Stupì tutti. Mise le mani su quella
pianola e suonò ad orecchi "White Christmas". Fu lo zio che disse di fargli
studiare musica. Marco passava ore ed ore a suonare su quella pianola e solo qualche anno
più tardi riuscì ad andare a lezione di musica a casa di una professoressa, due volte la
settimana per tre ore, ma allo studio di Bach, Chopin e Mozart affiancava l'amore per la
musica leggera, pop e rock. Ascoltava quanti più brani poteva, li risuonava, li
rielaborava e di tanto in tanto componeva anche dei pezzi suoi.
Il debutto ufficiale avvenne a 11 anni alla Romala, vicino Firenze, dove si celebravala
festa del santo patrono. C'era bisogno di un tastierista e quella sera si divisero
200.000. Il suo primo stipendio fu di 40.000; suonava ogni tipo di musica dal liscio al
revival, alla discoteca, ma il suo vero sogno era quello di diventare realizzatore di
dischi. Durante il liceo suonava con un gruppo chiamato "Errata Corrige". Ma a
quei tempi aveva anche un'altra passione. A 15 anni, infatti, giocava in una squadretta,
la "Sanger" e fece addirittura un provino nei giovanissimi della Fiorentina, la
sua squadra del cuore, ma no ci andò perchè l'amore per la musica era più forte. In
questi anni iniziarono i primi conflitti con la scuola. La scuola non si conciliava con il
suo mestiere, con la vita faticosa che lo portava ad essere fuori tutte le sere e a
tornare a casa a notte fonda, a volte anche all'alba, una vita inconcepibile per il padre
che cominciò a vedere male le sue scelte.
Così lasciò la scuola in IV ragioneria. Questo coincise anche con i primi contrasti con la famiglia, le incomprensioni con il padre ma anche con i compagni di classe che lo prendevano in giro dicendogli che andava a fare la "puttana della musica". Troncò ogni rapporto. gli rimasero solo gli amici della "curva fiesole", di cui era il capotamburino, ma ben presto lo cacciarono perchè esagerava e si lanciava in sambe scatenate, invece di limitarsi a fare il semplice tifo. Per un anno assecondò il padre nel lavoro di rappresentante, poi nel 1980 la famiglia mise su un bar in Via Quintilio Sella a Firenze. Ma i litigi si facevano sempre più aspri tra Marco e suo padre, e la madre soffriva moltissimo per questa loro incomprensione.
Qualche anno dopo venderono tutto per la
malattia che colpì la madre: un tumore al colon. Era troppo tardi. Fu un periodo brutto
per Marco, anche perchè coincise con il servizio militare. Dopo il c.a.r. a Viterbo era
destinato a Pisa, ma all'ultimo momento fu mandato a Firenze nell'areonautica Militare
nella scuola di Guorra Aerea alle Cascine, come armiere. Una fortuna per lui che stava
perdendo la madre per sempre. Morì il 22 agosto del 1984, il giorno dopo il suo ritorno
dal servizio militare e ancora oggi Marco si porta dietro il rimpianto di non essere
potuto stare accanto a lei negli ultimi giorni della sua vita. Si gettò ancora di più
nella musica per cercare di soffocare il dolore. Lascò Firenze perchè qui non aveva
molte prospettive ed approdò a Modena dove rimase sei mesi facendo arrangiamenti in uno
studio di registrazione, dove realizzava disco-music. Ma la lontananza da Firenze si
faceva sentire e vi tornò. Qui ricominciò a studiare composizione, armonia, melodia e
iniziò a fare piano-bar dove capitava.
Ebbe come maestro Walter Savelli, pianista di Claudio Baglioni e bravo maestro
nell'insegnare musica Moderna. Per 4 anni Marco si fece le ossa in night e balere
riuscendo ad incidere la sigla di una discoteca (1984). I clienti erano prodighi di
applausi e complimenti, ma poi quando si presentava alle case discografiche trovava il
muro. I dirigenti ammettevano che i suoi pezzi erano belli, ma dicevano che non aveva
"la faccia dell'artista".
Lavorava tre sere a settimana grazie a Bob Rosati, ottimo arrangiatore e proprietario di uno studio a sesto fiorentino, nel quale fece i primi provini. Fu prprio lui che lo spinse a cantare. Era sempre il 1984 quando Marco iniziò a sperimentare le sue doti vocali cantando 2 o 3 ore a sera. Fu allora che gli venne il gran desiderio di fare il cantante, di scrivere e di dar sfogo ai suoi sentimenti. Grazie a Rosati conobbe BeppeDati, compositore e poeta con il quale realizzò alcuni brani. Ma la sera continuava a lavorare a Firenze e dintorni, sulla Consuma, all'Hotel Baglioni, al Pam Pam, al Mixer. all'Apogeo, al Bussola In, a Chianciano. L'ultima volta fu al Tiffany, sul Lungarno di Firenze. Nel 1986 arrivò l'incontro importante con Bigazzi nel suo studio di Settignano, dove Marco gli fece ascoltare alcuni provini.Rimase entusiasta, ma doveva ancora lavorare molto. Lo mise subito al lavoro per la realizzazione di colonne sonore (Mediterraneo, Mary per sempre, Ragazzi Fuori).
SEI UN GRANDE MARCO
IL TUO AMICO SIMONE®/LUCA