ZPM
QUESTA SONO CANZONI DIVERSE.
NON SONO CANZONI ALLA MODA, CANZONI DI MERCATO O DI PROTESTA.
QUESTE SONO FORSE UN GRIDO, UN GRIDO DISPERATO,
UN GRIDO DI GIUSTIZIA.
TU VIANDANTE FERMATI ED ASCOLTA QUESTO CANTO!
FERMATI ED ASCOLTA QUESTA VOCE CONTROVENTO
UNA VOCE CONTROVENTO
Una voce controvento
perchè il domani possa capire
due parole contro il tempo.
Per non poter dimenticare
quei tuoi occhi chiusi al sole,
dietro le sbarre, tra le catena.
Tra le catene che il sistema
fu felice di stringerti ai polsi,
credendoti finito, sconfitto.
Mentre tu stringendo i denti,
dalla galera dove fosti buttato
gridasti al vento, al sole, al mondo:
"Stringete, stringete pure,
ma mai voi riuscirete a inventare
le catene per fermare il mio ideale.
JEAN
Il 25 aprile
all'alba, cominciava a Berlino dell'Europa l'ultimo respiro.
Un migliaio di giovani attorno a un bunker, da tutta Europa venuti a morire
con te,
con te Jean, venuto dalla Francia, con i tuoi vent'anni e la speranza di poter
forgiare l'Europa della libertà, con la certezza di morire per la civiltà
Un anello di fuoco ti stringeva d'assedio, un anello d'oro stretto al tuo
dito,
pegno di un amore che già tu sai, amore, amore che non rivedrai mai.
Una croce di ferro sul petto, il mitra stretto, due rune d'argento sopra
l'elmetto, era l'Europa che moriva con te.
E mentre solo tra l'odore del sangue guardavi, rossa, in faccia la morte,
la tua voce tranquilla, parlava così: "Camerata tu non sai com'è bella
l'estate là in Francia,
mentre scivola lenta la Senna. Passeggiare lungo gli Champs Elisée, tra i
colori e il profumo dei fiori.
Il sorriso di lei t'accompagna, incorniciato da quelle labbra, dipinte
d'arancia.
Camerata tu non sai com'è bella l'estate là in Francia...". Una croce
di ferro sul petto, il mitra stretto,
due rune d'argento sopra l'elmetto, era l'Europa che moriva con te.
Sei morto a vent'anni, tu Jean, la notte del 30 d'aprile a Berlino
con l'aquila e i gigli della Charle Magne, ma era l'Europa che moriva con te.
La ballata
del compagno
Sciarpa
rossa, sciarpa rossa, eskimo verde, sempre in fila, sempre in fila nel suo
gregge
Tascapane, tascapane e pugno chiuso, bandiera rossa doppio uso
Era quella la sua professione, proletario da manifestazione, era quella la sua
vera unica passione, dare a tutti del suo impegno una dimostrazione
Ma un giorno, uscito di casa, si ritrovò da solo a urlare per la strada, era
agosto e non si accorse lo sbandato, che anche il popolo al mare già se n’era
andato
Così ci rimase un po’ male nel sapere che evidentemente l’avevan preso per
il sedere, visto che oramai tutti i suoi compagni, già eran partiti… partiti
per i bagni
Ma senza pensare a come si fa, a come si può, da solo sotto il sole incominciò
lo show:
A morte i padroni, morte alla polizia, dagli ai Fascisti, viva la democrazia
A morte i padroni, morte alla polizia, dagli ai Fascisti, viva la democrazia
Ma dopo qualche ora fu preso dallo sconforto, vedendosi sempre solo e per il
caldo mezzo morto,
l’eskimo sarà la divisa del proletario, ma ad agosto è meglio no, non fare
il rivoluzionario,
Così pensavi mentre tornavi a casa un po’ stravolto, ma a rimediare no, non
ti ci voleva molto,
Così corresti ad aprire il frigo in cucina… ma com’è bello d’agosto
avere sempre fresca l’eroina
E mentre dolcemente ricominciavi a viaggiare, pensavi a quel figlio di una vacca
che se ne stava al mare, a quel vecchio porco di un operaio reazionario…
quello che sempre era contento, contento del salario
Quello che tutta la vita si spaccò le mani a lavorare, mentre tu in piazza
continuavi a gridare
A morte i padroni, morte alla polizia, dagli ai Fascisti, viva la democrazia
A morte i padroni, morte alla polizia, dagli ai Fascisti, viva la democrazia
SERGIO RAMELLI
Primavera a Marzo era entrata,
era entrata a Milano,
ne avvertivi il tepore
e tra il fumo e il cielo lontano
ne avvertivi la gioia
nella ragazza che tu
tenevi per mano.
Finalmente l'ultima campana,
è finita la scuola
anche per oggi potrai tornare
a casa tua per riposare
ma sotto casa,
davanti al portone,
ti attendeva la morte,
non me immaginavi l'assurda ragione.
Un colpo, due colpi e altri colpi sul capo,
finché non furon certi di averti finito
i loro volti eran coperti dal rosso
come il tuo volto dal sangue
che avevi già addosso.
La morte di un tempo aveva la falce,
la morte di oggi ha pure il martello,
lasciò la sua firma su quel muro di casa,
proprio di fronte al tuo cancello.
Per quaranta giorni una madre
ha sperato e pregato accanto al letto del figlio morente
fino a quando il suo cuore a ceduto
ma alla gente non importò niente.
Era morto un "Fascista",
non valeva la pena
guastarsi l'appetito
o rovinarsi la cena.
Era morto un "Fascista"
andava preso e sepolto
avevan paura anche,
di un morto.
Andava sepolto e dimenticato
perchè così vuole
la giustizia del proletariato
Era morto un "Fascista"
e andava in fretta sepolto,
avevan paura
anche di un morto.