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Il
nome del Frisone occidentale, possente ma allo stesso tempo
elegante cavallo dal manto corvino, deriva dalla regione
olandese della Frisia, territorio dove furono ritrovati
resti di equidi molto simili all'attuale Frisone.
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Altezza: |
tra
i 150 e i 160 cm al garrese. |
Struttura: |
meso-brachiomorfo. |
Sangue: |
freddo. |
Mantello: |
morello,
accettato pochissimo bianco sul muso. |
Testa: |
allungata,
sottile, profilo
rettilineo, orecchie corte appuntite, sguardo vivace. |
Collo:
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corto,
ben arcuato, muscoloso, buona attaccatura. |
Spalle: |
robuste,
lunghe giustamente inclinate. |
Tronco: |
garrese
poco marcato e largo; dorso breve; reni, cassa toracica,
spalle larghe; fianchi arrotondati; groppa muscolosa
e obliqua. |
Arti: |
muscolosi
e larghi; piede duro, largo e resistente. |
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Di
buona indole, intelligente e sensibile, coraggioso ed
equilibrato.
Folta criniera; coda ben attaccata; ciuffo abbondante;
crini mossi.
Gli zoccoli particolarmente ampi rendono il soggetto
saldo sulla neve e sul ghiaccio, il fiocco sulla parte
bassa degli arti ha funzione protettiva nella neve. |
Sella: coraggio ed equilibrio lo rendono
adatto a passeggiate, naturale armonia nei movimenti e ottima
capacità di concentrazione ne fanno un buon soggetto
da dressage, Alta Scuola e spettacoli circensi.
Attacchi: ottimo soggetto da tiro leggero.
Le origini di questo cavalli risalgono addirittura al periodo
preistorico, il suo progenitore è l'antico cavallo
delle foreste e dai resti ritrovati si ipotizza che già
3000 anni fa il Frisone fosse utilizzato come animale da trasporto
e sella.
Di certo l'incontro con l'uomo modificò di molto le
caratteristiche fisiche e psicologiche di questo antico amico,
come del resto il suo stesso utilizzo cambiò radicalmente
le abitudini umane in quanto un "collaboratore"
adatto a qualsiasi tipo di lavoro fu la soluzione a molti
problemi come il lavoro nei campi, il trasporto, i combattimenti.
Cavallo molto diffuso nelle regioni nordiche a causa della
sua morfologia adatta al clima rigido e ai terreni innevati,
utilizzato nel traino delle slitte, riscosse molto successo
tra i Romani che ne ammiravano la forza, la resistenza e soprattutto
l'agilità.
Gli antichi romani consideravano dote importante di un cavallo
da guerra la testa piccola e leggera che non pesasse sulla
mano del cavaliere in quanto, non conoscendo l'utilizzo delle
staffe, era difficile per un cavaliere poter stare in sella
avendo un cavallo "difficile in bocca". I comandi
erano impartiti solo dalle mani perché la gambe avevano
l'unico compito di stringersi il più possibile al costato
per non essere sbalzati di sella. Per mantenersi in sella
era apprezzata una folta criniera, solido appiglio nel caso
si fosse perso l'equilibrio. Un'altra caratteristica considerata
per ovvi motivi importante era la docilità dei soggetti,
petto profondo che non creasse problemi di appiombi e gabbia
toracica larga per agevolare la respirazione, oltre a zoccoli
resistenti che non necessitassero di molte cure; quindi il
Frisone rappresentò la soluzione migliore.
Nel medioevo divenne cavalcatura preferita dei cavalieri in
quanto possedeva non solo la forza e la resistenza di un cavallo
da tiro, ma anche la velocità e l'agilità necessari
per vincere. In aggiunta l'aspetto fiero, l'eleganza e la
potenza del trotto e il mantello completamente nero ne facevano
un perfetto cavallo guerriero, in grado di incutere paura
col solo aspetto.
Nel 1900 la razza rischiò l'estinzione; rimasero solo
tre stalloni riproduttori, ma grazie a un gruppo di allevatori
olandesi e grazie anche ai caratteri genetici solidi che caratterizzano
i Frisoni, la razza fu salvata mettendo a disposizione tutte
le fattrici rimaste; i nuovi nati avevano tutte le qualità
dei loro padri.
Un importantissimo aiuto alla ricostituzione della razza e
alla sua diffusione fu dato proprio dalla Seconda Guerra Mondiale,
quando i mezzi a motore divennero rarissimi; in quel periodo
la razza fu riscoperta quale ottima per il lavoro nei campi
e il trasporto.
Nel 1954 la regina Giuliana accordò alla Società
Allevatori del Cavallo Frisone il titolo di Società
Reale.
Nel medioevo si cercò di migliorare la razza incrociando
il Frisone con soggetti Spagnoli e Arabi e Berberi. Lo Spagnolo
trasmise la nobiltà di portamento, raffinando la razza,
l'Arabo ne ingentilì le forme, il Berbero diede la
fierezza di carattere e la resistenza.
Il Frisone ebbe un ruolo molto importante nella creazione
di nuove razze come l'Oldenburg e nello sviluppo di razze
pony quali il Dales e il Fell.
Influenze del sangue del Frisone si ritrovano anche nello
Shire.
Il Libro genealogico del Frisone Occidentale fu istituito
nel 1850. |
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