Da
primavera inoltrata a fine estate acqua corrente, sapone e una dose
dellimmancabile olio di gomito sono destinati a costituire la
carta vincente per una toelettatura facile e dai risultati più
che garantiti, che nasconde pochissimi segreti e che può, con
un minimo di buon senso, essere utilizzata da chiunque.
Il principio della doccia al cavallo è né più né
meno analogo a quello che sta dietro il normalissimo shampoo che riserviamo
alla nostra chioma: con laiuto di agenti detergenti - lo shampoo
per lappunto - raccogliamo, sciogliamo e rimuoviamo lo sporco
e il grasso in eccesso prodotto dalle ghiandole sebacee che si attestano
a livello della cute e del pelo per poi farli scorrere via veicolati
da un abbondate risciacquo con acqua corrente.
PASSO
A PASSO NELLA PRATICA
Affinché la doccia si riveli unoperazione di facile gestione
per noi e nello stesso tempo un evento piacevole per il nostro cavallo,
la prima mossa da compiere riguarda lidentificazione di un luogo
idoneo per la sua esecuzione. Ovviamente questo deve disporre di un
attacco per lacqua comodo e a portata di mano, che
eroghi acqua fredda e calda, possibilmente con una pavimentazione anti-sdrucciolo
e tale da favorire il drenaggio e lo scolo dei liquidi residui. In particolare,
lattacco dellacqua deve essere dotato di una canna flessibile
di gomma di almeno tre metri di lunghezza, senza spruzzatori allestremità
che amplifichino inutilmente la pressione del getto.
Il luogo deputato al lavaggio del cavallo deve poi essere riparato da
correnti daria, possibilmente in un punto di scarso passaggio
e, come optional fortemente consigliato, con un anello o un aggancio
fisso al quale legare la longhina. Per quanto riguarda lacqua,
anche se nella maggior parte dei casi non si dà molta importanza
alla sua temperatura, soprattutto per le docce di inizio stagione, è
preferibile non usare esclusivamente quella fredda. Meglio miscelarla
con quella calda, per non sottoporre il nostro amico a shock termici
che gli toglierebbero, tra laltro, il piacere di questa toelettatura
speciale.
Il corredo per la doccia comprende poi un secchio, una spazzola di plastica
con i denti radi e corti (in commercio ne esistono di apposita forgia
ma in alternativa possiamo usare anche un guanto per la doccia per uso
umano), una spugna, una stecca per lasciugatura sommaria e, naturalmente,
il detergente liquido.
Una volta raccolto tutto il materiale necessario a portata di mano,
procediamo riempiendo il secchio per tre quarti con acqua tiepida per
diluire lo shampoo.
A questo punto, portiamo pure il cavallo in doccia e con un getto dellacqua
morbido e ravvicinato, iniziamo a bagnarlo, partendo, per non spaventalo
dalle gambe, e salendo man mano fino alla sommità del collo.
Una volta bagnata ogni parte del mantello mettiamo giù la canna
e, senza indugi, con laiuto della spazzola di plastica o del guanto,
spargiamo lacqua insaponata su tutto il corpo del cavallo.
Per sollevare il pelo e raggiungere la cute compiamo un movimento rotatorio
energico, come facciamo normalmente con la striglia, insistendo fino
a quando vediamo formarsi una leggera patina di schiuma. Anche in questo
caso iniziamo linsaponatura partendo dalle gambe e proseguendo
sulle spalle, sul tronco e sul collo. Mentre insaponiamo il collo laviamo
pure anche la criniera ma agiamo in maniera rapida, senza perdere tempo:
lacqua con lo shampoo, già appena tiepida, non deve raffreddarsi
addosso al cavallo, pena dolori e raffreddori.
Risciacquiamo il tutto con abbondante acqua corrente (sempre meglio
se miscelata), fino a rimuovere anche il minimo deposito di sapone e
polvere. Per scoprire se abbiamo rimosso tutto il detergente, proviamo
a massaggiare, sempre con la spazzola preventivamente risciacquata,
un punto qualsiasi del mantello: non deve formarsi neppure una traccia
di schiuma. La buona riuscita della doccia dipende in massima parte
proprio dalleliminazione totale di tracce di sapone: se loperazione
non è più che perfetta, difficilmente il mantello, una
volta asciutto, avrà la lucentezza auspicata e inevitabilmente
tenderà presto a impastarsi nuovamente con la polvere.
Una volta rimossi accuratamente i residui di detergente dal mantello,
passiamo alla coda.
Tenendo il getto alla sua sommità, facciamo scorrere lacqua
lungo i crini, lasciandoli inzuppare completamente.
Con una piccola dose di shampoo distribuito direttamente sulla coda
allaltezza del nerbo, sfreghiamo il crine fino a farlo schiumare
per tutta la lunghezza, quindi risciacquiamo abbondantemente.
Se siamo ben organizzati e il cavallo non si esibisce in proteste formali,
lintera operazione non deve portarci via più di una ventina
di minuti, lasso di tempo oltre il quale rischiamo di esporre il nostro
amico a una prova di tolleranza non necessaria oltre che a indesiderabili
malanni.
L'IMPORTANZA DEL....DOPO
Una volta finito il risciacquo della coda e chiusa lacqua, il
nostro lavoro deve diventare addirittura fulmineo, senza tuttavia che
i nostri movimenti possano assumere un carattere convulso agli occhi
del nostro cliente. In pratica dobbiamo rimuovere quanta
più acqua possibile dallintero corpo del cavallo prima
che questa gli si raffreddi addosso.
Indipendentemente dal fatto che la maggior parte dei cavalli cercheranno
di semplificarci il compito con repentine e potenti scrollate, lo strumento
deputato a questo scopo è la stecca. Si tratta di una sottile
lista di metallo o plastica flessibile, con due impugnature in altrettanta
plastica alle estremità, che va fatta passare di taglio, su tutto
il corpo del cavallo nel verso del pelo, esercitando una certa pressione.
Il suo compito, del tutto simile a quella dei tergicristalli delle auto,
è raccogliere lacqua trattenuta dal pelo, facendola scolare
a terra. Più saremo meticolosi nelluso della stecca, più
rapidamente il cavallo si asciugherà completamente. Passato il
corpo, con particolare riguardo per il collo, la schiena e la pancia,
potremo dedicarci a centrifugare la coda. Afferrandola con
una mano appena sotto la fine del nerbo, facciamola roteare con forza,
così che lacqua scivoli via lungo i crini.
A questo punto, le operazioni strettamente inerenti la doccia possono
definirsi concluse e cominciano invece quelle più propriamente
legate allasciugatura. Nelle giornate di sole caldo (elemento
auspicabile e necessario se si intende lavare il cavallo), lasciugatura
del crine avviene del tutto naturalmente.
Non servono cioè ne asciugamani ne tanto meno phon. Con il cavallo
alla lunghina concediamoci pure una passeggiata, facendo attenzione
a non esporlo a correnti daria e facendolo muovere di continuo
fino a completa asciugatura, magari con una coperta a rete buttata sulla
schiena. In caso invece la doccia avvenga per necessità in giornate
senza sole o nelle fasce orarie meno calde (prima mattina o tardo pomeriggio),
dovremo disporre delle lampade per asciugarlo e scongiurare il rischio
di un inutile malanno.
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