La Salette
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La madonna è apparsa a La Salette per il mondo intero Un giorno d'autunno
Verso la metà del mese di settembre 1846, un contadino degli Ablandins, Pietro Selme, ha il suo pastorello malato. Scende a Corps, presso un suo amico, il carradore Giraud. "Imprestami il tuo Massimino per alcuni giorni..." "Massimino pastore? ... E' troppo distratto per farlo!" Si discute, si patteggia e il 14 settembre ecco il piccolo Massimino agli Ablandins. Il 17 intravede Melania al villaggio. Il 18 vanno a pascolare i loro armenti sui prati comunali, sul monte Sous-les-Baisses (il Planeau). Nel pomeriggio Massimino tenta di chiacchierare, Melania non ne ha tanta voglia. Nondimeno scoprono un punto in comune: sono entrambi di Corps: altora si discorre, si decide di venire a pascolare insieme l'indomant alto stesso posto.
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Sugli alpeggi
Dunque, il sabato 19 settembre 1846, di buon mattino, i due fanciulli salgono i versanti del monte Planeau, coascimp giodamdp o; sip ar,emtp do quattro mucche; e con Massimino, anche la capretta e il suo cane Lulù. Verso mezzogiorno, suona l'Angelus sul campanile del villaggio sottostante. Allora i pastorelli dirigono le lore mucche verso la fontana delle bestie, una semplice pozzanghera formata dal ruscello che scende attraverso il valloncello della Sezia. Poi le sospingono verso una prato pianeggiante del monte Gargas. Fa caldo, le bestie cominciano a ruminare. Massimino e Melania risalgono la conca fino alla fontana degli uomini, presso la qualeconsumano il loro pasto frugale: pane e formaggio e acqua fresca a volontà. Altri pastorelli che pascolano più in basso li reggiungono e conversano un po'. Alla loro pastenza, Massimino e Malania attraversano il ruscello, scendono alcuni passi verso dei banchi di pietre ammucchiate presso l'alveo di una sorgente asciutta: è la piccola fontana. Melania vi dupone il suo tascapane e Massimino il suo blusotto con il pranzo.
L'altro fulgore
Contro ogni abitudine, i due fanciulli si stendono sull'erba e... si assopiscono. Si sta bene al sole di quella fine d'estate, nessuna nuvolta in cielo. If mormorio del ruscello accresce la calma e il silenzio della montagna. Il tempo scorre.Bruscamente Melania si sveglia a scuote Massimino: "Massimino, vieni presto, andiamo a vedere le nostre mucche... Non so dovo siano!" In tutta fretta, salgono il versante opposto al Gargas. Rigirandosi scoprono l'alpeggio: le loro mucche stanno tranquillamnente ruminando. I due pastorelli sono rinfrancati. Melania comincia a ridiscendere. A mezza costa, si arresta e stupefattta lascia cadere il suo bastone: "Massimino, vieni a vedere laggiù una luce".Presso la piccola sorgente, su un mucchio di pietre... un globo di fuoco. "Come se il sole fosse caduto lì". Eppure il sole continua a splendere in un ciclo senza nubi. Massimino accorre, gridando: "Dov'è? dov'è?" Melania addita il fondo del valloncello dove avevano dormito. Massimino si ferma vicino a lei, raggelato dalla paura e le dice: "Riprendi il tuo bastone, sù! Io tengo il mio e gli dò un buon colpo se ci fa qualche cosa". Lo splendore si muove, ruota su se stesso. Le parole difettano ai due fanciulli per descrivere l'impressione di vita che si irradia da quel globo di fuoco. una donna vi appare, seduta, la testa tra le mani, i gomiti sulle ginocchia, nell'atteggiamento di profonda mestizia.
La Bella Signora
La Bella Signora si alza. Essi non si sono mossi. Dice loro in francese: Avvicinatevi, figli miei, non abbiate paura; sono qui per narrarvi una grande notizia. Allora discendono verso di lei.La fissano. non cessa di piangere: "Si sarebbe detta una mamma percossa dai figli e fuggita sulla montagna per piangere". La Bella Signora è alta e tutta luminosa. Veste come le donne della regione: lunga tunica, un grande grembiule alta vita, uno scialle incrociato e annodato dietro, una cuffia da contadina. Delle rose incoronano la testa, orlano il suo scialle e i suoi calzari: sulla fronte splende un fulgore simile a un diadema. Sulle spalle pesa una lunga catena. Una catenina trattiene sul petto un crocifisso sfavillante, con ai lati un martello e delle tenaglie.
Quello che dice sulla montagna
La Bella Signora parta ai due pastorelli: "Ha planto tutto il tempo che ci ha parlato". Insieme o separtamente, i due fanciulli dicono te stesse parole, con leggere varianti che non alterano il significato. E questo non importa quali siano gli interlocutori: pellegrini o semplici curiosi, alte personalità o ecclesiastici, inquirenti o giornalisti. Siano favorevoli, senza pregiudizi o malevoli: ecco quello che è loro trasmesso:
Avvicinateve, figli miei, non abbiate paura: sono qui per cominicarvi una grande notizia!
"Noi ascoltavamo, non pensavamo a niente". Come Massimino e Malanai, lasciamo risuonare dentro di noi ciò ch'ella ha detto sulla montagna.
Con loro, ascoltiamola fissando sul suo petto il crocifisso raggiante di gloria. Se il mio popolo non vuole sottomettersi, sono costretta a lasciare livero il braccio di mio Figlio. Esso è così forte e così pesante che non posso più trattenerio.>>. Da quanto tempo soffro per voi!>> Se voglio che mio figlio non vi abbandoni, sono incaricata di pregarlo incessantemente a voi non ci fate caso. Per quanto pregherete e farete, mal potrete compensare la pena che mi sono presa per voi.>>. i ho dato sei giorni per lavorare, mi sono riservato il settimo e non me to volete concedere. E' questo che appesantisce tanto il braccio di mio Figlio..
E anche quelli che guidano i carri non sanno che bestemmiare il nome di mio figlio. Queste sono le due cose che tanto appesantiscono il braccio de mio Figlio.. Se il raccolto si guasta, la colpa è vostra. Ve l'ho mostrato l'anno passato con le patate: vol non ci avete fatto caso! Anzi, quando ne trovavate di guaste, bestemmiavate il nome di mio Figlio. Esse continueranno a marcire e quest'anno, a Natale, non ve saranno più.>>
Il termine pommes de terre (patate) sconcerta Melania. In dialetto si dice la truffa e la parola pomi risveglia, in lei, solo il frutto del melo. Sta per voltarsi verso Massimino per chiedergli una spiegazione. Ma la Signora la previene:
Voi non capite, figli miei? Ve lo dirò diversamente.
Si la recolta se gasta nei rien qué per vous aoutre. Vous laiéou favéire l'anna passa per lá trufà, ecc...
Avendo ripreso queste ultime frasi nel vernacolo di Corps, quello correntemente parlato da Massimino e Melania, la Bella Signora prosegue sempre in dialetto:
Si avà de bla, foou pas lou semena....
Se avete del grano, non seminatelo. Quello seminato serà mangiato dagli insetti e quello che verrà cadrà in polvere quando lo batterete.
Sopraggiungerà una grande carestia. Prima di essa, i bambini al di sotto dei sette anni saranno colpiti da convulsioni e morranno tra la braccia di coloro che li terranno. Gli altri faranno penitenza con la carestia. Le noci si guasteranno e l'uva marcirà All'improvviso la Bella Signora continua a parlare, ma il solo Massimino la sente. Melania vede muovere le labbra, ma non percepisce nulla. Alcuni instanti più tardi, Melania a sua volta può ascoltaria, mentre Massimino, che non sente più nulla, si mette a girare il suo cappello sulla punta del suo bastone o, con l'altra estremità, sospinge dinanzi a lui alcuni sassolini. "Nemmeno uno ha colpito i piedi della Bella Signora!" si scuserà in seguito. "Mi ha detto qalcosa, dicendomi: tu non dirai nè questo, nè quest'altro. Dopo non sentii più multa e nel frattempo mi trastullai". Così la Bella Signora ha parlato in segreto a Massimino, piì a Melania. E nuovamente entrambi percepiscono le sue parole: Se si convertono! Le pietre e le rocce si muteranno in mucchi di grano e le patate nasceranno da sole nei campi. Fate la preghiera, figli miei? "No molto, Signora", risposero entrambi. Ah, figli miei, bisogna faria bene, sera e mattino. Quando non avrete tempo, dite almeno un Pater e un'Ave. Quando potrete far meglio, ditene di più. A messa, d'estate, vanno solo alcune donne un po'anziane. Gli altri lavorano di domenica, tutta l'estata. D'inverno, quando non sanno che fare, vanno a messa solo per brularsi della religione. In Quaresima vanno dal macellaio come cani.
Avete mai visto del grano guasto, figli miei?>>
"No, Signora, mai visto." Allora si rivolge a Massimino: Ma tu, figlio mio, lo devi aver visto una volta con tuo padre verso la terra di Coin. Il padrone del campo disse a tuo padre di andare a vedere il suo grano guasto. Vi andaste tutti e due, prendeste in mano due o tre spighe, le sstropicclaste e tutto cadde in polvere. Al ritorno, quando eravate a mezz'ora da Corps, tuo padre ti diede un pezzo di pane dicendoti: "Prendi, figlio mio, mangia ancora pane quest'anno perchè non so chi ne mangerà l'anno prossimo se il grano continua in questo modo". "Oh, sì, Signora, ora ricordo. Prima non me lo ricordavo più!" E la Bella Signora conclude, non in dialetto, ma in francese:
Andiamo, figli miei, fatelo conoscere a tutto il mio popolo.
Il giudizio
Il 19 settembre 1851, Mons. Filiberto de Bruillard, vescovo di Grenoble, pubblica finalmente il suo Decreto Dottrinate:"Noi giudichiamo che l'Apparizione della Madonna a due pastorelli, il 19 settembre 1846, su una montagna della catena delle Alpi, situata nella parrocchia de La Salette, vicaria foranea di Crops, reca in se stessa tutti i caratteri della varità e i fedeli hanno fondate ragioni per crederia indubitabile e certa." La risonanza di questo decreto è considerevole. Numerosi vescovi lo fanno leggere nelle parrocchie delle loro diocesi. La stampa se ne appropria pro o contro. Tradotto in alcune lingue, è pubblicato in modo particolare sull' "Osservatore Romano" del 4 giugno 1852. Lettere di felicitazioni affluiscomo al vescovado di Grenoble.L'esperienza e il senso pastorale di Mons.Filiberto de Brullard non si fermano qui. Il primo maggio 1852, pubblica una Lettera Ufficiale in cui annuncia la costruzione di un santuario sulla montagna de La Salette e la creazione di un corpo di missionari diocesani che si chiameranno: i Missionari di Nostra Signora de La Salette. Ma aggiunge: "La madonna è apparsa a La Salette per il mondo intero: chi ne può dubitare?" L'avvenire avrebbe confermato e superato quelle attese: il ricambio essendo assicurato, si può ben dire che Massimino e Melania hanno adempiuto la loro missione.Il 19 settembre 1855, Mons. Ginoulhiac, nuovo vescovo di Grenoble, compendiava cost la situazione: "La missione dei fanciulli è terminata, comincia quella della Chiesa". Innumerevoli sono oggi gli uomini e le donne di ogni lingua che hanno trovato nel messaggio de La Salette, la strada della conversione, l'approfondimento della loro fede, il dinamismo per la vita quotidiana, le ragioni del loro impegno con e nel Cristo al servizio degli uomini.
Il Santuario de La Salette
http://www.nsrasalette.org.br/sant.htmÈ situato in plena montagna, a 1.800 metri di altezza, sulle Alpi francesi. L'edificio religioso e il complesso ricettivo sono affidati dalla diocesi di Grenoble alle premurose cure dell'Associazione dei Pellegrini de La Salette. I Missionari e le Suore di Nostra Signora de La Salette ne assicurano l'animazione e il funzionamento in collaborazione con i cappellani, diocesani e religiosi, le religiose e i laici. Questi occupano un posto importante sia in quanto associati alla pastorale che come saleriati a volontari provenienti da ogni dove. http://www.nsrasalette.org.br/sant.htm http://www.nsrasalette.org.br/sant.htmNumerose sono le possibilità offerte ai pellegrini: lettura della Parola di Dio, condivisione su un determinato tema, riunioni ed incontri con i cappellani, mostre missionarie e vocazionali, collaborazione data ai vari gruppi, accoglienza dei bambini, ecc... La giornata é ritmata dalla celebrazione eucaristica, dall'ufficio divino, dalle veglie di preghiera, dalle processioni, dalla preghiera del Rosario e dalla Via Crucis... senza dimenticare la preghiera silenziosa sempre possibile sui pendii della montagna o nelle cappelle adibite allo scopo.
I Primi Testimoni
Massimino Giraud
Massimino Giraud è nato a Corps, il 26 agosto 1835. Sua madre, Anna Maria Templier, è anch'essa di Corps. Il padre di Massimino, Germano Giraud, è venuto da un distretto vicino. Massimino ha solo 17 mesi quando muore la sua mamma, che lascia anche una bambina di 8 annii, Angelica. poco dopo, il babbo si risposa. Massimino crescerà all'avventura: il carradore è all'officina o all'osteria: sua moglie non sente attrativa per quel monello troppo vivace, spensierato che non rimane in casa, preferendo gironzolare per le stradine di Corps, attorno alle diligenze e alle vetture, o a correre col suo cane e la sua capretta. Il fanciullo è volentieri bricconcello, l'occhio vivo sotto il nero ciuffo scarmigliato e la lingua sempre sciolta. Durante l'Apparizione, mentre la Bella Signora si rivolge a Melania, fa girare il cappello sulla punta del suo bastone o sospinge sassoline fin sotto i piedi della Bella Signora. "Non uno però l'ha toccata" risponderà senza imbarazzo agli inquirenti. Cordiale appena si sente amato, malizioso quando lo si vuol riprendere. La sua adolescenza fu difficile. Nei tre anni che seguono l'Apparizione perde il fratellastro Giovanni Francesco, la matrigna Maria Court e il papà Germano Giraud. E' posto sotto la tutela del fratello di sua madre, lo zio Templier, uomo rude e interessato. A scuola i suoi progressi sono modesti. La Superiora, suor Tecla, che veglia su di lui, lo chiama "moto perpetuo!" Aggtungete a queto le pressioni fanatici, partigiani d'un sedicente figlio di Luigi XVI, vogliono sgruttario a fini politici. Massimino li beffa con frottole. Contro l'espresso parere del parroco di Corps e non tenendo conto della pribizione del vescovo di Grenoble, questi messeri conducono l'adolescente ad Ars. Massimino non ama la loro comapgnia, ma apprezza l'occasione che gli si presenta per vedere un pó di mondo. Sono accolti dall'imprevedibile Don Raymond, viceparroco del santo Curato, il quale, di colpo, tratta La Salette d'imbroglio colossale e Massimino di fosco burgiardo. Durante la mattinata del 25 settembre 1850, il santo incontra due volte confessario. Che cosa ha potuto raccontare l'adolescente esasperato? Il risultato è che per alcunt anni il santo curato non cesserà di dubitare e di soffrire. Dopo il decreto del 19 settembre 1851, rimanderà i suoi interlocutori al giundizio del vescovo responsabile: ci vorranno anni di prova e alcuni miracoli per convincerlo a dare il suo assenso all'Apparizione, ritrovando la pace. In quanto a Massimino, pur affermando con vigore di non essersi mai smentito, si troverà molto impacciato nel giustificare il suo comportamento. Basta elencare i luoghi dov'è passato per farsi un'idea di quanto il giovane abbia viaggiato. Dal Seminario minore di Grenoble (Rondeau) alta Grande Certosa, della parrocchia di Seyssins a Roma; da Dax e Aire-sur-Adour al Vésinet, poi al collegio Tonnerre, a Petit Jouy vicino a Versailles e a Parigi. Seminarista, poi impegnato in un ospizio, studente di medicina, trombato al baccellierato, lavora in una farmacia; si arruola come zuavo pontificio, annulla il suo ingaggio dopo sei mesi e ritorna a parigi. Avendo il giornate La Vie Parisienne attaccato La Salette, Massimino lo querela e ottiene una rettifica. Nel 1866 pubblica un opuscolo La mia porfessione di fede sull'Apparizione della Madonna della Salette. Durante quel periodo, i coniugi Jourdain, una coppia tutta dedita al suo servizio, gli assicura un'apparente stabilità, paga i suoi debiti fino al rischio di rovinarsi. Massimino accetta allora di fare il socio d'un mercante di liquori che sfrutta la notirietà del pastorello per accrescere le sue vendite. L'imprevidente Massimino non riesce a far quadrare i suoi conti. Nella guerra del 1870 è mobilitato al Forte Barrau a Grenoble. Finalmente ritorna a Corps, dove lo raggiungono i coniugi Jourdain. Tutti e tre vivono poveramente, alutati dai Missionari, d'intesa col vescovado. Nel novembre del 1874 risale a La Salette: dinanzi a un uditorio particolarmente attento e commsso, rifa il racconto dell'Apparizione come il primo giorno. Sarà per l'ultima volta. Il 2 febbralo 1875 si reca nella chiesa parrocchiale per l'ultima volta. La sera del 1 marzo, Massimino si confessa, riceve il viatico sorbendo un po' d'acqua della Salette per inghiottire l'ostia. Cinque minuti dopo rende la sua anima a Dio. Non aveva ancora quarant'anni. La sua salma riposa nel cimitero di Corps ma il suo cuore è nella basilica de La Salette, vicino alta consolle dell'organo. Era la sua ultima volontà: "Credo fermamente, anche a prezzo del mio sangue, alta celebre Apparizione della SS. Vergine sulla Santa Montagna de La Salette, il 19 settembre 1846: Apparizione che ho difeso con parole, scritti e soffrerenze... con questi sentimenti offro il mio cuore a N. S. de La Salette". Col suo testamento, questo poveretto non aveva più nulla da lasciare che ta sua fedeltà alla fede della Chiesa. Il monello accattivante e volubile com'è sempre rimasto, ha finalmente trovato, presso la Bella Signora, l'affetto e la pace di Dio.
Melania Calvat
Melania è nata a Corps, il 7 novembre 1831, in una famiglia numerosa. Il padre Pietro Calvat, conosciuto come boscaiolo, si adatta a tutti mestieri che gli vengono offerti. La madre, Giulia Barnaud, avrà da lui dieci figli. Melania è la quata. Si è poveri al punto da mandare alle volte i piccoli a mendicare per le strade. Molto preto Melania è collocata a servizio como pastorella presso i contadini dei dintorni. Dalla primavera del 1846 sino alla fine dell'autunno, la troviamo presso Battista Pra agli Ablandins, una delle frazioni de La Salette. Il vicino si chiama Pietro Selme; è lui che ha assunto, per una sola settimana, l'indisciplinato Massimino, in sostituzione del suo pastorello ammalato. Di fronte a quel piccolo ciarliero, Melania, timida e taciturna, sta sulle sue. Eppure quei due bambini hnno punti in comune, se cosi si può dire. Nati entrambi a Corps dove risiedono le loro famiglie, non si conoscono affatto, anche per le lunghe assenze della pastorella. Entrambi parlano il dialetto locale e conoscono qualche parola di francese. Né scuola, né catechismo; non sanno né leggere né scrivere. Il padre di Melania è sempre alla ricerca d'un lavoro; sua madre è sovraccarica di occupazioni con tutti i suoi marmocchi, non c'è posto per l'affetto, oppure ce n'è poco. All'epoca dell'Apparicione quello che qualifica Melania come Massimino è la povertà: poverti di beni, poveri di cultura, poveri de affetto. Il fatto è anche che sono totalmente dipendenti. Sono delle "cere vergini" che l'Avvenimento segnerà con marchi definitivo, pur rispettando la loro indole. Melania infatti è molto differente dal suo compagno appena incontrato: vive presso estranei e conosce la sua famiglia solo nei difficili mest invernalli, dove si soffre la fame e il freddo. Non c'è da stupirci che sia timida e chiusa. "Rispondeva solo con dei si e dei no", testimonia il suo padrone, Giovanni Battista Pra. In segrito però responderà chiaramente e semplicemente alle domande concernenti il Fatto de La Salette. Rimane quattro anni presso le Suore della Provvidenza a Corps; ha poca memoria e meno attitudine anche di Massimino per lo studio. Glã dal novembre 1847 la sua superiora temeva che Melania "traesse un pó di vanità dalla posizione che l'Avvenimento le ha procurato". Diventata postulante e nivizia nella medesina Congregazione, oggetto di attenzioni e premure da parte di numerosi visitatori, ella si vincola troppo al suo modo di vedere. Per questa ragione, il nuovo vescovo di Grenoble, pur riconoscendo la sua peità e la sua dedizione, si rifiuta di ammetteria al voti "per formaira... alla pratica dell'umità e alla semplicità cristiane". Sventuratamente, Melania presta l'orecchio e persone "inquiete e malate" imbevite di profezie popolari e di teorie pseudo mistiche e pseudo apocalittiche. Ne resterà segnata per tutta la vita. per dare credito alle sue affermazioni, le collega al segreto ricevuto dalla Bella Signora. Un esame anche solo affrettato di quello che dice e scrive, rivela le differenze irriducibili con i segni e le parole di Maria a La Salette. Melania, i suoi problemi e i suoi fantasmi, sono diventati il centro del suo discorso; attraverso le sue profezie, regola i suoi conti con quanti oppongono una qualche resistenza ai suoi progetti. Esprime il suo rifiuto della società e dell'ambiente in cui ha qualche problema. Si ricostrisce un passato immaginario dovo sono esorcizzate le frustrazioni di cui è stata vittima nella sua infanzia. Fin dal 1854, Mons. Ginoulhiac scrisse: "Le predizioni che si attribuiscono a Melania... non hanno fondamento, sono senza importanza nei riguardi del Fatto de La Salette... sono posteriori a quel Fatto e senza alcuna connessione con esso". E il vescovo sottolinea: "E' stata lasciata ai fanciulli la più grande libertà di ritrattarsi ed essi non hanno mai mutato il loro linguaggio sulla verità del Fatto de La Salette". In quest'ottica, Mons. Ginoulhiac proclamerà, il 19 settembre 1855 sulla Santa Montagna: "La missione dei pastorelli è conclusa, comincia quella della Chiesa!" Sfortunatamente, Melania proseguirà le sue divagazioni profetiche, orchestrate più tardi dal talento sfolgorante di un Léon Bloy, creando una corretne melanista che si richiama a La Salette, ma che non ha altra base che nelle affermazioni incontrollabili di Melania. Siamo le mille miglia lontani dalle fondamenta storiche dell'Apparizione. In quanto poi al contenuto, nonostante la sua patina religiosa, nulla ha a che vedere praticamente conle verità di fede della Chiesa, richiamate da Maria a La Salette. Si abbandona il dominio della fede per quello, infido, contestabile e sterile delle fantasie. Questo genere di letteratura allontana dalla fede invece di favoriria. Nel 1851 un sacerdote inglese conduce Melania in Inghilterra. L'anno dopo entra al Carmelo di Darlington, vi fa la professione temporanca nel 1856, ma ne riparte nel 1860. Altro tentativo presso le Suore della Comapssione di Marsiglia. Dopo un soggiorno nella loro residenza di Cefalonia (Grecia) e un passaggio al Carmelo di Marsiglia, rientra alta Compassione per breve tempo. Dopo alcuni giorni transcorsi a Corps e a la Salette, si stabilisce in Italia a Castellammare di Sabbia, presso Napoli. Vi rimane 17 anni, scrivendo i sui "segreti" e una regola per un'eventuale fondazione. Il Vaticano prega l'ordinario del luogo d'interdire quel genere di pubblicazioni, ma ella cerca ostinatamente altri appoggi e un imprimatur fino al Maestro del Sacri Palazzi, p. Lepiti O.P.Ciò non rappresenta un'approvazione, neppture velata, in quanto l'autorità alla quale Melania si appella non è competente in merito. Dopo un soggiorno a Canner, ritroviano Melania a Chalon-sur-Saône, dove, sempre alla ricerca di fondazione, sostenuta dal canonico de Brandt, di Amiens, incappa in un processo con Mons. Perraud, vescovo di Autun. La Santa Sede, interessata nell'affare, dà rigione al vescovo. Nel 1892 ritorna in Italia a Lecce, poi a Messina in Sicilia su invito del canonico Annibale di Francia. Dopo qualche mese trascorso in Piemonte, si stabilisce presso don Combe, paroco di Diou, nell'Allier: un prete col pallino delle profezie politico-religiose. Finisce per redigere un'autobiografia piuttosto romanzata, dove s'inventa un'infanzia straordinaria, intrecciatta di considerazioni pseudo-mistiche che riflettono i suoi personali fantasmi e le chimere dei suoi corrispondenti. I Messaggi che Melania propaga, allora, e che vuole ricollegare a La Salette, non hanno proprio nulla a che vedere con la sua primitiva testimonianza sull'Apparizione. D'altronde quando è invitata a parlare del Fatto del 19 settembre 1846, ritrova la semplicità e la lucidità del suo primo racconto, conforme a quello di Massimino. E questo, in una maniera constante, come avvenne nel suo pellegrinaggio a La Salette, il 18 e il 19 settmebre 1902. Ritorna nell'Italia meridionale, ad Altamura (Bari) ovo muore il 14 dicentre 1940. Riposa sotto una stele di marmo dove un bassorilievo presenta la Madonna che accoglie in cielo la pastorella de La Salette. Una cosa resta assodata: al termine di tutti i suoi vagabondaggi, c'è un punto sul quale Melania non ha mal variato: la testimonianza che con Massimino ella ha dato, la sera del 19 settembre, nella cucina di Giovanni Battista Pra agli Ablandins. E durante tutta l'inchiesta condotta da Mons. Filiberto de Bruillard, ripresa e confermata da quella di Mons. Ginoulhiac. In una vita difficile, Melania, è rimasta povera e devota, fedele alla sua prima testimonianza. Ricordati o Nostra Signora de La Salette
delle lacrime che hai versato per noi sul Calvario. Ricordati anche della continua sollecitudine che hai per noi, tuo popolo, affinchè nel nome di Cristo Gesù ci lasciamo riconciliare con Dio.Dopo aver fatto tanto per noi tuoi figli, Tu non puoi abbandonarci.
Confortati dalla tua tenerezza, o Madre, noi Ti supplichiamo, malgrado le nostre infedeltà e ingratitudini. Accogli le nostre preghiere, o Vergine Riconciliatrice, e converti i nostri cuori al tuo Figlio. Ottienci la grazia di amare Gesù sopra ogni cosa e di consolare anche Te con una vita dedicata alla gloria de Dio e all'amore dei nostri fratelli. AMEN. |
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