![](fotorece/torlundvall.jpg)
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Nuovo lavoro per il pittore/musicista
new-yorkese Tor Lundvall a due anni da Under the Shadows of Trees,
lavoro che concludeva la tetrologia dedicata alle stagioni, iniziata con
quell'Autumn Calls, album nato dalla collaborazione con Tony
Wakeford.. lasciato da parte il ciclo delle stagioni giunge l'ora di
questo Last Light, lavoro che ci mostra un Tor Lundvall ancor
più maturo che riesce a trovare quel perfetto equilibrio tra il suo
passato ambient e quel cantautorato intimista ..unendo così la
sua delicata voce a un'elettronica rarefatta e crepuscolare.. non per
niente i nomi tirati in ballo alla presentazione del disco erano quelli
di David Sylvian, Fennesz e i primi Lycia e io ci aggiungo anche Thom
Yorke, sfiorato più volte in alcuni frangenti.. un lavoro malinconico e
intimista che come sempre accompagna i quadri di Tor alle sue
composizioni musicali, quasi a far parlare i suoi quadri o a far
apparire le sue canzoni come didascalie delle sue pitture.. canzoni che
assumono diversi colori lungo il percorso, partendo dalle tiepide
tonalità dei primi brani dove sembra assistere al sorgere del sole coi
suoi caldi raggi che pian piano attraversano la finestra che da sul quel
giardino non ancora accarezzato dalla primavera.. poi si passa al tramonto (descritto nel
bellissimo quadro che da il titolo al disco e all'omonimo brano, Last
Light) sempre visto attraverso quella finestra che da sull'esterno..
quindi con l'imbrunire si spegne il nostro contatto con ciò che succede
fuori e si fa a guardare dentro.. il tutto diventa ancora più intimo,
ci si rifiuta di uscire, di avere contatti esterni.. il viaggio prosegue
dentro di noi.. la temperatura si abbassa, tutto diviene più gelido e
straniante, ci troviamo catapultati in un'immensa cattedrale gotica ma
suoni rassicuranti ci cullano e ci riportano nel nostro letto, davanti
alla nostra finestra, quella finestra dove domattina vedremo nuovamente
sorgere il sole che ci scalderà dalle ultime fredde giornate invernali..
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