A STRANGE STORY

by Ele

 

 

IL RITIRO:IL GIOCO DELLE COPPIE ( 1^ parte)

Song of a night of thoughts

A volte anche le stelle sono scure
e non c’è più’ una luce nella vita dei cuori.
La forza che guida la vita dei cuori
somiglia al movimento dei pianeti
che anche se sono lontanissimi,
viaggiano nel vuoto, sospesi da un’unica forza,
l’attrazione che li lega l’uno all’altro,
che bilancia la voglia di perdersi nel mare
dell’infinito.
Così anche lontanissimo, il loro destino
è unito.
Quello che non conta è il vuoto, il cuore supera l’abisso dello spazio, nessun pianeta è solo,
nessun cuore è troppo lontano.
My mind is thoughfull, I hope I won’t be lost

 

La manager si diresse all’ingresso dell’autobus, e, una volta salita si mise a leggere una lista di nomi, segnando con una X quelli dei presenti.

E sia lui che Mito si erano trovati un posto a sedere vicino ad Hanako ed Akiha e proprio dietro ad Haruko.

Sakuragi era già rosso più dei sui capelli e manteneva un espressione inebetita da pesce lesso.

- Haruko….una vacanza insieme al lei…questo è il paradiso.

Nel frattempo l’oggetto del desiderio si era girata verso di lui e gli aveva sorriso e salutato con un allegro -CIAO HANAMICHI !!!!!

Sei già riuscito a farti sgridare da Takenori !!! ^__^ Attento! Al mattino è sempre di cattivo umore !!!

- Hanamichi! Mito stava scuotendo Hanamichi con forza per farlo riprendere dalla trance ( estasi amorosa) in cui stazionava da ormai una decina di minuti…- Guarda che lei è girata da un ora !!! e sembra che tu voglia mangiare il sedile con gli occhi… sbavi e non la vedi neanche !!!!! Sei patetico….Per fortuna sta ascoltando il walkman sennò con tutti i tuoi sospiri le sarebbe sembrato che avessi un attacco d’asma !!!!!

- Che ne diresti di dargli una mano ? e magari anche ad Hanamichi.

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L’autobus arrivò puntuale. La località termale in cui si svolgeva il ritiro era molto rinomata e frequentata in quel periodo dell’anno.

All’arrivo la frotta di ragazzi si riversò nell’ampia reception.

Ayako, dopo aver parlato brevemente con il signor Anzai, si era portata davanti a tutti, che, impazienti con le valigie in mano aspettavano un ordine per muoversi.

- Bene. Allora…adesso leggerò i nomi e le stanze. Le camere sono doppie e per ogni stanza c’è un bagno. Purtroppo la suddivisione non sarà a vostra discrezione, dato che alcuni di voi si fermeranno tre giorni in meno, la disponibilità di camere non ce lo permette…

Il piano in cui alloggerete è il 3°. Per ogni stanza vi sarà consegnata una sola chiave, quindi cercate di rendervi rintracciabili per il vostro compagno !!!! La colazione è dalle sette alle otto e mezzo, il pranzo dalle 12.30 alle 13.50, la cena dalle 19.00 alle 20.30.

Cercate d’essere puntuali.

Ora dirò le stanze. Corridoio A

Stanza 12- Rukawa e Miyagi

Stanza 13- io e Ketsuki

Stanza 14- Akagi Takenori e Sakuragi

Stanza 15- Mitsui e Kogure

Stanza 16- Satoru e Shiozaki

Corridoio B

Stanza 17-Akagi Haruko e Kodama

Stanze18 e 19- sono una doppia e una tripla comunicanti. Le persone che rimangono possono sistemarsi qui a propria discrezione.

Ora vi consiglio di andare subito a disfare le valigie…-

Detto questo si era avviata verso Hanako, che intanto parlava con Akiha.

U

E si avviarono con le valigie verso l’ascensore.

"Toc. Toc." Qualcuno bussava alla porta.

Alzò un attimo lo sguardo e si trovò davanti Rukawa e Miyagi. Rukawa se ne stava appoggiato al muro, mani in tasca e sguardo perso nel vuoto; Ryota invece non aveva perso tempo e si era seduto sul letto di Ayako, proprio accanto a lei. E naturalmente stava parlando come un invasato.

Anche qualcun altro era immerso nei propri pensieri. ***Sendo, ti batterò, stanne certo.*** E lo sguardo del numero 11 dello Shohoku divenne gelido e determinato.

Poco dopo Ayako congedò, o meglio, costrinse a lasciare la stanza ai due ragazzi. E quando finalmente chiuse la porta vi si accasciò contro con un sospiro di sollievo.

E detto questo scoppiarono a ridere.

E per un momento, solo per un istante Hanako si dimenticò del suo problema.

E della sua promessa.

E del suo cuore infranto.

"La stagione dei ciliegi è incominciata,

presto finirà ma tra un anno ritornerà di nuovo,

ti ricordi quella volta...una promessa...".

 

 

La sera, a cena tutti avevano molto di cui parlare: il posto, l’albergo, ma soprattutto le partite da disputare.

Hanako era in tavolo con le altre ragazze, tutte a parte quelle del fans club, che erano appostate all’entrata del corridoio, per riuscire a vedere Rukawa uscire dalla stanza.

Tutti erano molto rilassati e parlavano del più e del meno.

Sakuragi fissava Haruko in continuazione dal suo tavolo e Miyagi faceva lo stesso con Ayako. Anche se avevano tutte finito di mangiare avevano convenuto di tacito accordo di fermarsi ancora un po’ al tavolo per fare conversazione.

Hanno magliette rosa con le sillabe del nome RU-KA-WA scritte sopra !!!! Io ammetto che sia un figo, ma fino a quel punto io non arriverei mai…tanto più che le guarda meno delle altre.

Intanto Hanako si guardava attorno, come a cercare qualcuno che non riusciva a trovare. Ayako se ne accorse.

Per tutto il discorso aveva tenuto gli occhi bassi a fissare il tovagliolo vicino al piatto.

In quel momento Stava facendo il suo ingresso nella sala il capitano del Ryonan seguito da buona parte del team.

Nello stesso istante Hanako disse:

°°°°°°°°°°°°°

- Mi sei sembrata strana, prima.- Ayako si stava preparando per andare alle terme. Hanako, l’aspettava seduta sul letto. Era già pronta da un pezzo.

Ad Ayako quasi venne un colpo quando si ritrovò Ryota davanti agli occhi quando aprì la porta. A stento trattenne un urlo.

E uscirono. Ayako rasentò di nuovo l’infarto quando si ritrovò davanti Rukawa, anche lui con un asciugamano in mano.

E si avviarono tutti alle terme.

Il locale era ampio. La stanza era rettangolare. Si accedeva alla sala delle terme tramite una porta scorrevole in carta di riso, che divideva lo spazio per il bagno da quello degli spogliatoi- lavatoi maschili e femminili. L’ambiente era costituito da una vasca circolare non molto ampia, piena di acqua termale, intorno alla quale era stato costituito un piccolo giardino con piante non molto alte, come aceri giapponesi e piccoli ciliegi. La vasca si raggiungeva attraverso un piccolo sentiero piastrellato, perché il resto del pavimento era coperto da ghiaia fine.

Alcuni ragazzi si stavano già godendo il bagno. Le ragazze ovviamente avevano allacciato il loro asciugamano sopra il seno, mentre i ragazzi lo portavano drappeggiato in vita.

Ayako, che era stata più veloce a lavarsi e cambiarsi era già mollemente appoggiata al bordo della vasca con un espressione beata in viso. Vicino a lei Akiha ed Haruko, accompagnata da una delle sue inseparabili amiche. Ryota e Rukawa non erano ancora entrati, ma Hanamichi, Mitsui e Kogure si erano già disposti uno accanto all’altro appoggiati al bordo. Tutto ad un tratto notò Ayako farle segno di muoversi e lei si affrettò ad entrare in acqua, mettendosi proprio accanto a lei. Quando si girò si accorse subito del perché di tutta quella fretta. Miyagi si stava infatti immergendo proprio in quel momento e sembrava non troppo contento di non potersi mettere accanto all’amata. Rimase quindi dov’era, costringendo Rukawa a stare accanto ad Hanako. Non c’erano più posti liberi : la vasca poteva ospitare una decina di persone…

Haruko guardava con astio la malcapitata Hanako, che accortasi di ciò aveva cercato di allontanarsi il più possibile da Kaede, che nel frattempo sembrava essersi addormentato (al solito…), senza finire contro Ayako.

E dopo tutto quel confabulare si decisero a mettere in atto il loro piano.

-Sentite!- esordì l’amica di Haruko- vi va di fare un giochino?

Anche Mitsui accettò. Ora mancavano solamente Hanako e Rukawa.

Lo sguardo di Hanako rimase per un momento smarrito e poi rispose.- No, non potrebbe mai.

L’anno scorso, quando frequentavo le medie, c’era un ragazzo che mi piaceva molto. A dire la verità non solo a me…Gli piaceva il basket. Era un anno più grande ma aveva frequentato la mia stessa scuola l’anno precedente. Gli chiesi di insegnarmi a giocare a basket. E passavamo insieme i nostri pomeriggi giocando a basket. E io come una stupida me ne sono innamorata. Alla fine ho trovato il coraggio di dichiararmi e lui ha detto di ricambiare i miei sentimenti. Siamo stati assieme per un mese e abbiamo trascorso assieme momenti bellissimi. Un giorno, però gli chiesi se per me avrebbe smesso di giocare a basket. Era una di quelle domande stupide che fai quando hai bisogno di conferme. Ero convinta che mi avrebbe detto subito che mi amava e per me avrebbe fatto tutto…invece disse che non avrebbe rinunciato al basket per niente al mondo.

L’ho lasciato. Ho sofferto immensamente. E ho promesso a me stessa che non mi sarei mai più innamorata di un ragazzo che amasse il basket.

Chiedere ad un giocatore di dimenticarsi il suo sport non è possibile. Ora anch’io l’ho capito…. –

Sorrise con amarezza .

- mi dispiace…- Haruko ora era sinceramente mortificata. ***non deve essere stato piacevole per lei rinvangare. E ora che so che Rukawa non le può interessare non siamo più rivali.***

Akiha intanto, nel vedere costretta la sua amica a ricordare quei tristi fatti si era arrabbiata davvero con Haruko ***Ora ti faccio vedere io !!!***

Appena furono pronunciate queste parole, Hanamichi fu al settimo cielo ! Tutte le sue speranze non erano dunque vane !!!

Lei era davvero innamorata di lui ! beh, forse innamorata no, ma almeno c’erano le basi… Sul suo volto si era dipinta un’espressione di beatitudine e gioia senza pari, contrapposti al dolore e alla rassegnazione che si potevano notare sul volto di Hanako, persa nei suoi pensieri e nei suoi ricordi.

 

 

 

***FLASHBACK***

"La stagione dei ciliegi è incominciata,

presto finirà ma tra un anno ritornerà di nuovo,

ti ricordi quella volta...una promessa...".

In questa stagione i ciliegi sono in fiore…il mondo mi è crollato addosso.

Non c’è più speranza per il mio cuore infranto? Sono state le tue parole a costringermi a dirti addio. Forse rimpiangerò questa scelta, sarebbe stato comunque inutile andare avanti.

Your heart is not open, so I must go

Il tuo cuore non è aperto, allora devo andarmene

The spell has been broken, I loved you so

L’incantesimo si è infranto, ti amavo così tanto

E forse giusto che il mio primo amore abbia già ridotto il mio cuore in pezzi? Ma forse ho vissuto nell’illusione.

Freedom comes when you learn to let go

La libertà viene quando impari a lasciar perdere

Creation comes when you learn to say no

La creazione arriva quando impari a dire no

Ma non è giusto che io debba lasciar perdere tutto e andarmene quando la colpa è solo tua. Non avrei voluto lasciarti.

In quell’attimo il mio cuore ha gridato.

Ma ho dovuto dire no. La tua vita ha altri scopi.

You were my lesson I had to learn

Tu eri la lezione che dovevo imparare

I was your fortress you had to burn

Io ero la tua fortezza tu dovevi bruciare

Ora ho imparato la lezione. Non accadrà mai più un simile errore. Tu avresti dovuto bruciare, eppure sono io che sono ridotta in cenere. Credevo di darti sicurezza, credevo di riceverne. Ma non era così. E mentre io sono crollata, tu sei ancora in piedi sotto al canestro.

Pain is a warning that something's wrong

Il dolore è un segno che qualcosa non va

I pray to God that it won't be long

Prego Dio che non duri a lungo

Spero che il mio dolore finisca presto. Che torni da dove è venuto. Dio, ti prego, regalami l’oblio. Come vorrei non averti incontrato. Eppure quasi non lo rimpiango. Già una volta ha sopportato un grande dolore, una perdita enorme. E’ forse questo il mio destino? Vorrei solo che il mio cuore smettesse di far male. E ora ad ogni battito scuote il mio petto. Perché non si decide a smettere?

Do ya wanna go higher?

Vorresti salire ancora più in alto?

So perché mi hai detto tutto questo. Vorresti salire sempre più in alto. Il pallone e il canestro sono il tuo mezzo per giungere fino al cielo. Io non ti servo.

Vorresti salire sempre più in alto e diventare il numero uno. Ma un giorno troverai qualcuno migliore di te. Dubito che sarò io stessa, ma qualcuno esiste…lo so.

There's nothing left to try

Non c'è nulla che mi resti da tentare

There's no place left to hide

Non c'è un luogo dove nascondermi

There's no greater power

Non c’è potere più grande

Than the power of good-bye

Del potere dell’addio

Non posso fare più nulla. Perché ho capito perché l’hai fatto. Il mondo che conosci non lo potrai mai lasciare. Hai preferito far uscire me.

E non sopporto di vederti. Sembra sempre che ti dispiaccia. E io credo sempre nelle tue migliori intenzioni. Non è possibile che non ci sia un solo luogo in cui non posso incontrarti.

Se ti sentissi pronunciare parole di scusa, potrei anche crederti….no non posso permetterlo. Tu sei stato molto chiaro…

L’unico posto dove nascondermi è il mio cuore. Ma questo è il luogo più devastato. Se solo potessi appallottolarti e buttarti nel cestino, come faccio con le tue lettere che non voglio leggere…

L’unica cosa che potevo fare, l’unico potere che mi era rimasto era quello di dirti addio… Capisci, non posso più crederti…

There's nothing left to lose

Non c’è rimasto niente da perdere

There's no more heart to bruise

Non è rimasto più un cuore da ferire

E ora prometto a me stessa, di non fare più lo stesso errore. L’ultima cosa che mi è rimasta da fare. Non ho più nulla da perdere. Non ho più cuore da ferire. L’hai ridotto in frantumi e ora non smette di battere dolorosamente. La mia mente sapeva già quello che c’era da fare. Ti ho lasciato con la freddezza di un killer. Ma anche se non lo saprai mai, io lo so che in quell’istante il mio cuore ha pianto.

E chi verrà dopo di te troverà un ammasso di cocci.

Spero davvero che qualcuno venga e scruti il mio cuore, e lo ricomponga.

Non c’è potere più grande

Than the power of good-bye

Del potere dell’addio

Learn to say good-bye

Imparare a dire addio

I yearned to say good-bye

Ho desiderato ardentemente dire addio.

E ora che ho fatto questa promessa so che ti dimenticherò. Ho imparato a dire addio.

 

Spero di non doverlo fare mai più. "Ho desiderato ardentemente dirti addio" è la frase che ora ripeto nella mia mente. Ma ogni tanto ricordo che in quel momento il mio cuore ha urlato. Ricordo che il mio cuore ha pianto. Ricordo che il mio cuore ha sussurrato il tuo nome…

 

E in quel momento una lacrima solitaria rigò il suo volto e cadde, frantumando la sua immagine in 1000 tremolii d’acqua.

***Non piangere per lui Hanako! Devi essere forte, ricordati della tua promessa.*** si autoconvinse. Un attimo dopo aveva di nuovo un’espressione serena.

Alla domanda sia lui che Mitsui sgranarono gli occhi…e Kogure per di più arrossì…

***Questa è la persona più fortunata della terra…quanto la invidio…sono geloso di quella fortunata !!!! Ma chi può essere? Devo scoprirlo!*** si ritrovò a pensare Mitsui.

Kogure intanto con la coda dell’occhio osservava l’amico, ma al solito, nonostante le emozioni in lui, ben poco sembrava trasparire. ***Capirai mai di essere tu?***

In quell’istante un rumore pesante di passi e il rumore della porta che si apriva li fece voltare tutti.

Al grido del capitano, tutti, seppur di malavoglia, si alzarono e uscirono dall’acqua. In quei brevi attimi in cui tutti uscivano Haruko si perse ad osservare i giochi di luce delle goccioline d’acqua che imperlavano la pelle pallida di Rukawa, affascinata dal fisico scolpito ma snello dopo tanti allenamenti. Non sia accorse che Hanamichi la fissava trasognato…pensando a come avrebbe potuto dichiararle il suo amore ora che aveva qualche speranza…

E Ayako mentre parlava con Hanako non fece caso allo sguardo di Ryota posato su di lei. Kogure e Mitsui, invece, evitavano di guardarsi negli occhi, per paura di perdersi nello sguardo dell’altro…

Cosa stava dunque succedendo ? Forse, avevano solo cambiato gioco….ora si giocava al gioco delle coppie.

 

*** Per Hanamichi le cose si mettono male…***pensò Hanako

*** Devo discutere di questa storia con Hanako! Quei due si metteranno insieme punto e basta!!!*** fu il primo pensiero di Akiha di fronte alla rivelazione della sorella del capitano.*** Meglio parlarle subito, finché non c’è Ayako in camera sua….***

E mentre si avviavano verso l’uscita, Akiha sussurrò all’amica- Qui le cose si complicano…ma troverò una soluzione…ho già in mente un piano…

 

- E secondo te mi crede?- disse con tono sarcastico Hanako.

 

Ayako era rientrata nella sua stanza da alcuni minuti ne stava approfittando per farsi una doccia calda…

L’acqua scorreva e lo scroscio copriva ogni rumore. Ayako, intenta ad insaponarsi non udì quindi la conversazione.

Hanako e un ragazzo erano intenti a parlare sulla porta della stanza.

 

- Secondo me non hai capito: dovrò stare un ora in compagnia di Rukawa, io mi vergogno dopo che mi ha vista finire per terra come un sacco di patate !!!…e senza nemmeno poter dormire …aspettando che Ryota si chiarisca con la sua amata…TI SEMBRA PERFETTO ???

- Beh…non sempre le cose sono come appaiono. Così dato che starai con Rukawa metteremo in atto il nostro piano! Tu gli farai quel discorsetto…e domani Hanamichi avrà una ragazza da portare alla festa.

Ormai era sera inoltrata. Le luci nelle camere erano quasi tutte spente. Solo in due camere la luce era ancora accesa.

Ma anche nella stanza 14 qualcuno si rigirava nel proprio letto senza riuscire a prendere sonno. E non per il russare profondo del compagno di stanza, ma a causa dell’agitazione che non gli faceva prendere sonno.

*** HARUKO…Stasera tu stai dormendo qui vicino a me .

Sei così bella e dolce e gentile. Non posso immaginare una vita senza te… ma soprattutto non potrei sopportare che tu ti fidanzassi con Rukawa. Lui non potrebbe mai amarti. Lui non è capace di amare nemmeno te. Nel suo cuore non c’è posto per nient’altro che un pallone da basket. Mentre il mio batte solo per te… Capirai mai la differenza che separa me da quel volpino ?***

E sospirava a causa dei suoi sentimenti.

Ma non sapeva che in quel momento si stava giocando la prima mano della sua partita in quell’ambiguo gioco che è l’amore…

 

Toc-toc-toc.

Qualcuno bussava alla porta.

Ma non era una sorpresa, nonostante fosse ormai tardi. Ma non era una stranezza nonostante che, chi, bussava fosse un ragazzo in pigiama. E non era neppure strano che quella fosse la camera della manager della squadra.

Tutto calcolato.

La ragazza che aprì la porta indossava una camicia da notte verde chiaro con ricamato un gattino.

Basta fare il #31# e il numero della stanza. OK?

- Capito ! Speriamo bene !!^_^

E l’ultima cosa che vide prima di entrare nella stanza fu Hanako che

gli faceva il segno della vittoria con le dita.

 

 

 

Ayako aspettava Ryota con impazienza, seduta a gambe incrociate vicino al bordo del proprio letto. Cercava di ignorare le palpitazioni dl proprio cuore, mentre giocherellava con impazienza con una ciocca dei lunghi capelli ondulati. Si sentiva strana e l’aria intorno a lei si era fatta improvvisamente pesante appena uditi il bussare alla porta. Hanako prima di andare ad aprire si era girata verso di lei come a chiederle conferma per aprire o meno quella porta.

Ayako le aveva indirizzato un cenno affermativo del capo ed aveva abbassato gli occhi, come un bambino impaurito che si aspetta una scena impressionante in un film e non se la sente di guardare.

Aveva udito chiaramente il rumore della porta che si apriva, alcuni bisbigli da parte dei due e poi alcuni passi che si dirigevano verso di lei. Aveva alzato gli occhi.

Lentamente.

Come se non sapesse se quello che avrebbe visto fosse qualcosa di buono o cattivo.

Ma lo sapeva. Ora che aveva incontrato gli occhi del ragazzo in piedi di fronte a lei. Che vi aveva scrutato in fondo.

Ora sapeva.

Senza bisogno di ulteriori spiegazioni.

Sapeva.

Che non le avrebbe mai fatto del male.

Che le voleva bene.

Ma voleva sentirlo pronunciare da quelle labbra.

Prima di scrutare a sua volta nei recessi del proprio cuore.

Per capire se anche lei lo amava.

 

- Ciao Aya- chan. – Ryota aveva parlato. Ma non avrebbe mai creduto che quelle due semplici parole potessero essere così difficili da pronunciare. Per lui che non aveva mai avuto paura di dire a qualcuno qualsiasi cosa. Che fossero insulti, imprecazioni o cattiverie. Nemmeno davanti a qualcuno più grosso di lui. O di fronte ad un nemico numeroso. Eppure in quel momento gli sembrava che le parole fossero di piombo.

E aveva paura. Si sentiva senza forze. Si sarebbe volentieri accasciato a terra.

Ma DOVEVA continuare.

Se l’era promesso.

E non poteva tradirsi proprio in quel momento.

*** Dei, fate che le mie parole le facciano capire che non mento !!!*** recitava mentalmente. Poi, parlò alla ragazza col leggero pigiama blu seduta sul letto di fronte a lui.

Alla ragazza che amava.

E la speranza diede voce ai suoi pensieri e ai suoi sentimenti.

Trascinante come un’azione di basket. Ma in quel gioco non si potevano fare finte.

Si poteva solo sperare di centrare il canestro.

Itsuno ma ni ka hitomi ubawareta hajimatta
hanasanai yuruganai Crazy for you

E prima che io realizzassi, tu hai rubato i miei occhi quando ti guardavo
io mi sto lasciando andare come con nessuno altro- sono pazzo di te


-
Quello che ti sto per dire è tristemente serio. Per cui ti prego di non ridere di me.

Per me dirti questo è la cosa più difficile di questo mondo.

Da quando ti ho vista la prima volta mi sei piaciuta subito. Della serie: "guarda quella che sventolona" o "me la farei volentieri se potessi". Mi avevi rubato gli occhi, lo ammetto. Non sei la prima che lo ha fatto. Ma quello che è successo dopo non mi era davvero mai capitato. Insomma, ti ho conosciuta e mi hai rubato il cuore, capisci? -

Ayako lo guardava silenziosa. Sembrava qualcuno perso. Si era smarrita nelle parole di Miyagi. Perché nonostante non si fosse espresso con un linguaggio poetico le sue parole le erano arrivate dritte al cuore. Ma questo Ryota non lo comprese e pensò che lei stesse aspettando il seguito di quella strana confessione.

Itsu ni nareba kawaru kono modokashii yujo
todoketai tashikametai I take you away
Quando sarà il momento questa frustrante amicizia cambierà
io voglio certezze,io voglio sicurezze-io ti porterò via

Kimi ga suki da to sakebitai nanimo kamo nugisute
Kokoro tokasu kotoba wo mitsuke dashitai

Io voglio urlare 'ti amo'-lascia andare e venire ogni cosa
io troverò le parole per toccare il tuo cuore

Io non avevo mai detto queste cose a nessuno, prima d’ora. Probabilmente è segno che mi sono rimbambito definitivamente. Se i miei amici sapessero che ora sono qui pregandoti di ascoltarmi mi sfotterebbero a vita !!! Ma se tu mi chiedessi di urlare che ti amo, facendomi sentire da tutto l’albergo, beh, lo farei.

Kimi ga suki da to sakebitai konya wa kaesanai
Mitsumeru dake no hibi nante owawari ni shiyo
I wanna cry for you
Io voglio urlare 'ti amo'-questa notte non voglio lasciarti andare a casa
lasciaci portare i giorni che guardano alla fine
io piangerò per te


[nota dell’autrice: Ho finalmente ultimato questa prima parte del mio Gioco Delle Coppie…è stata dura, davvero!!! Forse questa parte è un po’ mielosa… almeno per i contenuti del manga originale, ma dato che la fanfict è mia la trasformo in uno shojo. ^__^ Se siete sopravvissuti fin qui non dubito che arriverete illesi alla fine della storia. Se siete affetti da qualche particolare malattia che v’impedisce di leggere sdolcinatezze… siete avvisati di stare alla larga. Se invece vi piacciono aprite gli occhi e scrivetemi cosa ne pensate (basta un "mi piace" o un " fa schifo") Ok? Bacioni by Ele]


Dopo che la porta della sua stanza si era chiusa Hanako si era fermata pensierosa davanti alla porta della stanza numero 12.

Era riluttante a bussare. E rimpiangeva di essersi ficcata nelle faccende che non la riguardavano.*** a questo punto se quei due non si mettono insieme dopo tutto questo casino, giuro che gli tiro in testa una dozzina di palloni almeno.***

*** Forza Hanako, che vuoi che sia…*** si fece forza e bussò.

Toc.Toc.Toc.Toc. Bussò quattro volte ma nessuno venne ad aprire.

***Vuoi vedere che si è addormentato??? E ora come cavolo faccio???!!!*** Stava per bussare di nuovo ma non fu necessario.

Si ritrovò col braccio a mezz’aria fissando Rukawa con aria colpevole. Abbassò il braccio di scatto ***Ma è mai possibile che con sto’ qui mi tocchino sempre delle figuracce tremende??***

Allora Rukawa si fece da parte per permetterle di entrare. Poi richiuse la porta e si distese sul letto, la schiena sollevata e appoggiata al cuscino, prese da terra una rivista aperta e cominciò a sfogliarla.

Naturalmente parlava di basket.

La camera, a differenza di quella di Ayako ed Hanako era più disordinata. Una decina di riviste erano abbandonate alla rinfusa sul comò. La maglia di una divisa dello Shohoku, col numero 11 stampato a chiare lettere, era piegata su di una sedia, mentre un paio di pantaloncini erano appoggiati allo schienale. Era una delle poche cose ordinate in quella stanza

Perfino il letto di Ryota era sfatto e le coperte erano piuttosto spiegazzate. Insomma, un vero disastro.

Hanako notò tutto ciò, ma non ci fece caso più tanto.

Era troppo occupata a pensare a ciò che doveva dire.

Tirò le coperte del letto di Miyagi e vi si sedette sopra. Guardò per un attimo Kaede, intento a contemplare qualche fotografia.

Notò poi la copertina della rivista. E cercò di attaccare discorso ***Prima lo fai prima ti levi la preoccupazione !!!***

Tu pensi solo al basket, d'altronde…

Certo, è il tuo esatto contrario come atteggiamento, ma non esiste un modo unico di giocare a pallacanestro.

Domani non verrò a vedere la partita ma mi farò riferire da Ayako se avrai seguito o meno quello che ti dico. Potrei pure incazzarmi.(scusate il gergo, ma in SD parlano così…NdA)

Rukawa le passò la rivista, o per meglio dire gliela lanciò. Hanako aveva abilmente deviato il discorso, anzi l’aveva concluso proprio.

Dopo una mezz’oretta il telefono squillò.

Hanako fece segno a Rukawa di rispondere. Se non fosse stato Ryota avrebbero potuto scoprirla!

Ma era Ayako.

Dopo la sua frettolosa telefonata, la ragazza si rilassò e si mise a leggere il giornale.

Hanako e Rukawa commentarono per un po’ l’articolo su O’ Neal e la partita da lui recentemente disputata. Poi Hanako si addormentò abbastanza serenamente. Per quel giorno aveva fatto il suo dovere.

Ed era stato davvero un dovere stancante.

 

Hanako stava ancora dormendo, raggomitolata tra le coperte del letto di Ryota. O meglio, del letto che solitamente usava Ryota dato che il ragazzo nello stesso momento se ne stava a russare in quello della giovane.

Le tende erano state tirate, ma un raggio di sole, aveva fatto capolino fra i panneggi di spesso tessuto rosso, e aveva illuminato il viso di Hanako.

Si era svegliata ma non aveva assolutamente intenzione di uscire subito da sotto le coperte. Il tepore diffuso lì sotto era confortevole e la ragazza preferiva goderselo ancora un po’.

Kaede dormiva ancora, e anche se le dava la schiena, poteva benissimo intuire dalla rilassatezza del corpo che non era per niente sveglio.

Si stiracchiò un pochino e appoggiò la testa alla testiera del letto.

Chiuse gli occhi. Su di lei era disceso un piacevole torpore, ma, ad un tratto un brusco bussare alla porta della stanza la riportò alla realtà.

***Chi bussa a quest’ora del mattino ???!!!***

Guardò la sveglia poggiata sul comodino accanto a lei. Erano già le otto!!!

***Probabilmente Ayako si è stufata di aspettarmi ed è venuta qui!!! Sarà furiosa!!!! Meglio che mi sbrighi ad aprire.***

Mentre si infilava le ciabatte notò che anche Rukawa si era svegliato e sbadigliava sfregandosi gli occhi per svegliarsi. Sembrava perfino più addormentato del solito.

E si diresse verso la porta. La aprì.

Ma non era Ayako. E nemmeno Ryota.

Si trattava invece di una delle componenti del fans club.

Quando vide Hanako in camicia da notte, per la sorpresa fece un passo indietro.

Ma non riuscì a finire la frase e un’espressione sconcertata le si dipinse in volto. Rukawa, sentendo che si parlava di lui era infatti apparso dietro ad Hanako. La fan era sotto shock. Ma si riprese rapidamente.

Tu con quell’aria da santarellina alla fine ti fai il più ganzo della scuola!!! Altro che passione per il basket!!! Tu l’hai adescato, strega!!!!! Ma io ti rovino quella brutta faccia che ti ritrovi!!!- e detto questo lasciò cadere il pacco che teneva in mano e fece un passo verso la ragazza con evidenti cattive intenzioni.

Hanako era pietrificata e non sapeva come reagire… Non le si era mai presentata una situazione simile…e non sapeva da dove iniziare a spiegare la reale situazione.

La ragazza stava per saltarle letteralmente addosso.

Ma fra le due, improvvisamente, si parò Rukawa. Spinse via la fan in preda alla gelosia che cadde seduta in terra.

Stai bene ?

Rukawa lo prese in mano e con un unico gesto stracciò la carta; poi aprì il coperchio della scatola ed estrasse un orsetto di peluche con la divisa dello Shohoku evidentemente confezionata a mano.

E si diresse verso la porta di camera sua.

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Nel frattempo nella camera 13, due persone erano ancora occupate a dormire, dopo essere state sveglie per quasi tutta la notte a parlare del più e del meno.

E avrebbero riposato ancora per un po’ se uno scocciatore sconosciuto non si fosse messo a bussare…

Ryota imprecò fra sé e andò ad aprire.

Lo scocciatore era in realtà una scocciatrice: Hanako.

E si diresse verso al letto in cui Ayako, nonostante tutto ancora dormiva.

 

La colazione era già stata consumata da un pezzo da quasi tutti gli ospiti dell’albergo.

A dieci minuti dalla chiusura della sala da pranzo, in cui si consumava anche la prima colazione, una ragazza entrò quasi correndo nella sala.

Akiha, dopo aver ricevuto una telefonata da parte dell’amica Hanako, si era fiondata al piano terra per procurarle qualcosa da mettere sotto i denti.

Riempì un sacchetto di croissant alla marmellata e al cioccolato, poi chiedendo il permesso alla cameriera si munì di vassoio, portando al piano di sopra una teiera colma d’acqua bollente, delle tazze e della polvere di the.

Quando arrivò alla porta della stanza, non poteva bussare, avendo entrambe le mani impegnate a reggere il vassoio.

Ma nessuno venne ad aprire.

Ma per sua sfortuna la ragazza a causa del rumore della doccia non sentiva le grida dell’amica.

Eppure qualcuno venne in suo soccorso.

Allungò semplicemente la mano e la aprì. Non era stata chiusa a chiave, evidentemente. Mentre faceva questo semplice gesto Akiha si soffermò a osservarlo da vicino. Era veramente un bel ragazzo. Delicato e glaciale allo stesso tempo.

Il battente si spalancò. Hanako era seduta sul letto in accappatoio e si udiva l’acqua nella doccia scorrere: evidentemente Ayako era intenta a lavarsi.

Akiha chiuse la porta per permettere ad Hanako di cambiarsi. Nel frattempo cominciò a farle delle domande:

In quel momento Ayako aveva fatto capolino dal bagno…

In quel momento qualcuno bussò alla porta [lo so, lo so…in questo capitolo è pieno di gente che bussa!!! é__è NdA].

Come si aspettavano prima Ryota e poi Kaede entrarono nella stanza.

E dopo questa esclamazione si misero tutti seduti intorno al tavolino basso al cento della stanza . Akiha ed Hanako prepararono il the, mescolando all’acqua calda il the e filtrando il tutto con il colino per poi versare il preparato nelle tazze.

E si decisero a fare colazione.

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[Eccoci alla metà di questo ultimo capitolo della mia fan fiction…

Spero non siate troppo annoiati dagli interventi nelle vesti di CUPIDO delle nostre Akiha e Hanako …perché continueranno a darsi da fare. Non vi anticipo altro…ma vi avverto: nei prossimi capitoli vi sono scene YAOI….mi spiace per chi non ama questo genere ma cercate di capire anche chi invece stravede per questo tipo di storie (e che non si lamenta della coppia Sakuragi- Haruko anche se preferirebbe altri accoppiamenti!!!)…Onde evitare reclami vi consiglio di ovviare semplicemente al problema: SALTATE LA PARTE INCRIMINATA!!!! Vi prometto che non farò shockanti rivelazioni in quella parte della vicenda (a parte il segreto dell’eterna giovinezza, se c’è acqua oltre il sistema solare e cosa succederà alla terra fra 250 milioni di anni… =^.^= scherzo!!!) onde permettere a tutti di tenere il filo del racconto!!!! Buona lettura e se avete qualche suggerimento o commento vi esorto ancora a scrivermi!!!!!]

 

 

Un ragazzo alto dai capelli rossi, se ne stava seduto, con la schiena appoggiata alla rete che delimitava il campo da basket all’aperto di proprietà dell’albergo. Sembrava aspettare qualcuno mentre giocherellava distrattamente con un pallone da basket della stessa tonalità sei suoi capelli. E quel qualcuno non si fece aspettare.

Hanako si piazzò sulla linea e tirò con tale disinvoltura, che sembrava non avesse mai fatto nient’altro in vita sua che provare e riprovare quel lancio. Il pallone centrò perfettamente il cerchio di metallo e cadde sull’asfalto con un rumore particolare.

In quel momento una altro ragazzo ed un’altra ragazza erano impegnati a parlare.

Haruko aveva incrociato Rukawa in un corridoio e si era fatta coraggio.

Se avesse guardato alle sue spalle avrebbe visto una giovane in lacrime.

-*** E’ un mostro! Come ha potuto dirmi quelle cose. Pensavo fosse migliore e invece ecco che mi insulta! E’ uno scemo che non merita un briciolo della mia attenzione!!!!*** e corse via.

 

Kogure si era avvicinato all’amico e gli aveva preso la mano.

Mitsui l’aveva bruscamente ritirata come scottato…e si era ritrovato a fissare qualsiasi parte della stanza tranne il viso dell’amico.

Ripresero così le lezioni da parte di Kogure, ma il ragazzo evitò accuratamente qualsiasi contatto con Mitsui…

E dopo appena mezz’ora il giovane era già in grado di ballare la semplice danza alla perfezione.

Per quella sera avevano giocato abbastanza con i loro sentimenti e cercarono di comportarsi in un modo che ritenevano "normale"… Ma cos’è la normalità ? E’ forse essere uguali a tutti gli altri?…

Giocare.

L’unica cosa importante in quel momento era giocare.

Per Rukawa era tutto.

Tutta la sua vita era un grande e infinito gioco.

E lui doveva vincere.

Sempre.

In una vita come la sua, senza l’affetto dei genitori, senza amici veri.

Doveva dimostrare a tutti che poteva comunque giocare.

E vincere.

Era invidioso.

Non lo avrebbe mai ammesso, ma era invidioso.

Di Sakuragi. Perché lui aveva degli amici.

Perché lui era vivo.

Non giocava, lui viveva.

E nella sua partita quotidiana Rukawa non aveva mai vissuto realmente. Era sempre stata una lotta crudele e gelida. In quel senso il basket lo appagava. Si sfogava e si sentiva un vincente perché tutti glielo dicevano. Si sentiva circondato da gente che voleva vincere come lui. E fra quei corpi accaldati, quegli sguardi roventi anche il suo cuore sembrava più caldo…

Gelido, congelato, incatenato nel ghiaccio batteva sempre di un ritmo monotono.

Ma quando giocava il battito cresceva, martellava nel petto, più veloce più forte.

Ognuno di noi vive in un gioco, ognuno di noi vive nella sua prigione: per qualcuno è la propria testa, per altri il proprio cuore…

Per Kaede Rukawa quello era il momento di imparare un nuovo gioco. Un gioco per far battere il cuore…più veloce, più forte.

Mancava solo un ora alla partita contro lo Shojo.

Hanako era distesa sul suo letto.

Era sola nella stanza. Vuota, come la sua testa.

Galleggiava pigramente in un dormiveglia senza pensieri coerenti. ricordi e sentimenti di giorni trascorsi, di parole mai dette e di frasi dolorose.

Akiha l’aveva trascinata in lungo e in largo in cerca di un kimono per la festa della sera successiva. Lei non ne aveva mai posseduto uno, mentre Akiha l’aveva ereditato della madre. Probabilmente si era sentita in colpa, per cui l’aveva costretta a provarne almeno dieci, esprimendo per ognuno un parere personale. Hanako doveva ammetterlo: il kimono che aveva scelto era davvero molto bello.

Era di un delicato verde pastello a fantasia floreale, con ricamati fiori di ciliegio rosa. Aveva persino acquistato degli spilloni per acconciare i capelli. Ma in quel momento non aveva nessuna voglia di pensare alla festa.

C’era qualcosa di più importante: La partita contro lo Shojo.

E lei non doveva farsi riconoscere.

 

Driin. Driin.

 

Un leggero bussare alla porta annunciò ad Hanako l’arrivo dell’amica.

Prima che potesse dirle una qualunque cosa lei si era fiondata nella stanza accompagnando l’entrata con un deciso- Dimmi! Qual è il problema?

 

- In che senso vuole sentirsi parte integrante della squadra ma non vuole che sembri ci siano due manager? – esclamò sorpreso Kogure.

 

- Perfetta!

- Dici?

Hanako la guardava con sguardo un po’ perplesso. Il suo travestimento in ogni caso era davvero ben riuscito: la tuta larga mimetizzava le curve, il berretto nascondeva i capelli lunghi, raccolti abilmente da Akiha in modo che nemmeno la più piccola ciocca potesse spuntare, e la visiera ombreggiava il viso. La sua altezza finiva l’opera. Sembrava veramente una riserva dello Shohoku.

 

La serratura scattò e la porta si aprì.

Una Ayako visibilmente contenta entrò chiudendosi la porta alle spalle.

E si misero a correre per le scale.

 

La partita era incominciata da alcuni minuti.

Tutti i giocatori si stavano impegnando al massimo: Rukawa realizzava un canestro dietro l’altro, Hanamichi aveva preso quasi tutti i rimbalzi ed aveva commesso solo 2 falli per sfondamento e uno per passi, Mitsui si era scatenato con i tiri da tre e Akagi aveva sfruttato la sua mole per organizzare una difesa il più impenetrabile possibile. Ma quello che più s’impegnava era sicuramente Ryota. Fujima, in campo dal primo minuto aveva cominciato a dargli dei problemi, ma aveva trovato il modo di fermarlo con una marcatura strettissima, che però impediva anche a lui di provare a segnare.

La statura considerevole dei giocatori avversari aveva messo in difficoltà un po’ tutti, soprattutto sotto canestro, ma Rukawa ed Hanamichi si erano schierati con Akagi sfruttando l’elevazione considerevole. Il primo tempo si era concluso con lo Shohoku in vantaggio per 46- 35.

Tutti erano visibilmente stanchi, ma soddisfatti. Avevano giocato bene e l’allenatore poté solo consigliare loro di tenere duro e continuare così. Hanako non aveva fatto il tifo come gli altri, ed aveva praticamente fatto atto di presenza per Hanamichi, molto dispiaciuto per aver realizzato solo quattro punti: per tenere fede alla promessa gliene mancavano sei. Ma anche se non lo dava a vedere la ragazza aveva notato che il gioco di Sakuragi era migliorato dopo la sua lezione: era riuscito a scartare perfettamente due avversari per poi appoggiare la palla a canestro.

Il secondo tempo non ebbe sorprese. Hanamichi segnò altri due punti, portandosi a quota sei. Il risultato finale vide lo Shohoku vincitore sullo Shojo per 78- 71. Tutti erano molto felici e piombarono in un sonno pieno di sogni appena posata la testa in un angolo dello spogliatoio. Hanako era rientrata in camera subito dopo la partita. Era stanca senza aver fatto nulla. Si era sentita osservata. Aveva avuto paura.*** Quanto durerà questa situazione? Per quanto ancora fuggirò dal mio passato?***

 

Il giorno successivo due persone parlavano sotto un grande ciliegio. La maggior parte dei fiori era ancora in boccio. In città probabilmente si erano già aperti, dato che faceva un po’ più caldo.

La giovane sorella del capitano si voltò sentendosi chiamare. Alzò una mano in segno di saluto e accelerò il passo nella loro direzione. Hanamichi si stava agitando in modo spaventoso: aveva cominciato a ridacchiare in modo nervoso e a tormentare l’orlo della maglietta con entrambe le mani. Sembrava in preda ad una crisi …

Haruko li aveva raggiunti e ora stava sorridendo ai due ragazzi.

 

Haruko guardava il giovane con uno sguardo dolce. Sembrava quasi aver intuito qualcosa.


Iza to naru to nanimo ienai
Shaberitai no ni koe mo kikitakute
Kokoro ga ne awateteru

E' giunto il momento e non riesco ancora a dire nulla
Voglio dire qualcosa e voglio ancora sentire le tua voce
Il mio cuore è nel panico, sai.

Il cuore di Hanamichi batteva impazzito. Il suono riempiva la sua mente impedendogli di formulare qualsiasi pensiero coerente…

TUM- TUM- TUM. Un tamburo impazzito.

TUM- TUM- TUM. Una forza incontrollabile che risuonava nella sua mente e pervadeva ogni sua singola cellula. Era paura.

Paura: cos’è la paura? Paura non è solo temere la morte, il buio, i luoghi chiusi. E’ anche temere gli altri e se stessi, perché non è possibile controllare il cuore degli altri, non è possibile controllare il proprio cuore…

Hanamichi aprì la bocca ma sembrava non potesse uscirne alcun suono. Inspirò una boccata di quella frizzante aria primaverile impregnata del dolce profumo dei ciliegi in fiore.

E si decise.

It's all right daijoubu daijoubu daijoubu
Kiseki datte okoseru
Here we go ikou yo ikou yo ikou yo
Tsubasa hiroge
Kitto nanika ga nanika ga dokoka de
Deaeru hi o matteru
Do! Do! Do! DREAMING! DREAMING!

Va tutto bene Va tutto bene Va tutto bene Va tutto bene
Opereremo miracoli
Ecco andiamo Ecco andiamo Ecco andiamo Ecco andiamo
E spieghiamo le nostre ali
Sono sicuro che c'è qualcosa, da qualche parte
Aspetterò il giorno in cui noi due ci incontreremo
So! So! So! SOGNANDO! SOGNANDO!

*** Calma. Calma. Calma. Hanamichi calma! Ora risponderà… probabilmente sarà un no, quindi non ci sperare!!!! Calma. Calma.

Va tutto bene!!! No non va bene per niente…non risponde nemmeno!!!!! ***