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Nei panni di mia moglie

"Nei panni di mia moglie" pubblicato da Editrice Nuovi Autori

Imago mortis - un'esca per la regina nera

"IMMAGO MORTIS- un'esca per la regina nera" pubblicato da Il Filo


Tre, forse quattro

di Andrea Saviano

Elia non era solo vecchio ma anche malato e ormai trascorreva le sue giornate su un letto d'ospedale. Rimasto solo, a fargli compagnia c'era ogni tanto Abù un ragazzino palestinese che, nonostante l'opinione contraria dei genitori, aveva voluto aderire a un progetto delle Nazioni Unite sugli scambi interculturali israelo-palestinesi.

L'idea di fondo era quella di lavorare sulle nuove generazioni, perché il muro d'odio reciproco che gli adulti avevano eretto era ben più alto e spesso di qualsiasi altra costruzione fosse stata realizzata per separare le due etnie.

Se da un lato la stessa Bibbia narrava di aspre lotte tra le due popolazioni, con il reciproco lancio di sassi al passaggio ora dell'una ora dell'altra razza, il Vangelo lasciava aperto lo spiraglio del buon Sammaritano.

Abù ed Elia trascorrevano il loro tempo insieme in maniera piuttosto semplice. Al ragazzino palestinese piaceva molto leggere e il vecchio ebreo possedeva una nutrita libreria, cosicché la comune passione per la letteratura aveva fatto del giovane un lettore pubblico. Spesso dalle altre stanze arrivavano altri degenti, non solo dal reparto di geriatria, ma anche da altri reparti, in particolare da quello di pediatria.

Ebrei e palestinesi, nel più assoluto silenzio rimanevano ad ascoltare le vicende che i libri narravano e più Abù leggeva e più diventava bravo a leggere.

A volte Abù leggeva dei racconti piuttosto noti di cui tutti, seppur non avendoli letti, ne conoscevano la sinossi. Altre volte, si trovava a narrare storie sconosciute ai più. Così nel primo caso l'uditorio tendeva ad anticipare gli avvenimenti; mentre nel secondo, in religioso silenzio, attendevano che la storia si narrasse da sola.

Ogni volta, comunque, la scelta del libro da leggere veniva concordata tra il vecchio e il giovane. Solitamente era Elia a chiedere quale argomento potesse interessare al ragazzo, quindi gli procurava il testo che riteneva più adeguato.

« Elia, » esordiva sempre così Abù.

« Dimmi ragazzo. »

« Tu sei vecchio. »

« Pare proprio di sì, Abù. »

« Voglio dire: tu sei molto vecchio. »

« E allora? »

« Ecco, anche se i miei genitori dicono che è tutta un'invenzione, io vorrei capire cos'è la shoah. »

« Ho capito. Così vorresti conoscere la storia dell'olocausto. »

« Sì, Elia. So che sei nato in Italia prima della seconda guerra mondiale, quindi tu devi conoscere le vicende legate alle leggi razziali e ai campi di concentramento. »

« Vedi Abù, l'olocausto purtroppo non riguarda solo gli ebrei. La storia è piena di eccidi commessi in nome di assurde ideologie che s'ammantano di belle parole come Patria e Dovere. L'importane è comprendere da dove nasca questa follia, perché l'unico modo di evitarla è affrontarla sul nascere con il coraggio di compiere una piccola ma grande azione. »

« Armarsi e lottare? »

L'ebreo, scuotendo la testa, sorrise.

« No, mio piccolo amico. La violenza chiama altra violenza. La guerra non rende nessuno grande, nemmeno gli eroi! Per evitare le grandi ingiustizie basta solo avere il coraggio di gridare il proprio no. »

« Che libro mi consigli di leggere? »

CONTINUA