Quest'anno in occasione del tour di reunion dei Judas Priest gli organizzatori non hanno perso tempo inserendo nel bill Halford e Co. Durante la prima giornata del festival (quella a cui ho assistito. Il summer rock quest'anno prevedeva tre giornate in cui si sono esibiti Cradle of Filth, Testament, Twisted Sister e altri gruppi ungheresi) i Priest hanno avuto come special guest (ospiti veramente molto speciali!) i Queensryche, anch'essi in tour per promuovere il loro ultimo disco "The Art of Live".

Al mio arrivo al Petőfi Csarnok i Nemesis hanno da poco iniziato a suonare. Non conoscevo assolutamente questa band ungherese e devo dire che non sono niente male! Propongono un prog metal molto legato alle sonorità dream theateriane della prima metà degli anni novanta e il suono dal vivo non tradisce la loro ottima tecnica strumentale. A seguire un altro gruppo locale, i Black Out, alternative band che peró a differenza dei primi non attirano particolarmente la mia attenzione e cosí ne approfitto per bere qualche birra (articolo molto economico da queste parti!).

Sono le 19:10 e finalmente arriva il momento dei Queensryche. Il set inizia con "Remember Now" e "Anarchy X". Tate corre fuori dal back stage e inizia "Revolution Calling". La band é molto affiatata, il feeling cresce pezzo dopo pezzo e la gente divertita ammira stupita il susseguirsi dei brani: "Operation: Mindcrime", "Speak, "The Mission"! Stanno suonando tutto Operation Mindcrime! "Spreading the Desease", "Sweet Sister Mary" con un incredibile duetto Tate e Sister Mary (Pamela Moore canta in diversi brani dal vivo) "Breakin the Silence", "I don't Belive in Love", "Eyes of a Stranger". É veramente troppo! Non posso trattenere l'emozione! Personalmente apprezzo molto la scelta di suonare tutto Operation (scelta peró opinabile visto che il disco in questione é uscito nell'ormai lontano 1988 e nel frattempo la band ha registrato diverse altre cose anche se a volta d'inferiore qualitá), sembra di essere saltati indietro di 15 anni e pensare che dei Judas Priest ancora non si sente nemmeno parlare! Tate canta ad alti livelli, un paio d'imperfezioni ci sono, ma é roba da poco. Rockenfield articola lucidamente stupende trame ritmiche, jackson guarda il pubblico e sorride. Lo show termina, ma c'é ancora tempo per un bis: Geoff si avvicina alla tastiera e introduce "Best I Can" (tratta da Empire). Non é tutto. "One more?" - chiede Tate. "Empire" chiude un grandissimo concerto.

I Queensryche lasciano un grande vuoto e bisogna aspettare quasi un'ora perché si possa supplire a quell'assenza. Intanto é sera. Difficile spiegare cosa si provi vedendo uno dei gruppi leggenda dell'Heavy Metal. L'emozione é tanta. I Priest sono tornati (come giustamente fa notare Halford…) e da come si atteggiano sul palco sanno evidentemente chi sono. Un gran bello show, praticamente nulla é lasciato al caso, le moine, i gesti, gli atteggiamenti, gli improbabili abiti, piú simili a vere e proprie armature che a dei giacconi. La scaletta soddisfa tutti (difficile credere il contrario) "Victim of Changes", "Hell Bent for Leather", "Breaking the Law", "The Ripper", "Living After Midnight", "A Touch of Evil", "Turbo Lover". Halford grida "The Pain?" e tutti in coro "Killer!" Bello vedere Travis dietro le pelli osservare fiero come Halford domina la folla. Bello seguire dita e occhi di Glenn.
Il concerto corre e si chiude con l'inno "United, united, united we stand". La leggenda é ancora in giro: vi consiglio di non perdervela!

PS. Il suono é stato ottimo per tutte le band. Ovviamente i Priest hanno goduto di un volume maggiore, ma il posto all'aperto e l'amplificazione in generale hanno fatto bene la loro parte. 

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