Monsignor Girolamo Grillo

 

Wojtyla mi disse : Si, a Civitavecchia la Madonna piange

 

Per la prima volta il vescovo testimone del prodigio racconta : « La vidi piangere sangue.

«Il Papa la venerò in gran segreto.Poi mi disse: " Un giorno farà sapere questo mio atto di venerazione"»

 

( Don Amorth aggiunse che un'anima di Firenze, da lui diretta spiritualmente, gli aveva detto che la Madonna

avrebbe pianto lacrime di sangue a Civitavecchia. Otto mesi prima! )

 

 
 

Giuseppe De Carli

TARQUINIA (VT) febbraio 2008

In pieno possesso delle mie facoltà di intende­re e volere, in tutta franchezza e verità, dinnanzi a Dio Padre onnipotente e misericordioso, al suo Figlio Gesù Cristo al cui giudizio dovrò comparire, allo Spirito di santità e di amore, dinanzi alla sempre vergine Maria Madre di Dio, dinanzi a vostra Santità Beatissimo Padre, e a tutta la Chiesa, dichiaro di aver visto il 15 marzo 1995 alle ore 8.15 lacrimare nelle mie mani la statuina della Madonna proveniente dalla parrocchia di S. Agostino in Civitavecchia. Di questo fatto sono stato testimone oculare e pertan­to non posso minimamente dubitare della sua realtà: È il testo di un solenne giuramento, scritto da monsignor Girolamo Grillo, ora vescovo emerito di Civitavecchia ­Tarquinia, fatto da Papa Giovanni Paolo II, l'8 di ottobre del 2000. Il vescovo esprimeva al pontefice la viva gratitudine per l'Atto di Affidamento di tutta la Chiesa alla Madonna, "accogliendo così anche una mia proposta in seguito alla lacrimazione di sangue della Vergine": Ciò che impressiona è la firma di suo pugno che Papa Wojtyla appone ai margini del testo, quasi a voler dare un sigillo definitivo a un evento che aveva dilagato sui giornali di mezzo mondo e che aveva sconvolto non solo la vita di una famiglia (quella dei Gregori proprietari della statuetta), ma anche quella di un vescovo e di una intera comunità.

Dunque, quello che non si sapeva è che un Papa ha "certificato" l'autenticità della lacrimazione, rompendo quella che è una rigorosa prassi osservata nei secoli dalla Chiesa quando si tratta di fenomeni che sconfinano nel soprannaturale.Che si debba riaprire clamorosamente il dossier sulla Madonnina di Civitavecchia? I presupposti ci sono tutti. Dopo anni di silenzio monsignor Grillo ci ha reso, con un permesso speciale della Santa Sede, una testimonianza che ci ha profondamente turbato. Essa parte da un"Diario del Vescovo"; tenuto finora segretissimo, che fa la cronistoria dei fatti di Civitavecchia. Si legge di un presule - lo stesso monsignor Grillo - passato dallo scetticismo alla sorpresa, alla conversione. Di un Papa che ha venerato, lontano da occhi indiscreti la Madonnina nel suo appartamento al terzo piano del Palazzo Apostolico (9 giugno 1995); di telefonate notturne della Segreteria di Stato del Vaticano; di una visita dell'allora onorevole Irene Pivetti, presidente della Camera dei Deputati al luogo dove era custodita la Madonnina; di una, forse due visite"in incognito che il Pontefice polacco fece a Civitavecchia, durante una delle tante fughe fuori porta: E poi di esorcismi e inquietanti coincidenze. E pensare che il "Diario del Vescovo" si apre, in data 5 febbraio 1995, con una frase emblematica: "Che brutta storia quella delle Madonne che piangono. C'è sempre qualche burlone che si prende lo sfizio di imbrattare gli oggetti sacri. Poveri noi, dove siamo capitati! Con il parroco don Pablo Marin che va dietro queste stupidaggini. Mater boni consilii, ora pro me':Questo l'incipit, poi, come in tutte le faccende dove c'è qualcosa di misterioso e luminoso, i sentimenti sono cambiati e l'animo si arrende all'evidenza, oppure alla percezione del divino.

 

 

 

 

IL SEGRETO DEL PAPA

 

Lintervista a monsignor Grillo, il primo vescovo nella storia della Chiesa cattolica che ha avuto la straordinaria avventura di esser protagonista di un evento inspiegabile, ne è una prova lampante. «Un giorno», dirà il Papa al vescovo di Civitavecchia, «rivelerà al mondo anche il mio personale gesto di venerazione». E il momento probabilmente è venuto.

 

Lintervista a monsignor Grillo, il primo vescovo nella storia della Chiesa cattolica che ha avuto la straordinaria avventura di esser protagonista di un evento inspiegabile, ne è una prova lampante. «Un giorno», dirà il Papa al vescovo di Civitavecchia, «rivelerà al mondo anche il mio personale gesto di venerazione». E il momento probabilmente è venuto.

 

Eccellenza, lei è passato dallo scetticismo alla sorpresa?

«Sì. L11 febbraio del 1995, a nove giorni dalla prima apparizione, ricevo verso mezzanotte una telefonata del cardinale Angelo Sodano. Mi invita a non essere troppo sospettoso, ad aprirmi anche ad altre ipotesi interpretative».

 

Una strana telefonata.

«Che mi ha alquanto impensierito. Anche in Vaticano, rifletto, non hanno altro a cui pensare; vedono pure la tv. Il 23 febbraio, sempre il Segretario di Stato mi ringrazia, a nome del Papa, per essere stato più possibilista in un'intervista, commentata da Enzo Biagi, a proposito delle lacrime di sangue versate dalla Madonnina».

 

L'irrompere di Giovanni Paolo II in questa vicenda è misterioso. Lui, il Papa che ha versato il suo sangue nell'attentato in Piazza San Pietro il 13 maggio 1981: ora cominciamo a capire perché non abbia sottovalutato Civitavecchia. E lei?

«I miei convincimenti cominciavano a franare. Un Papa come Giovanni Paolo II che irrompe nella questione e che irrompe nella mia vita non l'avevo messo in conto. Sarà a conoscenza di qualche segreto, penso. Oppure anche il Papa è impazzito?». Intanto le analisi rivelano che si tratta di sangue maschile. Sarà il sangue del Figlio di Maria? Mah. La Madonnina viene radiografata al Policlinico Gemelli. Le fanno persino una Tac. Ricoverata come una paziente. Di lei si interessa il cardinale Joseph Ratzinger, allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

 

Non ha mai pensato, eccellenza, che in tutto quello che avveniva ci potesse essere lo zampino del diavolo?

«Oh, sì. Abbiamo fatto tanti esorcismi. Ho contattato l'esorcista della diocesi. Ho ordinato addirittura ai preti di stare lontani da questa faccenda. Da vescovo - lo affermo per la prima volta - avevo persino ordinato che quella statuina fosse distrutta».

 

Lei ha incontrato anche padre Gabriele Amorth, che di demoni se ne intende...

«Amorth escluse un influsso satanico. Si poteva trattare di allucinazioni a opera diabolica . Don Amorth aggiunse che un'anima di Firenze, da lui diretta spiritualmente, gli aveva detto che la Madonna avrebbe pianto lacrime di sangue a Civitavecchia. Otto mesi prima! Lacrime con tristi presagi per il futuro dell’italia.

Elezioni del mese di giugno, attentato al premier, guerra civile nel nostro paese.

Un presagio funesto che si poteva bloccare con una grande preghiera. Il messaggio di amorth lo comunico a mia sorella.

 

Che rimane profondamente turbata, leggo dal suo diario. Cosa avvenne la mattina del 15 marzo, l'imprevedibile?

«Ho appena celebrato l'Eucarestia. "Non ho dormito questa notte. Ho ripensato alle parole di padre Amorth. Prima di tornare a Roma mi fai pregare davanti alla Madonna?'; implora mia sorella».

 

Lei abitava nella villa San Francesco, la sua residenza?

«È così. Pregare non nuoce, ho pensato. Chiamo una della due suore, suor Tereza, e le chiedo di estrarre dall'armadio, dov'era chiusa a chiave, la statuina. Con me cerano, dunque, mia sorella, mio cognato, la religiosa».

 

Come pregavate?

«Senza metterci d'accordo, recitavamo l'identica preghiera, la Salve Regina. Io in latino. Ero arrivato alle parole:"illos tuos misericordes oculos ad nos converte'; volgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi... Quando mio cognato mi dà una gomitata: "Non vede che ripiange"?».

 

Cosa stava accadendo?

«Una lacrima scendeva dall'occhio destro della statuina come un filo di capello. La lacrima scendeva, quasi come una lacrima normale, ma fermandosi prima della gota formava come una piccola perla di rubino, la quale voleva superare la gota, per rifare lo stesso tracciato di quella precedente asportata al Policlinico Gemelli. Sono sbiancato tanto che mia sorella si mise a gridare "aiuto, aiuto"; macchiandosi il dito con il sangue per l'agitazione. Al suo grido, accorsero suor Mariana e mio nipote Angelo che ancora riposava. Chiamarono subito il primario cardiologo dell’ospedale civile, il professor Di Gennaro, il quale si avvide sia dello stato grave di shock in cui mi trovavo, sia della nuova lacrima di sangue ancora fresca».

 

Mai avuto dubbi? Una alluci­nazione, una percezione de­viata, qualcosa di patologico, una suggestione?

«Ma eravamo in quattro! Diventati poi sei! Quale scherzo Quale allucinazione o suggestione collettiva? Allucinazione, o percezione sbagliata potevano essere quelle di Lourdes o Fatima: là, dei ragazzi, hanno visto la Madonna. Io non ho avuto una, visione. Ho visto il sangue scorrere e restare. Ha capito? È stato un fatto constatabile, non una visione. Quante volte sono stato preso da scrupolo. Torturato:" E’ possibile che una Madonnina abbia pianto?':-Eccellenza'; mi rimproverava suor Tereza che allora aveva 25 anni, "è una brutta tentazione! Un cattivo pensiero. Se lo tolga dalla mente"».

 

 

A distanza di 13 anni lei può affermare con totale sicurezza che...

«... Che la Madonnina ha pianto nelle mie mani! Era deposta in un cestino nelle mie mani. Ed era sangue! C'è poco da aggiungere. Era sangue! Questa è la verità».

 

Monsignor Grillo, la notizia della quattordicesima lacrimazione a casa sua (come le stazioni della Via Crucis) fa il giro del mondo. Il 22 maggio arriva da lei, in gran segreto, il presidente della Camera dei Deputati, l'onorevole Irene Pivetti. Il 25 maggio incontra il Papa al termine dell'incontro coi vescovi italiani. Cosa le chiese il Papa?

«Notizie sulla Madonnina. Alla mia esitazione a rispondere, Giovanni Paolo II si lasciò andare ad una battuta tagliente: `Ah! Voi altri vescovi italiani avete la testa dura e siete sempre dubbiosi': Ora credo che egli abbia avuto ragione».

 

La giornata indimenticabile per lei è il 19 giugno, giusto?

«Sì, sono stato invitato a cena dal Santo Padre il quale ha voluto - cosa che nessuno ancora sa - che gli portassi la Madonnina. Elio informato dei miei contatti coi cardinali Sodano, Ratzinger e Ruini. Il Papa ha citato più volte, a proposito del pianto, il grande teologo Hans Urs Von Balthasar. Il pianto della Vergine è un invito alla conversione. Al termine della cena abbiamo pregato a lungo davanti alla Madonnina».

 

E poi?

«L’ha venerata, l'ha baciata, l'ha benedetta, le ha imposto sul capo una corona d'oro che avevo portato con me; ad una mano le ha appeso la corona del rosario».

 

Il sigillo di Pietro su quel­l'evento?

«È probabile. Al termine di quelle ore, che non dimenticherò più, il Papa mi ha imposto il silenzio su quanto era avvenuto».

 

Con quali parole?

«Tremo ancora nel ricordarle. "Un giorno'; mi disse il Papa,"lei lo farà sapere al mondo; cioé farà conoscere a tutti questo mio atto di venerazione": Poi ha aggiunto:"Mettiamo tutto nelle mani di Ratzinger..:" Il giorno successivo il cardinale Sodano mi fa sapere della soddisfazione del Santo Padre."Per la Madonnina; esclama, "si può procedere senza tentennamenti. Pietro è con lei!"».

 

Questo segno di sangue lascia senza parole. Molti l'hanno interpretato come preannuncio di sciagure per l'Italia e per l'umanità.

«Non posso sbilanciarmi. La Madonna non può non seguire da vicino il cammino dei suoi figli nel tempo, i loro affanni e le loro preoccupazioni. Il credente non deve scartare alcuna ipotesi, per chi non crede... Non vorrei essere nei panni di un teologo che deve dare una qualche spiegazione a una statua di Maria che lacrima sangue maschile. Un giorno l'allora cardinale Ratzinger mi disse:"I teologi, se questo è vero, avranno da discutere molto sulla natura del sangue di Maria"».

 

Lei è un uomo di fede, un vescovo. Ha toccato quel sangue... potrebbe essere il sangue di Cristo: Ciò non la sconvolge?

«A dir la verità non l'ho toccato. L'ha toccato mia sorella. Lei sa che la commissione incaricata dal Vaticano di affrontare la questione ha dato dieci pareri positivi su undici. Sette di questi propendevano per l'evento non spiegabile, per un evento soprannaturale. Io posso solo dire che, sì, la Madonnina ha pianto, ma non so cosa sia».

 

Questo premere dell'eterno sul mondo travolge ogni umana certezza. Questo fatto le ha procurato più gioie o sofferenze?

Esita a lungo: «Non dico nulla».

 

Il vescovo di prima, dopo quell'evento, non c é più?

«No. La lacrimazione ha sconvolto la mia vita e tutto è diventato effimero, caduco. È come se avessi una percezione nuova delle cose e della vita».

 

So che tocco corde molto intime. La sua devozione ma­riana si è irrobustita?

 «Questo sì. Io sono sempre stato devoto della Madonna. Molti mi chiedono: quando pensi alla Madonnina? La domanda andrebbe rovesciata: quando non penso alla Madonnina?».

 

Forse che una lezione da trarre da tutto questo: bisogna avere il coraggio di non respingere il mistero di Dio.

«Dio però ama la libertà. Ha creato l'uomo libero, libero anche di negarlo. Aprirsi al mistero di Dio significa lasciarsi toccare da Dio. Essere disponibili. Prego molto perché le donne e gli uomini del nostro tempo sentano, come un dono, quello di essere toccati da Dio».

 

Civitavecchia con la sua Madonnina rischiano la "damnatio memoriae": Lei non vuole. Lei, autorizzato dal Segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, dopo tanti anni, ha finalmente parlato. Lei, forse, vorrebbe qualcosa di più dalla Chiesa, un passo meno esitante?

«Può darsi che sia arrivato il momento da parte della Chiesa di dire il suo sì a Civitavecchia. Teniamo conto del miracolo delle conversioni, delle famiglie che si ricompongono, delle persone che si sentono attratte da questo mistero di luce. A Civitavecchia quella Madonnina, è incredibile, attira, chiama. "Monsignore, dopo avere sconvolto la Francia adesso non parla più" mi ha detto un po' bruscamente il rettore del santuario di Lourdes. Era accompagnato da monsignor Massimo Camisasca. "Che parli io'; ho risposto, "non importa, parla lei, la Madonna. Lo dimostra il fatto che senza essere invitato lei è venuto qui perché ha sentito una forza misteriosa. Io l'ho incontrata per caso. Quindi, meno si parla'; ho aggiunto, e più parla Lei': Speriamo che dopo queste mie parole continui a parlare. Questa è la mia speranza».

 

 

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Al seguito, la prova evidente di un altro esorcismo oltre a quella di Don Amorth precedentemente, dove il diavolo per bocca

della persona colpita da possessione, ha rivelato il perchè una statuina della Madonna ha pianto nella mani di un Vescovo....

Dal libro di Arrigo Muscio " Storie di esorcismi " Ed.EDB ( da pagina 174 a 178 )

 

 

Sabato 12 febbraio 2000 - primo esorcismo

 

Assieme all'esorcista vi erano anche alcune persone fidate e di provata fede e preghiera per aiutarlo nel compito di scacciare i demoni.

L'esorcismo iniziò con la preghiera del santo Rosario co­munitario di protezione dei presenti, dei loro familiari e di liberazione di Attilia e della mamma (assente in quanto an­ziana e malata). Alla terza decina Attilia iniziò a provare un senso di soffocamento e a non ricordare le preghiere del Rosario. Alla fine dell'orazione i presenti invocarono con un canto lo Spirito Santo ed effettuarono il canto in lingue. Attilia iniziò ad assumere un aspetto diverso e sofferente (alla fine confidò ai presenti che la preghiera in lingue la faceva star male).

Durante la preghiera di Leone XIII recitata dall'esorcista, Arturo spruzzava il viso di Attilia con acqua di Lourdes, mentre gli altri partecipanti recitavano a bassa voce, in continuazione, il santo Rosario.

L'esorcista iniziò a inframmezzare la recita dell'esorcismo di Leone XIII e dei salmi con delle domande, imponendo le mani a Attilia e ungendola, con dei segni di croce sulla fron­te, con olio benedetto.

 

Esorcista: «In nome di Gesù Cristo ti ordino di dire quanti siete».

Attilia iniziò a inghiottire e a muovere il labbro come un cammello, mentre all'interno della bocca, vicino alle gengive, si vedeva dell'inspiegabile sostanza nera che pareva inchiostro. Ma non rispose.

 

Esorcista: «In quanti siete? Te lo ordino in nome della Santissima Trinità? Indica con la mano quanti siete?»

Attilia, dopo circa quindici minuti di letture di salmi, intervallate da ordini impartiti nel nome di Dio, faticosamente indicò con le dita che dentro di lei c'erano tre presenze.

 

Esorcista: «Siete anime dannate o angeli decaduti?»

«Non te lo dico!», rispose Attilia assumendo un at­teggiamento sardonico e incrociando le braccia in segno di sfida.

 

Alla fine, dopo ripetuti inviti nel nome di Dio, di Maria Santissima e della Santissima Trinità, l'anima dannata disse d'essere stato, quand'era in vita, un pirata. Affermò d'essere stato ucciso, e d'aver lanciato un urlo di terrore quando finì all'inferno.

 

Esorcista: «Quante persone vanno all'inferno? Rispondi in nome dello Spirito Santo di verità!»

«Tante!» rispose il pirata.

 

«Qual è il peccato principale che ai giorni nostri porta, le persone all'inferno?» lo incalzò l'esorcistà.

«La lussuria! E l'ateismo!», rispose l'anima dannata ormai chiaramente manifestatasi.

L'anima dannata sbuffava in continuazione e mostrava

un'evidente sofferenza quando Arturo, su invito dell'esorcista,

 spruzzava il volto di Attilia con acqua di Lourdes, cercando di togliersela.

 

«Chi ha voluto che Attilia capitasse da noi?», gli chiese l'esorcista.

«Gesù!», rispose il diavolo dopo ripetuti inviti e spruzzate sul viso di acqua di Lourdes.

 

«Pregano Attilia e la sua mamma?» continuò l'esorcista.

«Sì!» disse il pirata.

 

«Che cosa devono fare affinché tu vada via?»

«Occorre che preghino il rosario!»

 

«È vero che non puoi nulla nei confronti di chi prega il Rosario intero devotamente e quotidianamente?» continuò

imperterrito l'esorcista.

«È vero!» confermò l'anima dannata.

 

«Perché la Madonna ha pianto a Civitavecchia nelle mani di un Vescovo ?

Perché non c’è più Religione nel mondo!»

 

«Che cosa bisogna fare per uscire da questa situazione?», chiese l’esorcista.

«Occorre pregare. Soprattutto in famiglia. Guardare meno televisione e pregare di più. Soprattutto il Rosario», rispose il diavolo.

 

«È vero che molti programmi televisivi sono tuoi? Rispondi in nome di Gesù Cristo!»

«È vero!», rispose con un sorriso sardonico il diavolo. Attilia, continuando a sbuffare, allungò le gambe e die­

de qualche colpo ritmico col piede.

 

«Come mai in Europa vi è una massiccia immigrazione

musulmana?»

«Perché certi politici la favoriscono per distruggere i va­lori cattolici»', rispose il demonio.

 

 

«Ci sono dei preti che ti appartengono? Che militano nella setta della Bestia'? Rispondi in nome di Dio!!».

«Sì. Molti!», rispose compiaciuta l'anima dannata assu­mendo un'inspiegabile fattezza del volto, impossibile da ri­produrre naturalmente. Evidentemente si trattava del viso dell'anima dannata che si manifestava ormai sempre più chiaramente.

 

«Com'è l'inferno?! È come l'ha mostrato la Madonna a Fatima?», continuò l'esorcista.

«Peggio!»

 

«Allora appartengono a te quanti propagano invece un'idea di un inferno soft; non in sintonia con quanto scritto nella Bibbia e mostrato dalla Madonna? Rispondi in nome della Madre della Verità!»

«Sìì! »

 

«Il capitolo 12 dell'Apocalisse si riferisce all'apparizione della Madonna a Fatima?»

«Sì!»

 

«E il dragone rosso simboleggia l'eresia profetizzata a Fa­tima? Cioè il comunismo? Rispondi in nome della Madre del­la Verità».

«Sì!»

 

«È qui presente la Madonna? Indicala!»

Il demonio, tramite Attilia, segnò con la mano la posizione sopraelevata in cui la Madonna si trovava e affermò che gli impartiva gli ordini.

Incalzato dall'esorcista mostrò inoltre la posizione, vicino all'esorcista stesso, in cui si trovava s. Michele arcangelo invocato durante le preghiere.

 

«È vero che i castighi sono alle porte?»

«È vero», confermò satana.

 

«Che cosa bisogna fare per bloccarli?»

«Pregare il Rosario», replicò il diavolo, dopo ripetute spruzzate di acqua di Lourdes.

 

«È vero che la Madonna salverà quanti pregano il Rosario intero con devozione?»

«È vero», rispose il demonio confermando indirettamente le promesse legate alla recita quotidiana del Rosario intero.

 

Poi l'esorcista cominciò a pregare il salmo 91 e al punto «... mille cadranno al tuo fianco e díecimila alla tua destra; ma nulla ti potrà colpire...» disse al diavolo: «Confermi, diversamente da quanto fanno credere alcuni, che voi non potete nulla nei confronti di quanti dimorano all'ombra dell'Onnipotente: di quanti, cioè, vanno devotamente a messa, lo pregano, seguono i suoi comandamenti, lo invocano e si affidano a lui?»

«Sììì! !» affermò il demonio, annuendo col capo e mostrando d'essere costretto da una volontà superiore ad avvalorare l'eterna Parola di Dio.

 

L'esorcista poi citò le parole della Scrittura «... sono caduti nella fossa davanti a me...» ed intimò all'anima dannata di rispondere nel nome del santo Spirito di verità: «È vero che se qualcuno ordisce una fattura nei confronti di chi pre­ga devotamente, è lui stesso invece a cadere nella fossa scavata davanti al destinatario della fattura?!».

Anche stavolta il pirata fu costretto a confermare suo malgrado.

 

«È già nato l'anticristo?»

«Non ti rispondo!», rispose l'anima dannata con una risata.

«La Madonna lo ha affermato a La Salette. Confermalo

«Sì!»

 

«Quando te ne andrai?»

«Io non me ne vado!», reagì arrogantemente il diavolo.

 

«Ma tu chi sei per dire non me ne vado! Sei un nulla di fronte all'onnipotenza di Dio! È vero?» lo rimproverò l'esorcista.

«È vero, sono una nullità!» ammise dimesso il demonio. «Tant'è che Gesù con uno sguardo fa tremare l'inferno». «Sììì!»

 

«Nell'Apocalisse si parla di una piaga dolorosa e maligna che comparirà sugli uomini che recano il marchio della bestia e si prostrano davanti alla sua statua. Si tratta di una piaga fisica? Rispondi nel nome di Dio!» lo interrogò l'esorcista.

«Non te lo dico!» replicò sogghignando l'anima dannata. «Rispondi in nome di Maria Santissima!» «Sììì! »

 

Attilia, alla fine, indicò con le dita il numero 2 e chiarì che si trattava di mesi. Dichiarò poi che erano rimasti ih due in quanto un'anima dannata era fuggita. Confermò inoltre ',che erano entrati in Attilia da 10 anni tramite l'intervento di un mago.

Terminato l'esorcismo Attilia non -ricordava nulla di quanto detto ed era convinta che fosse trascorso solo un quar­to d'ora anziché un'ora e mezza. Non ricordava neppure d'a­ver gettato a terra la Bibbia lasciata un attimo dall'esorcista sul tavolino.

 

 
 
 

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