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Acquistare un cavallo è una materia abbastanza personale nel senso che la creazione di un binomio quale quello di cavallo-cavaliere implica anche il crearsi della sorta di comprensione tipica delle unioni tra due esseri viventi.

  Un cavallo potrà quindi essere adatto ad una persona ma non ad un'altra proprio perché il dialogare tra i due individui costituenti il binomio è più o meno facile a seconda delle caratteristiche dei due costituenti.
Fatta questa premessa esistono comunque dei criteri generali cui un cavallo deve per quanto possibile attenersi per avere delle probabilità di poter in un futuro svolgere la carriera agonistica.
Tra gli umani una volta, prima di instaurare strette relazioni interpersonali la famiglia e il curriculum educativo venivano esaminati a fondo, ombre nel passato potevano pregiudicare seriamente l'evolversi di un fidanzamento. Mentre questo criterio di valutazione tra le persone viene a pesare sempre meno, nella scelta del cavallo è utile venga considerato seriamente.

Il cavallo è un atleta la cui costruzione avviene mattone per mattone a partire dal concepimento, ogni piccolo elemento che viene aggiunto durante la sua crescita contribuisce a fare di lui un atleta, la sua struttura si condiziona in base agli stimoli che riceve. In pratica questo vuol dire che ancor prima di esaminare fisicamente un cavallo lo stesso va valutato in base alla genealogia e al luogo ed il modo ove è stato cresciuto.

Possiamo dire che più o meno palesemente tutto ciò che i genitori possiedono in termini di pregi e difetti fisici o psichici viene in maggior o minor misura trasmesso ai figli.

Esistono talune predisposizioni a malattie tipiche del cavallo come la navicolite od il corneggio che è noto vengono trasmessi alla discendenza, ma anche altre patologie sono trasmissibili nella misura in cui certi problemi vengono condizionati da una particolare conformazione: la sua trasmissione trasmette anche la predisposizione al problema tipico di quella conformazione.

Lo stesso vale per l'indole ed il temperamento, l' attitudine o la scarsa attitudine per un determinato lavoro vengono trasmessi alla progenie.
Se possibile è quindi bene prima dell'acquisto informarsi sulla genealogia e se i genitori hanno avuto o hanno trasmesso ai loro figli qualità o difetti.

Il più grosso errore fatto dagli allevatori e che si ripercuote sui successivi acquirenti, è quello di mettere in razza fattrici o stalloni incapaci di proseguire nell'attività agonistica, mantenendo in razza i cavalli buoni ed esaurendone quindi il potenziale riproduttivo.

In questo modo in pochissimo tempo non vengono più prodotti cavalli competitivi e l'allevamento si esaurisce.Ma la genealogia è un aspetto del problema, esprime solo il potenziale del cavallo, l'altro riguarda la sua costruzione.

Un atleta deve formarsi con un processo di condizionamento: l'organismo reagisce agli stimoli che riceve cercando di adattarsi e così facendo si prepara a sostenere gli sforzi che costituiranno il suo futuro lavoro.

Ciò significa che un cavallo cresciuto nell'orto di casa con la sola compagnia dell'uomo sarà un delizioso animale da compagnia, magari di bel modello e tondo come una mela ma dal punto di vista atletico si romperà subito appena messo in gara, peggio ancora è il caso in cui venga allevato con insufficienti apporti nutritivi, su terreni inadatti o in condizioni climatiche sfavorevoli, avremo una macchina costruita male e con materiali scadenti.

Per riassumere due consigli prima ancora di guardare il cavallo:

1) Informarsi sui genitori : sono o hanno dato buoni cavalli?- sono stati messi in razza perché malati?

2) Informarsi o vedere il l'allevamento: scartare cortili, pietraie, dirupi e letamaie. I buoni cavalli vengono da pascoli ampi, ricchi di erba, dove possono galoppare in compagnia di altri compagni. Meglio un cavallo con genealogia povera ma cresciuto im ampi spazi che un figlio di lombi illustri cresciuto come un barboncino.

 
I DIFETTI
Cerchiamo anzitutto di avere una visione di insieme, il cavallo deve avere delle buone proporzioni con un equilibrio nei rapporti tra le sue varie parti: testa, collo, treno anteriore e posteriore.

Uno disparità nelle proporzioni non è solo brutta da vedersi ma implica un squilibrio che si ripercuote sulla distribuzzione delle forze e sollecitando differentemente le varie parti ne provoca una maggiore usura, non solo, ma poiché nell'attività atletica l'equilibrio conta più della forza, una sproporzione nelle differenti parti comporta delle serie difficoltà nello svolgersi delle azioni in maniera armonica penalizzando la prestazione.

La schiena non deve essere troppo lunga, i cavalli colla schiena lunga possono entro una certa misura avere una discreta propulsione per via dell'aumentato lavoro di flessione ed estensione del dorso, ma sono più soggetti al cosiddetto mal di schiena. Ancora più grave è il difetto di cavalli col dorso concavo i cosiddetti insellati, un cavallo insellato ha perso buona parte della sua capacità di caricarsi di impulso grazie all' impegno del treno posteriore sotto la massa. Il difetto contrario cioè cavalli con la linea del dorso convessa è molto più raro ma comunque ancora più grave del cavallo insellato, questo tipo difetto è una vera malformazione e comporta avere cavalli in cui l'utilizzo della schiena è molto difficoltoso.

Il treno anteriore troppo sottile in proporzione al peso totale implica in genere una maggiore predisposizione alle lesioni sia tendinee che ossee anche se i cavalli molto leggeri e proporzionati possono essere sorprendentemente agili. E' utile prestare attenzione alle direzioni dei raggi ossei che compongono l'arto.

Visto di profilo il pastorale deve avere una angolatura e una lunghezza giusta, solitamente un pastorale lungo si accompagna ad una angolatura eccessivamente obliqua mentre un pastorale corto ad una angolatura dritta.

Poiché il pastorale con il nodello costituiscono una sorta di ammortizzatore e di molla che si carica alla ricezione sul terreno i cavalli con pastorale lungo ed obliquo hanno delle andature più comode ma sono maggiormente soggetti a lesioni dei tendini flessori che devono sostenere il nodello alla ricezione.
Al contrario cavalli col pastorale corto sono meno ammortizzati ed hanno quindi andature più scomode e scaricando sulle superfici articolari il peso dell'impatto che normalmente viene assorbito dalle strutture tendinee sono più soggetti col tempo a problemi delle articolazioni.

Esaminati sul profilo antero-posteriore i raggi ossei degli arti devono essere in linea il baricentro dell'arto deve cadere al centro del piede, deviazioni dei raggi ossei comportano un carcio ineguale delle articolazioni o del piede e come conseguenza una più facile insorgenza di zoppie.

A volte il raggio osseo specie quello del pastorale non è deviato o lo è in piccola misura, ma ruotato in questo caso il piede con la crescita dell'unghia viene ad essere deviato all'interno (cagnolo) od all'esterno (mancino) poiché il difetto si accentua con la crescita dello zoccolo, cavalli con questo problema devono essere curati non consentendo una eccessiva crescita dell'unghia.

 
DIFETTI SPECIFICI
Nella scelta di un cavallo giovane bisogna prestare attenzione ad alcuni gravi difetti specifici che possono essere di grave pregiudizio per la carriera e che consistono in pratica in deformazioni artrosiche delle articolazioni od esiti di gravi lesioni a particolari apparati.

Ingrossamenti duri a livello del pastorale corona sono chiamati in gergo formelle, a livello dello stinco schinelle, a livello a livello del garretto spavenio e sparagagno nella faccia interna, giarda nella faccia esterna e corba alla faccia posteriore.

Ingrossamenti più o meno molli si hanno sui nodelli (mollette), tendini(tendinite), ginocchio (bursite del carpo), garretto (vesciconi e cappelletto).

La loro presenza deve sempre imporre una pausa di riflessione e la loro gravità deve sempre essere valutata da un veterinario esperto anche se a volte i pareri possono essere contrastanti relativamente alla loro gravità.

 
LA TIPOLOGIA
Cosa vogliamo fare: correre il palio di Siena? Con un purosangue potremo vincere ma con il rischio di non arrivare alla fine mentre con un' aveglinese arriveremmo ultimi, anche se sicuramente interi, dobbiamo quindi scegliere, a seconda di quello che vogliamo, tra i due estremi quello che unisce al meglio velocità, maneggevolezza, equilibrio fisico-psichico e solidità.

Esaurita la facezia possiamo dire che a ogni tipo di lavoro corrisponde un tipo di cavallo adatto con variazioni abbastanza ampie, non esiste un cavallo uguale all'altro come ogni essere umano è unico ed irrepetibile.

Se vogliamo un cavallo da passeggiata quello più adatto dovrà essere di carattere equilibrato, con una ossatura solida di altezza media ed un piede ben formato. Sono considerati difetti la altezza eccessiva (scomodo per salire e meno equilibrato), lo stinco sottile (delicato in lavoro), la suola piatta (soggetto alle sobbattiture alla suola). A volte capita di impiegare come cavallo da passeggiata scarti di altre discipline, questa scelta può esserre utile nella misura in cui il costo è ovviamente basso e consente il recupero produttivo di un cavallo buono e ben addestrato.

Se la scelta è di questo tipo bisogna però entrare nell'ottica che questo genere di cavalli viene tolto dalle gare grazie agli acciacchi guadagnati in campo e deve godere di una meritata pensione e dovuto rispetto, non vanno quindi usati per sgaloppazzate selvagge o trekkings estenuanti.

Anche la passeggiata è una specialità e se veramente si vuole un cavallo del genere il sceglierne uno con delle precise attitudini da il massimo delle soddisfazioni.

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