messa nera, un bambino veniva chiuso
vivo dentro un sarcofago. Però non so se poi lo lasciavano oppure lo
toglievano: in quei riti la
Dottoressa ( Dottoressa
in psicologia e pcichiatria di Roma NDR ) mi portava via prima della conclusione, dato che
non avevo ancora raggiunto il livello giusto all'interno della setta. In
un'altra circostanza a una bambina è stata fatta bere una pozione che credo
fosse velenosa, poiché subito dopo ha cominciato ad avere dolori atroci alla
pancia: si contorceva in maniera pazzesca, fino a cadere a terra priva di
sensi.
La notte del 5 gennaio era destinata al battesimo diabolico,
con la consacrazione dei neonati a Satana. Una madre portò davanti all'altare
un bambino che poteva avere duetre mesi e lo consegnò al Sacerdote, che fece
con il pugnale una aspersione di sangue sul suo corpícino e pronunciò alcune
formule. La donna venne premiata con un rapporto sessuale con il Sacerdote e
con un altro adepto a sua scelta. Al momento dell'elevazione del calice, le fu
permesso inoltre di alzarlo tenendolo insieme con il Sacerdote: e questo era
davvero un grande onore.
Un'altra volta ho visto la consacrazione del feto che una
gestante ha fatto, offrendolo a Satana mentre ancora portava il bambino nella
pancia. Quella donna l'ho rivista nelle settimane successive. Poi purtroppo
poteva capitare che il figlio nascesse - o fosse tirato fuori con il cesareo -
e avesse vita breve, perché tutto era in funzione della glorificazione del
demonio. Quei neonati, figli di donne che facevano parte della setta,venivano
partoriti clandestinamente, con l'assistenza di medici compiacenti, e non
risultavano registrati all'anagrafe.
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APRO
UNA PARENTESI
QUI
SI PARLA DI ABORTI CHE COMPIONO LE SETTE SATANICHE
QUANDO DEVONO SACRIFICARE
UN
FETO, E QUESTO E' COLLEGABILE A MOLTE RISPOSTE CHE
DEMONI, PER BOCCA DI
PERSONE
INNOCENTI, COLPITE DA POSSESSIONI DIABOLICHE,
HANNO SEMPRE AFFERMATO
CHE
SATANA I BAMBINI SE LI MANGIA.
8) L'aborto...
l'uccisione degli innocenti... oh... urrah! urrah! E' stata la mia trovata più
bella e più gustosa! Ammazzare gli innocenti invece dei colpevoli e degli
omicidi della mafia! Distruggo l'umanità' e così finiscono, prima di nascere,
gli adoratori del vostro falso Dio... urrah...urrah...
(
da
catechesi di satana di Padre Pellegrino Ernetti
)
Io i bambini cerco sempre di mangiarli.
Sai come? ». E il demonio
descrisse, con parole agghiaccianti,
sia lo sterminio giornaliero, in
ogni parte del mondo, di migliaia di bambini nel
grembo materno,
sia le violenze sessuali sui bambini; ( catechesi involontaria di satana di Francesco
Bamonte )
Giuda (a una
domanda dell’esorcista circa la legge sull’aborto, rispose): Noi eravamo tutti
là (a Bonn, alla votazione della legge). Tutto 1’inferno stava li: e questo lo
abbiamo combinato noi meravigliosamente bene!!! Quelli non sanno più dove vanno
a finire. Tutti quelli non hanno più tempo, la gente! Essi non sanno più ciò
che sta lassù e quaggiù!
(
risposte dei demoni, dall'esorcismo di Annaliese
Michel
)
Gli
uomini non notano di sprofondare nella sventura, perché dalla pillola e dai
preservativi fino all’aborto
non è più molto grande la via, e 1’aborto è già un
omicidio (grida) è un peccato mortale.
(
Verdi
Garandieu, un prete dannato mette in guardia dall'inferno
)
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( CONTNINUA
MICHELA...... )
Io non ho mai preso precauzioni per evitare di rimanere
incinta, nonostante nei riti ci fossero rapporti di ogni tipo. Né venivano
utilizzati preservativi, neanche contro il rischio della trasmissione di
malattie sessuali. Comunque, quando una di noi era incinta veniva considerata
una prediletta di Satana e suo figlio, nella nostra follia, rappresentava un
dono per lui.
Nella notte del 27 dicembre, in spregio di quei bambini che
furono uccisi da Erode e che la
Chiesa cattolica venera come martiri innocenti, veniva
offerto a Satana il sacrificio di un bimbo. Qualche settimana prima, durante un
sabato notte, avevo sentito il Sacerdote arrabbiarsi con un confratello che
non aveva ancora trovato il bambino da offrire per quella data: evidentemente
poi quella tragica ricerca era andata a buon fine.
Si trattava di un maschíetto di sei-sette anni, vestito con
una tunica bianca, senza cappuccio. Stava attaccato alle braccia del
Sacerdote, come se si fidasse di lui, e probabilmente era stato drogato. Le
formule utilizzate non le avevo mai sentite in precedenza: veniva invocato
soltanto Asmodeo, mentre nelle altre occasioni sentivo nominare anche Lucifero
e Belzebù. La Dottoressa
mi stava di fianco e mi sussurrava: «Vedi com'è fortunato... lui può donare a
Satana la sua innocenza...».
Mentre un altro adepto teneva fermo il bambino, il Sacerdote
lo stese sull'altare e cominciò a fargli sgocciolare addosso cera, bollente.
Anche altri confratelli gli posarono sul corpo piccoli carboni accesi. Il
piccolo urlava e in tutti noi cresceva la rabbia verso di lui. Poi il Sacerdote
lo sodomizzò e altrettanto fecero gli altri maschi della setta. A vedere gli
abusi pazzeschi a cui veniva sottoposto questo povero bambino provai un blocco
che mi rese totalmente incapace di fare una qualunque cosa contro di lui.
Probabilmente mi era tornata in mente qualche violenza subita nella mia
infanzia. La Dottoressa
decise allora che per potere fare ulteriore carriera nella setta avrei avuto
bisogno di una più intensa "terapia". Avrebbe intensificato le
sedute per aíutarmi a superare il mio blocco con i bambini. Era già in
programma (subito dopo che avessi portato a compimento la "missione"
contro Chiara) una messa nera in cui era prevista l'offerta di un bambino a
Satana e io avrei dovuto dimostrare di avere superato il mio blocco. Seppi
dalla Dottoressa che dovevo formarmi adeguatamente perché in alcuni riti
l'offerta di un bambino a Satana avrebbe dovuto concludersi con il taglio dei
testicoli, e la deposizione del cuore del bimbo dentro al calice.
Sono quegli occhi smarriti e terrorizzati l'incubo che mi
porterò dietro per tutta la vita anche se alcune scene a cui ho assistito
durante questi riti (in cui tra l'altro ero imbottita di droghe e di alcolici)
devono essere state talmente traumatiche per me che non riesco neanche a ricordarle;
quando mi torna in mente qualche flash provo un dolore così lancinante che ho
proprio l'impressione di impazzire. Anche di recente, quando mi hanno messo in
braccio dei bambini piccoli, sono stata presa da un'angoscia che mi ha
costretta a ridarli alla mamma e a scappare via fra le lacrime. Quando, nei
primi tempi della conversione, mi confidavo con Chiara, le ripetevo che - anche
se la misericordia infinita di Dio mi avesse perdonata - io non sarei mai
riuscita a perdonarmi per aver assistito a tali riti così orribili.
Per quello che ho compreso, alcuni dei bambini sacrificati
dalla setta erano stati presi per strada, scegliendoli fra quei piccolini che
chiedono l'elemosina ai semafori e dei quali nessuno in sostanza si cura. Se
anche scompaiono, è difficile che le loro famiglie zingare facciano la
denuncia alle forze dell'ordine. Altri bambini arrivavano invece dal giro della
pedofilia, che non di rado è invece una copertura per le attività sataniche.
Nel rito del 27-28 dicembre io non riuscii a compiere
nessun tipo di violenza su quel bambino, nonostante le sollecitazioni della
Dottoressa che mi ripeteva: «Distruggi lui e sparirà anche l'infanzia
terribile che hai vissuto». Tornate a casa, nei giorni in cui mi preparava
all'omicidio di Chiara, mi diceva che - prima di diventare Sacerdotessa -
avrei avuto un'altra opportunità per violentare un bambino nella cerimonia
dell' 1-2 febbraio, quando la setta fra l'altro consacrava le candele che
sarebbero state utilizzate nel corso dell'anno.
Fino ad allora non mi era mai venuto il pensiero: «Ma che
cosa sto facendo?». Tutto mi scorreva dinanzi come se fosse normale.
Addirittura, ogni volta che partecipavo a un nuovo rito mi sembrava di averlo
già vissuto in precedenza. A partire da quel momento cominciò invece a
infiltrarsi, in un angolino della mia mente, qualche dubbio su ciò che stavo
compiendo. Al blocco emotivo che mi aveva attanagliato durante il rito sul
bambino si era inoltre aggiunta la paura che anch'io avrei potuto, prima o poi,
fare la stessa fine di una delle ragazze che erano state sacrificate. Nel contempo però
sentivo la voglia del potere, che la promozione a Sacerdotessa mi avrebbe
fatto raggiungere. Un sentimento altalenante, nel quale continuerò a
dibattermi anche dopo essermi rifugiata in comunità a Trigoria, mentre padre
Raffaele combatteva in mio sostegno mediante gli esorcismi.
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