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MONTA WESTERN :
Un cavallo All Around
Un cavallo All Around
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ABC MONTA WESTERN - Un cavallo All Around
da Il Mio Cavallo
E’ il soggetto atleta per antonomasia, capace di ben figurare in molte specialità, una specie di pentatleta della monta western. Per questo va preparato con attenzione e molta pazienza.


P er premiare i cavalli della monta western che sanno fare tutto, per
gratificare i loro proprietari e cavalieri, è stata varata da tempo dalle associazioni di razza la classifica All Around. Questa non è una
specialità vera e propria ma un modo per riconoscere l’atleta più completo in base alla su classifica nelle singole discipline.
E’ in sostanza il cavallo che sa fare tutto e sono oggi sempre più gli appassionati che si dedicano alla preparazione di soggetti che
abbiano queste caratteristiche polivalenti.
Cavalli che sono infatti sempre più ricercati e molto difficili da trovare: sono soggetti che devono essere in grado di fare gare veloci come
il barrel, gare tecniche come il reining, gare lente come il western
pleasure. Non tutti i cavalli hanno caratteristiche fisiche e capacità mentali per fare bene in tutte le specialità, anche senza diventare necessariamente fuoriclasse.
Inoltre per addestrarli a questa serie di “prove miste” ci vuole molto, molto tempo, in pratica un paio d’anni e ben pochi sono coloro che hanno tempo, soldi e pazienza per lavorare tanto.
Chi ci riesce naturalmente proverà le maggiori soddisfazioni. Anche per il semplice amatore, per chi fa solo qualche gara, avere un cavallo in grado di fare bene molte cose è indubbiamente esaltante. E alla lunga è interessante anche il lavoro di preparazione per quanto impegnativo. Anzi, diciamo che ci si diverte di più a
lavorare un cavallo in molte specialità, spesso diverse le une dalle altre, che non insistere per giorni e settimane a fare sempre le stesse figure di un singola specialità, specie se si sa che il cavallo ha dei mezzi comunque limitati e non diventerà mai un fuoriclasse.
Indubbiamente per preparare un soggetto da decatlon o da pentatlon, cioè competitivo in molte discipline oltre alla pazienza e al tempo, ci vogliono chiarezza e capacità tecniche, che servono soprattutto a non
confondere le idee al cavallo. Lui, in pratica, deve ben capire cosa deve fare in quel momento e come lo deve fare. E’ assolutamente vietato, una volta preso il via, cambiare metodo di lavoro o modificare
l’ordine degli esercizi.


LE CARATTERISTICHE DEL CAVALLO
Il cavallo da all around deve avere una buona conformazione fisica e non presentare difetti di appiombo o andatura, visto che poi le deve fare tutto e a tutte le velocità. Caratterialmente deve essere gentile,
non ribelle ma al tempo stesso desideroso di lavorare. Il lavoro gli deve piacere.
Una volta individuato un soggetto così, occorre un buon addestramento di base generale, al termine del quale lui deve rispondere bene ai nostri comandi, alla pressione delle gambe, alle indicazioni delle redini. Deve saper fare dei buoni stop, girare e fare i passi laterali e le appoggiate ad ogni andatura.
In questa fase si deve riuscire a capire cosa il cavallo fa meglio o cosa lui preferisce fare.
Questo per dire che non c’è una disciplina particolare da cui iniziare l’addestramento specifico. Si può partire dunque partire dalle cose che sono più semplici da eseguire, o meglio, che il cavallo esegue più volentieri. C'era per esempio un gran cavallo da all around che era stato subito addestrato a fare reining ad alto livello. Poi, pian piano, l’hanno messo sul trail e altre specialità meno veloci.
Indubbiamente se si comincia da zero, con un soggetto giovane, è meglio partire con le gare lente, dove c’è un buon controllo della velocità e delle andature. Questo ci permette di cominciare anche con un cavallo molto giovane, di due anni. Quindi possiamo partire dal western pleasure e dal trail, specialità
per le quali ci possiamo addestrare anche andando a passeggio in campagna.
Poi si può passare al reining e aumentando la velocità, anche al barrel. barrel. Quel che importa è
concentrarsi su una cosa alla volta, per tanto tempo e non farne un’altra finchè la prima non sarà fatta bene, a livello agonistico.
Il lavoro specifico su ciascuna specialità non deve essere inferiore ai sei mesi, e da questo si può già dedurre che per mettersi in evidenza in un all around ci vogliono complessi
vamente almeno un paio di
anni. Il western pleasure prevede andature riunite e moderate, con il cavallo ben equilibrato.
Più lungo è il periodo di dedicare al trail, ma nel frattempo gli esercizi precedenti ci hanno “consegnato” un cavallo ben preparato, ben rispondente ai nostri ordini, e quindi il lavoro sul trail sarà complessivamente
più interessante e divertente. Insomma noi e nostro cavallo non ci annoieremo di certo.
L’importante, è bene ripeterlo, è concentrarci e fare un lavoro accurato e preciso, evitando che il cavallo
vada in confusione. Non facciamo una “figura” da trail poi un po’ di western pleasure e immediatamente dopo due cerchi alla velocità del reining, perché così il cavallo spreca solo energie ma non impara niente e va in tilt mentale. Fa senza capire.
Fatte bene dunque le figure di western pleasure e di trail, si può passare, potendo scegliere, al western riding, all’horseman ship eppoi al reining e anche al barrel racing, dove la velocità è ai massimi
livelli. Il western riding prima di tutto permette di effettuare un controllo sulla velocità e sulla riunione del cavallo e applica i cambi di galoppo, che sono fondamentali in tutte le gare successive.
Se il cavallo sa farli bene saremo davvero un pezzo avanti. Ricordiamoci comunque sempre che
un cavallo da all around difficilmente sarà un fuoriclasse in tutte le discipline, ma potrebbe avere preferenza in una o l’altra.
Il cavallo da all around è come un uomo che fa il pentatlon e che magari non sarà mai un campione in una delle cinque discipline previste ma sicuramente un buon atleta in tutto. Anche se nulla gli vieta di preferire o di riuscire meglio ad esempio nel nuoto piuttosto che nell’equitazione o viceversa. Così col cavallo;
magari un soggetto preferisce di più il trail al western pleasure, può essere un campione del reining ma solo un buon cavallo nel western riding e così via. Insomma puntiamo sempre al meglio ma ricordiamoci sempre che il cavallo “eccezionale” difficilmente esiste. E ricordiamoci con altrettanta frequenza che
per fare un buon cavallo da all around ci vogliono almeno due anni, più probabilmente tre.
In Italia per ora sono ancora pochi quelli che vogliono investire tutto questo tempo in questo tipo di preparazione completa. Che è però quella che da sicuramente la maggiore soddisfazione.
E’ meglio, con lo stesso cavallo, andar bene in molte prove che non essere campioni in una sola specialità e poi sparire dal resto della manifestazione.
Il segreto per partire bene è quello di portare il cavallo a un buon livello in una specialità e poi aggiungerne un’altra, crescere e poi aggiungere un terza specialità e così via. Solo così si può migliorare e avere la convinzione di aver speso bene tempo e denaro.
Ricordiamoci ancora che al cavallo non dobbiamo solo insegnare esercizi specifici ma anche fargli capire che questi esercizi sono fini e se stessi, divisi per specialità e non si possono mescolare. Un cavallo
che fa reining non può entrare subito dopo nell’arena a fare western pleasure con le stesse andature e con la stessa vitalità del reining.
Come fa il cavallo ben addestrato a capire meglio cosa deve fare? Alcuni preparatori usano ad esempio una imboccatura diversa, secondo la specialità. Ad ogni morso dunque il cavallo abbina una specialità, una gara. E’ un sistema che per alcuni non convince troppo, in quanto è difficile che un cavallo possa dare il meglio di se utilizzando morsi diversi. Magari ce n’è qualcuno che non gli piace, che gli da fastidio, che non richiama la sua attenzione..; se entriamo da soli nel maneggio e chiediamo al cavallo di partire in un determinato modo, lui lo deve fare perché glie l’abbiamo chiesto noi, perché ha capito cosa vogliamo da lui, e non perché ha in bocca un determinato morso. C'è chi usa anche il sistema di dare al cavallo il maggior riposo possibile tra una specialità e l’altra.
Lo si lascia stare, o far riposare, lo si cura, per fare in modo che si dimentichi in fretta la fatica appena fatta e si ripresenti rilassato e disponibile all’impegno successivo, il più possibile sereno. C’è un’altra cosa
importante da sottolineare. Se un cavallo impegnato in una specialità si mette in lavoro o in gara anche in altre discipline,quel cavallo migliorerà anche nella sua specialità principale.
Per esempio: da qualche anno in Italia fanno prove per la classifica all around anche soggetti che prima
facevano solo reining ad ottimo livello. Bene, questi soggetti sono migliorati ulteriormente migliorati
proprio nel reining.
Questo perché il cavallo che fa diverse cose si distrae di più, si diverte di più, lavora volentieri, sviluppa muscoli e mentalità con esercizi che prima non gli erano richiesti. Insomma per lui, e anche per il cavaliere, era stressante entrare nell’arena e dar sempre il meglio di se stessi, a tutti i costi, sempre sotto pressione. Oggi, con questo metodo, il cavallo entra in maneggio e sa che non deve sempre correre,
ma anche andare molto piano.
Così molti cavalli da reining hanno una carriera agonistica più lunga e redditizia. Se un cavallo, un qualsiasi
cavallo, fa più cose in un tempo di addestramento maggiore è chiaro che sarà poi avvantaggiato rispetto a uno che a tre anni viene messo sotto pressione per una singola disciplina.
Nel cavallo da all around l’addestramento deve essere lento ma continuo. In alcune specialità il cavallo viene lavorato, addestrato, poi messo a riposo per mesi e ripreso più tardi, quando è più maturo.
Nel nostro caso invece il lavoro deve essere costante e progressivo, un po’ alla volta ogni giorno.
Questo giova a noi, che non perdiamo tempo e anche al cavallo, che preferisce impegnarsi un po’ tutti i giorni piuttosto che essere lasciato in un box o in un prato e poi messo al lavoro in certi periodi in maniera quasi pressante.
Il lavoro per lui deve essere un impegno quotidiano, quasi di routine ma al tempo stesso vario e dunque
piacevole. Così non gli peserà e sarà in grado di fare tutto senza quasi rendersene conto.
Da parte nostra ci vuole naturalmente criterio: è chiaro che il cavallo giovane deve iniziare a fare gare lente. Se lo mandiamo subito a “manetta” il cavallo capisce che una volta entrato in arena, con dei giudici davanti, deve andare subito veloce; e questo non va bene. La classifica dell’all around viene vinta ovviamente dal soggetto con il miglior punteggio. Il punteggio viene dato dalla somma dei punti ottenuti nelle singole discipline. I punti sono semplici e sono determinati dal numero dei partecipanti ad ogni singola disciplina.
Esempio: se al western pleasure partecipano dieci cavalli, se arrivi primo prendi 10 punti, se arrivi terzo
prendi 8 punti, se chiudi al terz'ultimo prendi 3 punti. E così è per ogni gara.
Per gareggiare in all around bisogna partecipare almeno a tre categorie diverse.
Ricordiamoci che abbiamo sotto la sella un soggetto bravo ma non fissiamoci di vincere contro gli specialisti. Ci sono dei cavalli che si dedicano solo al barrel racing, partono come razzi, entrano in arena
che sono già sotto pressione, molle caricate; il nostro all around deve partire bene, girare veloce intorno ai barili, ma una volta tagliato il traguardo tornare calmo, uscire piano al passo, perché magari mezz’ora dopo deve prendere il via in un’altra disciplina dove sono chieste andature più lente o più precise, magari con
cambi di galoppo ben controllati.
Quindi il cavaliere deve saper sempre controllare il suo cavallo, dargli ordini precisi. Non si possono fare ad esempio bene i cambi di galoppo al volo nel reining e così così nel western riding; altrimenti il
cavallo si disorienta. Il cavallo da all around deve dunque essere preparato a lungo, con calma e sapendo bene cosa si sta facendo; oltre a questo, il segreto è uno solo: trattare una disciplina per volta.
Non prepararlo per una seconda specialità fin quando la prima non sarà assimilata.
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