LE FOIBE ISTRIANE

 

Non cercate nei consueti dizionari della nostra lingua questa parola. Non c'è o almeno noi non l'abbiamo trovata. Ma, sebbene non registrata, questa parola, piuttosto esotica e sinistra, è entrata, dal settembre ad oggi, tra le altre decine di migliaia che formano la lingua creata da Dante e vi rimarrà fino a quando ci saranno degli italiani in Italia. Le foibe sono i luoghi, caverne o burroni, dove sono state trovate centinaia e centinaia di italiani barbaramente assassinati dagli slavi comunisti o di altra fede, ma tutti sanguinari nemici di quanto è italiano. I giornali hanno pubblicato l'elenco lunghissimo dei nomi. Non è completo. Non tutte le foibe dell'Istria e della Dalmazia sono state esplorate. Questo massacro della inerme popolazione italiana, preordinato ed effettuato su vasta scala in tutte le italianissime e venezianissime città e borgate dell' Istria, è tipico stile slavo. Non si sono fatte distinzioni di categoria, di sesso, di età, di idee. Nella massa degli assassinati e gettati alla rinfusa nelle foibe, è il fatto di essere << italiani >>quello che ha determinato l'esplosione della ferocia partigiana e nazionalista. La strage è del resto in perfetta coerenza con le istruzioni del partito comunista. Abbiamo sott'occhi la dichiarazione del partito comunista jugoslavo trovata nelle tasche d'un corriere comunista sloveno ucciso, e pubblicato nel giornale Jutra di Lubiana in data 5 gennaio 1944. E' un programma che vale la pena di far conoscere a tutti e specialmente a taluni nostrani bolscevichi da salotto, i quali hanno l'aria di << simpatizzare >> con le idee e con i metodi di Mosca. Ecco, secondo il partito comunista jugoslavo, gli << irrevocabili >> provvedimenti necessari per il trionfo della rivoluzione:

 

1 - Si devono liquidare tutti i dirigenti appartenenti a correnti borghesi.

2 - Si devono liquidare tutti i grandi possidenti, i capitalisti, gli industriali e i Kulaki (contadini benestanti).

3 - Si devono liquidare tutti i dirigenti e funzionari dei partiti borghesi.

4 - Si devono liquidare tutti i dirigenti della Guardia bianca.

5-  Si devono liquidare tutti i dirigenti della Guardia azzurra.

6 - Si devono liquidare tutti i membri delle S.S. della Gestapo.

7 - Si devono liquidare tutti gli intellettuali, gli studenti e i politici da caffè.

8- Si devono liquidare tutti i sacerdoti che si sono dichiarati contro il proletariato.

9 - Si devono incarcerare tutti gli ex ufficiali jugoslavi.

10 - Si devono incarcerare tutti i sacerdoti. Le chiese restano chiuse e non si devono demolire. Le rappresaglie si possono eseguire soltanto su altri possedimenti ecclesiastici.

11- Bisogna costringere ad andarsene tutte le missioni militari degli Stati capitalistici. E' vietato ogni ulteriore colloquio.

12 - Già da ora devono venire segretamente portate via e consegnate tutte quelle persone che sono contrarie alla nostra lotta di liberazione. Queste devono essere liquidate soltanto se lo richiede la situazione interna o la situazione estera.

13 - Non devono uscire i giornali borghesi. Bisogna subito ritirare gli apparecchi radiofonici.

14 - Reparti devono subito occupare tutti gli uffici pubblici e tutte le importanti istituzioni vitali, nonché i centri delle comunicazioni.

15 - Tutte queste disposizioni dovranno essere eseguite il giorno che verrà fissato.

16 - Tutte le liquidazioni dovranno venire eseguite da speciali reparti del partito.

 

Il punto 16 chiarisce che cosa si nasconde sotto la parola commerciale di <<liquidazione>>.  Così sono stati "liquidati" non i borghesi o i capitalisti che non esistevano, ma semplicemente e solamente italiani dell'Istria e della Dalmazia dopo l'armistizio dell'8 settembre.  Altra tremenda responsabilità che bolla ancora una volta col marchio dell'infamia gli artefici della resa a discrezione.  Domani in tutte le città d'Italia i martiri istriani e dalmati verranno solennemente commemorati.  I loro nomi si aggiungono alla lista dei caduti che consacrarono, col sangue, l'italianità storicamente indistruttibile di quelle terre.  La patri oggi li onora.  In un domani più o meno remoto li vendicherà.

 

29 gennaio 1944

 

 

 

 

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