La Parrocchia di S. Giacomo Apostolo Maggiore in Calvizzano (Na) è una delle più antiche ed importanti della Diocesi di Napoli. Essa ha una lunga storia alle spalle. Alcuni documenti, finora rinvenuti, ne segnalano l'esistenza già dal 951 con la denominazione « Ecclesia S. lacobi ». La costruzione di questa primitiva chiesa degli avi, sorta accanto ad un'importante tomba romana che doveva far parte del primo nucleo abitato alquanto lontano dall'attuale centro del paese, può assegnarsi a tempi più remoti. Lo si potrà rilevare dai consistenti "ruderi gloriosi ", purtroppo trascurati per secoli e poi abbandonati. Resti dell' antica facciata della chiesa di S.Giacomo (1986) Eppure, queste « reliquie gelide » erano sempre testimoni silenziosi ma pungolanti della fede dei nostri antenati e della loro sentita devozione a «S. Jacolo » (S. Giacomo), il cui nome era imposto anche alle donne, che erano chiamate perciò « lacolelle ».L'antichissima Chiesa di Calvizzano può reputarsi orgogliosa di avere per prima, a Napoli e forse nel Napoletano, dedicato la « originaria Chiesa » al protomartire del Collegio Apostolico (decapitato a Gerusalemme circa il 43 d.C.) e di averlo scelto Patrono ed Inclito Protettore.I suoi resti mortali, traslati da Gerusalemme a Compostella (Spagna), divennero meta di innumerevoli pellegrini, che ricevettero tante grazie, per cui si diffuse la devozione del Santo nel mondo di allora. La notizia dei miracoli portentosi e del patrocinio di San Giacomo (secondo una leggenda popolare vestito da guerriero su di un focoso cavallo era venuto in aiuto degli Spagnoli assaliti da nemici di Cristo), arrivò ben presto a Napoli: la Chiesa ne prescrisse la « festa » alla fine di maggio, come si legge nel celebre Calendario marmoreo del sec. VIII (o IX), e i Pisani in Napoli, nel 1238 gli eressero la prima chiesa « per la vittoria riportata sopra i Saraceni per l'intercessione dell'apostolo S. Giacomo ».Orbene, per secoli l'Ecclesia S. Jacobi, una delle più floride della zona, è stata la parrocchia di « frontiera » a Nord di Napoli, ubicata « circa montes », cioè Capodimonte. Perciò, forse, nel 1337, appena istituite le Arcipreture l'Arcivescovo Giovanni III Orsini la decorò della prima delle tre dignità diocesane: « Arcipretura » dei luoghi montuosi (terziere di Calvizzano). Veduta Esterna L'Arciprete aveva un'importante giurisdizione su dieci parrocchie dei Casali viciniori, da Piscinola a Panicocoli (ora Villaricca). Dopo alterne vicende e peripezie dannose per i fedeli, resistendo al tempo edace (nonostante l'incuria dei Rettori (detti poi Parroci) che non sempre risiedevano in sede fino al Concilio di Trento (1563), e a disposizioni un po' drastiche,' la chiesa madre accolse i suoi figli ora nella chiesetta di S. Liguoro cioè S. Gregorio Armeno nel vasto palazzo omonimo (completamente distrutta), ora nell'antica Chiesa di S. Maria Annunziata, già esistente nel 1012, piccola di proporzioni, situata in mezzo al Casale. Essa fu abbattuta per far sorgere l'attuale chiesa parrocchiale S. Maria delle Grazie, la quale, terminata nel 1608, divenne « Vice Parrocchia ». E tale restò fino al 1809, allorché, Chiesa di S. Giacomo abbandonata, andò in rovina. E così la Cura parrocchiale fu definitivamente trasferita nella nuova grande e bella Chiesa laicale S. Maria delle Grazie, i cui « Mastri », eletti secondo norme precise, saranno in lite con i Parroci per la salvaguardia dei diritti. Poiché la « convivenza tra parroco e governatori laici non fu facile, nonostante accordi stipulati tra loro, per circa tre secoli », l'Amministrazione laicale (resasi meritoria e benemerita specialmente per aver impreziosito la Chiesa con la maestosa cupola, con "belle tele" degli artisti pittori Malinconico e Vaccaro) è stata abolita nel 1972. (Cir. l'attento studio della dott.ssa Maria di Rienzo, cit. in nota 4). Ci sembra doveroso ricordare i « Presbiteri Maggiori» (Rettori, chiamati Parroci dal Concilio di Trento) pastori di anime, finora a nostra conoscenza, perché non se ne perda la memoria e le loro vicende pastorali possano rivivere tra i fedeli.Sono stati questi buoni pastori ad alimentare la fiaccola dell'avita fede, accesa nel nostro villaggio forse fin dagli albori del Cristianesimo, allorché S. Paolo, prigioniero apostolico, approdato a Pozzuoli, pregato dai fratelli, vi restò sette giorni. (Atti Ap. XXVIII, 3-14). La fama della sua presenza e della sua predicazione cristiana attirò i nostri antenati, che facilmente potettero recarsi a « Puteoli » attraverso la famosa Via Consolare, detta poi Via Campana, poco distante dalla loro residenza, e ricevere i primi nutrimenti della fede e far così penetrare il Cristianesimo in Calvizzano. Purtroppo, per mancanza di documenti smarriti, il compianto prof. don Raffaele Galiero, primo storiografo del nostro amato « natio loco», solamente dal 1598 ha potuto formare la serie ininterrotta dei Parroci, la quale arriva fino al 1929, e ne riporta scheletricamente i nomi-nativi desumendoli dai Registri parrocchiali, con qualche nota e gli anni del servizio pastorale.Poiché è doveroso rintracciare anche frammenti di documenti e conservarne memoria per la storia, si riportano notizie di alcuni Rettori, non in numero progressivo ma facenti parte dell'anzidetta serie. Dalle Costituzioni o Riti liturgici dell'Arcivescovo Orsini (che i dotti assegnano al 1337) si apprende che l'Arcipresbitero di Calvizzano, assieme a quello di Afragola e di Fuori dei Fiume (Torre del Greco) doveva intervenire col clero, incoronato di rose, alla Messa pontificale nella festività della 1a Domenica di Maggio in onore di San Gennaro. Non c'è riuscito di rintracciare il nome del primo Rettore Arciprete, come degli immediati successori, né di sapere il genuino significato di « abbas S. Jacobi Ville Carvizzani », come era detto il « Dominus Bar.m Vice-comes cioè Visconte. Interno Chiesa (Premi per ingrandire) |