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Glenn Hughes

@ Paks

Glenn Hughes é sicuramente uno dei piú grandi cantanti hard rock di tutti i tempi e vista la sua etá e considerando la sua instancabile voglia di continuare a suonare va certamente lodato. Negli ultimi anni l'artista in questione é stato straordinariamente prolifico. Ogni due anni esce un suo disco solista; in piú in tre anni sono stati registrati due dischi del HTP (Hughes Turner Project), senza menzionare le infinite band in cui Glenn decide di regalare la sua voce (non ultimi gli italiani Voodoo Hill di Mario Mollo). A tutto questo andrebbero aggiunti i lunghi tour che portano Glenn sia da solista che con gli HTP in giro per il mondo. Glenn non ne fa segreto: egli vive per la musica. Hughes é figlio degli anni settanta e che continua a conservare lo spirito di quegli anni, cosa che dal vivo trapela da ogni sua manifestazione, a partire da quello che indossa (a Paks aveva una una sgargiante camicia rossa impreziosita di farfalle e fiori…) per arrivare a ció che dice…
Direi che é stata per me una grande occasione quella di poterlo vedere esibirsi dal vivo. Tempo fa mi ero accorto di una locandina che lo voleva headliner di un festival blues in uno sperduto paesino dell'Ungheria. Mi sono subito informato e non trovavo conferma sul sito di Hughes del concerto. La partenza da Budapest, quindi, é stata accompagnata da un silenzioso dubbio che mi ha tormentato praticamente fino a quando non ho visto Glenn salire sul palco. Ebbene, lui era proprio lí! In grande forma! Mi aspettavo un repertorio esclusivo di brani suoi, tratti magari dai suoi ultimi album, ma come si sa in questi casi questo tipo di artisti stupiscono sempre le aspettative dei fan. Glenn ha presentato un repertorio eccezionale e che ha spaziato dai primi passi della sua carriera fino alle ultime cose. Ovviamente sono stati privileggiati i Deep Purple e proprio dei Purple é stato il brano iniziale del concerto: "Stormbringer". A seguire "Sail Away" tratta dalla'album Burn sempre dei Purple. Hughes e co. si concedono una pausa dagli anni settanta per proporre "Can't stop the food" tratta da Building the Machine (2001). Ma la pausa dura solo un brano. Glenn presenta "Medusa", brano del 1970 tratto dall'omonimo disco dei Trapeze, prima storica band dell'artista. É emozionato quando presenta il pezzo. Dice che era sedicenne quando ha scritto quella canzone. Ancora brani dei Purple: "Might just take your life", "Mistreaded" e "Getting Tighter" in cui Glenn ricorda l'eterno amico Tommy Bolin: "I love Tommy Bolin". Ma é veramente gloriosa la carriera di Hughes. Non dimentica di regalare un brano tratto dal disco registrato coi Black Sabbath e le note di "Seventh Star" risuonano epiche. Non si ferma la band. Diversi sono i momenti in cui la voce di Hughes resta sola e guardando verso il cielo egli canta ispirato. "Wherever you go" tratta dall'ultimo lavoro Song in the key of rock e ottime le back vocals di JJ Marsh. Il set si chiude con un brano di "Dave Coverdale", "You keep on movin" cantata peró alla maniera di Hughes.
La band non si fa attendere e torna sul palco. "Foxy lady" di Hendrix e "Burn" chiudono il concerto.

PS. Nota curiosa é stato l'incontro con la band di Hughes. Erano circa le tre di notte ed ero seduto solo ad un tavolo nell'unico baretto di Paks aspettando l'autobus che alle 6:30 del mattino mi avrebbe riportato a Budapest. Ad un certo punto un'omone dalle dimensioni spropositate mi dice in ungherese di lasciare libero il tavolo. Io gli rispondo in inglese che non riesco a capire una parola di ció che mi diceva (anche se intuivo le sue intenzioni) e quello per tutta risposta mi solleva di peso dalla sedia. "Ma che cazzo" grido, quando dietro di lui riconosco il misserista di Hughes. Mi rivolgo a lui e gli chiedo che cazzo voleva da me! Lui mi dice che non lo sa. A quel punto l'omone si toglie dalle palle e il mio tavolo viene invaso dalla crew di Huges, tutti tranne lui, promoter, musicisti e femmine annesse. Inizio a scambiare due chiacchiere con Marsh (l'unico che sembra poter capire qualcosa, gli altri sono impegnati a trovare la giusta posizione sul tavolo per cadere sbronzi e morti). Ma anche Marsh inizia a blaterare che é ubriaco marcio e che ama l'Italia bla, bla.. Per furtuna che sti ragazzi iniziano ad offrirmi birra a ruota.. senó come cazzo aspettavo fino alle 6:30 in quel posto! Brava gente..

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Data:

 10/07/2004

GG Patr1

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