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Il
cavallo presenta molti aspetti simili all'uomo, tra questi i cosiddetti
"tic", stereotipi di comportamento, manifestazioni ripetute
in maniera maniacale, quanti di noi hanno visto tra i nostri simili
quello che si gratta l'orecchio o che strizza l'occhio, e cosi`
via. |
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Anche
il cavallo ha i suoi tic: ondeggia la testa di qua e di la, prende
tra i denti i bordi della mangiatoia o della staccionata, gioca
con la lingua e cosi` via.
Molti si domandano il perche` questo avvenga, non voglio inventare
una nuova branca Junghiana piuttosto che Freudiana dell'ippologia,
indubbiamente pero` un ruolo importante viene giocato dalla situazione
ambientale in cui il cavallo si trova, gli stereotipi di comportamento
(tic) aumentano considerevolmente in due situazione opposte: la
noia e lo stress. I
tic legati allo stress sono molto piu` vari e meno |
macroscopici
nel loro aspetto rispetto a quelli legati alla noia, anche se sarebbe
piu` preciso parlare di confinamento piuttosto che di noia. Se immaginiamo
che i box sono una cella in cui stanno rinchiusi per 23 ore al giorno,
possiamo immaginare come sia facile che qualche cosa debbano trovare da
fare per ingannare il tempo, ed in questa ricerca spesso un ruolo non
trascurabile lo gioca il comportamento imitativo, se il cavallo in scuderia
ha un certo tic puo` succedere che un'altro a lui vicino, specialmente
se giovane lo sviluppi a sua volta.
Difficilmente i cavalli sviluppano dei tic se pur essendo in inattivita`
hanno modo di avere il loro interesse stimolato, vivere al prato per esempio
non e` noioso ma e` un piacevole ozio, avere un box ampio affacciato su
un ambiente ricco di attivita` e` come essere una comare alla finestra,
difficile annoiarsi. Ovviamente se un cavallo ha gia` sviluppato un tic
lo portera` con se piu` facilmente anche al prato, dipende dal grado di
interesse e quindi dal coinvolgimento che lui prova per l'ambiente che
lo circonda, come nelle persone c'e` chi e` attento al mondo esterno e
chi tende a chiudersi in se stesso.
I
tic piu` comuni sono il ballo dell'orso in cui il cavallo ondeggia a
destra e sinistra stando fermo, il girare in continuazione nel box,
non mancano tic per cosi dire artistici o creativi, suonare con i denti
o col naso le sbarre dell'inferriata, spernacchiare con le labbra, o
gli emuli di Houdini che aprono i chiavistelli, ma quello che interessa
noi in questa chiacchierata e` il ticchio di appoggio.
Nel
ticchio di appoggio il cavallo si appoggia con i denti incisivi su un
bordo e tira indietro la testa, nel fare questo puo` inghiottire contemporaneamente
anche aria, e` un vizio relativamente diffuso, i dati statistici parlano
di una percentuale variante dal 3 al 5% della popolazione. Esistono
vari gradi nel ticchio di appoggio, alcuni si appoggiano leggermente
al bordo, altri arrivano a stare continuamente attaccati e tirano fortemente
indietro inarcando il collo e inghiottendo aria con rumori che sono
ben udibili. Le conseguenze di questo comportamento vanno al di la del
semplice problema estetico perche` l'aria inghiottita causa dei disturbi
della digestione ed a volte anche coliche che seppur generalmente transitorie
sono sempre causa di problemi piu` o meno grandi, ed infatti non di
rado cavalli con ticchio di appoggio fanno fatica a mettera` una buona
condizione generale. Per questo motivo il ticchio di appoggio viene
considerato negli usi locali come vizio redibitorio, cioe` vizio che
rende nullo il contratto di vendita.
I
cavalli non sempre ticchiano in continuazione ed anzi tendono a farlo
nei momenti di quiete per cui a volte il vizio si presenta nella nuova
scuderia solo dopo un poco di tempo quando alla novita` del posto subentra
la noia. Un elemento che puo` far sospettare un ticchio di appoggio
e` il profilo degli incisivi che in cavalli con il vizio di mordere
in continuazione gli oggetti si altera dando un piano di appoggio non
piatto, ma smussato verso il lato delle labbra , se notiamo questo tipo
di profilo dentario bisogna prestare occhio al comportamento del cavallo.
Per
combattere il ticchio di appoggio, la prima cosa e`, se possibile, metterlo
in una situazione che non lo annoi, quindi box aperti verso l'esterno,
con la doppia porta in modo che il cavallo si possa sporgere e guardarsi
in giro, questa misura e` pero` efficace solo nelle forme molto iniziali
e non quando il vizio e` confermato, un certo ruolo lo gioca anche l'alimentazione,
che se scarsa di fibra puo` stimolare il ticchio in soggetti predisposti.
La seconda tappa e` di togliere tutti i punti di appoggio, mangiatoie,
stipiti, ecc., dando quindi il mangiare in terra. Esistono poi metodi
coercitivi che consistono in un collare stretto sotto la gola, poiche`
quando il cavallo inghiotte aria inarca il collo e quindi dilata i muscoli
della attaccatura del collo, il collare lo stringe nel momento di fare
il gesto, dissuandendolo. Di collari ne esistono di vari tipi, il piu`
semplice consiste in una cinghietta di cuoio stretta al punto tale da
non dare fastidio se non nel momento giusto, poi ne esiste un'altro
con un armatura di metallo che si adatta alla gola , il terzo tipo e`
fatto con delle punte che normalmente sono coperte da una guardia e
che escono solo nel momento in cui il cavallo inarca il collo. L'efficacia
di questi sistemi varia da soggetto a soggetto, a volte il metodo del
contenimento e` efficace anche nei modi meno forti se attuato immediatamente
all'insorgere del problema insieme con altre misure (cambio di box,
ecc.) , altre volte anche il sistema piu` coercitivo non riesce a vincere
il tic.
Nei
casi piu ostinati si puo` ricorrere all'intervento chirurgico che si
fonda sul principio di evitare che il cavallo abbia la forza sufficiente
per piegare la testa ed inghiottire l'aria. Esistono due tipi di intervento,
uno consiste nella resezione di un tratto dei muscoli flessori del collo,
e l'altro, meno demolitore in una nevrectomia del nervo che innerva
i muscoli flessori, in entrambi i casi il cavallo perde buona parte
della sua capacita` di ticchiare. La percentuale di successo dell'operazione
e` superiore al 50% nel caso in cui si sezioni i muscoli, inferiore
se viene eseguita solo la nevrectomia. La ripresa del lavoro dopo l'intervento
avviene dopo pochi giorni nel caso della nevrectomia e dopo circa due
settimane nel caso della resezione dei muscoli. Non e` detto che l'effetto
sia permanente, con il tempo il nervo si rigenera o i monconi dei muscoli
riescono a rientrare in contatto anche se in maniera precaria, ma spesso
quanto basta perche` piano piano il cavallo riprenda a ticchiare. Un
cavallo operato presenta a volte una depressione all'attaccatura oppure
verso meta` collo.
La
complicazione piu` grave del ticchio di appoggio e` la colica, vediamo
il cavallo con il ventre gonfio d'aria, in preda a dolori spastici,
la terapia e` abbastanza semplice: bisogna somministrare i farmaci antidolorifici
ed antispastici comunemente usati per le coliche ed aspettare, dare
cioe` il tempo al gas di transitare, e all'intestino ed allo stomaco
di riprendere la loro normale motilita`. Si tratta generalmente di coliche
che pur se violente si risolvono, anche se nella colica possono capitare
complicazioni nel senso che l'intestino per effetto della presenza di
grosse bolle di gas puo` cambiare di posizione e arrotolarsi su stesso,
con conseguenze in questo caso molto piu` gravi.
Chi
ha un cavallo ticchiatore deve innanzitutto impostare un regime di vita
"antinevrosi", insomma rendergli la vita varia, quindi lavoro
regolare, continuo e sereno, procurargli un box che non assomigli al
braccio di Alcatraz, se possibile lettiera in paglia in modo che possa
stare impegnato e brucare, usare eventualmente mezzi coercitivi non
violenti in modo da dissuaderlo per quanto possibile dal ticchio, la
dose dei mezzi coercitivi deve essere valutata come ogni sistema di
questo genere, caso per caso, e con buon senso.
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