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Razza:
Maremmano |
Origine:
Lazio, Toscana |
Attitudini:
sella, lavori agricoli |
Diffusione:
Lazio, Toscana, Italia |
Qualità:
Carattere piuttosto deciso |
Temperamento:
Vivace |
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Morfologia:
Si tratta di un cavallo mesomorfo, le fattezze del quale possono
sensibilmente variare a seconda della zona di allevamento
e dell'influenza più o meno marcata dei miglioratori
che sono stati introdotti. Generalmente ha un'altezza che
va dai 155 cm ai 170 e anche oltre.
La sua testa è tendenzialmente pesante, con profilo
rettilineo o montonino; il collo piuttosto robusto e più
lungo e disteso nei soggetti più selezionati, mentre
il garrese è rilevato ed asciutto.
La linea dorso-lombare si presenta ben fatta, con reni robuste,
la groppa è lunga e obliqua.
Il petto è largo e muscoloso. Gli arti sono proporzionati
all'altezza con articolazioni larghe ma non sempre nette e
pulite, buoni solitamente i tendini che risultano netti e
ben staccati.
Il mantello è soprattutto baio, meno frequenti i sauri
e i morelli.
Storia:
Non è possibile pensare alla Maremma
senza associare al suo ricordo quello del cavallo come elemento
insostituibile del paesaggio e della sua vita.
Una volta con questo nome si indicava una vasta zona tra Toscana
e Lazio che si affacciava sul Tirreno e che era caratterizzata
da terre ostili e paludose, si trattava da sempre di terre
marginali, che potevano essere utilizzate solo al pascolo
estensivo e all'allevamento brado. Già gli Etruschi
e i Romani utilizzavano a questo scopo la regione. Strabone
ci riferisce dell'importazione nella regione di soggetti provenienti
dalla Gallia e dalla Germania per migliorare la razza locale,
mentre nuovi afflussi di cavalli norici si ebbero con le invasioni
barbariche.
Durante il Rinascimento le potenti famiglie che dominarono
la regione misero molta cura nel miglioramento dei cavalli
allevati in Maremma, a questo scopo importarono soggetti orientali,
soprattutto dalla Siria, con il risultato di accentuare le
doti di resistenza e frugalità che già caratterizzavano
questi cavalli allevati allo stato brado su vasti territori.
Gli eserciti di tutti gli stati italiani attinsero a questo
capitale a piene mani e con buoni risultati, e questo anche
dopo l'Unità d'Italia.
Nel 1925 vennero create le stazioni di monta selezionata per
controllare e fissare i caratteri della razza e dal 1932 si
cominciò a parlare di Maremmano migliorato
per distinguerlo dal vecchio tipo.
Nel periodo tra le due guerre la Maremma venne bonificata,
mentre scompariva il latifondo che ne condizionava pesantemente
tutte le modalità di vita e sviluppo; il cavallo, che
prima era anche indispensabile collaboratore nel lavoro di
controllo del bestiame oltre che per creti lavori agricoli,
venne perciò allevato e proposto con un certo successo
come cavallo da sella e sportivo.
(Tratto da: Cavalli: le attitudini delle razze da sella
- Demetra S.r.l. - Mino Tenni e Giorgio Selmi) |
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