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Razza:
Berbero |
Origine:
Nord Africa |
Attitudini:
sella |
Diffusione:
Nord Africa |
Qualità:
veloce e molto frugale |
Temperamento:
vivace e generoso |
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Morfologia:
Cavallo mesomorfo, la cui altezza varia dai cm 145 ai 155
e anche più, ha solitamente una testa piuttosto allungata,
con profilo diritto, alle volte piuttosto montanino; gli occhi
non troppo grandi sono vivaci, le orecchie, seppur un po'
grandi, sono però sottili e dritte; la bocca è
piuttosto piccola e le labbra sottili.
Il collo è di media lunghezza, ben muscolato e arcuato,
il garrese ben pronunciato, la linea dorso-lombare breve e
dritta, la groppa tipicamente obliqua con la coda attaccata
bassa. Il torace è ampio e profondo e la spalla è
lunga e inclinata. Gli arti sono robusti, con buone articolazioni
e tendini staccati e asciutti.
Storia:
Le origini del Berbero sono molto controverse, e molte
sono le influenze su questa razza conseguenti agli avvenimenti
che in ogni epoca hanno tormentato le regioni dalle quali
è originario. C'è chi ricerca le sue radici
in Africa e chi invece nell'Asia Centrale; in ogni caso è
lecito pensare che in epoche successive i vari conquistatori
che via via si sono succeduti, Greci, Romani, Vandali, Iberici,
Arabi e altri ancora, abbiano influenzato lo sviluppo della
razza con l'importazione che accompagnava il loro arrivo.
Inoltre, e senza dubbio, grande peso hanno avuto sia l'ambiente
geografico nel quale è vissuto, sia la cultura equestre
delle genti che lo hanno allevato.
Tutto il Nord Africa è caratterizzato da una zona montuosa
vicina alle coste, che sfuma verso sud nel deserto e proprio
questa zona, che lambisce la vasta area inabitabile del Sahara,
è la sede dell'allevamento e del maggiore utilizzo
del cavallo Berbero. L'ambiente via via più
arido e desolato rende la vita difficile a tutti gli esseri
viventi; qui gli uomini sono per tradizione piuttosto duri
con tutti gli animali e, nella fattispecie, con il loro cavallo
che normalmente non veniva mai soccorso nei periodi difficili
integrando in qualche modo la sua alimentazione, e doveva
invece accontentarsi esclusivamente di ciò che poteva
pascolare.
L'acqua è sempre sufficiente e alle volte è
necessario percorrere chilometri per potersi abbeverare; il
puledro viene montato sempre troppo presto, mentre le fattrici,
nonostante le privazioni alle quali sono sottoposte, vengono
duramente impiegate nel lavoro.
Insomma si verifica una crudele selezione alla quale sopravvivono,
anche se ridotti in condizioni a volte pietose, solo i soggetti
più forti; per queste ragioni il cavallo Berbero
è a volte accusato di avere un cattivo carattere, che
però scompare ben presto se viene trattato con maggiore
dolcezza.
La sua frugalità e resistenza sono proverbiali e ne
fanno un buon cavallo da sella e per il traino leggero. Risulta
stupefacente alle volte la sua somiglianza con l'Andaluso,
con il quale ha una stretta parentela; notevole influenza
ebbe l'arrivo nella regione del Purosangue Arabo che ne ingentilì
le forme.
(Tratto da: Cavalli: le attitudini delle razze da sella
- Demetra S.r.l. - Mino Tenni e Giorgio Selmi) |
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