----------------------------------------------------------------------------------------

TOM

Era l'uomo del S. Valentino rubato
dell'arazzo sbiadito dagli anni
dei falsi sbadigli
ruggine dell'ultimo Malbech semiassaporato

Era l'uomo dell'ottavo fante di spade
del pacchetto di Gitanes
sedotte e lasciate a metà
utopico tardoadolescente
o falsovecchio non ancora canuto

E ogni quattordici pensa e non pensa
dietro all'ennesima nuvola densa
a sentimenti che aveva sfiorato
residui di un amore dal destino rubato

E ogni quattordici arriva la sera
con i polsi che si vorrebbero squarciare
con le labbra che gli puzzano di foglie secche e vite
con la luna che gli apre l'album dei ricordi
con l'ultimo bicchiere, quello che ti fa venire la nausea
e un bandoneon
che spinge all'apice della malinconia
anche quest'ultimo tango primaverile


Stai sicuro che nonostante la distrazione
dal suo cuore sboccerà un sipario d'emozione
l'ultimo pensiero prima che il vino lo porti via
a quelle labbra che sapevano di Malvasìa.




D'UN POMERIGGIO (09/02/06)

SCIACQUARE FRA SASSI E RIVA
RIVERBERI TABACCHEGGIANTI DI FOGLIE CHIACCHIERECCE
E UN RISVOLTO DI FLAUTO VAGAMENTE MEDITERRANEO

UN UOMO SOLO ADDOBBATO DELLE SUE GAMBE
A VEDER MUTARE LE SEDICI IN ROSSO SEMICARMINIO
CORPOSO COME L'ULTIMO BICCHIERE
DEGUSTATO SABATO SERA

IL BELRICORDO DI LABBRA UMIDE
RIECHEGGIA NELLE SUE
TAGLIATE DALLA FALSASTAGIONE

ISTANTANEE

ISTANTANEE CAPTATE DALLA RETINA
E PERSE DALLE LUNGHE CIGLIA

NON SI TRATTA DI FURTO DI SOGNI
MA DI ABBRACCIO ALLA REALTA'
CON LA TESTA AD INERPICARSI TRA LE GEMME
ANCORA INVISIBILI MA CHE PRESTO PARLERAN
AL PRIMO SOLE DI META' MARZO…
NON E' VANITA'

SEMPLICE REALTA'

PREGHIERA…..

E' UNA PAROLA CHE NON SI DICE
MAGARI NON S'ADDICE
MA ALLA SUA BOCCA UN ACCENTO…
ALLA SITUAZIONE S'ADDICE

DOPO TANTO TEMPO
L'ANTITESI AL SOLITO LAMENTO
E UN QUALSIASI COLPO DI VENTO
L'HA FATTO RIPERCORRERE CIO' CHE E' ACCADUTO NEL TEMPO…




UN BATTITO DI PALPEBRA TRA UNA CIGLIA E L'ALTRA

Ascoltavo una sera acerba sciogliersi come lo zuccheroviolentato dal limone
Assorbivo rugiada profumante di medusa
Accalappiarmi respiro e cuore

Mi arrivò una scossa spossante sottostante ad un impeto di cuore
Mi arrivò una frustata di passione da incubare in desolazione

Sere, sere banali ma mai normali
Con la testa china a snobbare la luna
Con l'asfalto che graffia il piede
A ricordarmi che è utopica la parola fortuna

E le labbra che intrasento per strada profumano di zenzero e tabacco
E la parola orgoglio sfiora insidiosa ogni spigolo di questo anfratto…

 



Torna a galleria Matteo B.B.

HOME Parole Suoni Visioni Link