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Razza:
Purosangue arabo |
Origine:
Penisola Arabica |
Attitudini:
sella |
Diffusione:
in tutto il mondo |
Qualità:
velocità, resistenza, sobrietà e intelligenza |
Temperamento:
nevrile ma docile |
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Morfologia:
E' un cavallo di tipo mesomorfo con altezza al garrese compresa
tra i 145 e i 155 cm e di peso di 380-450 Kg. Ha una testa
di inconfondibile bellezza, con profilo camuso, la fronte
è larga e bombata, occhi grandi ed espressivi, le orecchie
sono ben piantate e distanziate tra loro: piccole e appuntite
nel maschio, sono invece un po' più lunghe nella femmina.
Le narici sono grandi, sottili e ben distinte, con grande
capacità di dilatazione, sempre in movimento come del
resto lo sono gli occhi e le orecchie. Il muso è piccolo
con labbra sottili. Il profilo della zona del naso e delle
labbra è triangolare in modo evidente e caratteristico:
il primo angolo è formato dalla punta dell'orlo del
naso, il secondo dalla punta del labbro superiore e il terzo
della punta del mento. Il labbro inferiore è più
corto di quello superiore e può essere tanto piccolo
da risultare quasi invisibile.
Le ganasce, pur non essendo pesanti, sono robuste, soprattutto
molto aperte da lasciare spazio
agli organi della respirazione. L'incollatura, la gola, il
collo, formano un altro insieme molto tipico e
di grande bellezza. Il garrese è piuttosto prominente.
Il dorso è robusto e largo, mentre le reni sono corte
e muscolate; la groppa è alta, lunga e orizzontale;
la coda, piuttosto corta, è portata alta e lontana
dal corpo con grande eleganza. La spalla è lunga e
ben inclinata. L'omero è lungo e verticale, ben avvolto
da muscoli potenti, le ginocchia larghe e piatte, i cannoni
sono forti e robusti con buona circonferenza.
Il pastorale è relativamente corto e molto elastico,
il piede è grosso e rotondo con buona unghia. Il posteriore
è ben conformato e costituisce un propulsore di prim'ordine,
molto lungo dalle anche ai talloni. Le prime sono molto fini,
mentre le natiche sono muscolose senza per questo essere pesanti.
I garretti sono netti, di bella forma, grandi e bassi con
tendini ben distaccati e legamenti solidi.
Come è facile rilevare, questo cavallo concentra in
sé tutte le qualità di fondo che sono ricercate
in ogni razza e tipo di cavalli e per questa ragione viene
considerato e utilizzato come un grande miglioratore.
Anche le razze più specializzate che differiscono molto
dagli standard del Purosangue Arabo (P.S.A.) traggono benefici
e miglioramenti dall'apporto di questo sangue, che conferisce
loro più finezza alle forme, maggiore intelligenza
e nevrilità.
Il suo mantello può presentare colori differenti, baio,
sauro, grigio, con segni in fronte e balzane più o
meno alte.
Storia:
Risalire alle origini di questa razza è pressoché
impossibile, poiché sono antichissime e avvolte dalla
leggenda. La sua patria è comunque la penisola araba,
soprattutto il deserto del Nejd che di tutta la penisola è
la parte più inospitale. Sembra ormai accertato che
un tempo l'Arabia non fosse desertificata come oggi noi la
vediamo, ma ricca di acque e per conseguenza verde e popolata;
è verosimile pensare che il suo progressivo inaridimento
abbia operato una feroce selezione fra i suoi abitanti.
Gran parte della popolazione può essersi trasferita
altrove, mentre tra gli animali quelle specie che non seppero
adattarsi soccombettero alle mutate condizioni ambientali.
Probabilmente il cavallo fu tra quelle che si adattarono e
che, anzi, proprio in conseguenza della durezza delle condizioni
di vita, si selezionò in modo da esprimere il meglio
delle proprie qualità potenziali.
Naturalmente l'uomo influì molto in questa evoluzione,
con un lavoro di selezione genetica che, pur ammantata di
credenze e superstizioni, ebbe effetti positivi, finalizzata
com'era alla ricerca ed esaltazione di qualità fisiche
e psichiche che sole potevano consentire la sopravvivenza
in un simile ambiente.
Solo cavalli estremamente frugali, eccezionalmente resistenti
e veloci, potevano sopravvivere alle modalità di vita
imposte dal clima e dalla convivenza con un uomo feroce e
aggressivo come il beduino che abitava quegli spazi sconfinati.
Questi, membro di una tribù, viveva in un continuo
stato di guerra con le altre tribù, al quale seguivano
fughe precipitose o inseguimenti altrettanto spasmodici.
I beduini non esercitavano nessun tipo di arte o mestiere,
vagavano alla ricerca di nuovi pascoli per le greggi, cercando
di razziare il campo dei nemici. Inseparabile compagno della
loro vita avventurosa era il cavallo, anzi la giumenta, poiché
essi privilegiavano il possesso della femmina a quello degli
stalloni, ritenendola più resistente e garante di una
possibile discendenza in grado di assicurare il continuo possesso
di una cavalcatura, e si può ben immaginare quanto
fosse difficile in tali condizioni la vita, anche quella degli
animali.
Dice un adagio beduino: "Quando sei al campo tratta la
tua cavalla come il più prezioso dei tuoi tesori, quando
la monti trattala invece come se non valesse un soldo".
E ancora dicono le parole di un antico canto: "Nel campo
piangono i bambini per la sete, il beduino abbevera il suo
cavallo".
Una vita dunque ai limiti della sopravvivenza, nella quale
solo i più forti possono sopravvivere.
Se ben difficilmente un uomo arrivava alla morte naturale
per vecchiaia, tanto meno poteva raggiungervi il suo cavallo:
ancora 40 anni fa il 50% dei cavalli presso le tribù
beduine, non arrivava a superare i 5 anni di età, e
sono impressionanti le fotografie scattate da Raswan, grande
appassionato di cavalli che visse in Arabia gran parte della
sua vita, nelle quali si vedono gruppi di cavalli morti per
sfinimento. Simili condizioni non potevano che portare o all'estinzione
della specie,
o ad un suo continuo miglioramento. Difficilmente altri cavalli
entrarono nella penisola arabica, d'altronde il fanatismo
dei beduini per la purezza dei loro cavalli, li preservò
da apporti di sangue straniero, producendo i meravigliosi
risultati che oggi possiamo ammirare.
Da sempre il P.S.A. è stato considerato miglioratore
per eccellenza, e durante tutta la storia i potenti della
terra hanno sempre cercato di acquisirne con ogni mezzo qualche
soggetto per dare sangue e bellezza di forme alle razze locali.
Oggi il P.S.A. è diffuso in tutto il mondo, viene allevato
con molta cura e considerato assai prezioso. Ovviamente non
subisce la feroce selezione di un tempo, per altro non molto
lontano, ciò non di meno conserva intatte le sue caratteristiche
e le sue meravigliose qualità. In molti paesi vengono
organizzate corse al galoppo riservate al P.S.A., viene
utilizzato per l'equitazione di campagna e il trekking, ma
la disciplina che più evidenzia le sue qualità
è l'endurance, cioè le diverse gare di fondo:
60, 150, 180 km. Le sue doti di velocità, di resistenza,
equilibrio trovano in questo caso una completa realizzazione.
(Tratto da: Cavalli: le attitudini delle razze da sella
- Demetra S.r.l. - Mino Tenni e Giorgio Selmi) |
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