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GROOMING:
Via lo sporco con
la doccia
Via lo sporco con la doccia - Obbligatorio sapere -
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GROOMING - Via lo sporco con la doccia
Tratto da: Lo Sperone
Una bella lavata con acqua e shampoo: però nei luoghi e nei modi giusti.

  Per tutta la stagione invernale abbiamo combattuto, a suon di striglia e brusca, contro polvere, forfora, sudore, pelo lungo, ma finalmente è giunto il momento del grande riscatto. Caduti gli ultimi strati della coltre invernale sotto i sapienti movimenti dei nostri attrezzi per la toelettatura, il mantello estivo è finalmente emerso ed è pronto a renderci la vita assai più facile e ridurre in maniera significativa i tempi da dedicare alla pulizia quotidiana del nostro cavallo.
Striglia, brusca e ogni tipo di spazzola si desideri usare rimarranno di rigore sempre presenti nel grooming kit, ma il loro impiego verrà reso meno oneroso da una pratica di toelettatura a metà tra l’ordinario e lo straordinario che non ha pari per efficacia: la doccia.

Da primavera inoltrata a fine estate acqua corrente, sapone e una dose dell’immancabile olio di gomito sono destinati a costituire la carta vincente per una toelettatura facile e dai risultati più che garantiti, che nasconde pochissimi segreti e che può, con un minimo di buon senso, essere utilizzata da chiunque.
Il principio della doccia al cavallo è né più né meno analogo a quello che sta dietro il normalissimo shampoo che riserviamo alla nostra chioma: con l’aiuto di agenti detergenti - lo shampoo per l’appunto - raccogliamo, sciogliamo e rimuoviamo lo sporco e il grasso in eccesso prodotto dalle ghiandole sebacee che si attestano a livello della cute e del pelo per poi farli scorrere via veicolati da un abbondate risciacquo con acqua corrente.

PASSO A PASSO NELLA PRATICA
Affinché la doccia si riveli un’operazione di facile gestione per noi e nello stesso tempo un evento piacevole per il nostro cavallo, la prima mossa da compiere riguarda l’identificazione di un luogo idoneo per la sua esecuzione. Ovviamente questo deve disporre di un attacco per l’acqua comodo e ‘a portata di mano’, che eroghi acqua fredda e calda, possibilmente con una pavimentazione anti-sdrucciolo e tale da favorire il drenaggio e lo scolo dei liquidi residui. In particolare, l’attacco dell’acqua deve essere dotato di una canna flessibile di gomma di almeno tre metri di lunghezza, senza spruzzatori all’estremità che amplifichino inutilmente la pressione del getto.
Il luogo deputato al lavaggio del cavallo deve poi essere riparato da correnti d’aria, possibilmente in un punto di scarso passaggio e, come optional fortemente consigliato, con un anello o un aggancio fisso al quale legare la longhina. Per quanto riguarda l’acqua, anche se nella maggior parte dei casi non si dà molta importanza alla sua temperatura, soprattutto per le docce di inizio stagione, è preferibile non usare esclusivamente quella fredda. Meglio miscelarla con quella calda, per non sottoporre il nostro amico a shock termici che gli toglierebbero, tra l’altro, il piacere di questa toelettatura speciale.
Il corredo per la doccia comprende poi un secchio, una spazzola di plastica con i denti radi e corti (in commercio ne esistono di apposita forgia ma in alternativa possiamo usare anche un guanto per la doccia per uso umano), una spugna, una stecca per l’asciugatura sommaria e, naturalmente, il detergente liquido.
Una volta raccolto tutto il materiale necessario a portata di mano, procediamo riempiendo il secchio per tre quarti con acqua tiepida per diluire lo shampoo.
A questo punto, portiamo pure il cavallo in doccia e con un getto dell’acqua morbido e ravvicinato, iniziamo a bagnarlo, partendo, per non spaventalo dalle gambe, e salendo man mano fino alla sommità del collo. Una volta bagnata ogni parte del mantello mettiamo giù la canna e, senza indugi, con l’aiuto della spazzola di plastica o del guanto, spargiamo l’acqua insaponata su tutto il corpo del cavallo.
Per sollevare il pelo e raggiungere la cute compiamo un movimento rotatorio energico, come facciamo normalmente con la striglia, insistendo fino a quando vediamo formarsi una leggera patina di schiuma. Anche in questo caso iniziamo l’insaponatura partendo dalle gambe e proseguendo sulle spalle, sul tronco e sul collo. Mentre insaponiamo il collo laviamo pure anche la criniera ma agiamo in maniera rapida, senza perdere tempo: l’acqua con lo shampoo, già appena tiepida, non deve raffreddarsi addosso al cavallo, pena dolori e raffreddori.
Risciacquiamo il tutto con abbondante acqua corrente (sempre meglio se miscelata), fino a rimuovere anche il minimo deposito di sapone e polvere. Per scoprire se abbiamo rimosso tutto il detergente, proviamo a massaggiare, sempre con la spazzola preventivamente risciacquata, un punto qualsiasi del mantello: non deve formarsi neppure una traccia di schiuma. La buona riuscita della doccia dipende in massima parte proprio dall’eliminazione totale di tracce di sapone: se l’operazione non è più che perfetta, difficilmente il mantello, una volta asciutto, avrà la lucentezza auspicata e inevitabilmente tenderà presto a impastarsi nuovamente con la polvere.
Una volta rimossi accuratamente i residui di detergente dal mantello, passiamo alla coda.
Tenendo il getto alla sua sommità, facciamo scorrere l’acqua lungo i crini, lasciandoli inzuppare completamente.
Con una piccola dose di shampoo distribuito direttamente sulla coda all’altezza del nerbo, sfreghiamo il crine fino a farlo schiumare per tutta la lunghezza, quindi risciacquiamo abbondantemente.
Se siamo ben organizzati e il cavallo non si esibisce in proteste ‘formali’, l’intera operazione non deve portarci via più di una ventina di minuti, lasso di tempo oltre il quale rischiamo di esporre il nostro amico a una prova di tolleranza non necessaria oltre che a indesiderabili malanni.


L'IMPORTANZA DEL....DOPO
Una volta finito il risciacquo della coda e chiusa l’acqua, il nostro lavoro deve diventare addirittura fulmineo, senza tuttavia che i nostri movimenti possano assumere un carattere convulso agli occhi del nostro ‘cliente’. In pratica dobbiamo rimuovere quanta più acqua possibile dall’intero corpo del cavallo prima che questa gli si raffreddi addosso.
Indipendentemente dal fatto che la maggior parte dei cavalli cercheranno di semplificarci il compito con repentine e potenti scrollate, lo strumento deputato a questo scopo è la stecca. Si tratta di una sottile lista di metallo o plastica flessibile, con due impugnature in altrettanta plastica alle estremità, che va fatta passare di taglio, su tutto il corpo del cavallo nel verso del pelo, esercitando una certa pressione.
Il suo compito, del tutto simile a quella dei tergicristalli delle auto, è raccogliere l’acqua trattenuta dal pelo, facendola scolare a terra. Più saremo meticolosi nell’uso della stecca, più rapidamente il cavallo si asciugherà completamente. Passato il corpo, con particolare riguardo per il collo, la schiena e la pancia, potremo dedicarci a ‘centrifugare’ la coda. Afferrandola con una mano appena sotto la fine del nerbo, facciamola roteare con forza, così che l’acqua scivoli via lungo i crini.
A questo punto, le operazioni strettamente inerenti la doccia possono definirsi concluse e cominciano invece quelle più propriamente legate all’asciugatura. Nelle giornate di sole caldo (elemento auspicabile e necessario se si intende lavare il cavallo), l’asciugatura del crine avviene del tutto naturalmente.
Non servono cioè ne asciugamani ne tanto meno phon. Con il cavallo alla lunghina concediamoci pure una passeggiata, facendo attenzione a non esporlo a correnti d’aria e facendolo muovere di continuo fino a completa asciugatura, magari con una coperta a rete buttata sulla schiena. In caso invece la doccia avvenga per necessità in giornate senza sole o nelle fasce orarie meno calde (prima mattina o tardo pomeriggio), dovremo disporre delle lampade per asciugarlo e scongiurare il rischio di un inutile malanno.

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OBBLIGATORIO SAPERE
Attenti allo shampoo!!!
Lo shampoo o il detergente liquido che impieghiamo per lavare il mantello del nostro cavallo deve essere scelto con la massima attenzione e questo per due ordini di ragioni. La prima è una ragione legata alla preservazione della salute del pelo e la seconda, di carattere più pratico, a un corretto e approfondito risciacquo. Saponi non specifici o troppo forti, ovvero con proprietà detergenti particolarmente aggressive, soprattutto se impiegati senza diluirli, possono privare il mantello delle normali sostanze prodotte dalle ghiandole sebacee, tanto da renderlo opaco, fragile e facile preda di complicazioni a livello dermatologico quali per esempio le dermatiti. Il mantello del nostro cavallo, pur rimanendo anni luce lontano dalla delicatezza da riservare alla nostra pelle, riproduce grosso modo gli stessi processi e la sua salute è affidata al rispetto di un equilibrio naturale che non dobbiamo rischiare di compromettere. Lavaggi troppo frequenti con detergenti troppo aggressivi possono alla lunga rivelarsi quindi controproducenti e portare a un mantello poco consistente e sfibrato. Sul fronte pratico, poi, la scelta del detergente da impiegare deve tener conto della schiumosità del prodotto che non deve mai essere eccessiva, pena interminabili risciacqui. A noi non serve creare una sorta di cavallino di candida e morbida schiuma: dobbiamo solo detergere il mantello, risciacquarlo e asciugarlo nel minor tempo possibile.
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CONSIGLI UTILI
Il tocco in più per coda e criniera
Se la doccia precede un impegno agonistico, evitiamo l’errore classico dello shampoo alla criniera, a meno che, s’intende, non si desideri lasciarla sciolta. Se intendiamo invece eseguire un’ordinata serie di treccine è preferibile non lavare il crine che, inevitabilmente, dopo lo shampoo risulterebbe estremamente scivoloso e quindi più difficile da intrecciare.
Per quanto riguarda l’aspetto generale della coda, sempre se non desideriamo intrecciarla, possiamo conferirle lucentezza e volume adottando alcuni piccoli accorgimenti dopo-shampoo.
Quando è ancora umida, cospargiamola con una soluzione al 50% di balsamo a uso umano e acqua.
Lasciamo asciugare il tutto e quindi pettiniamo il crine usando le nostre dita come pettine. Solleviamo la coda in prossimità del nerbo e iniziamo a ‘pettinare’ i crini partendo dal basso e dalla faccia inferiore della coda. Man mano che districheremo eventuali nodi lasceremo ricadere le ciocche pettinate in maniera spontanea per un maggiore effetto ‘volume’. Per chi cerca un look più raffinato, la coda, dopo il trattamento appena indicato, può essere raccolta in una treccia che parte dal sotto il nerbo, e quindi fasciata con una fascia elastica tesa quel tanto che basta da non cadere.
L’acconciatura va lasciata asciugare alla perfezione per qualche ora, dopo di ché si toglie la fascia e, sempre con le dita, si pettina il crine che avrà acquisto una perfetta piega.
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SI'
Programmiamo con criterio la doccia del nostro cavallo scegliendo una giornata calda e senza vento, possibilmente nelle ore centrali.

Sciogliamo il detergente in mezzo secchio di acqua tiepida e con questa provvediamo all’intera insaponatura del mantello.

Procediamo al lavaggio con la massima rapidtà, così da circoscrivere l’eventuale tensione del cavallo rispetto ‘all’elemento liquido’ e scongiurare possibili colpi di freddo.

Predisponiamo tutto l’occorrente al lavaggio ben a portata di mano nel locale doccia ancora prima di portarvici il cavallo.

Mentre abbiamo le mani impegnate con canna dell’acqua e guanto per insaponare il cavallo è necessario che lui sia legato in maniera che, in caso di ‘panico’, possa essere immediatamente libero. Nel caso poi sia un soggetto particolarmente nervoso, alle prime docce è utile farsi aiutare da qualcuno che lo tenga alla lunghina, concedendogli una minima possibilità di movimento, in modo che non reagisca cercando una fuga a oltranza se si sente a disagio.

L’asciugatura è tanto importante quanto il lavaggio, sia per la riuscita della toelettatura sia per il benessere fisico del cavallo. Se pensiamo di non disporre di almeno una quarantina di minuti per far passeggiare il cavallo per asciugarlo, rimandiamo a un momento migliore l’intera operazione.

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NO
Evitiamo con la massima cura le correnti d’aria, fonti di acciacchi e malori.

Il cavallo ancora bagnato o anche solo con il mantello umido, non va rimesso in box. Pena la sua salute.

Evitiamo in ogni modo che la doccia possa diventare per il cavallo un evento traumatico. Un getto d’acqua che improvvisamente gli colpisce il muso, per esempio, può diventare fonte di paura, così come un getto con troppa pressione.

I detergenti troppo schiumosi o un uso smodato di shampoo rendono il risciacquo difficile e se rimangono residui di sapone il mantello avrà un aspetto opaco.

Lo shampoo non va usato sul mantello senza diluizione. I detergenti di cui si compone, se usati puri, possono togliere al pelo le naturali sostanze sebacee protettive e risultare troppo aggressivi, a danno della salute della pelle e del mantello.

Per il locale-doccia evitare pavimentazioni che non garantiscano un buon drenaggio e che diventino troppo scivolose a causa dell’acqua insaponata di scarico.

Evitiamo di usare acqua troppo fredda o troppo calda per il lavaggio.

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