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MONTA WESTERN :
Perchè il cavallo
da ranch
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ADDESTRAMENTO CALIFORNIANO - Perchè il cavallo da ranch
da Il Mio Cavallo
Storia e tradizioni della tipica scuola californiana, che forma cavalli “stock horse”, ovvero soggetti da lavoro che però sono in grado di primeggiare anche negli show.


STORIA E TRADIZIONI
Quando intorno all’anno 711 la Spagna fu conquistata dai mori uno dei principali fattori che contribuì alla vittoria del popolo invasore fu la facilita’
con la quale i guerrieri, durante le battaglie, manovravano i loro cavalli. Essi infatti, impugnando entrambe le redini nella mano sinistra, riuscivano a controllare perfettamente ogni movimento del cavallo.
In questo modo utilizzando una sola mano per girare, fermare o far indietreggiare il proprio cavallo, avevano la possibilità di utilizzare la mano destra per impugnare scimitarre o armi da combattimento.
Fu proprio grazie a queste nuova tecnica di cavalcare e comandare
cavalli ben addestrati che i mori batterono gli spagnoli i quali utilizzavano ancora le due mani per condurli e quindi erano meno veloci a difendersi e ad attaccare il nemico. Gli spagnoli in seguito impararono dai mori sia la nuova tecnica di addestramento che l’attività tipica orientale di istoriare l’argento e lavorare il cuoio.
Nel 1822 gli spagnoli entrarono dal Messico in california fondando lungo il loro percorso chiamato “el camino real” tutta una serie di missioni. Durante questi anni insegnarono ai nativi del posto come coltivare la terra, allevare bestiame e addestrare cavalli: questi “nuovi allevatori“ vennero chiamati “vaqueros”.
L’uso della jaquima (hackamore), delle doppie redini, dei morsi d’argento divenne un’arte raffinatissima, segno tipico dei “vaqueros”
californiani e dei “Dons” spagnoli. In pochissimo tempo questo “nuovo stile” si propago’ ad est, verso i pascoli liberi del Nevada, dell’Oregon e dell’Idaho e tutt’oggi e’ proprio il classico “old california style” che viene usato nei grandi ranches per addestrare i cavalli da lavoro. Gli uomini e le donne che lavorano il bestiame in queste aree degli stati uniti vengono chiamati “buckaroos” che deriva dal nome vaqueros.
Fieri ed eleganti in sella ai loro cavalli, essi utilizzano esclusivamente finimenti in cuoio cesellato a mano, bosals e redini intrecciate con il miglior rawhide (pelle grezza), morsi d’argento e speroni, lavorati tutt’oggi con le stesse tecniche dei loro avi.

IL VESTIARIO
I buckaroos di allora e di oggi sono molto legati alle tradizioni infatti, oltre all’addestramento del proprio cavallo e all’utilizzo di finimenti classici, anche il loro abbigliamento rispecchia l’elegante stile di vita. Il cappello tradizionale era ed è a bassa tesa, munito di un laccio sottogola, un grande foulard attorno al collo, lunghi stivali con alto tacco inclinato o talvolta scarponcini stringati chiamati “packers” e pesanti speroni sonanti, solitamente istoriati con argento. Questo tipo di speroni hanno grandi rotelle con parecchie punte vicine che, contrariamente a quello che si pensa, sono meno violenti di speroni a punta singola.
In questo tipo di sperone non mancano mai i “jingle bobs”, una sorta di piccoli campanelli che penzolano dalle rotelle e che segnalano al cavallo, ancor prima che venga toccato dal tallone, l’ordine del cavaliere. I buckaroos o reinsmen (uomini delle redini), portano, sopra i pantaloni da lavoro, dei particolari calzoni in pelle detti chinks, con frange e borchie d’argento ma più corti dei chaps.


L'EQUIPAGGIAMENTO
Solitamente la sella usata dai buckaroos è una “center-fire”, ossia una sella in cui l’anello del sottopancia è posizionato a metà dell’arcione oppure il modello 5/8 o 3/4, ma non viene mai usata la sella con il doppio anello “full-bouble” e quindi non si utilizza il secondo sottopancia. Il pomo della sella è largo, piatto quasi come quello messicano ed il collo del pomo solitamente è avvolto con pelle di mulo o rawhide dove viene avvolto con destrezza il lazo. Le staffe sono in legno, con base larga ricoperte da una banda in ottone o argento lavorato, oppure chiuse anteriormente da un cappuccio di cuoio cosi’ da proteggere i piedi dei cavalieri dalle corna degli animali, dai cespugli o dal freddo; se da queste staffe proseguono due lunghe code separate esse prendono il nome di “tapaderos”.
La briglia usata è forse la cosa più importante di questo stile di monta: attaccata da essa infatti vi sarà il morso, ma è qui che il reinsman si differenzia. Infatti a secondo dell’età del cavallo e dell’avanzamento della sua istruzione, l’attrezzatura cambia e dato che lo stile californiano richiede parecchi anni di addestramento anche l’equipaggiamento usato cambia progressivamente.
Il puledro di circa tre anni ha in bocca un semplice filetto in ferro e rame (snaffle) e una testiera in pelle assolutamente da lavoro. Il cavallo poco più adulto, ha sul naso un hackamore per parecchio tempo, anche se cambierà progressivamente il peso del bosal e del mecate (redini fatte in crine) il modello di testiera è la stessa, una sottile striscia di pelle latigo la cui fibbia di regolazione e’ un semplice nodo.
Proseguendo il suo addestramento, intorno a 5 anni, il cavallo indossa sul naso un bosal sempre più leggero e, solo per abituarlo e quindi inerte ha in bocca il morso.
A questo punto sulla sua testa ci sarà’ una testiera da morso in pelle con conchas laterali in argento (borchie di abbellimento che uniscono il frontalino al sotto-gola) e anche il semplice laccetto in pelle che sorregge il bosalito con leggere redini in crine. Quando il cavallo avrà finito il suo addestramento sarà un “bridle horse” sotto la testiera del morso, unico strumento di contatto tra la bocca e il cavaliere ci sarà solo un leggero bosalito con mecate in crine che verrà usato solo come lunghina per condurre il cavallo da terra.
Le redini usate per il cavallo “finito” sono del tipo romal reins ossia quando si chiudono formano una sorta di lungo frustino, il romal, che viene sorretto dalla mano destra. Queste redini sono intrecciate in rawhide ed hanno verso l’imboccatura dei contrappesi che unitamente alle catenelle che le uniscono alle guance del morso, favoriscono la giusta flessione del collo del cavallo.
Le redini usate nella prima fase dell’addestramento, quindi con il filetto, sono le stesse usate con il bosal: un lungo mecate di 22 piedi con un diametro di 3/4 o 5/8 di pollice fatto in crine di cavallo ricavato dalla criniera e non dalla coda , quindi più soffice, viene fissato ai due anelli del filetto con due strisce di cuoio forato chiamate slobber. Il mecate forma le redini e la parte in più viene arrotolata fissata alla selle e forma una sorta di lunghina (leadrope). Quando il buckaroos smonta da cavallo lo conduce o lo trattiene impugna la corda di crine che ha slegato dalla sella; questo concetto è valido in tutti gli stadi dell’addestramento. Non si lega mai un cavallo ad un palo usando il mecate, il reinsman prima lega con un particolare nodo le redini al collo del cavallo, cosi’ da impedire qualsiasi strappo della testiera se il cavallo dovesse tirare in dietro.
Più semplicemente i reinsmen mettono ai loro cavalli gli hobbles (pastoie), ricavati da un vecchio sacco di iuta per le prime volte in modo da insegnargli a rispettarli, e poi hobbles più eleganti e sicuri intrecciati in rawhide; le pastoie vengono sempre legate alla parte posteriore della sella pronte per essere usate in qualsiasi momento. A questa importantissima usanza tutti i cavalli da lavoro erano e sono addestrati e nei momenti di pausa è facile vedere nelle immense praterie, dove non esistono steccati, cavalli “hobblati” riposare con la sella allentata e sentire il classico suono del morso californiano provocato dal continuo gioco della lingua sulla particolare imboccatura. Nei primi stadi dell’addestramento il buckaroo preferisce arrotolare alla sua cintura la lunga parte di mecate (lead), che in seguito fisserà all’arcione, cosi da essere sempre pronto in caso di sgroppata o di caduta a recuperare il puledro tirandolo da terra.
Per essere ancora più sicuro e stabile in sella fissa sull’arcione una protezione: due piccole borse in pelle imbottite chiamate bucking rolls che limitano i movimenti del bacino e lo rendono più comodo in sella; allo scopo di allontanare fastidiosi insetti dal ventre del cavallo viene attaccato nel centro del sottopancia del cavallo un fiocco in crine chiamato shoo fly .





L'HACKAMORE E LO SPADE BIT
Tutto l' addestramento della scuola californiana si basa su questi due fondamentali antichi finimenti: l’hackamore e lo spade bit.
La parola hackamore deriva dal vecchio termine “jaquima” che in spagnolo significava quello specifico attrezzo posto sul naso. Esso è formato da 2 parti: il bosal che è direttamente a contatto sul muso e il mecate che forma le redini. Il bosal ha la forma di una goccia con infondo un pomo che racchiude e fissa le 2 estremità la parte che appoggia sul naso e’ chiamata “nose band”, scendendo troviamo i due fermi per la testiera “buttons” e le guance che chiudendosi formano il pomo “pinnacle knot”. Il bosal è un finimento molto particolare, fatto a mano e prima di sceglierlo va giudicato per bene: gli intrecci con il quale è fabbricato sono di sottili strisce di rawhide (pelle grezza
ricavata dalla parte superiore della schiena del bovino) le quali, perchè il bosal sia di pregio, devono essere basse e livellate e
l’anima (core) assolutamente dello stesso materiale, mai in pesante cavo d’acciaio perchè non riusciremmo a dare la giusta forma. La sua rigidità e flessibilità dipendono dalla misura scelta e un buon metodo per giudicarne la qualità e’ quello illustrato nelle foto: chiudiamo in una mano le 2 guance e stringiamole, quando riapriamo la mano esse devono prontamente riallargarsi.
Teniamo ora fermamente con la sinistra la base del bosal e tiriamolo dalla testiera quando lo rilasciamo
dovrà riprendere subito la posizione di partenza questi 2 semplici tests dimostrano la giusta elasticità e rigidità. All’inizio ci serve un bosal molto grosso che andando avanti ridurremo, cosi’ un set completo ne comprende almeno 4: le sezioni prese sulle guance saranno quindi di 3/4, 5/8, 1/2 e 3/8 di pollice.
Esiste anche un particolare modello fatto in crine che si usa solo con particolari cavalli i quali, per esperienze sbagliate, hanno il naso insensibile; in tal caso il bosal va bagnato e poi usato per qualche giorno fino a quando torna a essere rispettato, dopo di che si deve rimettere quello usuale.
Per il lavoro da terra e le prime cavalcate usiamo la misura più grossa da 3/4, riducendola poi col progredire a 5/8, proseguiamo poi per più di un anno a istruire il puledro con un bosal da 1/2 pollice per arrivare al momento delle “doppie redini” con quello da 3/8, infine, sotto la testiera del morso, viene messo un piccolo bosalito senza redini con un corto mecate solo a scopo di conduzione da terra.
Il più famoso “braider” intrecciatore di bosal e redini, è stato Don Louis B. Ortega, oggi i più conosciuti sono George Ash e Elmer Sheppard.
Non dovremmo mai usare un bosal nuovo prima di averlo messo in forma perché le guance devono essere leggermente arcuate come le mascelle del cavallo e non diritte come da nuovo. Per fare ciò dobbiamo legare saldamente con una cordicella le 2 guance insieme nel punto in cui verranno fatti i primi giri del mecate, poi inseriamo una scatola di conserva, schiacciamola in giù e fissiamola; infine con un altro pezzo di corda avviciniamo la parte superiore delle guance legandole parallelamente.
Il bosal dovrà essere lasciato in forma per almeno 2 mesi, successivamente la forma verrà mantenuta con l’uso. Se usassimo un bosal nuovo la dritte guance fregherebbero sotto la mandibola e ad ogni tirata il puledro alzerebbe la testa dal dolore.
Fino a questo momento abbiamo istruito il cavallo solo “dal naso” e a questo punto la sua bocca ancora vergine è pronta per ricevere lo spade bit che, contrariamente a quello che la gente pensa, non e’ un morso severo anzi è gradito dal cavallo perché ideato con una forma anatomicamente comoda e adatta al suo palato e se viene usato correttamente la sua bocca si mantiene per sempre sensibile.
Lo spade bit modello base classico è sostanzialmente un morso “frenante” a barra diritta, questo permette al cavallo di alzarlo o abbassarlo in bocca: avendo l’imboccatura diritta può, irrigidendo la lingua, alzarlo dall’appoggio sulle gengive così facendo è ora la lingua, ora le gengive a sorreggerne il peso.
Le 2 aste che parallelamente alla barra salgono alla paletta centrale sono avvolte con filo di rame e sono
snodate come le 2 guance (loose Jaw), sono incernierate alla barra.
Lo spade bit è costruito in ferro e la paletta è munita al centro di una rotellina in rame, l’unione di quesdti 2 metalli a contatto con la saliva del cavallo creano nella sua bocca un leggero pizzicore chiamato elettrolisi, questo effetto risaputo fino da tempi lontanissimi piace al cavallo che è stimolato a “giocare” con la rotellina e quindi a produrre un’abbondante salivazione ottima lubrificazione della bocca.
La speciale inclinazione della paletta (spade), il peso e la forma delle guance unitamente alle catenelle danno alla testa e al collo del cavallo la giusta e classica posizione caratteristica sia dell’Old California Style che di altre monte dell’Alta Scuola.
La forma delle guance di questo antico e superbo morso, discusso e nello stesso tempo apprezzato da generazioni di horsemen, può avere diverse forme ma alla fine il rapporto dinamico “fulcro -leva” è più o meno lo stesso.
Derivato da un modello antico orientale, rifinito e perfezionato poi in California lo spade bit è , come gli speroni, decorato in argento puro lavorato a mano. Le guance possono essere “silver inlaid” cioè l’argento
viene incastonato nel ferro creando particolari disegni ed effetti cromatici, oppure “silver overlaid” cioè la
guancia di ferro è tutta ricoperta da una sottile lamina d’argento lavorata a mano.
La larghezza dell’imboccatura può essere di 5 oppure 5,1/4 di pollice il suo peso è intorno a 400/600 grammi. I modelli più classici sono: Santa Barbara, Las Cruces, Gutierrez, i più famosi artisti dalle cui abili mani uscivano “pezzi unici” erano: Garcia, Figueroa, Miller, Tietjen e tanti altri, ma ancora oggi la tradizione continua con Dahal, Vogt, Fleming.
Lo spade usato con cavallo in doppie redini è un Al Tietjen creato circa 20 anni fa, l’altro è un Grijalba di circa 40 anni; entrambi sono dei Santa Barbara spoon spade.



IL CAVALLO E L'ADDESTRAMENTO IN GENERE
Il buckaroo segue chiaramente le tradizioni del vaquero spagnolo, anche se in origine il cavallo usato dal reinsman non era selezionato o scelto come accade oggi i cavalli disponibili derivavano da “sangue mescolato”.
I vaqueros riuscivano comunque a capire subito quali erano i puledri più idonei studiandone gli atteggiamenti e i movimenti nei corrals (recinti). Un giovane puledro che , giocando con i compagni, si fermava repentinamente spingendo i posteriori ben sotto di se o per girare velocemente piroettava alzando le gambe anteriore, era chiamato propsetter e veniva subito selezionato per intraprendere il lungo
periodo di addestramento.
Ritenevano giustamente che questi soggetti fossero più naturali ed eleganti nei loro movimenti. Il buckaroo riusciva comunque sempre ad imprimere al cavallo questo inconfondibile stile che lo differenzia dagli altri tipi di monta: naturale eleganza, ubbidienza, velocità e facilita’ ad eseguire spins (veloci giravolte su se
stesso), stops, spingere o bloccare un vitello, straordinaria e magica unione con il cavaliere che gli trasmette impercettibili ordini con il semplice movimento del polso o con un piccolo spostamento del busto intesi solo dal cavallo.
Tutto questo avviene con l’animale raccolto, il collo alto piegato alla 3° vertebra, il naso quasi perpendicolare al terreno e la bocca chiusa, segno evidente di naturalezza e rilassatezza dell’animale. Questo e’ quello che contraddistingue immediatamente un vero “california stock horse” da altri addestrati
con metodi indubbiamente più rapidi ma forse meno elegante.
La lunga attesa e il lento lavoro quotidiano viene poi compensato con il definitivo risultato. Prima di essere svezzato al puledro prescelto vengono impartite le prime nozioni e il primo contatto con l’uomo, ma la doma vera e propria inizierà solo a 3 anni. Il puledro verrà quindi allevato nelle fattorie e gradualmente verrà
abituato all’uomo, alla brusca e alla striglia, a dare le gambe, alle pastoie e in seguito per brevi periodi a portare la sella e a dare il collo; le prime cavalcate verranno fatte in un corral, brevi e non traumatiche.
Intorno ai 3 anni i giovani cavalli vengono montati con il filetto che gradualmente e progressivamente viene sostituito dall’hackamore con la variazione dei pesi e delle misure, per i 2 anni successivi.
In seguito, solo quando ha completato la sua crescita sia fisica che mentale, intorno ai 5/6 anni, il cavallo ha in bocca il morso (solitamente un leggero spade bit) che porta per 1 anno unitamente a un piccolo e leggero hackamore con il quale si impartiscono i comandi.
Il cavaliere si trova a questo punto ad avere 2 paia di redini in mano, ma quelle del morso vengono usate solo progressivamente dopo 5 o 6 mesi di lavoro. In seguito le redini dell’hackamore verranno usate sempre meno fino a lasciare il posto a impercettibili comandi dati dal cavaliere attraverso lo spade bit.
Il principale scopo di questo lungo addestramento e’ di imprimere al cavallo una serie di comandi che deve memorizzare, rispettando la sensibile e ancor fragile bocca.
Fino a 5 anni infatti il cavallo viene comandato dal “naso” che comunque un vero hackamore horse manterrà sempre sensibilità, soprattutto se il suo addestratore sarà stato di mano leggera. L’animale cosi’
addestrato potrebbe continuare per sempre la sua vita lavorativa indossando sul naso un sottile hackamore, e molti infatti lo fanno, ma il motivo principale per cui lo si introduce al morso e’ che con il
passare del tempo la sensibilità del naso diminuisce e in secondo luogo per mantenere viva la tradizione di eleganza che accompagna un cavallo super addestrato ad uno scintillante superbo spade in argento lavorato.

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