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IX Agglutination Metal Festival 2003

Ecco il report della nona edizione dell'Agglutination metal fest che anche quest'anno si è aggiudicato il titolo di festival metal più importante del sud Italia..

Anche quest'anno si è rinnovato l'appuntamento estivo clou per il metallo nel sud dello stivale: l'Agglutination festival, nona edizione. Dopo essermi perso la paurosa edizione dell'anno scorso, che vedeva protagonisti tra gli altri Vicious Rumors e Destruction, quest'anno ho deciso che avrei pagato la mia eventuale assenza con un suicidio effettuato con un rituale sul modello dell'harakiri giapponese, tanto più che il bill prevedeva, in mezzo a una marea di gruppi power, epic e classic HM dei quali in realtà mi fregava poco, anche i simpatici e brutali e anche abbastanza mitici polacchi Vader. Dico "prevedeva" perché i simpaticoni in questione hanno disertato all'ultimo minuto, apparentemente per il mancato appuntamento all'aeroporto con l'aereo che doveva condurli in Italia. Comunque, man mano che il tempo passava e dei polacchi non si vedeva neanche l'ombra, cominciavano a fioccare le ipotesi più assurde, del tipo: "ho sentito che i Vader si sono convertiti all'islamismo radicale, si sono iscritti ad Al Qaeda e si sono schiantati con l'aereo sul campanile della chiesa madre di Chiaromonte" e roba del genere. Visto che di loro non si è più sentito parlare da allora l'ipotesi sta prendendo sempre più piede…
Vabbé, riparto dall'inizio, ovvero dal viaggio, che inizia la mattina del giorno del concerto con l'appuntamento davanti casa di Max "Of Death" dei Kiss Of Death. Oltre a me e al suddetto ci sarà anche Manlio, bassista degli Undertakers nonché membro della Kick Agency eletto a furor di popolo tour manager dei romani Theatre Des Vampires, che si sarebbero esibiti nella serata. Il viaggio scorre via liscio e abbastanza rapido, e si arriva a Chiaromonte nel primo pomeriggio. Qui incontriamo subito il contingente leccese, giunto sul luogo in autobus. Tra i conterranei ritrovati sulle alture del potentino meritano una menzione (anzi, una minzione, hahaha…) d'onore gli esponenti della redazione di codesta webzine, ovvero la sublarva Maruccia, il suo leggendario cellulare, Marco Stench, ma soprattutto il Megadirettore, il cui tasso alcolico è già evidentemente oltre ogni norma legale e oltre ogni più nera indecenza già alle 3 del pomeriggio!
Le ore successive trascorrono montando il gazebo del merchandise del Maxofdeath, depredando la vicina panetteria per assicurarsi cibo per il resto della serata (all'interno del luogo del concerto, l'enorme cortile delle scuole elementari di Chiaromonte, venivano serviti solo panini con il wurstel e io sono vegetariano, e non era possibile lasciare il luogo del concerto senza cartellino), sbeffeggiando il megadirettore sempre più preda dei deliri etilici, chiacchierando amabilmente coi co-redattori e i co-mpagni di viaggio, e facendosi due co-glioni così durante il soundcheck dei vari gruppi.

E a proposito di gruppi, i primi a esibirsi sono i brindisini HUNCHBACK, autori di un power metal con venature progressive. Il poco tempo a loro disposizione, l'inevitabile handicap di un sound approssimativo (che quando sei il primo di 11 gruppi ad esibirti è un problema inevitabile) e il mio scarso interesse per il genere mi impongono di sospendere il giudizio, e magari invitare il gruppo, se qualcuno di loro sta leggendo, ad inviare in redazione una loro eventuale prova in studio.

A seguire, i baresi REQUIEM K626, che mi regalano qualche sprazzo di violenza con il loro death thrash con occasionali grindate e richiami al metallo estremo nordico e mitteleuropeo (qualcuno ha detto CHILDREN OF BODOM?). Avevo già ascoltato il loro demo-CD e sulla base di questo e del loro live show (li ho anche rivisti qualche mese dopo a Teramo) direi che ci sono delle valide premesse perché questa band possa dire la sua nel panorama underground nostrano. Anche per loro, però un sound non proprio all'altezza soprattutto per quanto riguarda le chitarre.

I terzi a salire sul palco sono i MANTRA, che ultimamente hanno suonato in lungo e in largo nella penisola, probabilmente perché essendo costaricani e quindi godendo dello status di gruppo straniero trovano concerti a prescindere… non che i volenterosi ragazzi facciano cagare, solo che se a suonare il loro death metal senza infamia e senza lode memore della vecchia scuola floridiana alla OBITUARY fosse un gruppo italiano, vorrei vedere quanti concerti riuscirebbero a procacciarsi...

Quarti del lotto i romani ROSAE CRUCIS, evidentemente devoti dei MANOWAR, e dei quali ricordavo con piacere il vecchio demo "Fede, Potere, Vendetta" (soprattutto per i divertenti intro) e che ora ritrovo col cantato in inglese che mi ha un po' spiazzato. Il loro cantante comunque è un animale, e per il resto si tratta di classico epic power metal come lo fanno in diecimila gruppi ma che può sempre contare su uno zoccolo duro di diehard fans.

Spiacente per i MARSHALL, ma durante la loro esibizione ero impegnato in altre faccende. No, purtroppo non stavo limonando (anche perché la rappresentanza femminile in loco, salvo rare eccezioni in genere con fidanzato-con-mano-sul-di-lei-culo al seguito, stimolava ben poche fantasie…), ma stavo badando alla distro del Maxofdeath che nel frattempo assieme a Manlio assolveva alla sua funzione di emissario dell'agenzia dei Theatres… l'unica cosa che mi ricordo è la dedica di un loro pezzo alla bandiera italiana. Mi scusino i nazional-patriottici ma io in genere con gli stracci, anche tricolori, mi ci pulisco il culo. Ah, e come disse un noto tossico: "don't ask what you can do for your country, ask what your country can do for you", hahaha.

Arriva quindi il turno dei trevigiani ELVENKING, con il loro improbabile mix di metal e folk irlandese. Sorry guys, pollice verso e chiudo qui.
Fuori programma, e per la serie "Jurassic Park 4 - dinosaurs never die", assistiamo poi all'esibizione nientepopodimenoché del leader dei defunti Vanadium, nonché nonno del metallo nostrano, Pino Scotto e del suo nuovo gruppo FIRETRAILS. Una macchina del tempo ci porta indietro a cavallo fra 70's e 80's per tre quarti d'ora di hard rock di stampo AC/DC che conquistano il pubblico.

Dei BEHOLDER non saprei proprio che dire, non me li sono cagati nemmeno di striscio, proprio non ce l'ho fatta, e sarebbe successo per chiunque altro ci fosse stato al loro posto a propinarmi l'ennesima (over)dose di metallo classico della giornata.

I THEATRES DES VAMPIRES almeno sono pittoreschi, la cantante ha fatto finta di masturbarsi con un crocifisso, ha urlato "porcoddio" (uuuh, quanto sei malvagia e trasgressiva!) e ha interpretato bene la parte della sado-porcona satanica. A quanto ho sentito il cantante ha avuto invece degli scazzi con qualcuno nel pubblico, cose che fanno male al Metallo. Li avevo già visti a Lecce al Southern Festiv-Hell 2003 e non mi avevano detto un cazzo di buono, stavolta per lo meno ho trovato il loro black metal teatrale (ma va?) e vampiresco (ma va? Pt.2) alla CRADLE OF FILTH (che fantasia nel fare paragoni, eh?) accettabile e sopportabile. Nota di merito al bassista per la toppina degli ASSUCK sui pantaloni.

I LABYRINTH sono già da un po' di tempo uno dei gruppi italiani più quotati non solo qui da noi ma anche all'estero. In effetti ci sanno fare, il pubblico canta a memoria le loro canzoni, tecnicamente sono ineccepibili e nel complesso regalano ai presenti una performance molto buona e trascinante. Un amante del metallo "true" a questo punto si sperticherebbe di lodi nei loro confronti, io invece sono un grinder ignorante, non conosco a memoria i nomi dei componenti del gruppo, i loro album e le loro canzoni e quindi finisco qui.

E tornando al concerto, a questo punto sarebbe toccato ai VADER, ma come già riferito in precedenza i polacchi hanno disertato, lasciando nello sconforto una buona metà del pubblico. E già, perché a giudicare almeno dalle magliette dei presenti (quasi tutte di gruppi death, black e così via, e si sa che nella sociologia del metallaro le magliette la dicono lunga) ho come l'impressione che parecchi si fossero avventurati tra le alture potentine proprio per i bidonari polacchi.

Si passa quindi direttamente ai mitici leggendari eroi del metallo dei bei tempi che furono VIRGIN STEELE e al loro bagaglio di hit mitiche leggendarie eroiche e testimoni dei bei tempi che furono. Anche per loro la gente va fuori di testa, canta tutti i pezzi eccetera. I nonnetti conquistano Chiaromonte e chiudono in bellezza (è un modo di dire) questa nona edizione del festival, forse (forse?) un po' troppo monotematica.
Certo, ci fossero stati i VADER probabilmente la varietà stilistica sarebbe stata meglio salvaguardata, però è bene ricordare che se un appuntamento live ormai importante e affermato come quello di Chiaromonte si propone di richiamare l'attenzione di TUTTI i metallari del meridione, non si possono far suonare 7 gruppi-quasi-fotocopia su 11 e relegare le altre correnti del Metallo (beh, neanche tutte, anzi…) ad altri 4, tra l'altro non sempre all'altezza (qualcuno ha detto MANTRA?). Alla prossima.

Data:

 09/08/03

Lee T.

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