"La malattia non è né una crudeltà in sé,
né una punizione, ma solo ed esclusivamente
un correttivo, uno strumento di cui la nostra anima si serve per indicarci i nostri errori, per trattenerci da sbagli più gravi, per impedirci di suscitare maggiori ombre e per ricondurci sulla via della verità e della luce, dalla quale non avremmo mai dovuto scostarci."
 
(Edward Bach, medico, 1886-1936)

  Omeopatia

  Macrobiotica

  Psicologia Esoterica

 

 

 

L'OMEOPATIA. COS'E' E PERCHÉ                          

 

Il padre dell'omeopatia è il medico tedesco Samuel Hahnemann (1755-1843), anche se già nell'antichità il medico greco Ippocrate (III secolo a.C.) aveva intuito la similitudine e nel '500 il medico tedesco Teofrasto Bombast von Hohenheim detto Paracelso (1493-1542) formulò pensieri molto simili e rivoluzionari per quell'epoca.

Proprio traducendo le lingue ed un testo in cui si parlava della corteccia di china, Hahnemann notò che la china che veniva utilizzata contro la febbre intermittente agiva perché era in grado di indurre sintomi simili a quelli della febbre intermittente nell'uomo sano. Era il 1790 (più di duecento anni fa). L'omeopatia era nata.

Hahnemann iniziò poi a diluire la sostanza e a fare esperimenti su se stesso e sui suoi allievi, ricordando la legge di Ippocrate «Similia similibus curentur» &endash; i simili si curino con i simili. Confermò che la sostanza che intossica un uomo sano lo fa guarire se gli si somministra la stessa sostanza ma a dosaggi bassissimi.

In Italia la diffusione dell'omeopatia si deve al generale austriaco Radetzky che, dopo settimane di sofferenza, riuscì a guarire da un'infezione all'occhio grazie ad un medico di corte che gli somministrò un rimedio omeopatico.

Con la cacciata degli Austriaci è logico che tutto quello che veniva da loro fosse malvisto e non usato.

Poi arrivò Pasteur con i suoi vaccini, e l'omeopatia perse sempre più terreno, non considerando che proprio il vaccino è quasi un prodotto omeopatico. Infatti è il virus della malattia diluito molte volte che provoca nel nostro organismo una reazione di immunità a quella determinata malattia.


Prendendo un farmaco omeopatico è come se noi, per quella volta sola, ci "vaccinassimo" contro quel malanno prendendo, diluita molte volte, la stessa cosa che, pura, ci porterebbe il male stesso.

Perché i medicinali omeopatici funzionino, nonostante la forte diluizione, non è ancora spiegato. E questa è forse la causa che ha fatto e fa arricciare il naso ai grandi della Sanità, non riuscendo a capire come agisca effettivamente.

Si credeva di aver risolto il problema recentemente con gli studi sulla memoria dell'acqua, ma gli studi sono ancora in alto mare. Senza dubbio i nostri nipoti, con la scienza che fa passi da gigante, riusciranno a risolvere il problema. Ma a noi ora interessa che finalmente anche in Italia (in Francia i medicinali omeopatici sono rimborsati dalla mutua!) il Ministero della Sanità abbia finalmente dato l'OK all'omeopatia, riconoscendola e, soprattutto, riconoscendo i prodotti come veri e propri farmaci. Per questo i medicinali omeopatici sono venduti esclusivamente in farmacia &endash; e sono iniziate molte sperimentazioni cliniche sui vari rimedi, per avere finalmente una documentazione scientifica, come le medicine per noi tradizionali.

 

 

LE DILUIZIONI                         

 

Un medicinale omeopatico è sempre diluito. Le diluizioni partono dalla 4 CH (prima non si ha alcun effetto) e possono arrivare fino alla 10.000 CH.

Pertanto sull'etichetta dei farmaci si troveranno sempre dei numeri che possono essere 4-5-6-7-9-15-30-35-200-1000-10.000 seguiti dalla sigla 'CH' o 'K' o 'DH' o 'P'.


I numeri e la sigla definiscono la diluizione e la dinamizzazione del farmaco.

Per preparare un farmaco si parte sempre da una Tintura Madre (TM) che può essere di origine animale, vegetale o minerale. Una parte di TM viene messa in 99 parti di alcool e acqua e dinamizzata per 100 volte. La dinamizzazione (cioè l'agitazione energica del flacone dall'alto in basso) è il «sine qua non» perché il farmaco sia attivo. Questo è, con la diluizione, il 'mistero' da scoprire dell'omeopatia. Nel nostro recipiente abbiamo pertanto una miscela di 100 parti tra TM, alcool ed acqua. Di queste parti ne preleviamo solamente 1 e buttiamo le altre 99. Questa parte è la 1 CH (cioè la 1ª centesimale hahnemanniana), ottenuta col procedimento messo a punto dal Dr. Hahnemann.


Dalla 1 CH, con lo stesso procedimento, si arriva alla 2 CH (2ª centesimale). Dalla 2 CH si preleva una sola parte, si mette in altre 99 parti di acqua ed alcool, si dinamizza e se ne ottiene la 3 CH (3ª centesimale), e così via fino a 10.000 CH.

Quindi:

• la sigla CH si riferisce alla diluizione centesimale;

• la sigla DH si riferisce alla diluizione decimale;

• la sigla P è sempre la stessa diluizione CH o DH indicata, ma potenziata, cioè dinamizzata molto di più;

• la sigla K si riferisce alla diluizione ottenuta col metodo del Dr. Korsakoff (consigliere dello Zar) o 'dei flaconi uniti', un metodo che viene usato solo per la 35ª e le alte diluizioni.


Normalmente le diluizioni si dividono in:

a) basse (4-5-6-7-9 CH)

b) medie (15-30 CH, 35 K)

c) alte (200-1000-10.000 CH).

 

Le basse si usano come rimedi per le malattie acute.

Le medie diluizioni si usano per patologie sistemiche e croniche e sono più mirate delle basse in relazione al paziente trattato.

Le alte sono sempre più specifiche.

Le medie e le alte diluizioni sono da usarsi esclusivamente dal medico.

 

 

LE PREPARAZIONI OMEOPATICHE                         

 

I farmaci omeopatici si possono trovare nelle seguenti forme:

• liquidi

• solidi (granuli, globuli monodose, compresse, capsule)

• supposte

• sciroppi

• fiale bevibili in soluzione fisiologica sterile

• polveri

• pomate

Tutti, per legge, devono indicare in etichetta: la data di scadenza, la formula quali- quantitativa, il lotto di fabbricazione, il nome del laboratorio di preparazione.

Non sono indicate invece la posologia e le indicazioni (come nelle normali medicine allopatiche), proprio perché il farmaco omeopatico non è specifico per molte patologie ma è mirato per quel tipo di persona in quel particolare momento. Per cui posologia e indicazioni sono variabili a discrezione del medico.

S. Hahnemann - L'Organon - Edium ed.

 

 

 

Macrobiotica

 

La macrobiotica è una teoria alimentarista elaborata dal giapponese G. Oshawa che prevede una dieta vegetariana con prodotti coltivati senza uso di fertilizzanti né di pesticidi, tenendo conto dell'equilibrio energetico dei cibi. Questa teoria si fonda su quattro parole che sono la base dell'unica legge della medicina cinese: 'Sin do hu zi' che significa 'l'uomo è un prodotto dell'ambiente'.
In altre parole, per conservare la salute naturale e perfetta, l'uomo deve nutrirsi con i prodotti offertigli dalla natura che gli sta intorno, e nelle stesse proporzioni con cui gli vengono offerti. Considerando cioè gli alimenti naturali, tradizionali, che si trovano in un raggio di circa 50 chilometri. Il nostro corpo, infatti, consuma le energie ricavate a spese del carbonio introdotto con l'alimentazione.
Le cellule, unità della nostra costituzione, si distruggono e si riproducono senza sosta sempre a spese degli alimenti. La vita può essere, pertanto, considerata come una corrente fluida che attraversa il mezzo cellulare.
Lo squilibrio che appare nel corso di questa corrente colloidale sparisce se a monte non si versa più un cibo normale. La maggioranza delle cause della malattie sono da ricondursi ad un problema d'ambiente, cioè soprattutto all'alimentazione, perché essa è il mezzo a nostra disposizione per assimilare l'ambiente. In generale, gli animali posseggono una maggiore libertà dei vegetali dal punto di vista climatico e geografico, che dipende soltanto dalla facoltà di assimilazione.
Ma se essi superano il limite della loro libertà, anche restando nel loro ambiente natale, perdono il loro equilibrio fisiologico, soffrono e possono cambiare perfino la loro natura. A maggior ragione ciò avviene quando ci si allontana dall'ambiente natale. Il fine che si propone la macrobiotica è quello di permettere a tutti di vivere una vita lunga e realizzata: il mezzo principale per ottenere ciò è la ricerca di un tipo di alimentazione che permetta di stabilire un rapporto armonico tra il nostro 'ambiente' interno e quello esterno.

Macrobiotica, una filosofia di vita e non solo un modo di cucinare. Il tutto all'unico ...

Macrobiotica, una filosofia di vita e non solo un modo di cucinare. Il tutto all'unico scopo di donare benessere non solo fisico, ma anche mentale della persona che decide di adottare questa dieta.
Macrobiotica significa anche terapia spirituale a cui si sottopone l'individuo alla ricerca di se stesso e della motivazione sulla sua esistenza. Passaggio fondamentale per riuscire a recuperare questi concetti fondamentali ormai andati persi è quello di riuscire a capire ed a entrare a far parte dell'equilibrio naturale delle cose
Il primo passo per tentare di comprendere, rispettare ed entrare a far parte dell'equilibrio naturale delle cose e del proprio io interno ed esteriore. Ecco che la cucina macrobiotica si combina perfettamente con l'esigenza di avere cura del proprio corpo. I cibi vanno preparati a seconda delle diverse esigenze e della salute di ogni singolo individuo in questione. Esistono anche degli appositi corsi per imparare a cucinare cibi macrobiotici.
Questo per riuscire a responsabilizzare la persona che decide di adottare questa filosofia culinaria anche mentalmente. Lo scopo: la cura della persona e la riscoperta della vita.

La dieta

La cucina macrobiotica è una sperimentazione continua alla ricerca del benessere e di una corretto atteggiamento alimentare. Non si basa su regole fisse, esistono solo dei criteri generali che ognuno deve adattare alle proprie circostanze. La dieta macrobiotica è semplice e si basa sul principio dell'equilibrio e dell'armonia: i nostri bisogni alimentari sono determinati dalla situazione geografica e climatica, dal tipo di attività svolta e dalla nostra costituzione. Saper cucinare tenendo conto di questi fattori (e non di generiche tabelle caloriche ed alimentari) porta alla capacità di gestire la propria salute. Il nutrimento accende le nostre attività vitali: se usato con trascuratezza e smoderatezza, può anche spegnerle. Per praticare la macrobiotica si deve innanzi tutto imparare a conoscere il cibo. Ogni alimento integrale è una combinazione unica di vitamine naturali, oligoelementi, acidi grassi insaturi, biostimoline, fattori di crescita, ecc., con una propria specifica funzione e finalità: questa combinazione supererà di gran lunga i risultati dell'assunzione degli stessi componenti separati artificialmente. Paradossalmente la lavorazione e la raffinazione dei cibi, privandoli dei loro componenti naturali completi, li rende squilibrati. Questo provoca l'alterazione del processo digestivo e instaura notevoli carenze nutrizionali cui si cerca di rimediare con medicinali costituiti chimicamente da quegli elementi eliminati con l'elaborazione degli alimenti (basti un esempio: la vitamina C quando soffriamo di raffreddore). Quindi, per seguire una dieta macrobiotica è bene usare il più possibile cibi naturali cioè integrali e biologici. Un alimento integrale si presenta così come la natura lo propone, completo cioè di tutte le parti che risultino commestibili. Sono alimenti integrali: la frutta e le verdure fresche, i legumi, i cereali completi di crusca e di germe, l'uovo, la frutta oleosa, il sale integrale, ecc. una caratteristica di questi alimenti è che possono essere utilizzati con poche e semplici manipolazioni (bolliti in acqua) o addirittura mangiati crudi; sono inoltre più ricchi di vitamine, sali minerali, fibre grezze ed enzimi. Un alimento naturale non sarà solo integrale ma dovrà anche provenire da coltivazioni biologiche, cioè coltivazioni caratterizzate dall'impiego di concimi organici e dall'esclusione di concimi chimici, diserbanti e anticrittogamici tossici. Inoltre dovremo tenere presente che il sale usato comunemente nell'alimentazione è un sale raffinato, ossia privato di molti e importanti elementi. La dieta macrobiotica suggerisce l'uso di sale marino integrale ricchissimo di sali minerali contenuti in proporzioni ottimali per essere assimilati dal nostro organismo. Anche l'olio d'oliva dovrà essere il più possibile naturale e poco manipolato; useremo, perciò, olio extravergine d'oliva ottenuto da prima spremitura a freddo.

Dieta Standard Macrobiotica e  suggerimenti relativi allo stile di  vita

Categorie di alimentari e proporzioni generali per una persona che vive in un clima temperato:

Cereali integrali per il 50% del peso Coltivato biologicamente, il grano integrale è raccomandato e può essere cucinato con diversi metodi di cottura.
Tra i cereali includiamo: Riso bruno, orzo, miglio, avena, mais, grano. Mentre i grani integrali sono raccomandati, una piccola percentuale di cereali può essere rappresentata da "noodles" o pasta, pane integrale non lievitato ed altri cereali integrali parzialmente processati.

Vegetali

Approssimativamente 20 - 30% del peso
La verdura locale coltivata secondo principi biologici è raccomandata, per la maggior parte cotta secondo vari criteri (leggermente scottata a vapore o bollita, condita con una po' di olio non raffinato spremuto a freddo). Una piccola proporzione può essere adoperata come insalata fresca.
Verdure per uso quotidiano, includono: cavolo verde, broccoli, cavolfiore, zucca, cavolo cinese, cipolle, carote, radice di daikon.
Per uso saltuario in stagione (2/3 volte a settimana): cetriolo, lattuga, erbe Vegetali non raccomandati per uso regolare includono: patate, pomodori, peperoni, spinaci, zucchini.

                                                                                Legumi ed alghe
Approssimativamente 5 - 10 % del peso
I legumi più adatti ad un uso regolare sono i fagioli azuki e le lenticchie. Altri fagioli possono essere adoperati saltuariamente. I derivati dei legumi, come il tofu, il tempeh ed il natto possono essere anche adoperati.
I vegetali di origine marina come l'alga nori, il wakame, il kombu, l' hiziki, l'arame, il dulse, e l'agar-agar sono una parte importante della dieta macrobiotica in quanto forniscono importanti vitamine e minerali.
Zuppe
Approssimativamente 5 - 10 % del peso Zuppe possono essere fatte con vegetali, vegetali di origine marina, cereali o legumi. I condimenti possono includere miso, tamari salsa di soia e sale marino.

                                                                                         Bibite
Le bibite raccomandate includono:
infusi di particolare natura e tè che non abbiano fragranze particolari o effetti stimolanti. Quando si beve acqua, di sorgente o di fontana di buona qualità, è raccomandabile non aggiungere ghiaccio.
Alimenti saltuari: Pesce, 1 - 3 volte alla settimana approx. 5 - 10 % del peso del consumo del giorno. I pesci raccomandati sono quelli freschi a carne bianca come sogliole, carpa, halibut o trota.
Frutta o dessert alla frutta, fatti con frutta fresca o secca, possono essere serviti 2 o tre volte alla settimana. Frutta locale e coltivata in maniera organica è preferibile. Se vivete in un clima temperato, evitate frutti tropicali o semi tropicali e mangiate frutti da clima temperato come mele, pere, prugne, pesche, albicocche, meloni. L'uso frequente di succhi di frutta non è consigliabile.
Semi leggermente tostati come quelli di zucca, sesamo e girasole. Noccioline e noci possono essere gustati saltuariamente come snack.
Dolcificanti possono essere, sciroppo di riso, malto d'orzo, mirin e amasake. Aceto scuro di riso o l' umeboshi possono essere utilizzati saltuariamente per il gusto agre.

Ulteriori consigli dietistici:
L'olio da cucina dovrebbe essere soltanto di qualità vegetale. Per migliorare la propria salute è preferibile usare soltanto olio non raffinato di sesamo o di mais in quantità moderata.
Il sale dovrebbe essere sale marino naturalmente estratto. Tradizionali, non trattati chimicamente, shoyu o salsa di soia e miso possono essere utilizzati come condimenti

Gli ingredienti

I cereali
I cereali appartengono alla famiglia delle graminacee. In grani o macinati, rappresentano il perno del nutrimento umano per la loro capacità di saziare rapidamente, perché si conservano facilmente e perché possono essere coltivati in diverse fasce climatiche (fino a 3-4.000 metri d'altitudine). Il chicco di cereale è composto di tre parti: il germe, piccolissimo, che contiene proteine, vitamine e oli; l'endosperma che contiene zuccheri e proteine; la crusca che racchiude come una buccia il chicco e contiene proteine, vitamine, sali minerali e fibre. Quando il chicco viene brillato (operazione che lo priva del germe e della crusca) quasi tutto il potenziale nutritivo viene eliminato. Per questo è importante consumare chicchi integrali che, conservando la loro straordinaria capacità di germinazione, sono carichi di energia vitale.

L'avena
Cereale ricco di minerali, proteine e vitamine. E' raccomandabile in inverno ai bambini, per favorire la crescita, e alle persone sotto sforzo. E' uno stimolante della tiroide e ha proprietà diuretiche. Si può consumare da sola o accompagnata al riso.

Il frumento
E' il cereale più ricco di elementi: vitamine, sali minerali, grassi, amidi, proteine. Molto nutriente e indicato per chi soffre di fegato, arteriosclerosi, depressione e anemia, è alimento ideale per la primavera. Da secoli rappresenta il cibo tradizionale dei popoli europei. Esiste in due varietà: il grano tenero e il grano duro, che si trovano in commercio sia integrali sia decorticati. E' consigliabile accompagnarlo ad altri cereali, per esempio con il riso (80%di riso e 20% di grano).

Il grano saraceno
comunemente assimilato ai cereali, anche se appartiene alla famiglia delle poligonacee, il grano saraceno è tipico delle regioni povere e fredde per la sua facilità di coltivazione e per la sua capacità nutritiva elevata. La buccia del chicco non è digeribile e il saraceno viene venduto decorticato o tostato (kasha). Contiene proteine, grassi, sali minerali, vitamine E e P. indicato per i climi freddi grazie alla sua proprietà di sprigionare velocemente calore, è ottimo per le persone debilitate e per chi svolge un lavoro intellettuale.

Il mais
Originario dell'America, è il più yin dei cereali, adatto quindi per l'estate. Contiene materie azotate, grassi, carboidrati, sali minerali e vitamine (B, E). E' nutriente, energetico e ricostituente. Da noi è consumato soprattutto come farina.

Il miglio
Al giorno d'oggi in Occidente si usa poco, mentre è consumato in abbondanza in Africa e Asia. Si mangia decorticato, va lavato accuratamente ma non messo a bagno, e cuoce abbastanza velocemente. Ricco di vitamina A, proteine, grassi e minerali, nutriente ed energetico, è il cereale più yang, indicato per chi è affaticato, alle donne in gravidanza e per chi ha problemi di stomaco, milza o pancreas.

L'orzo
In Occidente è usato soprattutto per la fabbricazione della birra, per la quale si adopera in genere germogliato. In chicchi si trova integrale, decorticato (i tipi da preferire), o perlato cioè liberato dall'involucro esterno e sbiancato artificialmente. E' un cereale ricco di fosforo, sali minerali e vitamine, facilmente digeribile e consigliato alle puerpere perché favorisce la montata lattea. Con le cariossidi (la buccia esterna dei chicchi) tostate e macinate si prepara un "caffè" nutriente e non eccitante.

Il riso
Quello integrale è un alimento bilanciato e completo che contiene proteine, carboidrati, sali minerali e vitamine. Ne esistono molte varietà: a grana corta, media e lunga. Le qualità dolci e a grana lunga sono più yin, richiedono meno tempo di cottura e sono preferibili per l'estate; quelle a grana corta e tonda sono più yang e si possono consumare per tutto il resto dell'anno. Il riso è un eccellente energetico, utile nelle cure per l'ipertensione e l'arteriosclerosi, favorisce la crescita e sostiene nei periodi di superlavoro. Da preferire il riso integrale e proveniente da coltivazioni biologiche.

I legumi
Sono la principale fonte di proteine e la loro carenza di amminoacidi essenziali si può ovviare accompagnandoli ai cereali, connubio ideale nel quale ogni componente apporta i principi carenti nell'altro combinandosi in proteine nobili. Dovrebbero rappresentare dal 5 al 10% di un pasto ben bilanciato. Per facilitarne la digestione devono essere ben cotti (ma non sfatti e a tale scopo si può usare nella cottura un pezzo di alga kombu), salati a fine cottura e masticati a lungo. Hanno proprietà benefiche per i reni e per la voce. Anche per i legumi vale la regola generale di non abusare e di variare nei tipi e nei modi di preparazione.

L'azuki o soia rossa
Assimilato alla soia è l'azuki, un tipo di fagiolo giapponese. Piccolo, rosso e saporito, è eccellente per i reni.

I ceci
Legume tipico delle regioni aride perché si possono coltivare in terreni poveri. Come le lenticchie sono ricchi di carboidrati e proteine. Sono abbastanza digeribili, ma un po' lunghi da cuocere, per questo è bene lasciarli a bagno anche 24 ore e conviene cuocerli a pressione.

I fagioli
Questi legumi presentano tegumenti particolarmente resistenti e per questo motivo richiedono tempi lunghi sia di ammollo sia di cultura. Al contrario di altri alimenti, però, con la cottura non perdono il loro valore nutritivo che, anzi, migliora. Hanno un alto contenuto di carboidrati e se ne conoscono di molti tipi. Come gli altri legumi si possono consumare sia freschi sia secchi.

Le fave
Legume originario dell'Africa settentrionale. Consumate fresche, se tenere e dolci, vengono tollerate dall'organismo, se secche invece sono meno digeribili per cui devono essere consumate in quantità limitata e decorticate.

Le lenticchie
Tra i legumi più piccoli e più yang, adatte per l'inverno, sono uno dei primi alimenti di cui l'uomo si è cibato. Ben digeribili, saporite, ricche di proteine e glucidi, hanno un'elevata concentrazione di ferro, di potassio e vitamine B. se ne usano tre qualità: verdi, marrone e rosse (decorticate).

I piselli
Legumi ricercati per la loro versatilità in cucina, la semplicità di cottura e la facile digeribilità. Vengono consumati sia freschi sia secchi (spezzati), in questo caso sono più lunghi da cuocere e richiedono circa otto ore di ammollo. Sono i legumi più ricchi di sali minerali (fosforo, ferro e potassio) e sono abbastanza yin.

La soia
Originaria dell'Estremo Oriente, fu importata in Europa nel XVIII secolo. I semi, piccoli fagioli, sono ricchi di proteine (38%circa), vitamine, sali minerali e grassi (18% circa). In particolare contiene un importante fosfolipide, la lecitina, benefico per il sistema cardiocircolatorio. Indigesta al naturale, viene lavorata per ottenere una sorta di latte (meno grasso di quello animale), il tofu (formaggio), il tempeh, le salse (miso, tamari, shoyu), ricche di enzimi.

Le verdure
Le verdure sono un'importantissima fonte di sali minerali, vitamine e, in minore quantità, proteine, zuccheri e grassi. Sono più yang le verdure che crescono sotto terra e più yin quelle che crescono sopra il livello del suolo. E' importante mangiare verdure di stagione provenienti da coltivazioni biologiche e il più fresche possibile perché conservino una maggior energia vitale e tutti i loro elementi. A tal fine ricordiamo anche che vanno consumate in ogni loro parte, non vanno sbucciate, ma semplicemente lavate e, quelle che crescono sotto terra, sfregate con uno spazzolino. Si consiglia di evitare un uso eccessivo di verdure appartenenti alla famiglia delle solanacee (pomodori, melanzane, patate, peperoni) perché contengono sostanze, in particolare la solanina, tossiche per il nostro organismo. Le verdure si possono consumare:

crude: in estate e comunque mai in gran quantità, condite con gomasio e un po' d'olio;

con salse;

scottate in acqua bollente in pochi minuti;

cotte a vapore;

bollite, soprattutto le verdure verdi;

saltate con poco olio o in un filo d'acqua;

alla piastra;

cotte al forno con un po' d'acqua o in una pirofila unta;

in tempura, vale a dire fritte in olio con una pastella o infarinate.

Tagliare le verdure in modi diversi accelera i tempi di cottura, ne migliora il sapore e l'aspetto. In generale si distinguono due maniere: la prima è quella di tagliarle a fettine o a striscioline sottili e si adatta alla verdure che vanno saltate in padella; la seconda consiste nel tagliarle a pezzetti ed è adatta per la cottura in acqua o a vapore. I più esperi si possono sbizzarrire con tagli decorativi di bocconcini a forma di fiore, a mezzelune o a rondelle sagomate. Le alghe: verdure di mare le alghe rappresentano un cibo prezioso per chi è abituato ad un'alimentazione non equilibrata, perché la loro abbondanza di minerali ha un effetto alcalinizzante sul sangue che viene così purificato dagli effetti acidificanti della dieta moderna. Alcune contengono più proteine del latte e sono tutte quasi prive di calorie; contengono inoltre molte vitamine, anche se in minor quantità che nelle verdure di terra. Le alghe aiutano anche a dissolvere i grassi e i depositi di muco che si formano nell'organismo a causa dell'eccessivo consumo di carne, prodotti caseari e cibi ricchi. Attualmente nei negozi di prodotti naturali è possibile trovare più o meno una dozzina di tipi di alghe che differiscono tra loro per gusto, compattezza e colore. Normalmente sono essiccate e si possono conservare a lungo in barattoli chiusi. C'è il piccante gusto aromatico e minerale della dulse rosso porpora, il sapore delicato della verde nori e della wakame, oppure la dolcezza della kombu. Sapore più neutro e gelatinosa è l'agar-agar, più deciso e gustoso quello dei filamenti di arame, marcato è quello dei neri tubicini delle hiziki. Combinate con altri ingredienti e cucinate con cura, le alghe ampliano l'orizzonte culinario tradizionale. Prima di cucinarle bisogna lavarle sotto acqua corrente e poi lasciarle in ammollo. E' importante consumare le alghe in piccole quantità, ma regolarmente, per questo si possono usare come ingrediente della cucina ogni giorno.

Principi

Una corretta ed equilibrata alimentazione come mezzo per vivere in armonia con il proprio corpo e l'ambiente è il fondamento della macrobiotica. In questo sito potrete pertanto trovare utili consigli su come seguire una dieta macrobiotica che vi consenta di vivere lungamente e bene. Ognuno, infatti, può migliorare le proprie condizioni psicofisiche imparando a conoscere i cibi e la loro energia ed a servirsene nel modo migliore possibile per assicurare a noi stessi benessere prolungato nel tempo

I cibi

La macrobiotica non è un regime alimentare strettamente vegetariano, non vuole stabilire regole cui tenere rigorosamente. Molto più semplicemente mette a disposizione di tutti alcuni principi che permettono di raggiungere un certo equilibrio anche in cucina. La filosofia macrobiotica divide in due categorie principali i molteplici alimenti che servono al nutrimento dell'uomo: i cibi animali (yang) e i cibi vegetali (yin). All'interno di ogni categoria, poi, i singoli alimenti sono classificati in più yin e yang. In generale possiamo dire che i cibi yang contengono più sodio, hanno sapore salato. Poco dolce o piccante e un più alto grado di alcalinità; i cibi yin contengono più potassio, hanno sapore acido, amaro, molto dolce o aromatico e un più alto grado di acidità. Per preparare pasti equilibrati possiamo combinare tra loro i vari ingredienti sfruttandone le diverse caratteristiche per accentuare o attenuare il loro affetto. Inoltre dovremmo tenere presente anche i fattori climatici e stagionali: nelle stagioni e regioni calde (yang) è bene consumare più vegetali, soprattutto quelli di qualità yin; viceversa nelle stagioni e nelle regioni più fredde (yin) sarà consigliabile consumare vegetali di qualità prevalentemente yang. La cottura è un procedimento che aumenta il fattore yang degli alimenti soprattutto se viene eseguita con sistemi a pressione. In primavera sarà bene diminuire progressivamente i tempi di cottura (che dovranno essere ulteriormente ridotti nel periodo estivo); in autunno, e maggiormente in inverno, si consiglia invece di aumentarli.

Cibi da eliminare per una miglior  salute

Carne, grassi animali, uova, pollame, latticini (incluso burro, yogurt, gelati, latte e formaggi), zucchero raffinato, cioccolato, melassa, miele, altri zuccheri semplici e cibo trattato con essi, vaniglia.

Frutti tropicali e semi tropicali e succhi di frutta, soda, bevande artificiali, caffè, tea colorato e tutti i te stimolanti come il te alla mente.

Tutti i cibi colorati artificialmente, preservati, trattati chimicamente.

Tutti i cereali raffinati o ripuliti, farine e loro derivati, tutti i prodotti alimentari di massa incluso tutti i prodotti in scatola, i congelati ed irradiati. Spezie piccanti, qualsiasi cibo stimolante ed aromatico, aceto artificiale bevande alcoliche.

La Salute

La Macrobiotica è l'arte e la scienza della salute e della longevità attraverso lo studio e la comprensione delle relazioni e delle interazioni tra noi, il cibo che mangiamo, lo stile di vita che decidiamo di condurre e l'ambiente nel quale viviamo. L'approccio macrobiotico è basato sul concetto che noi siamo il risultato di un complesso di interazioni ed effetti sul nostro ambiente totale che vanno dal cibo alle interazioni sociali ed al clima ed alla geografia nella quale viviamo. Considerando tutti i fattori che influenzano le nostre vite, l'approccio macrobiotico alla salute ed alla guarigione non è nulla altro che il tentativo del corpo di ritornare ad uno stato più armonico e dinamico con l'ambiente naturale. Dal momento che ciò che mangiamo e beviamo e come viviamo le nostre vite sono i principali fattori che influenzano la nostra salute e definiscono cosa noi siamo, l'approccio macrobiotico enfatizza l'importanza di una dieta appropriata e di un determinato stile di vita. L'approccio macrobiotico è basato su principi, teorie e pratiche che sono state sviluppate da filosofi, studiosi e scienziati attraverso la storia. Il termine "macrobiotico" deriva dal Greco "macro" - grande - e "bios" - vita e fu coniato per la prima volta da Ippocrate, il padre della medicina occidentale. I più recenti sviluppi derivano da Michio Kushi che è stato inspirato dal filosofo scrittore Georges Ohsawa. Questi ha pubblicato diversi lavori in Giapponese, Inglese e Francese che combinano la tradizione occidentale della macrobiotica con 5.000 anni di medicina tradizionale orientale. Attraverso l'uso dei principi della macrobiotica per indirizzare ed aggiustare le influenze dell'ambiente, della dieta e dello stile di vita, migliaia di individui sono stati in grado di prolungare la loro vita dopo essere guariti da una grande varietà di malattie incluse malattie cardiovascolari, cancro, diabete e molte altre. L'approccio macrobiotico per il recupero della salute può essere adoperato insieme ai trattamenti della medicina tradizionale e della medicina alternativa ed è compatibile ed adattabile a tutte le pratiche tradizionali e culturali di tutte le religioni. Alcune pratiche tradizionali ed i principi basilari della macrobiotica includono il mangiare cereali non raffinati, legumi e verdure fresche, incrementando la varietà negli alimenti e nei metodi di cottura, mangiando regolarmente ed in minor quantità, masticando di più e mantenendo una vita più attiva e positiva. I principi generali della dieta e dello stile di vita per una persona che vive in un clima temperato stagionale sono state indicate da Michio Kushi. Tali linee guida stabiliscono delle proporzioni di base nella dieta ed insieme a più sane abitudini alimentari non sono intese definire uno specifico regime poiché ulteriori modifiche sono necessarie per ciascun individuo variando in accordo alla situazione personale

In cucina

Anche l'alimento naturale necessita di una fase di preparazione.
Cereali, ortaggi, legumi e alghe vanno scrupolosamente lavati prima di essere manipolati. Per i cereali e i legumi è sufficiente metterli in una zuppiera, coprirli d'acqua e mescolare per far affiorare le impurità; l'operazione va ripetuta finché l'acqua non resta pulita, quindi si scolano e si sciacquano sotto l'acqua corrente. Le radici e le verdure che crescono a livello del suolo vanno sfregate con accuratamente sotto l'acqua corrente con uno spazzolino di setole naturali. Le altre verdure vanno lavate normalmente con acqua fredda, affinché non perdano la loro freschezza sarà meglio lavare le verdure appena prima di consumarle e cucinarle. Le alghe di solito vanno lavate con acqua fredda o, in alcuni casi, dovranno essere lasciate a bagno per farle ammorbidire.


Gli utensili


Primo strumento indispensabile è una pentola a pressione di acciaio inossidabile che serve per la cottura dei cereali e a volte dei legumi; è anche opportuno disporre di un assortimento di tegami e padelle di acciaio inossidabile o teglie di terracotta per il forno. (Le pentole di alluminio, rame o materiale antiaderente sono sconsigliate perché alterano le proprietà dei cibi e alla lunga portano a disfunzioni metaboliche). E' utile avere a portata di mano anche uno spargifiamma. Riguardo a posate, spatole e mestoli si raccomandano quelli di legno. Altri utensili indispensabili per la cucina macrobiotica sono: uno spazzolino di setole naturali per la pulizia degli ortaggi (che non vengono sbucciati ma consumati integri, radici e foglie comprese); un mortaio a scalmanature di tipo giapponese (suribachi), o uno di legno, per pestare il sale con il sesamo (gomasoio) e i semi; un cestello per la cottura a vapore, sempre in acciaio o in bambù; qualche stuoino in bambù per coprire gli alimenti o confezionare involtini; una pressa per salamoia.


Pulizia


Usando prevalentemente condimenti vegetali, che si lavano meglio di quelli animali, l'uso dei detersivi nella pulizia degli utensili potrà essere limitato, in ogni caso si consigliano quelli biodegradabili o semplicemente succo di limone e acqua calda per sgrassare.

Suggerimenti macrobiotici sullo stile di vita:

Mangiare solo quando si ha fame.

Masticare adeguatamente (almeno 30 volte per boccone) è importante per una buona digestione ed assimilazione degli alimenti.

Mangiare in maniera ordinata e rilassata. Quando si mangia, sedersi con una buona postura e attendere un momento per esprimere gratitudine per il cibo. Si può mangiare regolarmente 2 o 3 volte al giorno, quanto si vuole, a patto che le proporzioni sopra indicate siano rispettate e che ciascun boccone sia masticato adeguatamente. La cosa migliore è lasciare il tavolo soddisfatti , ma non pieni.

Bere liquidi moderatamente, soltanto quando assetati.

Per un sonno profondo e ristoratore, ritirarsi prima di mezzanotte ed evitare di mangiare almeno nelle 2/3 ore precedenti.

Lavarsi quando necessario, ma evitare lunghi bagni caldi che privano il corpo di minerali.

Usare cosmetici e prodotti di pulizia che provengono da prodotti naturali non-tossici. Evitare prodotti profumati chimicamente. Per la cura dei denti spazzolare con preparazioni naturali.

Per quanto possibile usare vestiti di cotone, specialmente per gli indumenti intimi. Evitare prodotti sintetici o la lana a diretto contatto con la pelle. Evitare di indossare troppi accessori sulle dita, polsi, collo o qualsiasi altra parte del corpo.

Trascorrere del tempo all'esterno se l'energia lo permette. Camminare sull'erba, spiaggia o terreno almeno mezzora ogni giorno. Trascorrere del tempo nella luce solare.

Esercitarsi regolarmente. Le attività possono includere camminare, yoga, arti marziali, danza etc.

Includere alcune grandi piante verdi in casa per rinfrescare ed arricchire l'aria di ossigeno. Aprire le finestre giornalmente per permettere all'aria fresca di circolare anche col freddo.

Mantenere la casa ordinata, specialmente nelle aree dove il cibo è preparato e servito.

Per migliorare la circolazione e l'eliminazione delle tossine, strofinare il corpo intero con un asciugamano bollente, inzuppato ogni mattina od ogni sera. Se non è possibile almeno strofinare le mani, i piedi, le dita e gli alluci.

Evitare di utilizzare elettrodomestici o forni a microonde. L'uso del gas o dei forni a legna è preferibile.

Usare stoviglie di terracotta, ferro o acciaio piuttosto che di alluminio o di teflon.

Minimizzare l'uso frequente del computer e della televisione. Quando si usa il computer, proteggersi da eventuali pericolosi campi elettromagnetici con schermi protettivi.

Cantate.

La Macrobiotica

 

Noi tutti conosciamo persone per le quali l'alimentazione e' un giustificato ed adeguato motivo d'interesse. Certo, nutrirsi e' una operazione importante che compiamo almeno 2 o 3 volte al giorno. Capita addirittura di trovare delle persone che vedono l'alimentazione come la parte fisica di una più ampia nutrizione, e quindi uno di quei mezzi per mantenersi sani, efficienti, in condizioni ottimali per sviluppare le facoltà che permettono all'essere umano di raggiungere la propria evoluzione. Per costoro la nutrizione è un'arte che consiste nello scegliere le sostanze adatte e necessarie ai propri fini. Abbiamo voluto trattare qui (senza pretendere di avere esaurito l'argomento) alcuni punti base, frutto d'anni di ricerca teorica e pratica, per andare incontro a chi si è reso conto di come alimentazione influisca sul proprio stato fisico, emotivo, psichico e mentale, e quindi desidera avvicinarsi a un'alimentazione più naturale e allo stesso tempo più completa e sana.

COSA MANGIARE

Eliminando il più possibile i prodotti animali (carne, insaccati, formaggi, latte) ed i prodotti raffinati (pane e pasta bianca, zucchero, caffè,…) ci si chiede: "allora, cosa rimane da mangiare?". Abbiamo a nostra disposizione tutto ciò che la natura ci offre allo stato naturale, cioè i cibi vivi, che ci possono trasmettere ancora la loro energia vitale. Daremo la precedenza ai cereali integrali in chicchi, poi, come cibi complementari, alle verdure, ai legumi, alle alghe, alla frutta. "Ma come organizzare i pasti della giornata in modo da avere abbastanza nutrimento, vitamine, proteine, sali minerali, ecc.?". Certo, questo cambia da persona a persona. Un bambino avrà delle necessità diverse da un adulto, un uomo da una donna, una persona che fa un lavoro fisico o uno sport da un impiegato o di un intellettuale. Ecco alcuni suggerimenti su che cosa mangiare nei tre pasti quotidiani, ricordiamo però che se si dovrebbe integrare qualche prodotto animale (pesce, uova, pollo…) sarebbe consigliabile mangiare pochi cereali integrali nello stesso pasto.

1° COLAZIONE
Tè bancha + fette biscottate di pane integrale con marmellata di frutta (senza zucchero) o malto d'orzo
OPPURE:
Caffè d'orzo con biscottate integrali;

PRANZO:
Zuppa di miso
Crema di cereali o cereali in chicchi
Insalata o verdura cotta

CENA:
Minestrone
Cereali in chicchi
Legumi o alghe
Verdura cotta
Dessert (ogni tanto).

Anche le porzioni variano da persona a persona. In linea generale, nella nostra percentuale di cibo giornaliero, ci sarà il 50% di cereali, il 10% di zuppe, il 25% di verdure cotte, il 10% di legumi, alghe, insalata cruda, e il 5% di dessert o frutta. Ripeto, queste sono indicazioni generali. Secondo la persona e il suo stato di salute, potrà cambiarli andando dal 30% di cereali al 70% e così via, integrando anche un poco di proteine animali 1 o 2 volte la settimana, se ce ne fosse bisogno.

I CEREALI INTEGRALI

IL RISO SEMI-INTEGRALE
E' il riso integrale al quale è stato levato un altro involucro. E' quasi come l'orzo perlato ma contiene ancora sali minerali, proteine, vitamine benché in quantità più ridotta. Lo si digerisce e assimila meglio e per questo è raccomandato a chi inizia un'alimentazione a base di cereali integrali. Lo si può comunque anche consumare in alternativa a quello integrale, una o due volte alla settimana.

Lavare il riso in una pentola, scolatelo.
Mettetelo poi nell'acqua fredda salata e portate ad ebollizione.
Coprite, abbassate la fiamma al minimo e lasciate cuocere per circa 30 minuti. A fine cottura spegnere, lasciatelo coperto ancora per 5 minuti in modo che il vapore venga assorbito dai chicchi che poi risulteranno cotti ma non appiccicaticci. Conditelo con delle verdure, dei fagioli o semplicemente delle salse.
Può anche essere cotto direttamente con delle verdure come per esempio la ricetta : stufato di miglio al cavolfiore.

IL RISO INTEGRALE


Contiene grassi, proteine, vitamine (A,B,PP), minerali (calcio, fosforo, ferro, potassio, sodio, zolfo, magnesio, cloro, iodio, zinco, fluoro, arsenico) e carboidrati (il riso bianco è solo la parte interna del chicco e contiene praticamente solo carboidrati). E' un eccellente energetico, utile nelle cure per ipertensione e l'arteriosclerosi. Favorisce la crescita e il superlavoro. E' buono contro le infiammazioni e fermentazioni intestinali. Dà lucidità mentale e chiarezza di giudizio. Purifica e rinforza i polmoni, aiuta l'organismo ad espellere i veleni. Può essere mangiato tutti i giorni, in qualsiasi stagione dell'anno, ma specialmente in autunno.
Ci sono generalmente due varietà di riso integrale:
il riso lungo, che è preferibile consumare d'estate e che richiede un tempo maggiore di cottura
il riso corto, per tutto il resto dell'anno.
Potete cucinarli entrambi nello stesso modo, abbreviando soltanto la cottura nel caso del riso lungo.

CREMA DI RISO


Abbrustolite 1 bicchiere di farina con o senza olio, stando bene attente che non si bruci. Versate 3 bicchieri di acqua e ½ cucchiaino di sale (odi shoyu). Mescolate bene finché non bolle. Fate cuocere da 20 a 30 minuti, coperto, a fuoco basso.

CROCCHETTE DI RISO
Se vi dovesse rimanere del riso già cotto, potete preparare delle deliziose crocchette. Mettete insieme riso e altri avanzi, come fagioli o verdure. Aggiungere una cipolla tagliata molto fine o tritata, e uno spicchio d'aglio (facoltativo).Prendete un po' di questo preparato tra le mani, e stringendo bene, dategli la forma di una crocchetta lunga e piatta, a scelta. Ungete una padella con un po' di olio di oliva, metteteci le crocchette, coprite con un coperchio e lasciate cuocere per 10 minuti da ogni parte, finché non si formi una bella crosticina. Servite con una goccia di shoyu.
Potete anche disporre le crocchette su una teglia unta e metterle al fornoo, occasionalmente friggerle in olio abbondante.

IL MIGLIO
Cereale che si mangia decorticato, dunque non va lavato né messo a bagno e cuoce relativamente presto. E' ricco di vitamina A, proteine, grassi, fosforo, magnesio, ferro. Nutriente e vitalizzante, è consigliato a chi soffre di deficienza fisica ed intellettuale, alle donne in gravidanza, a tutti coloro che hanno problemi con lo stomaco (ulcere), milza ed il pancreas. Lo si può cucinare lesso e condirlo poi con qualsiasi salsa, o fare le seguenti ricette:


PUREA DI MIGLIO
Dopo la cottura del miglio, passatelo nel passaverdura, aggiungete un po' di prezzemolo o delle foglie di crescione ben lavate, e servite ben caldo.

MIGLIO GRATINATO
Potete ungere una teglia e mettere a gratinare il miglio sia cotto stufato, sia passato in purea.
[_] Qualche goccia di olio di oliva sopra prima di metterlo in forno, ed ecco una nuova variante.

STUFATO DI MIGLIO AL CAVOLFIORE
per 4 persone :
1 tazza e ½ di miglio - ½ piccolo cavolfiore - 1 cipolla - 2 c. d'olio d'oliva - 1 c. da caffè di sale marino - o 2 c. di shoyu - timo (facoltativo) - 3 tazze e ½ di acqua - prezzemolo
Fate riscaldare l'olio in padella. Aggiungete la cipolla tagliata a fettine e quando diventa trasparente, unitevi il cavolfiore tagliato in senso orizzontale (gambi e fiore). Fate rinvenire. Aggiungete il miglio, fatelo rosolare insieme al cavolfiore per qualche minuto. Mettete il sale e lo shoyu, l'acqua, il timo e quando bolle, coprite, abbassate la fiamma e lasciate cuocere per 30 minuti.
Guarnite con un po' di prezzemolo.
[_] NOTA: Altre verdure con le quali il miglio si accompagna bene sono: carote, porri, rape, piselli, zucca bernaccolata, ecc.. Cambiate secondo le verdure di stagione che trovate.

IL SARACENO

E' un alimento molto energetico e nutriente, da consumare preferibilmente nei climi freddi (inverno) in quanto produce rapidamente calore. Contiene proteine, grassi, sali minerali (calcio, fosforo, magnesio, fluoro), vitamina E soprattutto la vitamina P che ha la proprietà di favorire i capillari e migliorarne la permeabilità. Di facile digestione, è raccomandata agli esauriti e a chi svolge un lavoro intellettuale. Produce rapidamente un buon sangue ed è benefico per i reni e l'intestino. Essendo decorticato, il saraceno non va lavato ne messo a bagno. Potete comprarlo sia naturale sia tostato (kasha).
Se usate quello chiaro, è bene abbrustolirlo sempre almeno 5 minuti prima della cottura. Quello tostato non richiede di essere abbrustolito tanto.

FRITTELLE DOLCI DI SARACENO
per 4 persone:
1 tazza e ½ di farina di saraceno - 3 tazze di acqua - un pizzico di sale - ½ tazza di mandorle tostate - gocce di acqua di fiori d'arancio - ½ tazza di uvetta - pangrattato

In 3 tazze d'acqua bollente salata, mettete la farina di saraceno, le mandorle tritate, l'acqua di fiori d'arancio, l'uvetta. Quando riprende il bollore, coprite e lasciate cuocere a fuoco basso per ½ ora. Fate raffreddare. Tagliate poi a fettine di circa 2 cm. di spessore e passatele nel pangrattato. Potete allora friggerle in olio di frittura o passarle in una padella unta di olio, finché non diventino belle croccanti. Servite calde.

KASHA AL TIMO
per 4 persone :
1 tazza e ½ di grano saraceno - 2 spicchi di aglio - 3 c. d'olio d'oliva - ½ c. di sali marino - timo - 3 tazze e ½ di acqua bollente

Riscaldare l'olio e schiacciatevi gli spicchi d'aglio. Quando diventano giallini, versate il saraceno e fatelo rinvenire finché non mandi un odore di noccioline. Aggiungete l'acqua bollente, il sale e il timo. Abbassate la fiamma, coprite e lasciate cuocere senza mescolare per 20-30 minuti, finché tutta l'acqua non si consuma.

SOBA

Si chiamano così delle fettuccine fatte con la farina di grano saraceno (50 a 80 %) alla quale si è aggiunto della farina di grano tenero o qualche volta di grano duro. La si consuma generalmente in brodo, ma può essere preparata anche come una pasta normale, condita poi con una salsa. In questo caso è consigliabile non eccedere nella quantità (non più di ¼ di pacchetto a persona).

SOBA IN BRODO

per 4 persone:
¼ di pacchetto di Soba - 4 tazze e ½ di acqua - 2 c. shoyu - ½ foglio nori - cipollina tritata - prezzemolo
Tostate la nori passandola rapidamente sulla fiamma. Scaldate l'acqua. Quando bolle dividetela in due parti. In una parte aggiungete il Soba e quando riprende a bollire, versate un po' dell'acqua messa da parte. Continuate così due o tre volte finché il Soba non sarà cotto. Prima dell'ultima aggiunta d'acqua, mettete lo shoyu, Servite in coppette individuali, mettendo un po' di Soba, del brodo per riempire la coppetta, del nori sbriciolato, della cipollina tritata e un rametto di prezzemolo. Servite subito.

IL GRANO TENERO

Si trova sia integrale, sia decorticato, cioè con uno strato in meno. Il secondo cuoce più rapidamente, non ha bisogno di essere messo a bagno, ma è anche meno nutriente ed assimilabile del primo. Il grano tenero si può usare semplicemente lesso come si cucinano tutti i cereali, aggiungendo acqua fredda nella proporzione di 1 a 3 (1 tazza di grano e 3 tazze di acqua), sale e lasciando cuocere a fuoco basso, coperto, per 1 ora e ½ o 2 ore dopo l'ebollizione. Si condisce poi con una salsa per cereali. Il grano tenero integrale va mangiato solo occasionalmente, in quanto la crusca che contiene rende l'intestino incapace di assorbire e di iniziare la trasformazione.

IL GRANO DURO INTEGRALE

Contiene più glutine di quello tenero ed è dunque più ricco di proteine. Prima di metterlo a bagno è consigliabile lavarlo, in modo da poter usare l'acqua dell'ammollo come acqua di cottura. Per 1 tazza di grano duro integrale 3 tazze di acqua. Si lascia a bagno 24 ore e si fa cuocere nell'acqua con un po' di sale per 1 ora e ½ o 2 ore, a fuoco basso e coperto. Se avete un mulino per cereali potete macinarlo grossolanamente. Non ci sarà bisogno di metterlo a bagno e richiederà meno tempo di cottura.

[_] NOTA: Potete farne delle zuppe, delle creme (1 tazza di grano spezzato per 2 tazze e ½ di acqua, sale. Fate cuocere ½ ora dal momento dell'ebollizione. Condite con un cucchiaino di olio di oliva ).

IL BULGUR

E' un grano duro integrale, germogliato, precotto in forno e spezzettato. Certo, ha perso un po' delle sue qualità nutritive, ma è di rapida preparazione e cottura e può dunque essere servito ogni tanto con delle variazioni .

BULGUR E BROCCOLETTI
per 4 persone:
2 tazze di bulgur - 4 tazze di acqua bollente - 2 cipolle - 200 gr di broccoletti - 3 c. di salsa di shoyu - 2 c. di olio di oliva - timo

Fate rosolare le cipolle tagliate a fettine sottili nell'olio caldo. Quando diventano trasparenti, aggiungete i broccoletti tagliati a pezzi piccoli e lasciateli rinvenire qualche minuto.
Mettete il bulgur, mescolate piano per farlo insaporire, aggiungete il timo e lo shoyu, l'acqua bollente. Dopo l'ebollizione, coprite, abbassate la fiamma e fate cuocere per 20 minuti.

IL SEMOLINO
E' una semola di grano duro macinata un po' fine. CREMA DI SEMOLINO

per 2 persone:
1 tazza di semolino - 3 tazze di acqua - 2 c. di olio di sesamo - 2 c. di shoyu

Fate riscaldare l'olio in una pentola. Aggiungete il semolino e fatelo rosolare per qualche minuto, mescolando sempre finché non abbia assorbito tutto l'olio. Versate l'acqua fredda lentamente, mentre mescolate. Fate bollire a fuoco forte, sempre mescolando. Mettete lo shoyu, coprite e fate cuocere a fuoco basso da ½ ora a 1 ora. Più cuoce, più diventa buono. Lasciatelo riposare almeno 10 minuti prima di servire, in modo che la crosticina che ha fatto si stacchi facilmente .

IL CUSCUS

E' una semola di grano duro, ma più grossa del semolino. Quello integrale si cuoce come il semolino ma richiede un po' più tempo. Il cuscus esiste anche non integrale e precotto. Ottimo soprattutto d'estate, per fare delle insalate fredde, mescolandovi verdure crude (carote, ravanelli, olive, sedano, ecc.… ) o quando fa un po' più freddo, guarnito con verdure cotte e ceci. Per preparare quello precotto, basta fare bollire 1 tazza e ½ di acqua con ¼ di cucchiaio di sale marino. Versatevi una tazza di cuscus precotto, spegnete il fuoco, coprite e lasciate gonfiare per 10 minuti.
[_] Si può mangiarlo anche nelle zuppe, aggiungendolo in pioggia agli ultimi minuti di cottura
[_] Con solo un pizzico di sale, dell'uvetta, delle noccioline, della frutta tagliata e fatta bollire prima di aggiungere il cuscus è un dolce nutriente e ottimo.
Quello non precotto richiede una preparazione un po' più lunga.

IL FARRO

E' l'antenato del grano. Veniva usato dai legionari romani che ne facevano delle gallette e se le portavano quando dovevano viaggiare. Questo cereale ha le proprietà del grano ed in più è molto utile a chi soffre di stitichezza. Lo si trova spezzettato, decorticato, o in chicchi. Quello in chicchi lo si deve mettere a bagno 48 ore e far cuocere in una pentola normale per 2 ora e ½ o in pentola a pressione per 1 ora e ½ . Condite con salse e verdure. Il farro decorticato va cotte per 45 minuti in una pentola normale con due volte il volume dell'acqua.

IL FARRO SPEZZETTATO

Una varietà di farro tenero. Non va messa a bagno e cuoce in 30 minuti. Si può usare nelle zuppe con delle verdure, o anche asciutto, mettendo per 1 tazza di farricello 2 tazze di acqua. Potete fare anche un soffritto di verdure e farlo cuocere assieme.

L'ORZO

Nell'alimentazione in Italia, si usano 2 qualità di orzo:
- l'orzo mondo che si mangia integrale;
- l'orzo vestito, che avendo un involucro molto duro, viene soprattutto tostato (caffè d'orzo) o macinato e setacciato (farine). Per essere mangiato in chicchi l'orzo vestito viene :
- decorticato ed è ancora abbastanza integrale;
- perlato, cioè ancora più decorticato. L'orzo è molto ricco di fosforo (fortifica le cellule).
Contiene calcio, ferro, potassio e magnesio. Si trovano anche le vitamine A (ringiovanimento dei tessuti), B2, B e PP. Dopo il riso integrale, è il cereale più facilmente digeribile e raccomandato alle donne che allattano in quanto favorisce la montata del latte. E' leggermente lassativo. L'orzo mondo va messo a bagno 24 ore e necessita di 2 ore e ½ di cottura in una pentola non a pressione con tre volte il suo volume di acqua. Si può anche cuocere con dei fagioli (cannellini, ceci, ecc.) messi a bagno prima per 12 ore.

ORZO E HIZIKI
per 2 persone:
1 tazza di orzo perlato - 2 tazze e ½ di acqua - 1 c. di Hiziki - 1 tazza di acqua - 2 c. di olio - 1 spicchio di aglio - 1 c. di tamari
Mettere a bagno le Hiziki in 1 tazza di acqua per 15 minuti. Fate riscaldare l'aglio schiacciato bene con la lama del coltello e fatelo rinvenire finché non diventi biondo. Aggiungere le Hiziki (un po' tagliate se sono a pezzi lunghi) e mescolando piano, fatele rosolare qualche minuto con l'aglio. Mettete l'orzo, l'acqua delle Hiziki e le altre 2 tazze e ½. Fate bollire. Aggiungete il tamari, coprite e lasciate cuocere lentamente per 40 minuti finché tutta l'acqua non si consuma.

L'AVENA INTEGRALE

Cibo molto nutritivo e mineralizzante, l'avena contiene proteine (sali minerali, sodio, ferro, calcio, magnesio, fosforo), vitamine (A, B1, B2 tracce di D, PP) , carboidrati (che producono energia), grassi, ecc. E' un cereale raccomandato soprattutto nelle stagioni fredde, per aiutare la crescita dei bambini, per le persone che svolgono una grande attività fisica o intellettuale. Stimola la tiroide, è diuretica, ed efficace per la sterilità e l'impotenza.
[_] La si può cucinare da sola, mettendo a bagno 1 tazza di avena lavata con 3 tazze di acqua per 12 ore. Fate bollire, cuocete coperto, poi con un po' di sale o di shoyu, per 1 ora e ½.
[_] La si può anche mescolare al riso. Lavate ½ bicchiere di avena e mettetela a bagno la sera. Unitela poi ad 1 bicchiere di riso lavato, coprite con 4 bicchieri di acqua, mettete ½ cucchiaio di sale, fate bollire, coprite e cuocete 45 minuti nella pentola a pressione.

IL MAIS (granoturco)

Il mais è il cereale dell'estate. E' un moderatore della tiroide. rallenta gli scambi, le ossidazioni. E' un ottimo energetico (contiene vitamine B,E, carboidrati, sali minerali, materie azotate, grassi e zuccheri), ed è un eccellente produttore di sangue. Rinforza il cuore.

I FIOCCHI

Schiacciando i cereali in chicchi, e tostandoli si ottengono i fiocchi. L'avena è l'unica che è anche sempre precotta. Sotto questa forma i cereali risultano di più facile preparazione ed assimilazione, e conservano quasi intatte le loro qualità nutritive. E' molto importante che provengano da coltivazioni biologiche. Tutti i fiocchi si possono cucinare nello stesso modo, da soli, o mescolati con altri secondo i gusti. Potete anche aggiungerli nei minestroni, cuocerli con delle verdure, o preparare dei dolci leggeri e saporiti. I fiocchi di avena si prestano a molte preparazioni, come budini, biscotti, o zuppe. Ottimi per la colazione, sono anche utili quando si ha poco tempo a disposizione.

ZUPPA DI AVENA

per 2 persone:
1 bicchiere di fiocchi di avena - foglie di lattuga - 2 c. di olio di oliva - 1 spicchio di aglio - 2 c. di shoyu - 3 tazze di acqua

Scaldate l'olio in una pentola. Fate rosolare l'aglio tagliato a fettine. Aggiungete la lattuga tagliata a strisce. Coprite con l'acqua e fate cuocere 5 minuti. Versate a pioggia i fiocchi di avena, mettete lo shoyu e continuate la cottura per 10 minuti. Guarnite con del prezzemolo tritato.

                  

RISOTTO CON VERDURE

Ricetta per 4 persone:
2 tazze di riso integrale
4 tazze d'acqua
2 cucchiai d'olio extravergine d'oliva
2 cucchiai di shoyu
1 carota
2 porri
1 cipolla
2 gambi di sedano
aglio
prezzemolo
sale

Tagliare le verdure e soffriggerle con l'olio, dopo qualche minuto aggiungere lo spicchio d'aglio e il riso, continuare a tostare sino a che il riso prende un leggero colore. Versare l'acqua bollente e lo shoyu il sale e cuocere per circa un'ora e mezza.
Questo risotto può variare secondo le stagioni, variando le verdure ed evitando quelle troppo yin, come pomodori e melanzane. (In estate se fa molto caldo si può usare un po' di pomodoro). Gli ingredienti elencati nella ricetta è consigliabile siano di origine biologica.


Un po' di spiegazioni non fanno mai male…
Shoyu o salsa di soia: è ottenuto dalla fermentazione di soia e frumento o riso tostati, macinati e salati. E meno salato del tamari e un po' piu' liquido e, rispetto ad esso, piu' equilibrato, qualità che ne permette un consumo quotidiano.

 

 

La macrobiotica non e' solo una modo di alimentarsi, ma uno stile di vita che si basa sulle concezioni energetiche dell'universo e dell'essere umano percepito come "figlio di cielo e terra" (del macrocosmo).
Cio' e' un punto importante per riuscire a capire quello che la macrobiotica vuole diffondere come concezione d'alimentazione naturale.
E' necessario intendere il significato energetico dell'alimentazione macrobiotica e di conseguenza metterla in pratica e sperimentare su se stessi gli effetti.
I principi globali su cui si basa un'alimentazione energetica sono lo studio di due forze complementari ed antagoniste: la forza di espansione (yin) e la forza di contrazione (yang). Il Tao e' l'equilibrio di queste due forze, di yin e di yang, equilibrio dato dalla combinazione antagonista e complementare dell'espansione e della contrazione. In macrobiotica si ricorre a questi due elementi per valutare e catalogare tutti i cibi secondo un orientamento di espansione rispetto ad un orientamento di contrazione.
Mettiamo agli estremi di queste due tendenze: il sale e lo zucchero. Lo zucchero ha una elevata forza di espansione, il sale di contrazione. Di conseguenza tutti gli alimenti che presentano un effetto analogo allo zucchero sono definiti yin, gli alimenti piu' correlati al sale sono detti yang.
Gli alimenti yin sono: per quanto riguarda le verdure, quelle che si sviluppano in un lasso di tempo breve e nei climi caldi (ai tropici troviamo un tipo di vegetazione molto yin).
Per spiegare questo fenomeno dobbiamo riferirci a "cielo-terra", dove la rotazione terrestre crea un moto di espansione creato dalla forza centrifuga. Questa forza e' maggiore all'equatore, di conseguenza un clima tropicale crea vegetazione piu' yin (la frutta e le verdure tropicali sono ricche di acqua).
Gli alimenti yang sono quelli che si sviluppano nei climi freddi, principalmente le radici. In generale sono cibi consistenti (verdura e frutta) che crescono in un tempo lungo.
Il freddo genera la contrazione, il caldo, l'espansione.
Ogni verdura ha la sua combinazione bilanciata di yin e yang data dalle foglie (piu' yin), dallo stelo (yin-yang), dalla radice (piu' yang), di conseguenza in ogni pianta esiste una parte piu' yin e una parte piu' yang.
Mettendo in relazione i due estremi (sale e zucchero) per nutrirsi, la macrobiotica indica una serie di alimenti piu' centrali: cereali, legumi, verdura, frutta e ogni tanto, durante la settimana, inserire pesce o latticini magri.

 

 

La malattia è il "linguaggio dell''Anima"
e siamo principalmente noi stessi che, alla ricerca del nostro benessere ed equilibrio,
dobbiamo imparare a "tradurre" tale linguaggio...

 

 

 

 

Psicologia Esoterica

 

L'autore ci introduce alla sua psicologia esoterica, ci consente di capire meglio la nostra vita e specialmente di vedere il significato della malattia e della morte. Malattia e guargione, ipnosi, astrologia, terapia della reincarnazione sono i temi trattati

 

Malattia e destino

il valore e il messaggio

della malattia

Che significato hanno le malattie nella nostra vita?

Secondo lo psicologo e psicoterapeuta Thorwald Dethlefsen e il medico Rudiger Dahlke esiste una unica malattia che fa parte integrante della condizione patologica dell'uomo. Questa si manifesta in molteplici forme: infezioni, mal di testa, incidenti, dolori, tumori ecc. ed accompagna l'uomo per tutta la vita, fino alla morte.

Il sintomo diviene così espressione visibile di un processo invisibile. Non solo, ma Il corpo -continuano i due terapisti- non può ammalarsi perché in esso si esprimono solamente le informazioni della coscienza.

Siamo di fronte al cambiamento radicale del concetto di malattia e salute. Tutte le patologie (s'intendono proprio tutte, ndA) che che interessano il corpo, si originano nella psiche e ci avvertono che la coscienza ha perso l'equilibrio con l'ambiente circostante (Universo). Non solo ma questi sintomi devono essere interpretati e compresi affinché il nostro cammino evolutivo continui senza intoppi. Ammalarsi fa bene! è il loro motto.

Il libro scritto in maniera semplice si divide in due parti, la prima in cui viene spiegata la teoria e la seconda dove vengono analizzate le più diverse manifestazioni sintomatiche. La lettura può mettere un po' in crisi le persone che credono alla malattia secondo la concezione organicistica, e cioè che sono i singoli organi ad ammalarsi e non l'uomo nella sua interezza, ma nonostante questo lo consiglio proprio a tutti perché una visione alternativa dell'universo e delle sue leggi è senz'altro di aiuto nell'accrescimento interiore.

Pcello

da tiscali/recensione

 

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LA POLARITA’ DELLA REALTA’

Di Thorwald Dethlefsen

 

Tutto è a due facce, tutto ha due poli, tutto ha la sua coppia di opposti, uguale e disuguale sono la stessa cosa. Gli opposti sono identici in natura, solo diversi di grado; gli estremi si toccano; tutte le verità sono soltanto mezze verità; tutte le contraddizioni possono essere composte.

                                                    KYBALION

 

La legge di polarità è la base della filosofia ermetica. Molti errori umani potrebbero essere evitati se la legge di polarità fosse capita meglio. Il cammino dell’uomo lo porta a confrontarsi con la polarità: scopo di questo cammino è il superamento della polarità.

"Che cos’è? Al mattino va su quattro gambe, a mezzogiorno su due e la sera su tre", diceva l’enigma della Sfinge. Morte e annientamento attendevano le persone che non sapevano risolvere questo enigma. Edipo conosceva la risposta: è l’uomo. Da bambino si muove a quattro gambe, nel mezzogiorno della vita su due e nella vecchiaia il bastone è la sua terza gamba.

Ma questo è semplicemente il significato exoterico della domanda. Non sarebbe proporzionato imporre la pena di morte a chi non sa rispondere a una domanda scherzosa. Qui piuttosto viene chiesto il significato delle tappe principali del cammino umano, il cui mancato superamento è letteralmente mortale. Il numero quattro è, fin dai tempi antichi, il simbolo della materia, che rappresenta la croce dell’uomo. Attraverso il confronto con la materia, che costituisce l’inizio dell’evoluzione (mattino), l’uomo deve imparare a capire la polarità, simboleggiata dal numero due. Tuttavia, solo il superamento della polarità e il raggiungimento del tre lo porta alla sera, cioè al perfezionamento. Soltanto chi assolve a questo compito raggiunge la vita eterna.

La legge di polarità pare all’inizio troppo semplice, troppo ovvia, perché si abbia l’impressione che valga la pena di occuparsene più da vicino. Tutto ciò che l’uomo trova nel mondo delle manifestazioni e tutto ciò che l’uomo riesce ad immaginarsi gli si presenta sempre sotto forma di due poli. È impossibile per l’uomo immaginarsi un’unità al di fuori della polarità. Espresso nel linguaggio simbolico di numeri, questo significa che il numero uno non è pensabile fintanto che non è creato il due; l’uno presuppone il due.

Sul piano geometrico è più facilmente comprensibile. Il simbolo geometrico dell’uno è il punto. Un punto non possiede dimensione né nello spazio, né sul piano, altrimenti sarebbe una sfera o un disco. Il punto non ha dimensioni. L’uomo però riesce ad immaginarsi un punto di questo genere, perché quando ci immaginiamo un punto ci figuriamo sempre una estensione, per quanto piccola possa essere. Questa unità, però, per l’uomo non è pensabile.

La sua coscienza obbedisce alla legge di polarità. Soggiace al due. Così c’è più e meno, uomo e donna, elettrico e magnetico, buono e cattivo, tono maggiore e tono minore, luce e tenebre. E si potrebbe continuare a lungo, dato che ogni concetto ha il suo polo opposto. Queste coppie di concetti noi le definiamo opposti, e siamo abituati a porci, nei casi concreti, l’alternativa "o–o". Noi cerchiamo costantemente di creare coppie di concetti. Una cosa è grande o piccola, chiara o scura, buona o cattiva. Noi siamo del parere che questi opposti si escludano l’un l’altro, ma è qui che ci sbagliamo.

 

(I due elementi figurativi vaso/volti sono presenti entrambi contemporaneamente nell'immagine, ma costringono chi osserva a una decisione nel senso di o/o: o vediamo il vaso, o vediamo i volti. Nel migliore dei casi, possiamo percepire i due aspetti di questa immagine uno dopo l'altro, ma è molto difficile percepirli entrambi contemporaneamente. Questo gioco ottico è un buon mezzo per capire la polarità. [...] Se si toglie dall'immagine un polo (sia quello bianco che quello nero: è indifferente), sparisce tutta l'immagine coi suoi due aspetti. Anche qui il nero trae vita dal bianco, il primo piano nasce dallo sfondo, proprio come l'inspirazione deriva dall'espirazione o il polo positivo della corrente elettrica trae vita da quello negativo.) [Da Malattia e Destino, di Thorwald Dethlefsen, pp. 30-31.]

La realtà consiste di unità, che però si manifestano alla coscienza umana solo in termini di polarità. Noi siamo in grado di percepire l’unità come unità, il che però non ci autorizza a dedurne che questa unità non esiste. La percezione della polarità presuppone per forza l’esistenza di una unità. Il due non può essere che la conseguenza dell’uno. Noi vediamo l’unità sempre e soltanto sotto forma di due aspetti, che ci sembrano opposti. Ma sono proprio gli opposti che insieme formano una unità e nella loro esistenza sono dipendenti uno dall’altro.

 

LA VITA È RITMO

 

L’esperienza umana fondamentale delle polarità è il respiro. In esso possiamo studiare le leggi della polarità, che è poi possibile trasferire a tutto l’universo. Perché come sotto, così sopra. Quando noi inspiriamo, ne deriva con assoluta certezza, come polo opposto, l’espirazione. A questa espirazione segue con altrettanta certezza di nuovo l’inspirazione. Lo scambio continuo di questi due poli produce il ritmo.

Il ritmo è il modello di base di tutta la vita. Se si distrugge il ritmo, si distrugge la vita. Il ritmo consiste sempre di due poli, e quindi non è un "o–o", ma un "e–e". chi rifiuta di espirare, non può poi più inspirare, e viceversa. Perché un polo vive dell’esistenza dell’altro polo. Se accantono un polo, sparisce anche l’altro. Un polo produce l’altro. Ciò che nella respirazione appare ovvio non viene però riconosciuto in quasi tutti gli altri campi.

Fintanto che l’uomo si pone "a favore di qualcosa" o "contro qualcosa", distrugge l’unità. L’uomo è per la salute e contro la malattia. Non vuol capire che salute e malattia, in quanto polarità, si condizionano reciprocamente e vivono una dell’altra. La salute esiste solo in quanto esiste la malattia. La salute può derivare soltanto dalla malattia. Per questo qualunque medicina preventiva è un’illusione.

Chi ha compreso la legge di polarità sa che ogni meta è raggiungibile soltanto attraverso il polo opposto e non per via diretta, come la maggior parte della gente tenta inutilmente di fare. Chi vuol gettare una pietra il più lontano possibile non si protende certo in avanti, ma all’indietro, nella direzione opposta a quella del lancio. Il giardiniere non concima le sue rose con olezzanti profumi affinché l’anno dopo abbiano un buon profumo, ma la concima con lo sterco, e tuttavia da questo sterco nascono fiori profumati. Il Libro Tibetano dei Morti insegna: "Chi non ha imparato a morire non può imparare a vivere". E il Cristo ci insegna che la vita la si raggiunge solo attraverso la morte. Tutti i sistemi di saggezza insegnano che solo subordinandosi alla Legge si diviene liberi. L’uomo però non vuol capire questa Legge. In tutti i campi si ricerca la via diretta e gli insuccessi ben difficilmente insegnano qualcosa.

Ogni atteggiamento pro o contro qualcosa è una fissazione. La vita è ritmo e quindi movimento. "Tutto scorre", diceva Eraclito. La fissazione però impedisce il movimento ed è quindi ostile alla vita. Ogni opinione o idea fissa, in qualunque campo sia, impedisce l’evoluzione. Se ci analizzassimo onestamente, potremmo constatare che noi siamo fatti quasi esclusivamente di queste fissazioni. Niente sembra più difficile all’uomo che cambiare opinione.

C’è una antica tecnica nell’insegnamento esoterico che consiste nel ribaltamento successivo di tutte le opinioni e di tutte le idee. Questa tecnica consiste nel sostenere l’opposto di quello che si pensa, finché entrambi i poli hanno acquistato uguale forza. A questo punto ci si libera automaticamente della polarità e da un terzo punto di vista, superiore ai due precedenti, si comincia a capire che dalla polarità nasce la globalità.

Ogni affermazione umana può esprimere sempre soltanto un aspetto della verità. Per descrivere tutta la verità, occorre sempre il polo opposto. In questo modo, qualunque cosa si dica sulla realtà è un paradosso. La lingua umana non può fornire espressioni univoche sulla verità. Se a una formulazione manca il paradosso, è in ogni caso incompleta e comprende soltanto un aspetto parziale. Questo fatto è stato fatale al tentativo scientifico di ottenere asserzioni univoche e non contraddittorie. E male ha fatto chi ha sorriso delle formulazioni contraddittorie delle antiche discipline di sapienza, come per esempio il Tao Te Ching o gli alchemisti.

La svolta nella scienza è stata costituita dalla studio della luce. C’erano due opinioni opposte sulla natura dei raggi di luce. Una era la teoria delle onde; l’altra quella dei corpuscoli: e pareva che queste due teorie si escludessero l’una con l’altra. Se la luce consiste di onde, non può consistere di particelle. Ma se consiste di particelle, non è un’onda. O–o. intanto, però, siamo venuti a sapere che questo "o–o" è un’impostazione sbagliata. La luce è sia onda che corpuscolo. Questa coesistenza di due nature che a noi sembrano opposte non è concepibile per l’uomo, però è vera. La natura ondulatoria e corpuscolare della luce è stata dimostrata. A questa doppia natura della luce bisognerebbe sempre pensare quando si affrontano problemi filosofici.

In ogni tempo si è discusso appassionatamente sul problema se l’uomo sia libero o determinato. E non ci si accorge che il problema è male impostato. Solo superando la posizione "o–o" e riconoscendo che l’uomo è sia pienamente determinato che pienamente libero, ci si potrà avvicinare alla verità. Dalla legge di polarità deriva il fatto che tutto ciò che esiste ha il diritto di esistere.

Nell’ambito di un cosmo che funziona in base a delle leggi, non può esserci nulla che "in realtà non dovrebbe esserci". Solo gli uomini hanno preso l’abitudine di suddividere il mondo in cose che possono esistere e in cose che non dovrebbero esserci. Con un atteggiamento del genere si va però contro la verità. Ogni manifestazione ha il suo significato, altrimenti non potrebbe esistere. Chi non vuole accettare questo, deve introdurre di nuovo il concetto di Caso.

Se una persona è contro qualcosa, significa in genere che è "per" il suo contrario. Così, per esempio, si è per la pace e contro la guerra, per la saluta e contro la malattia, per la felicità e contro il dolore, per il bene e contro il male. E ci si dimentica che tutti questi concetti sono coppie che costituiscono una indissolubile unità, che l’uomo non può dissolvere. Se mi rifiuto di espirare, non poso più inspirare. Se tolgo il polo negativo della corrente elettrica, sparisce anche quello positivo. Allo stesso modo, la pace condiziona la guerra, il bene è tale in quanto esiste il male e il male è il fertilizzante del bene. Così Mefistofele nel Faust di Goethe dice: "Io sono una parte di quella forza che vuole costantemente il male e produce costantemente il bene".

Queste considerazioni non legittimano affatto un comportamento arbitrario dell’uomo, ma devono metterlo in guardia quando considera le manifestazioni del reale. Se avviene un assassinio, anch’esso è parte del reale e ha il suo significato e la sua motivazione, altrimenti non sarebbe avvenuto. Non ha senso rifiutarsi di accettare l’assassinio che è avvenuto, a meno che non vogliamo porci contro tutto l’ordine universale. Questo non significa che dobbiamo definire questo assassinio buono e giusto, o che addirittura ci sentiamo autorizzati a compierne uno anche noi.

Accettare la verità significa semplicemente riconoscere il diritto di esistenza di tutte le cose. Se ci poniamo contro la verità, non modifichiamo nulla nei fatti oggettivi, però ci sentiamo oggettivamente peggiori. Perché ogni resistenza alla verità produce una apparente controresistenza che noi avvertiamo. La maggior parte del dolore umano dipende dalla resistenza che noi stessi opponiamo contro le manifestazioni del reale.

Tutte le cose sono in sé completamente prive di valore e neutrali. È l’atteggiamento dell’uomo che le rende opposte alla gioia o al dolore. Così la solitudine non è né buona né cattiva, né gradevole né sgradevole. Uno vive la solitudine come sofferenza, l’altro come gradevole premessa per la riflessione e la meditazione. Per uno il possesso è la metà ultima delle sue fatiche, per l’altro un peso e un disturbo. Non sono mai le circostanze in se stesse che toccano il nostro animo, ma semplicemente il nostro atteggiamento nei confronti delle circostanze.

 

LA CONCILIAZIONE

 

Se l’uomo impara la prima regola importante, che cioè tutto ciò che esiste è buono in quanto esiste, troverà sempre più pace e tranquillità. E solo in questa pace imparerà a considerare le cose, e queste gli riveleranno il loro significato. Ci si libera così gradualmente dalle idee fisse, dall’idea di dover combattere per o contro qualcosa, senza per altro diventare inattivi. Infatti, chi crede di poter cambiare il mondo con la sua attività, in genere non si accorge che in realtà è diventato schiavo delle circostanze e che queste modificano lui.

La vera attività deriva dalla tranquillità. È un segno di maturità lasciare che qualcosa accada senza voler intervenire subito. A questo punto i più cominciano a ribellarsi; si teme, seguendo questa regola, di passare per minchioni, di diventare il trastullo degli altri, di andare a fondo senza speranza. Non si vorrebbe rinunciare alle battaglie che in fondo amiamo, si vorrebbe continuare a mostrare agli altri "chi siamo", si vorrebbe esercitare una forza. Anche Pietro non poté fare a meno, nell’orto di Getsemani, di estrarre la spada, e in questo modo riuscì soltanto a dimostrare di non aver ancora capito fino in fondo gli insegnamenti del suo Maestro. Chi non è in grado di vivere in armonia con le cose reali, non potrà mai avviarsi sul sentiero esoterico.

La maggior parte delle gente si porta dietro un gran peso dal passato, consistente di eventi e personaggi degli anni trascorsi con cui si è stati, o si è, in ostilità. Per eliminare questo carico può essere utile il seguente esercizio: ci si distenda in silenzio e rilassati, si chiudano gli occhi e si facciano emergere davanti all’occhio interiore situazioni passate che si ritiene che sarebbe stato meglio non aver vissuto. Queste situazioni "negative" del destino le si consideri insieme alle persone da cui si pensa di aver avuto un torto e che si preferirebbe non aver mai incontrato. Mentre si riflette su queste situazioni e sulle persone in esse coinvolte, si consideri che tutto questo non è stato che un gradino nella via che il destino ha segnato per noi e che senza di esso oggi non si sarebbe quello che si è. Si cerchi di capire il significato di quanto è accaduto e si vedrà che lentamente si proverò gratitudine per il fatto che tutto è stato come è stato.

Solo quando si sarà riusciti a sorridere sinceramente dell’evento in se stesso e delle persone in esso coinvolte e anche a ringraziarle per l’aiuto che sono state disposte a dare alla realizzazione del nostro destino, solo allora si passi a un altro episodio, procedendo allo stesso modo. Si lasci che i singoli episodi emergano da sé, non c’è bisogno di stare a cercarli con l’intelletto. Si accettino tutti gli eventi, anche quelli meno gradevoli, senza reprimere nulla, neppure le cose con le quali si crede di essersi da tempo riconciliati.

Bisogna ripetere sempre questo esercizio, che a certuni all’inizio potrà sembrare difficile, e si vedrà che tutto diventerà più facile, che la pressione interiore sparirà. Finché ci si sente contro una parete, si avrà la sensazione che la parete eserciti una pressione su di noi. Se la propria pressione aumenta, aumenta anche quella della parte. La soluzione consiste nel togliere le mani dalla parete. La pressione allora parità da sola. Il paragone potrà sembrare banale, tuttavia quasi tutti si trovano come davanti a una parete, premono con tutte le loro forze e si lamentano della pressione della parete. Rinunciare alle proprie resistenze è facile in teoria, ma per l’uomo risulta incredibilmente difficile. Perché tutti sono profondamente convinti di dover premere contro questa parete appunto perché "la parete preme contro di loro" e che, se smettono di opporre resistenza, la parete finirebbe per piombare loro addosso. È qui però che sbagliano. Si provi personalmente a realizzare l’esempio della parete e si capirà il problema fino in fondo. Per rendersi conto dello sbaglio, bisogna avere il coraggio di smettere di fare pressione. Chi riconosce il diritto della parete di esistere, non ha bisogno di esercitare una pressione contro di lei ed essa non lo disturberà in alcun modo.

 

LA PROIEZIONE DELLA COLPA

 

Questo problema è di incalcolabile portata. L’umanità si è abituata a cercare nel mondo esteriore le scusanti per tutto ciò che non dovrebbe esserci. Dai membri della famiglia al governo, dalle circostanze del momento alla società: la scala dei colpevoli è infinita e a loro viene attribuita la responsabilità del proprio destino. Questa proiezione della colpa è stata addirittura elevata al rango di scienza: l’errore collettivo è sanzionato dai nomi psicologia e sociologia.

Tutti parlano di come i fattori esterni influiscono sull’uomo e lo plasmano. Psicoanalisi e psicoterapia cercano le cause di una turba nevrotica nell’infanzia, nel modo in cui si è educati, nelle situazioni traumatiche che si creano talora tra genitori e figli. Non passerà molto che in psicologia sarà adottato ufficialmente il metodo della regressione allora si crederà di individuare le cause nelle esperienze prenatali.

Per quanto diversi possano essere i metodi curativi e le teorie, tutti hanno un elemento in comune: si cercano le cause di una situazione o di una turba nel mondo esterno. Se ci si fa raccontare da una persona il suo destino, di certo per ogni situazione essa indicherà quali persone o quali circostanze ne sono responsabili.

Sarà molto difficile, in un’epoca come la nostra in cui l’ondata sociologica è più forte, liberarci dalla favola dell’influsso del mondo esterno. Infatti, ogni teoria che consente la proiezione della colpa trova certamente il consenso della maggioranza. Quello che l’esoterismo ha da offrire su questo piano è molto funzionale e pratico, però mostra al singolo come egli possa veramente modificare il proprio destino; gli mostra come uscire dalla malattia e mantiene quindi quello che tutti gli altri possono soltanto promettere.

Non esistono influssi esterni tali da formare l’uomo, non è l’educazione che conia la personalità in formazione, non esistono colpevoli per il destino del singolo. Non ci sono batteri i virus che producono le malattie. Tutti coloro che credono di disporre di prove esatte di quanto sopra affermato sbagliano in un punto: tutto ciò che riteniamo essere prove si basa su osservazioni di rapporti, si tratta soltanto di correlazioni.

Queste correlazioni dicono che quando si manifesta una determinata malattia infettiva si trova sempre un determinato virus; che nel caso dei giovani criminali le condizioni familiari mostrano sempre determinate caratteristiche; che quando riscontriamo una certa turba nevrotica ci sono sempre dei problemi materni. Queste correlazioni sono esatte nel senso che, in realtà, quando se ne verifica una si trova poi anche l’altra.

A questo punto, la scienza fa un altro passo, che è completamente ascientifico: l’interpretazione come causalità. Dall’osservazione "tutte le volte che, allora anche" si fa sottobanco un principio di causalità. Ed è proprio questa trasformazione dei risultati che è sbagliata. Che ogni volta che si verifica una certa malattia siano presenti certi virus è vero, ma la convinzione che questi virus siano la causa della malattia farà ridere di cuore le generazioni future, come noi oggi ridiamo della teoria secondo cui la terra sarebbe piatta. Non è quindi tanto facile confutare la nostra affermazione che non esistono influenzamenti da parte del mondo esterno.

 

LA LEGGE DI RISONANZA

 

Noi tutti conosciamo dalla fisica il concetto di risonanza. Un diapason vibra ad un suono solo se questo suono corrisponde alla sua propria frequenza. Se questo non avviene, il suono per il diapason non esiste in quanto non può percepirlo. Una radio ricevente predisposta per le onde medie riceverà soltanto onde medie, proprio sulla base della sua risonanza. Onde corte e onde lunghe non vengono percepite, non fanno parte del suo mondo. Allo stesso modo l’uomo per ogni percezione ha bisogno in se stesso di una corrispondenza in grado di "vibrare all’unisono" e di trasmettergli quindi la percezione attraverso la risonanza. Goethe esprime questo concetto in questi termini: "Se l’occhio non fosse solare, non potrebbe mai fissare il sole; e se la forza di Dio non fosse già presente in noi, come potremmo estasiarci per il Divino?".

Questa formulazione di Goethe supera già il piano puramente fisico e trasporta la legge di risonanza proprio nel campo che ci interessa.

Ogni persona può percepire solo quegli aspetti della realtà per i quali possiede capacità di risonanza. Questo non vale soltanto per il campo della percezione puramente sensoriale, ma per tutta la percezione della realtà. Dato che tutto ciò che si trova fuori dalla propria capacità di risonanza non può essere percepito, per la persona in questione non esiste affatto. Per questo ognuno crede di conoscere tutta la realtà e che al di fuori di quella non si sia niente. Se uno legge un libro crede di capirlo fino in fondo, sebbene di quanto legge possa recepire solo quello che si trova in armonia col suo stato di coscienza del momento. Che le cose stiano così, lo si capisce quando si rileggono certi libri dopo anni. La coscienza in questi anni si è ampliata, e quindi si capisce il libro "ancora meglio".

Queste cose sono evidenti a ognuno e hanno lo scopo di rendere più chiaro il principio che vogliamo appunto applicare al destino in generale. Si può venire in contatto soltanto con le idee, le persone e le situazioni per le quali abbiamo una nostra risonanza, o, come ci esprimeremo in seguito, una affinità. Senza una adeguata affinità non si potrà mai arrivare a una manifestazione. Se uno si ritrova in una rissa o in una baruffa, questo non avviene mai a caso, ma sempre sulla base della propria affinità con simili esperienze. La colpa per le eventuali conseguenze di questa rissa è quindi anche di chi afferma di essercisi trovato coinvolto senza alcuna responsabilità sua. Senza affinità non ci si sarebbe mai trovato coinvolto. Se qualcuno viene investito per strada, la semplice colpa funzionale dell’automobilista non cambia nulla al dato di fatto che l’investito era maturo per quella esperienza, altrimenti l’evento in questione non avrebbe mai potuto entrare nel suo campo di esperienze.

 

IL MONDO ESTERNO COME SPECCHIO

 

So bene che questo modo di considerare risulta inizialmente molto insolito, tuttavia l’abitudine a certe affermazioni non deve necessariamente essere considerata il criterio della loro esattezza. Il cosiddetto mondo esterno è in realtà uno specchio in cui ognuno vive se stesso. Non potrà mai vedere qualcosa di diverso da se stesso, in quanto dalla realtà generale vera, oggettiva, uguale per tutti, filtra solo quello per cui ha personalmente un’affinità. Chi non è consapevole di questo fatto, finisce per commettere errori di comportamento.

Quando la mattina mi guardo allo specchio e in questo specchio vedo un viso che mi guarda in modo poco amichevole, posso strapazzare per bene questo viso per la sua poca cordialità. Il viso nello specchio non si lascia per questo impressionare, anzi invia altrettanti insulti. In questo modo è facile arrabbiarsi sempre di più, finché non si comincia a colpire il viso incriminato e lo specchio va in frantumi. Nessuno però si comporterà in questo modo con lo specchio del bagno, perché siamo ben consapevoli della sua funzione di specchio. Tuttavia, quasi tutti gli uomini si comportano nella vita quotidiana nel modo sopra descritto. Lottano contro i loro nemici nel mondo esterno, contro i vicini o i parenti indisponenti, contro le ingiustizie dei superiori, contro la società e altro ancora.

Tutti in realtà combattono soltanto contro se stessi. Per questo ovunque ci sono sempre e soltanto dei perdenti, mai dei vincitori, perché contro chi si potrà mai vincere in una battaglia allo specchio. La legge di risonanza e dello specchio vale naturalmente sia in senso positivo che negativo.

Se nelle nostre considerazioni citiamo quasi esclusivamente esempi negativi è perché è qui che si produce il dolore umano. Gli aspetti positivi della vita vengono facilmente accettati da tutti. se l’uomo si rende conto della funzione di specchio del mondo che lo circonda, si procura una insospettata fonte di informazione. Anche se nello specchio si può vedere sempre e soltanto se stessi, noi usiamo lo specchio perché può mostrarci parti di noi stessi che senza il suo aiuto non potremmo mai scorgere.

Allo stesso modo, l’osservazione del proprio mondo esterno e degli eventi coi quali si viene confrontati è uno dei metodi migliori per conoscere se stessi, perché tutto quello che nel mondo esterno disturba indica semplicemente che non si è conciliati in se stessi col principio analogo. Questo l’uomo se lo sente dire poco volentieri. Tuttavia, il fatto che uno si irrita per l’avarizia dell’altro indica con certezza che è avaro anche lui. Altrimenti la cosa non potrebbe disturbarlo. Se è generoso, che gl’importa dell’avarizia degli altri? Potrebbe prenderne semplicemente atto, senza irritarcisi e senza sentirsi disturbato.

Alla semplice osservazione, le cose sono così come sono. L’erba è verde: naturalmente potrebbe anche essere rossa, però è verde e questo fatto avrà un suo significato. Il verde dell’erba non disturba nessuno, perché non suscita nell’uomo alcuna problematica. Il fatto che al mondo esista la guerra è una realtà come il verde del prato. La guerra però eccita gli animi; e così si comincia a lottare per la pace. Si "lotta" per tutto: per la pace, la giustizia, la salute, l’umanità.

Sarebbe molto più semplice e concreto voler stabilire la pace per se stessa. Questa è una delle chiavi più potenti in mano a chi sa usarla. Ognuno è in grado di modificare e configurare il mondo in base alle proprie idee, senza combattere e senza esercitare la forza. L’uomo deve solo modificare se stesso, ed ecco che tutto il mondo si modifica con lui. Se vedo allo specchio quel viso scortese, non ho che da sorriderne, e lui con certezza risponderà al sorriso! Tutti vogliono sempre modificare il mondo, ma nessuno applica i mezzi capaci di farlo con successo. Chi modifica la propria affinità, riceve un programma nuovo, vede un mondo diverso.

Ogni persona vive ne suo "mondo". Di questi mondi ce ne sono tanti quanti sono gli uomini. Tutti questi mondi sono solo parziali aspetti del mondo reale, che segue leggi ferree e non si fa influenzare dalle pretese umane di cambiamento. Il mondo esterno è la più fidata fonte di informazione sulla propria personale situazione, quella nella quale ci si trova. Se l’uomo impara a chiedersi il senso di tutto ciò che gli capita, non solo imparerà a conoscere meglio se stesso e i propri problemi, ma scoprirà anche le possibilità di cambiamento.

Ogni volta che gli capita qualcosa dovrebbe chiedersi subito: "Perché questo succede proprio a me, proprio adesso?". Finché non ci si abitua a queste domande, sarà difficile darsi una risposta. Anche qui, però, è l’esercizio che fa il maestro, e presto si impara a individuare il senso degli eventi e a porli in rapporto con se stessi.

La psicopatologia conosce il fenomeno per cui specie gli schizofrenici tendono erroneamente a riferire a se stessi tutto ciò che accade nel mondo. Questo polo negativo ha un suo polo positivo: tutto ciò che avviene ha un valore per chi lo vive.

Più consapevole diviene l’uomo, più impara a dare un ordine alle cose, a chiedersi quali informazioni esse possono fornire. Di importanza fondamentale è restare in armonia con tutto ciò che è. Se questo non riesce, se ne cerchi il motivo in se stessi. L’uomo è il microcosmo e di conseguenza un’immagine esatta del macrocosmo. Tutto ciò che percepisco all’esterno lo ritrovo anche in me.

Se dentro di me sono in armonia coi diversi aspetti della realtà, anche i loro rappresentanti nel mondo esterno non possono turbarmi. Se avviene qualcosa che per me è sgradevole, devo considerarlo una sollecitazione e considerare dentro di me anche questo aspetto.

Tutte le persone cattive e gli eventi sgradevoli sono in realtà solo messaggeri, mezzi per rendere visibile l’invisibile. Chi capisce questo ed è disponibile ad assumersi personalmente la responsabilità del proprio destino, perde ogni paura del Caso che lo minaccia.

L’occupazione principale del nostro tempo è la prevenzione e l’assicurazione contro le eventualità del destino. I sistemi assicurativi hanno lo scopo di impedire o modificare gli attacchi del destino attraverso misure esterne. Dietro a tutte queste precauzioni si cela la paura. Solo quando l’uomo è disponibile a porsi responsabilmente di fronte al proprio destino perderà la paura. Non si può essere uccisi per errore, diventare ricchi per errore. Entrambe le cose possono verificarsi solo quando si è maturi per esse e si possiede la corrispondente affinità. Gli uomini tendono alla ricchezza e trascurano di maturare in vista di questa ricchezza. Chi ha interessi esoterici cerca in tutto il mondo il guru giusto e i sistemi migliori, e dimentica che è il guru stesso ad andare da chi è maturo.

Basta avere veramente bisogno di una cosa, e la si avrà. Molti l’avranno già sperimentato spesso nelle piccole cose. A un certo punto nella vita si viene improvvisamente confrontati con un tema la cui esistenza fino a quel momento non si era tenuta in alcuna considerazione. Per esempio, si fa la conoscenza di uno specialista della "vita amorosa delle formiche". Ci si stupisce che esistano persone che si interessano a un tema così particolare, poi da altre persone ci viene regalato "per caso" un libro proprio su questo tema. In una rivista ci capita di leggere un articolo sullo stesso argomento e si scopre anche che un buon conoscente, che si frequenta da anni, si occupa anche per lui di questo tema, ma non ne aveva mai parlato prima.

Dietro a questa "catena di casi", che i più avranno in qualche modo già sperimentato, non si nasconde altro che la legge di affinità, o di risonanza. In questo modo si ottiene con sicurezza quel libro, quella informazione, quel contatto di cui si ha bisogno, se veramente se ne ha bisogno e si è maturi per quell’incontro. Senza questa necessaria maturità, tutte le nostre ricerche nel mondo esterno non serviranno a niente.

Chi modifica se stesso modifica il mondo. In questo mondo non c’è niente da migliorare; molto, invece, c’è da migliorare se stessi. La via esoterica è una via di continua trasformazione, di nobilitazione del piombo a oro. Il saggio è in armonia con tutti i piani dell’essere e vive quindi nel migliore di tutti i mondi possibili. Egli vede la realtà e riconosce che tutto ciò che è, è buono. Non cerca più la felicità, perché l’ha trovata – in se stesso.

 

Visione esoterica delle malattie

 

Anoressia nervosa

Morbo di Parkinson

Malattie della pelle

Insonnia

Allergie

Anoressia nervosa

Porta alla tomba il venti per cento di tutti i pazienti. Nell' anoressia una persona rifiuta di mangiare perché non ne ha voglia e muore senza neppure avere la sensazione di essere ammalata. I parenti ed i medici curanti cercano in tutti i modi di convincere il malato dei vantaggi del mangiare e della vita, e arrivano per amore del prossimo a costringere il paziente a subire l'alimentazione artificiale che viene fatta in ospedale. L'anoressia è una tipica malattia femminile. Le pazienti, spesso in età puberale, si abituano gradualmente a non mangiare: rifiutando di prendere qualunque cibo, fatto che - in parte consciamente e in parte inconsciamente - è legato al desiderio di dimagrire. Il rifiuto di mangiare a volte non manca di trasformarsi nell'esatto contrario: quando queste persone sono sole e non vengono viste da nessuno, ingoiano enormi quantità di cibo. Vuotano di notte il frigorifero e mangiano tutto quello che riescono a trovare. Però non vogliono trattenere quello che mangiano e fanno in modo di vomitare tutto. Quando mangiano, prediligono cose che quasi non meritano l'appellativo di cibo: limoni, mele verdi, insalata amara, ovvero cose che hanno pochissimo valore alimentare e pochissime calorie. Hanno per di più anche un gran bisogno di movimento: fanno lunghe passeggiate, che stupiscono in chi non mangia quasi nulla. Colpisce anche il grande altruismo di queste persone, che arriva addirittura a mettersi a disposizione degli altri per la cucina: fanno da mangiare con cura e attenzione. Per il resto hanno un gran bisogno di solitudine e amano ritirarsi in luoghi appartati. Spesso le ammalate non presentano più le mestruazioni e quasi sempre hanno problemi e disturbi in questo campo.
Ci rendiamo conto di trovarci di fronte a un ideale ascetico portato all'estremo. Sullo sfondo c'è il vecchio conflitto tra spirito e materia, tra alto e basso, tra purezza e istinto. Il cibo nutre il corpo e nutre quindi il regno delle forme. Il rifiuto del malato di anoressia di mangiare è un no alla fisicità e a tutte le esigenze del corpo. Il vero e proprio ideale di queste persone va ben al di là del campo del mangiare: è la purezza e la spiritualizzazione. Si vorrebbe eliminare tutto ciò che è pesante e corporeo. Si vorrebbe sfuggire alla sessualità  e all'istintualità. Lo scopo vero è l'astinenza sessuale e l'asessualità. Per questo è necessario rimanere magri, altrimenti nel corpo si formano delle rotondità che rivelano la paziente per quello che è: una donna. E donna non vuole essere.
La resistenza contro la propria femminilità e la sessualità si manifesta nella mancanza delle mestruazioni. Il massimo ideale del malato di anoressia è la smaterializzazione. Via da tutto quello che ha a che fare con questo misero corpo.
La morte non viene avvertita come qualcosa di minaccioso -infatti è ciò che vive che le spaventa- hanno paura di tutto quello che è rotondo, amorfo, femminile, fertile, istintuale e sessuale. Per questo non vogliono partecipare al pasto comune; sedere in cerchio e mangiare assieme è un rituale antichissimo che si ritrova in tutte le civiltà, è qualcosa che produce calore e vicinanza.
Dietro al comportamento altruistico troviamo sempre un esagerato egocentrismo. Chi rifiuta il cibo, si trova improvvisamente ad avere in mano un incredibile potere sugli altri, che credono di dover disperatamente costringere la persona a mangiare per sopravvivere.
Non si può aiutare i malati di anoressia costringendoli a mangiare: la cosa migliore da fare è aiutarli a diventare sinceri nei confronti di se stessi. La paziente deve imparare a scoprire la propria fame di amore e di sesso, il proprio egocentrismo e la propria femminilità, e deve accettare tutto questo. Deve capire che tutto ciò che è umano non deve essere combattuto e represso, ma integrato, vissuto e quindi tramutato.

Tratto da Malattia e Destino il valore e il messaggio della malattia  Thorwald Dethlefsen Ed. Mediterranee


Malattie della pelle

E' l'organo più grande dell'uomo. Essa assolve molteplici funzioni, le più importanti delle quali sono le seguenti:
1) Delimitazione e protezione.
2) Organi di contatto.
3) Organo di espressione e rappresentazione.
4) Organo sessuale.
5) Respirazione.
6) Sudorazione.
7) Regolamentazione del calore.

Tutte queste molteplici funzioni della pelle indicano però un tema comune, che sta tra i due poli limitazione e contatto. Noi viviamo la pelle come il nostro limite materiale esterno e contemporaneamente attraverso la pelle siamo in contatto con l'esterno, tocchiamo con essa il mondo circostante.
Dentro al nostra pelle ci mostriamo al mondo - e uscire dalla nostra pelle non ci è possibile.Essa rispecchia il nostro modo di essere e lo fa in due modi. In primo luogo la pelle è una superficie che riflette tutti gli organi interni. Ogni turbativa di uno degli organi interni viene proiettata sulla pelle e ogni stimolazione di una zona corrispondente della pelle viene condotta verso l'interno, al rispettivo organo. Quando avviene qualcosa sulla pelle: un arrossamento, un gonfiore, un'infiammazione, un prurito, un ascesso, il punto in cui questo avviene non è casuale, ma indica un processo interiore corrispondente.
La pelle non mostra  soltanto il nostro stato organico interno, ma in lei si rivelano anche tutti i nostri processi e le nostre reazioni psichiche. Una parte di questi si mostra in modo così chiaro che tutti lo possono rilevare: si diviene rossi dalla vergogna e pallidi di paura, si suda per il terrore o l'agitazione, i capelli si rizzano per l'orrore o ci viene la pelle d'oca. Esternamente invisibile ma misurabile con strumenti elettronici adatti è la conducibilità elettrica della pelle. tutto questo ci conferma che la pelle è una grande superficie proiettiva, su cui diventano sempre visibili processi sia somatici che psichici

Eruzioni della pelle:
Nel caso delle eruzioni qualcosa spezza il confine, qualcosa vuole uscire. L'esempio più evidente è quello dell'acne giovanile. Nella pubertà la sessualità esplode nell'uomo, ma per lo più viene repressa. La pubertà è un ottimo esempio per una situazione di conflitto. In una fase di apparente tranquillità irrompe improvvisamente da profondità inconsce qualcosa di nuovo e travolgente, che con  la forza cerca di crearsi uno spazio nella coscienza e nella vita di una persona. Tuttavia la cosa nuova che urge è sconosciuta, insolita e incute paura. Si preferirebbe escluderla dal proprio mondo e tornare allo stato abituale. Il che non è più possibile. Lo stimolo del nuovo e la paura del nuovo attirano quasi con la stessa forza. Cresce la nostalgia dell'essere polare, del Tu. Si vorrebbe venire in contatto con ciò che manca, e non si osa farlo. Emergono fantasie sessuali, di cui ci si vergogna. Non stupisce che questo conflitto divenga visibile sotto forma di irritazioni della pelle: la pelle infatti è il confine dell'Io, che bisogna superare per trovare il Tu. Questo tema caldo, infiamma la pelle del ragazzo in età puberale e mostra che si vorrebbero saltare i confini finora osservati e al tempo stesso il tentativo di sbarrare il passo a ciò che è nuovo, la paura dell'impulso appena risvegliato. Ci si difende attraverso l'acne, perché essa rende difficile ogni incontro e impedisce la sessualità. Nasce così  un circolo vizioso: la sessualità non vissuta si manifesta sulla pelle sotto forma di acne, e l'acne impedisce il sesso. Il desiderio represso di eccitazione si trasforma in pelle irritata. Quanto sia stretto il rapporto tra sesso e acne, risulta chiaramente dai punti in cui l'acne si manifesta: viso, décolleté (a volte anche sulle spalle). Le altre parti della pelle non vengono aggredite perché non potrebbero raggiungere nessuno scopo.
Il miglior rimedio contro l'acne è una sessualità veramente vissuta.
Una eruzione cutanea mostra sempre che qualcosa che è stato represso finora vorrebbe spezzare i confini e rivelarsi pienamente (divenire consapevole). Nell'eruzione si rivela qualcosa che finora non era stato visibile. Questo fa capire come mai quasi tutte le malattie infantili - come morbillo, scarlattina, varicella - si manifestano attraverso la pelle. Ad ogni malattia infantile nella vita del bambino irrompe qualcosa di nuovo, e porta con se un'evoluzione. L'eczema viene spesso utilizzato dalle madri per giustificare in termini casuali il loro rifiuto interiore del bambino.
Una delle dermatosi più frequenti è la psoriasi. Essa si manifesta in focolai limitati, circolari, infiammati, coperti di pustoline di un colore bianco-argenteo, dure e resistenti. Qui la funzione naturale di protezione della pelle viene esasperata: ci si scherma in ogni direzione, non si vuole più lasciar passare e uscire nulla. Ma dietro ogni forma di difesa si cela la paura di "essere feriti". Più grande è la difesa, maggiore è la sensibilità interiore della persona e la sua paura di essere ferita. E' anche possibile che si arrivi a veri e propri punti scoperti della pelle, a ferite sanguinanti. Spesso la psoriasi comincia nei gomiti - e coi gomiti ci si impone, sui gomiti ci si appoggia. Nella psoriasi l'isolamento ha raggiunto il punto estremo, così che il paziente viene costretto a diventare "vulnerabile e aperto" almeno a livello corporeo.
Prurito:
E' un fenomeno che accompagna molte malattie della pelle ma che può manifestarsi anche da solo, senza alcuna causa. Il prurito può portare una persona quasi alla disperazione; deve costantemente grattarsi in qualche zona del corpo. Il termine latino prurigo significa prurito ma anche lussuria, cupidigia. Il prurito fisico fa capire che sul piano psicologico qualcosa stimola ed eccita. Però evidentemente sul piano psicologico non se ne è voluto tener conto, altrimenti non si sarebbe somatizzato sotto forma di prurito. Dietro al prurito si cela una passione, un fuoco interno, un ardore, che vuole manifestarsi, venire scoperto. Per questo produce prurito e induce a grattarsi. Grattare è una forma di scavare, raschiare. Come si gratta e si scava la terra per trovare qualcosa e portarlo alla luce, così la persona affetta da prurito gratta la pelle per trovare simbolicamente quello che stimola, eccita, morde. Una volta che l'ha trovato sta meglio.
Il prurito indica quindi sempre qualcosa che non mi lascia freddo, che brucia sull'anima: una passione bruciante, un focoso entusiasmo, un amore ardente o anche la fiamma dell'ira.
Domande da porsi:
1) Mi isolo molto?
2) Come va la mia capacità di contatto?
3) Cosa vuole spezzare i confini per rendersi visibile?
4) Cosa mi prude in realtà?
5) Mi sono volutamente isolato troppo?

Tratto da Malattia e Destino il valore e il messaggio della malattia  Thorwald Dethlefsen Ed. Mediterranee


Insonnia

Come il cibo e la sessualità, il sonno è una necessità istintuale dell'uomo. Un terzo della nostra vita lo passiamo dormendo. Un buon sonno è sempre legato a molte abitudini: un determinato letto, una certa posizione, un determinato orario, ecc. Un cambiamento di queste abitudini porta spesso a turbative del sonno.
Il sonno è un fenomeno particolare. Tutti siamo capaci di dormire senza aver imparato, e tuttavia non sappiamo come funziona la cosa. Desideriamo il sonno, e tuttavia a volte abbiamo la sensazione che qualcosa ci minacci dal mondo del sonno e del sogno.  Da dove viene il convincimento che la vita che conduciamo di giorno sia più vera e più reale della nostra vita onirica? Chi ci autorizza a dire che si tratta soltanto di sogni? Ogni esperienza che fa la coscienza è sempre vera, sia che la si chiami realtà, sogno o fantasia. Sogno e veglia, coscienza notturna e diurna sono polarità e si compensano reciprocamente. La voce popolare definisce il sonno come il fratello minore della morte. Ogni volta che dormiamo ci esercitiamo a morire. Addormentarsi presuppone allentamento da ogni controllo, da ogni intenzione, da ogni attività, richiede da noi disponibilità e fiducia, capacità di abbandonarsi a ciò che è sconosciuto. Non è possibile addormentarsi attraverso la costrizione, l'autocontrollo, la volontà e lo sforzo. Ogni volontà attiva è il modo più sicuro di impedire il sonno. Noi possiamo solo creare le premesse più favorevoli per il sonno, ma poi dobbiamo aspettare pazientemente che il sonno decida a scendere su di noi. Tutto ciò che il sonno (e la morte) esigono da noi, non rientra nelle abilità dell'uomo.
Abbiamo paura del sentimento, dell'irrazionale, dell'ombra, dell'inconscio, del male, del buio, della morte. Ci teniamo spasmodicamente aggrappati al nostro intelletto e alla nostra coscienza diurna, con cui crediamo di poter vedere tutto. Se poi arriva il comando di "abbandonarsi", emerge la paura. Così come la notte fa parte del giorno, anche l'ombra  fa parte di noi e la morte fa parte della vita. Il sonno ci porta quotidianamente a questa soglia tra aldiquà e aldilà, ci conduce nelle zone d'ombra e notturne della nostra anima, ci fa vivere nel sogno quello che non abbiamo vissuto e ci rimette di nuovo in equilibrio.
Chi soffre di insonnia, o meglio di difficoltà ad addormentarsi, ha difficoltà e paura di lasciare il proprio controllo consapevole e di affidarsi al proprio inconscio.   L'insonne manca di fiducia e di capacità di abbandonarsi, si identifica troppo   con il suo ruolo di persona attiva e non riesce ad abbandonarsi. Sogno e orgasmo sono piccole morti e vengono vissuti come pericolo dall'uomo che ha una forte identificazione col proprio Io. Ogni monotonia annoia l'emisfero sinistro e l'induce ad abbandonare il suo predominio. Tutte le tecniche di meditazione utilizzano questa regola: la concentrazione su un punto o sul respiro, la ripetizione di un mantra, portano al passaggio dell'emisfero sinistro a quello destro, dal lato diurno a quello notturno, dall'attività alla passività.
Un eccessivo bisogno di dormire indica una problematica opposta.  Chi, sebbene abbia dormito a sufficienza, ha difficoltà a svegliarsi e ad alzarsi, dovrebbe prendere atto della propria paura ad affrontare il giorno, l'attività e di doveri quotidiani. Svegliarsi e cominciare una nuova giornata significa diventare attivi, agire e assumersi delle responsabilità. Come l'addormentassi è in rapporto con la morte, lo svegliarsi è una piccola nascita. Il problema è sempre nell'unilateralità, la soluzione è al centro, nell'equilibrio, nel sia-sia. Soltanto qui si capisce che la nascita e morte sono una cosa sola. 
Domande da porsi nel caso d'insonnia:
1) Fino a che punto sono dipendente da potere, controllo, intelletto?
2) So abbandonarmi?
3) Mi preoccupo del lato oscuro della mia anima?
4) Come è grande la mia paura della morte?
Domande da porsi nel caso di eccessivo bisogno di dormire:
1) Rifuggo dall'attività, dalla responsabilità e dalla presa di coscienza?
2) Vivo nel mondo dei sogni e ho paura di destarmi alla realtà?

Tratto da Malattia e Destino il valore e il messaggio della malattia  Thorwald Dethlefsen Ed. Mediterranee

Allergie

Dal Greco Allos = altro e Ergon = reazione. E' una iperreazione ad una sostanza riconosciuta pericolosa (allergene) generalmente innocua per le altre persone. Quando l'allergene entra in contatto con l'organismo per la prima volta, si producono degli anticorpi detti reagine (IgE = immunoglobuline E). A un secondo contatto, gli anticorpi sensibilizzati determinano la produzione di istamina, a cui sono legati i sintomi fisici dell'allergia (pruriti, ecc.).
L'allergico si costruisce un'armatura e vede nemici dappertutto. Un numero sempre più alto di sostanze viene dichiarato nemico e di conseguenza l'armatura diventa sempre più robusta, per poter fronteggiare questi nemici. In campo militare armarsi è sempre un segno di aggressività, e così anche l'allergia è espressione di forte difesa e aggressività repressa nel corpo.
L'allergico ha problemi con la propria aggressività, che però in genere non ammette di avere e quindi neppure vive consapevolmente.
Nel caso dell'allergia, l'aggressività è passata dalla psiche al corpo e qui infuria: viene difesa e aggredita, combattuta e vinta. Affinché questa piacevole occupazione non finisca troppo presto per mancanza di nemici, ecco che innocui oggetti vengono dichiarati nemici: pollini di fiori, peli di gatto o di cavallo, polvere, detersivi, fumo, fragole, cani o pomodori. La scelta è illimitata - l'allergico non ha paura di niente - combatte con tutti e con tutto, però in genere dà la preferenza ai propri simboli favoriti.
E' noto quanto sia stretto il rapporto tra aggressività e paura. Si combatte sempre ciò di cui si ha paura.
1) Peli e/o pellicce: Alla pelliccia del gatto (e alla pelliccia in generale) gli uomini associano moine e carezze - la pelliccia è morbida e avvolgente, tenera e tuttavia "animalesca" -. E' un simbolo dell'amore e ha un riferimento sessuale. Nel cavallo la componente istintuale è più fortemente accentuata, nel cane quella aggressiva.
2) Pollni di fiori: Sono un simbolo di concepimento e riproduzione, e la primavera "piena" è la stagione in cui queste persone soffrono di più. Mostrano che i temi "amore", "sessualità", "impulso" e "fertilità" sono carichi di paura e quindi evitati, non lasciati passare in quanto ritenuti aggressivi.
3) Sporco, polvere: Lo stesso vale per la paura dello sporco, di ciò che non è puro, pulito. L'allergico cerca di evitare gli allergeni e anche gli ambienti corrispondenti. Ai giochi di potenza dell'ammalato anche qui non vengono posti confini: gli animali domestici vengono buttati fuori, nessuno può più fumare, eccetera. In questa tirannia nei confronti dell'ambiente circostante, l'allergico trova un buon campo di azione per realizzare la sua aggressività repressa senza che nessuno se ne accorga.

L'allergico può guarire soltanto se impara a confrontarsi consapevolmente con ciò che evita e teme, finché riesce a integrarlo nella coscienza e ad assimilarlo.

Ricordarsi sempre che la reazione allergica è assolutamente indipendente dalla sostanza dell'allergene

La maggior parte degli allergeni sono espressione di vitalità, sessualità, amore, fertilità, aggressività, sporco, in tutti questi campi la vita si mostra nella sua forma più vitale. Però proprio questa vitalità che preme per manifestarsi incute una gran paura all'allergico, perché in ultima analisi egli ha un atteggiamento ostile nei confronti della vita. Il suo ideale è ciò che è sterile, non fertile, non fruttificante, la vita priva di impulsi e di aggressività.
Domande da porsi:
1) Perché non consento alla mia aggressività di manifestarsi, ma la costringo a lavorare silenziosamente ai danni del corpo?
2) Di quali ambienti di vita ho tanta paura da evitarli?
3) A quali temi si riferiscono le mie allergie? sessualità, voglie, aggressività, riproduzione, sporco?
4) Fino a che punto mi servo della mia allergia per manipolare chi mi vive accanto?
5) Come va col mio amore,con la mia capacità di "far passare"?

Tratto da Malattia e Destino il valore e il messaggio della malattia  Thorwald Dethlefsen Ed. Mediterranee

Morbo di Parkinson

E' la malattia neurologica più frequente che compare nell'età avanzata. Essa colpisce i fasci extrapiramidali, che agiscono indipendentemente dalla volontà. Dal punto di vista medico si constata una grande riduzione del contenuto di dopamina (neurotrasmettitore). I sintomi che ne derivano determinano un quadro estremamente chiaro, nel quale colpiscono immediatamente il volto privo di espressione e la rigidità generale. Tutti i movimenti sono rallentati, mentre vengono meno tutti i movimenti fisiologici associati, come quelli delle braccia mentre si cammina. La voce diventa debole, spezzata e monotona. Alla povertà di movimento si contrappone il tipico tremore, un tremito forte che si manifesta più energicamente negli stati di quiete. L'andatura è caratterizzata da passi piccoli e strascicati, la parte superiore del corpo sembra voler sovrastare quella inferiore, cosicché il malato tende a cadere in avanti o di lato.
La malattia si manifesta quasi esclusivamente in età avanzata, prevalentemente in persone che hanno vissuto la loro vita in modo molto attivo e sono state sottoposte a forti pressioni, in particolare negli intellettuali. Esistono gruppi di sindromi secondarie del Parkinson, che rientrano nel campo della sclerosi cerebrale, di un avvelenamento, o si presentano dopo una encefalite o in seguito all'assunzione di farmaci, ad esempio neurolettici. Una variante piuttosto rara è la malattia del pugile, chiaramente determinata dai numerosissimi "scuotimenti del cervello", come è capitato all'ex campione dei pesi massimi Muhammed Ali.
In tutti i casi, i soggetti colpiti dal morbo di Parkinson non si rendevano conto della rigidità della propria espressione e della loro motilità, finché il corpo non le rende tanto evidenti da non poter più passare inosservate. Costoro vivono senza rendersene conto in uno stato di rigidità, pari a quella successiva a uno spavento. Il suo viso è irrigidito come tutto il corpo, assomiglia molto a un morto vivente (uno zombi). La rigidità durante la vita: nel caso dello statista cinese Mao Tse-tung questa visione orrifica diviene realtà. Il rivoluzionario si trasformò alla fine della sua vita in un monumento vivente, non riusciva neppure a parlare, ma nonostante tutto continuò a imporre ai cinesi regole di vita.
Oltre alla rigidità che porta alla morte, nella malattia si esprime anche una profonda paura che si impossessa dei pazienti non appena restano fermi. Tremano con scosse  e scatti violenti. Questo forte tremore cessa solo quando essi si mettono a fare qualcosa. Rigidi privi di espressione nella testa e nel corpo, il tremore mostra loro come sia problematica l'inattività.  In realtà paralizzati e incapaci di muoversi, è la paura a provocare il movimento. Ciò che colpisce di più è che spesso si tratta di uomini che pretendono di cambiare il mondo. La malattia mostra loro quanto poco mettano in moto a livello interiore rispetto le loro pretese, e soprattutto quanto poco attiva sia la loro vita spirituale, di cui hanno trasmesso nel corpo la rigidità e la paralisi.
Ci si può chiedere: perché una persona trema e cosa determina il tremore? Tremiamo involontariamente per liberarci dal freddo e dall'umidità. Tremiamo di paura e cerchiamo in questo modo di scacciare la morte. Talvolta si trema per l'orrore, dopo aver vissuto un'esperienza per l'appunto orribile. Questi malati vogliono inconsapevolmente scacciare e liberarsi di qualcosa che incute loro paura e terrore. La prima provoca il tremore, il secondo la rigidità. Dalle storie dei pazienti colpiti dal Morbo, si ricava l'impressione che sia proprio la loro realtà personale che vorrebbero cacciare. Il loro corpo indolente e il loro ambiente altrettanto pigro danno loro fastidio. La paralisi si presenta come soltanto apparentemente come il contrario del tremore: di fatto, rende i soggetti coscienti dell'immobilità e dell'inflessibilità che regnano nel profondo della loro anima, a dispetto di tutto ciò che di grandioso hanno cercato di realizzare. Il corpo costringe ad ammettere che sono incapaci di adattarsi agli indispensabili cambiamenti.
Di fatto, le persone che raggiungono posizioni ambite e che, come i malati del morbo di Parkinson, aspirano a raggiungere situazioni privilegiate e spesso ci riescono, sono raramente nella condizione di mostrare il loro vero volto.
Le particolarità nell'andatura confermano le interpretazioni finora proposte: come abbiamo detto i soggetti riescono a camminare soltanto a passi minuscoli. Oltre a ciò, tendono a cadere in avanti, poiché con la parte superiore del corpo si muovono più rapidamente in avanti, mentre con quella inferiore si adeguano alla realtà. Il corpo ad ogni passo rivela la discrepanza tra volere e potere, tra piano superiore e quello inferiore, tra realtà psico-spirituale e fisica.
Il compito consiste nella realizzazione redenta del modello espresso nei sintomi. Si tratta di fare passi più piccoli, non alzare troppo la voce, badare ai dettagli di ciò che si promuove. Prima che alla quantità, è necessario badare alla qualità, le finezze hanno un'importanza fondamentale. Il portamento chino e la tendenza a cadere in avanti spingono a dirigere l'attenzione verso ciò che è di fronte e a terra. E' necessario guardare al terreno dei fatti. L'enorme rigidità del corpo dovrebbe essere vissuta a livello psicologico come ricerca dell'essenziale. Le grandi ambizioni dovrebbero essere deposte e adattate agli stretti limiti della propria realtà. 

Tratto da Malattia e Destino il valore e il messaggio della malattia  Thorwald Dethlefsen Ed. Mediterranee

 

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