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MONTA WESTERN :
Redini parade
Redini parade - Così non si fa
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TECNICA WESTERN - Redini parade
da Il Mio Cavallo
La parola viene intesa in questo caso non per indicare il finimento in senso stretto ma piuttosto il suo utilizzo. Le quattro redini western sono la redine diretta, la redine d’apertura, la redine d’appoggio e la redine contraria d’opposizione.


Quattro come i punti cardinali: sono loro a fornire ogni tipo di direzione nella buona equitazione. Quattro come le stagioni: combinate a diversi utilizzi delle gambe, riassumono tutto il ciclo di crescita, l’evoluzione tecnica di un allievo fino alla sua completa formazione.
Quattro come i cavalieri dell’Apocalisse: mal utilizzate possono condurre a un autentico disastro, la totale incapacità di condurre il cavallo... Niente di meno! Sono le “redini” dell’equitazione americana.
La parola viene intesa in questo caso non per indicare il finimento in senso stretto ma piuttosto il suo utilizzo. Le quattro redini western sono la redine diretta, la redine d’apertura, la redine d’appoggio e la redine contraria d’opposizione.

Chi conoscesse le basi dell’equitazione inglese potrebbe trasecolare, riconoscendo in queste definizioni l’esatta copia di quelle utilizzate nell’equitazione classica. Ebbene, tale identità non sta solo nel nome, ma anche nella tecnica. La buona equitazione, western o inglese, ha molti punti in comune e tra questi le redini a due mani. Sì, perché anche chi monta all’americana nella maggior parte dei casi “conduce” in questo modo. Si fa nelle scuole di buon livello per ottenere una maggiore guidabilità del cavallo da parte di un rider ancora inesperto, si fa per addestrare i puledri, si fa in allenamento e si fa perfino in campo prova, per correggere difetti e fissare figure ed esercizi che poi, in gara, verranno eseguiti a una sola mano.
Esiste poi un’ulteriore distinzione tra l’uso delle redini nell’addestramento western e in quello cosiddetto “a mazzetta”, spesso confusi fra loro. Il cavallo addestrato all’americana, nel corso della sua vita viene montato per lo più con imboccature snodate e a due mani, benché il suo training e l’allenamento siano finalizzati a un’agevole conduzione anche con morsi rigidi e a una mano (infatti quasi tutte le gare si svolgono così). In questo caso le “redini” utilizzabili si riducono a quella diretta e a quella d’appoggio, sufficienti però a fargli eseguire, al termine del periodo di addestramento, anche tutte le figure che sono state insegnate con l’ausilio della redine di apertura e di quella contraria. L’addestramento a mazzetta, che presuppone tra l’altro anche un diverso modo di impugnare le due redini unite, è tipico del Sud America, non contempla nel training in o altre attività del cavallo momenti in cui si torni a lavorare a due mani ed è, sotto il profilo delle prestazioni, decisamente meno raffinato. È funzionale a una monta da lavoro che richiede all’animale obbedienza immediata, ma non eleganza nei movimenti, elasticità, arrotondamento, spinta sul posteriore, flessione laterale. Tutti requisiti, questi, propri invece della monta western, che avvicinano l’addestramento e la scuola equestre del Nord America molto più alle tradizioni europee che a quelle sudamericane.



COME SI ESEGUONO
1) Redine di apertura
Una mano apre (quella interna, che si trova nella direzione in cui si vuole che il cavallo giri), creando una moderata tensione della redine, l’altra cede leggermente in modo da permettere al collo di incurvarsi. L’apertura si ottiene con un semplice spostamento verso l’esterno dell’avambraccio, che non deve però modificare l’altezza della mano. Le gambe, date insieme, creano il movimento.
Il cavallo piega tutta la schiena in una curva formata da testa, spalle e anche. La redine di apertura è la prima che si insegna a un puledro.

2) Redine diretta
Si ottiene prendendo un leggero contatto con la bocca del cavallo. Le mani devono essere spostate in direzione delle anche del cavaliere, e parallelamente al collo dell’animale. Montando a due mani, può essere applicata da uno solo o da entrambi i lati. Nel primo caso si sposta indietro solo la mano che deve agire, sollecitando così un lato dell’imboccatura, fino a ottenere una tensione di entità variabile.
Nel secondo l’azione è la stessa, ma bilaterale ed esattamente identica come intensità sui due lati dell’imboccatura. La redine diretta bilaterale può anche essere applicata montando a una mano: la si ottiene semplicemente spostando indietro, appunto, la mano che tiene entrambe le redini.

3) Redine d’appoggio
Una redine, l’esterna, appoggia lateralmente sul collo senza che la mano dalla quale è tenuta superi la linea della criniera. Non deve essere troppo tesa, o entrerà in azione un indesiderato effetto sull’imboccatura. Infatti, la sollecitazione che il cavallo viene addestrato a seguire è, in questo caso, solo il contatto insistente della redine sul collo. L’altra mano esegue una moderata redine di apertura.
Se il cavallo non reagisce alla redine d’appoggio spostandosi nella direzione richiesta, non si deve insistere ma eventualmente agire un po’ di più con la redine d’apertura opposta.
Le due mani devono stare parallele e allineate. La redine d’appoggio eseguita a una sola mano, tipicamente chiamata neck rein, è molto simile, salvo l’azione della redine interna d’apertura che scompare. Proprio per la prerogativa di non dover agire sull’imboccatura ma sul collo, è quella che permette ai cavalli ben addestrati di girare e compiere cambi di direzione anche molto spettacolari e repentini, come il rollback o gli spin del reining, senza che le redini vadano mai in tensione.

4) Redine contraria o d’opposizione
È una sorta di combinazione tra redine diretta e d’appoggio. La mano si solleva leggermente, la redine striscia sul collo e, in contemporanea, agisce sull’imboccatura dalla stessa parte. Deve essere controbilanciata dall’azione dell’altra redine, chiamata in questo caso “redine regolatrice”, che determina l’angolo desiderato di curvatura del collo.


A COSA SERVONO
Redine d’apertura
Permette di eseguire cambi di direzione indirizzando il naso del cavallo dove si vuole che egli si diriga, mentre le spalle e le anche seguono naturalmente. Usata molto moderatamente, controbilancia al lato opposto la redine d’appoggio.

Redine diretta
Se monolaterale, serve a guidare il cavallo verso una direzione tenendo il solo naso leggermente all’interno, rivolto verso la spalla dello stesso lato e non facendogli flettere di conseguenza tutto il corpo. Quando è bilaterale serve per rallentare l’andatura, eseguire una transizione, uno stop, una retromarcia, per riunire il cavallo e fargli abbassare la testa.

Redine d’appoggio
Fa spostare il cavallo nella direzione indicata dalla pressione della redine sul collo. Le spalle e le anche seguono il naso. Si utilizza nelle volte, nei cerchi e nelle rotazioni (pivot) sui posteriori, che nella loro manifestazione agonistica più nota diventano gli spin del reining. Come concetto generale, il comando di gamba va dato dalla parte opposta alla direzione che si vuole prendere.

Redine contraria d’opposizione
Serve per sostenere, bloccare o spostare lateralmente le spalle, che vengono riposizionate o mantenute nel loro asse. È utilizzata come correzione in un’appoggiata, per bloccare la spalla in un pivot sugli anteriori o per sostenerla se lavorando su un cerchio il cavallo tende a “buttarsi all’interno” allargando eccessivamente. Nel normale ginnasticamento del soggetto atleta si usa molto per esercizi di rilassamento delle spalle e lavoro su due piste.

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COSI' NON SI FA

Redine di apertura
L’avambraccio non si apre rimanendo sullo stesso livello dell’altra mano ma si abbassa.
La spalla del cavaliere “cade” e la mano che tiene la redine si trova troppo in basso.
La mano opposta a quella che esercita la redine di apertura non cede come dovrebbe perché il collo del cavallo possa incurvarsi: in questo modo agisce in maniera costrittiva sull’incollatura, infastidisce l’animale in bocca e nel contempo non gli permette di eseguire correttamente il cambio di direzione richiesto.

Redine diretta
Le redini non hanno la stessa lunghezza: questo, naturalmente è un errore qualunque sia la redine applicata, ma nel caso della redine diretta vanifica completamente l’azione.
Mani tenute troppo alte o troppo basse. Solo la giusta posizione, appena davanti al pomolo, consente di calibrare correttamente lo spostamento all’indietro che manda in azione o rilascia la redine diretta.

Redine d’appoggio
La mano che agisce con la redine d’appoggio supera la linea della criniera.
La mano che agisce con la redine d’appoggio viene tenuta più alta dell’altra.

Redine contraria d’opposizione
A differenza di quanto avviene per gli altri tipi di redine, nei quali gli errori di impostazione portano a una minore efficacia, a tempi di comprensione più lunghi tra cavaliere e cavallo e in generale a una brutta immagine del binomio, ma possono ugualmente ottenere un qualche risultato, in questo caso qualunque posizione che non sia esattamente quella canonica, quindi qualunque tipo di errore, rende completamente inefficace l’azione.

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